venerdì 12 dicembre 2025

Manga - Black Jack di Osamu Tezuka: l'eroe maledetto della medicina giapponese


Manga - Black Jack di Osamu Tezuka. Ecco i numeri 19 e 20 della speciale ristampa nata dalla collaborazione tra J-Pop e "La Gazzetta dello sport".

Black Jack è uno dei manga più famosi di Osamu Tezuka

Tra i manga più famosi e apprezzati di Osamu Tezuka non si può non menzionare anche un capolavoro eterno come Black Jack, la storia di un medico senza licenza che però riesce a compiere veri e proprio miracoli di chirurgia. Si tratta di una serie di diverse storie autoconclusive pubblicate dal 1973 fino al 1983 sulla rivista di manga shōnen Weekly Shōnen Champion di Akita Shoten, per poi essere in seguito raccolte in 25 volumi, ciascuno diviso in 12 o 15 capitoli. 


Nel 1973 la carriera di Osamu Tezuka era giunta ad una svolta importante: i grandi successi erano ormai figli del passato e il dio del manga divenne consapevole dei cambiamenti in corso nel mondo dell'intrattenimento. Tezuka comprese che da fumetti per bambini come Astro Boy e Kimba sarebbe dovuto passare a qualcosa di più adulto, quindi cominciò a pensare a qualcosa che creasse perfetto equilibrio tra bene e male, qualcosa che tirasse fuori la realtà del mondo e degli esseri umani, come se tutto ciò che ci circonda fosse composto da forti tinte di grigio e non dall'alternanza tra bianco e nero. 

Tutto ebbe inizio quando la casa editrice di Akita Shoten consentì al maestro di pubblicare solo cinque storie nuove dedicate a qualcosa di diverso rispetto al passato. Erano anni in cui i suoi editor pensavano che fosse finito e troppo vecchio per reinventarsi, invece, Tezuka ancora una volta stupì tutti inventandosi Black Jack: questo personaggio fu pensato come un medico opportunista ma dotato di buon cuore, a tal punto da spingersi sempre fino al limite per salvare una vita e, nel contempo, vestire anche i panni del vendicatore ai danni di coloro che invece la vita volevano spezzarla. 


Black Jack fu presentato da Tezuka come un uomo vestito di nero, con un vistoso mantello sulle spalle e il volto (così come il resto del corpo) segnato da cicatrici, con una parte del viso rattoppato con pelle di un colore differente: questo bastò per dare al pubblico un personaggio diventato immediatamente iconico. Oltre all'aspetto estetico, Tezuka lo rese come una figura odiata dagli altri medici per via del suoi comportamenti da mercenario e da criminale che lo inducono a chiedere cifre assurde per ogni intervento. Questa figura tanto maledetta quando affascinante portò gli editori a pubblicare oltre 240 storie di Black Jack, a discapito del progetto iniziale che ne prevedeva soltanto cinque. A giocare un ruolo importante per il successo del manga incise anche la preparazione di Tezuka in campo medico: essendo laureato in medicina infatti seppe individuare i casi più interessanti da far eseguire alla sua nuova creatura (tale cosa l'abbiamo vista anche in Kirihito che pure tratta la storia di un medico). 

Black Jack in qualche modo è l'incarnazione di quella figura di medico che Tezuka avrebbe tanto voluto conquistare in passato: brillante, geniale, pronto a tutto per i suoi pazienti e oppositore del corrotto sistema sanitario del Giappone. La cosa più interessanti della genesi di Black Jack sta proprio nella mancanza delle sue origini, infatti, Tezuka creò il personaggio senza sapere perché lo avesse disegnato e ideato in quel modo: per molto tempo non si seppe nulla in merito alla natura delle cicatrici e del perché il personaggio lavorasse senza licenza, poi mano a mano che la produzione andava avanti l'autore decise di inserire in alcuni capitoli qualcosa del suo passato. Il suo vero nome è Kuro'o Hazama e da piccolo è stato vittima di una terribile esplosione che uccise sua madre e costrinse lui a un intervento di ricostruzione del corpo da parte del dottor Jotaro Honma. Risorto come una specie di Frankenstein d'altri tempi, Black Jack spiegherà nel capitolo "La maschera scelta" del 14 aprile 1975 di aver scelto di chiamarsi così perché "Kuro'o", inteso come contrazione di Kuro otoko, significa "uomo nero" in giapponese. Tradotto in inglese con Black l'autore poi associò il termine con il nome "Jack (ecco quindi "Black Jack"). Tra le varie cose, Tezuka riuscì in seguito a delineare meglio anche la filosofia di Black Jack, secondo il quale le licenze sono simboli privi di status sociale e impediscono a un medico di poter stabilire parcelle elevate. Oltre a questi elementi, Tezuka gli affiancò anche una piccola assistente, ossia Pinoko, apparsa per la prima volta nel capitolo "Cistoma deforme". 


Negli anni successivi sono stati poi pubblicati altri manga dedicati al personaggio come, ad esempio, nel caso di Black Jack Alive del 2005, opera alla quale parteciparono numerosi artisti per contribuire ad aggiungere nuovi racconti alla serie regolare. Oltre a questo, si ricordano altri manga come "Say Hello to Black Jack" di Shūhō Satō (che non ha alcun collegamento con la serie Black Jack) e il sequel "Shin Black Jack ni Yoroshiku". Risale all'anno 2005, invece, la pubblicazione del remake "Black Jack Kuroi Ishi". Tra il 2011 e il 2019 la rivista seinen Young Champion ha serializzato "Young Black Jack", un manga scritto da Yoshiaki Tabata e disegnato da Yūgo Ōkumaby che racconta il percorso del protagonista negli anni '60, quando era uno studente di medicina. Non è finita qui però perché nel 2023 sono state realizzate altre 32 pagine sulla rivista Weekly Shōnen Champion come parte del progetto "Tezuka2023", in occasione del cinquantesimo anniversario dell'opera. 

La trasposizione animata di Balck Jack, invece, chiese tempi di realizzazione molto lunghi. La prima apparizione tv del personaggio risale ai tempi del remake della serie anime di Astro Boy, per la precisione nell'episodio 27 quando Tezuka lo mise insieme ad altri personaggi della sua produzione: oltre ad Atom sono presenti anche Uran, il Dottor Roget (alias il nostro Black Jack) e Penny/Pinoko, i quali sono intenti ad affrontare un viaggio nel tempo fino Molavia del XV secolo (Silverland). Sempre in questa puntata, Black Jack deve operare una giovane donna (un rimando a Zaffiro) rimasta gravemente ferita durante alcuni scontri. Ai più esperti risulta anche un cameo del personaggio nel film teatrale Phoenix 2772 in qualità di guardiano di una prigione interstellare. Black Jack è anche uno dei personaggi principali del film per la TV "One Million-Year Trip: Bandar Book", in cui interpreta il ruolo di un pirata spaziale abbastanza simile a Capitan Harlock di Leiji Matsumoto.


Tra il 1992 e il 2000 furono realizzati un film per il cinema e una serie di dieci OVA tutti dedicati a Black Jack e diretti da Osamu Dezaki, fedelissimo di Tezuka. Nel 2003, in Giappone, fu trasmesso invece uno  speciale promozionale televisivo di quattro episodi intitolato Black Jack Special: The 4 Miracles of Life. La serie tv originale Black Jack fu trasmessa da ottobre 2004 fino a marzo 2006 per un totale di 61 episodi: trattasi in questo caso del primo e vero adattamento della serie originale cartacea. Nel 2006 è stata trasmessa una serie sequel di diciassette episodi , intitolata Black Jack 21 (Black Jack per il XXI secolo). Adattata da capitoli manga indipendenti, Black Jack 21 possiede una trama completamente nuova che coinvolge il padre del protagonista insieme a una potente e misteriosa organizzazione che nutre l'intenzione di ucciderlo. Queste due serie appena menzionate non partono dalla trama originale, bensì ambientano la storia negli primi anni duemila, potendo così inserire tecnologie non presenti degli anni settanta e ottanta. Le puntante sono basate non sempre fedelmente sui capitoli del manga Black Jack. Nel 2015 anche il manga Young Black Jack è stato adattato in anime con modifiche molto simile a quelle di Black Jack e Black Jack 21 poc'anzi menzionate. A Black Jack sono stati dedicati anche cortometraggi, serie di rete e action movie. 


La critica ha sempre ritenuto Black Jack come uno dei migliori manga della storia, ponendo l'attenzione sulla sua originalità e per le influenze che ha sviluppato anche sulla cultura occidentale. Il manga inoltre è sempre stato elogiato per la sua facilità di lettura, dato che ogni storia dura una ventina di pagine ed è autoconclusiva. I disegni mostrano qualcosa di vecchio e di nuovo, rilanciando capitolo dopo capitolo eroi e villain già visti in altri fumetti del maestro, come se egli stesso avesse voluto attraversare la sua gloriosa carriera omaggiando ogni sua singola creatura. Black Jack rappresenta il lato oscuro della società nipponica, eppure, contemporaneamente si pone anche come soluzione alle contraddizioni delle facciate quotidiane, quelle che appunto scadono nel marcio e nel patetico: Black Jack è un duro dal cuore tenero che sa quando è il momento di rinunciare ai soldi per concedersi un atto di pura generosità. Lui è eroe e antieroe, il perfetto equilibrio che da il giusto bilancio a un comune essere umano dotato di buoni e cattivi sentimenti: da questo punto di vista potrebbe essere davvero considerato come il più umano dei personaggi di Tezuka

LEGGI ANCHE:

Nessun commento:

Posta un commento