Ha inizio la lunga serie di analisi dedicate alle varie saghe e ai volumi di Berserk, il celebre manga di Kentaro Miura ambientato in un Medioevo europeo intriso di horror ma soprattutto di fantasy. In fase di pubblicazione dal lontano 1989, la storia di Guts e degli altri personaggi continua a tenere con il fiato sospeso milioni di lettori.
Oltre a visionare i contenuti ci soffermeremo anche ad analizzare vari aspetti di questo manga: la religione, la filosofia di Miura, il concetto di bene e male, le forze soprannaturali e libero arbitrio precisando che saranno realizzate in futuro delle schede a parte per ciascuno personaggio principale di Berserk.
Si parte con i primi tre volumi di Berserk Collection, quindi ci imbatteremo nelle figure di Guts, Puck, Koca, il Conte e della Mano di Dio. Per specifiche informazioni è possibile leggere un'introduzione di Berserk cliccando sul seguente link:
Nel secondo volume Guts dimostra di conoscere l'entità del Behelit, una chiave che serve a collegare il mondo degli umani con un'altra dimensione dove regnano i cinque della Mano di Dio, divinità demoniache che controllano il destino degli uomini e il male presente nella storia. Vargas racconta invece il passato del Conte, un uomo un tempo buono e generoso che sembra essere diventato un mostro dopo la morte della moglie che l'ha lasciato da solo con la figlia Tiresia.
Dopo essere scappato dalle sala della tortura del castello feudale, Vargas ha giurato vendetta e vuole che sia proprio Guts a rendergli giustizia, pur non trovando alla fine risposta affermativa: quella di Guts contro esseri come il Conte è una guerra personale, lui odia i deboli, non li sopporta ed è disposto a schiacciarli se solo proveranno a intromettersi.
Vargas |
Il rifugio di Vargas viene preso d'assalto dagli uomini del Conte. Guts e Puck riusciranno a scappare ma Vargas viene catturato. Con il passare delle ore, i due protagonisti saranno costretti a vederlo decapitato sotto agli occhi dell'intera città. Qualcosa di muove dentro Guts: la guerra al nemico è stata dichiarata. Giunto nel castello Guts sconfigge di nuovo Zondark, il quale è stato rigenerato dallo stesso Conte che ha inserito nella sua corpo una parte di sé, un piccolo mostro strisciante. Guts lo elimina e alla fine riuscirà a trovarsi faccia a faccia con l'apostolo che si trasforma in un enorme lumaca dalla forza devastante.
non sottovalutate le lumache! |
Puck (che era stato in precedenza catturato) viene portato nelle stanze di Teresia, la figlia del Conte. Il piccolo elfo diventa un regalo per la bambina che tuttavia non si lascia toccare dal padre perché spaventata a morta dalla sua aurea orrifica. Puck passerà del tempo con lei e scoprirà come è morta sua madre: è stata sacrificata dagli eretici dal loro dio. Ecco spiegata la causa dell'odio del Conte nei confronti degli eretici.
Gli scontri tra il guerriero nero e l'apostolo si fanno cruenti e senza tregua. Il castello subisce molti danni e Tiresia riesce a fuggire dalle sue stanze insieme al suo nuovo amico.
La trama in breve del terzo volume (metà)
Teresia e Puck giungono sul luogo dello scontro. La ragazzina vede per la prima volta suo padre in versione apostolo, rimanendo scioccata e spaventata a morte. Il mostro è su tutte le furie e scatena la propria ira su Guts che si ritrova con l'unica mano buona rotta. L'ingegno di quest'ultimo però è grande, infatti, sfrutterà l'unica debolezza del nemico in suo favore: sequestra Teresia e minaccia di ucciderla. Il Conte mostra un attimo di esitazione e viene raggiunto da un colpo di cannone esploso dal braccio meccanico dell'umano, il quale lo finisce usando come meglio può la sua spada.
Il Conte e Tiresia |
Il Conte è ridotto in poltiglia ma è ancora vivo. Il suo sangue, il suo dolore e la sua disperazione attivano il Behelit che Guts aveva portato via dal covo di Vargas: il mondo intorno a loro cambia e la Mano di Dio fa la sua comparsa: Void, Slan, Urick, Conrad e Phemt. A quanto pare sembra che Guts conosca quest'ultimo e tenta di attaccarlo venendo però respinto dai poteri psichici dell'arcidemone. Lo chiama continuamente Griffith e quanto pare ci sono stati vecchi dissapori.
Il Behelit è attivo! |
Intanto, i signori del male rivelano al Conte che l'unico modo che ha di salvarsi e sacrificare sua figlia Tiresia, esattamente come fece anni prima con sua moglie. Si scopre quindi l'amara verità: il Conte sacrificò sua moglie dopo averla scoperta nel bel mezzo di un'orgia dedicata al dio degli eretici. Preso dalla rabbia per il tradimento, il Conte attivò proprio quel Behelit (che Vargas gli portò via nel periodo della prigionia) e uccise tutti.
La Mano di Dio - Gli Angeli Custodi dei Desideri |
Tiresia è affranta e distrutta. Il Conte alla fine non riesce a consacrare al male la sua metà e viene risucchiato dalle anime dannate per finire così in una parte dell'Inferno. Tutto torna alla normalità, Guts tenta di riavvicinarsi a Phemt/Griffith ma invano. Alla fine tutto torna alla normalità, la Mano di Dio scompare e i sopravvissuti si ritrovano esattamente al punto di partenza. Teresia giura vendetta contro il guerriero nero, il quale va via in lacrime, come se fosse stato provato dal risentimento della bambina.
Chi è veramente Guts? |
L'analisi dei tre volumi
Atmosfere e influenze
Partiamo innanzitutto dalle atmosfere, appartenenti a un Medioevo in crisi, oscuro, fatto di luoghi tetri e afflitto dalle pestilenze, dalla carestia, dalla schiavitù e da sinistri figuri: in poche parole siamo nelle Midlands, anche se il nome di questo posto non ci viene ancora rivelato del tutto.
Come già riportato nell'articolo introduttivo a Berserk, già dal punto di vista scenico sono evidenti le prime influenze dei film del genere fantasy di Hollywood sui disegni di Miura: come dichiarato dallo stesso mangaka nelle sue opere è chiaro il riferimento a pellicole come "Il Nome della Rosa", "L'amore e il sangue" di Paul Verhoeven, "Ladyhawke" di Richard Donner, Excalibur di John Boorman. Non è tutto.
Rutger Huer in "L'Amore e il Sangue" |
Oltre alle grandi opere della settima arte targata Usa, ci sono anche rimandi a Guin Saga di Kaoru Kurimoto (che negli anni 80 è stato forse l'unico romanzo illustrato giapponese incentrato sul fantasy) e al personaggio di Hakaider di Junzo Ningen Kikaider (Shotaro Ishinomori).
Guin Saga |
Tornando in America, Miura ha voluto incattivire ulteriormente il suo fumetto aggiungendo anche qualcosa di Conan di Robert E.Howard. Come ben sapete una delle maggiori fonti di ispirazione è stato anche Devilman di Go Nagai, dove qui notiamo solo alcuni riferimenti molto timidi che poi esploderanno più in là, già a partire dell'età dell'oro. Stando a una delle sue interviste, Miura non ha potuto fare a meno di aggiungere qualcosa dalle fiabe dei fratelli Grimm.
Le caratteristiche di Guts
Guts è un guerriero solitario e vendicativo, nato dall'amore che Miura ha nutrito verso le caratterizzazioni di Kenshiro di Hokuto No Ken (Buronson e Tetsuo Hara), di Mad Max e dell'attore Rutger Hauer nei film Flesh and Blood e Salute of the Jugger. Le loro caratteristiche infatti sono molto simili con il profilo del guerriero nero, il quale è stato pensato da Miura proprio in questo modo per rendere il suo capolavoro in maniera oscura e tenebrosa.
Ken il Guerriero |
Molto studiata è stata anche la realizzazione del braccio meccanico. Anche in questo caso Miura ha preso spunto da altri lavori come Dodoro di Osamu Tezuka e Cobra di Buichi Tarasawa. E l'ammazzadraghi? Lo vedremo a breve.
Dodoro |
Le caratteristiche di Puck
Dopo aver ucciso l'apostolo donna, Guts libera l'elfo Puck: abbiamo quindi a che fare con una creature che fa immergere subito il lettore nel lato fantasy di Berserk. Descrivere le origini della figura degli elfi non è semplice, dato che essi nei secoli hanno subito diverse variazioni, specialmente dopo conversione dei popoli europei al cristianesimo.
Queste creature sono nate dalla mitologia e dal folklore germanico, mostrando fin dall'inizio poteri molto particolari e straordinarie capacità di relazionarsi agli umani ma anche ad altre creature. Prima dell'avvento definitivo del Cristianesimo esisteva veramente la credenza degli elfi, poi questi esseri immaginari sono stati appunto classificati come esponenti di culture pagane o semplicemente come strumenti di superstizione a partire dal Medioevo. Tuttavia, le credenze negli elfi persistettero nei primi periodi moderni, in particolare in Scozia e Scandinavia, dove gli elfi erano considerati persone magicamente potenti che vivono, di solito invisibili, al fianco delle comunità umane.
A dirla tutta, c'è stato anche un lungo periodo in cui gli elfi venivano considerati come causa di malattie sessuali o come avventori del genere umano. Tuttavia, questa demonizzazione non è durata molto visto che gli elfi sono stati studiati e inseriti in molte opere teatrali e letterarie. Non bisogna dimenticare ad esempio "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare oppure la più recente trilogia di romanzi de "Il Signore degli Anelli" di Tolkien. Alla fine, il loro vero aspetto è diventato secondario: c'è chi li ha descritti per secoli come piccole creature bianche (alate e non) e chi tutt'ora ne parla come persone normali ma con capelli bianchi/argentei e orecchie a punta. Poi ci sono ovviamente gli elfi di Babbo Natale, che hanno caratteristiche molto differenti.
Puck è forse quello più vicino alla vecchia tradizione europea e nel contempo medievale, dato che appartiene a un mondo vicino a quello degli uomini pur se legato a posti invisibili agli occhi di coloro che non credono in questi esseri. È interamente bianco, con orecchie a punta, capelli azzurri e piccole ali simili a un insetto. In effetti, stando alle fonti, nelle lingue germaniche la parola "elfo" stava a significare appunto "essere bianco". Inoltre, possiede due tipologie di poteri: guarire le ferite con la polvere generata dalle sue piccole ali e la capacità di leggere i sentimenti delle persone. È anche molto coraggioso e sarebbe disposto a tutto per il prossimo, pur alternando momenti di grande comicità che lo porteranno a diventare "l'elfo castagna".
Il rapporto tra Guts e Puck
In un'intervista Kentaro Miura lo dichiarò apertamente: per creare il rapporto tra Guts e Puck ha fatto riferimento a Pinocchio e al Grillo Parlante visti del film della Disney. Non è un caso che il piccolo elfo diventi la voce fuori campo del planetario cerebrale del guerriero nero, colui che fa da coscienza e che cerca di far capire all'umano la differenza tra il bene e il male. Come vediamo già dal primo volume, Puck avverte il lato oscuro di Guts, ne legge i sentimenti e soffre atroci dolori quando i suoi incubi più segreti si scatenano.
L'ammazzadraghi e l'Hokutoshinken
Siamo ancora alle prime battute del manga. Guts taglia in due i suoi oppositori come se in un certo senso esplodessero. Del resto, l'ammazzadraghi è un blocco di metello molto grande e spesso: non taglia ma squarcia e il suo tranciare gli uomini ha un effetto esplosivo che per Miura rimanda alle tecniche segrete di "Ken Il Guerriero".
Il carattere di Guts
Guts ha un pessimo carattere. Non vuole avere a che fare con nessun e non vuole essere toccato. Il fatto che la gente non debba mettergli le mani addosso potrebbe essere forse collegato a traumi vissuti in passato: guarda caso non ha un braccio e non ha un occhio, quindi deve aver subito atroci sofferenze. Puck cerca di avvicinarsi a lui ma viene più volte respinto dall'umano che mostra intolleranza verso i più deboli. Lui ha un obiettivo ed è quello di uccidere i mostri a cui dà la caccia, esseri che a quanto pare conosce molto bene e che ha già incontrato in passato.
Guts non esita a coinvolgere tanti innocenti pur di mettere le mani su Koca e il Conte. Inquietante è stata anche la freddezza vista quando si è trovato faccia a faccia con il padrone del feudo all'inizio del primo numero del fumetto: arrogante, scontroso, ironico, provocatorio. Guts resiste alle torture ma non tiene la lingua a bada.
Sembra però che gli apostoli non siano le uniche creature con le quali Guts sua abituato ad aver a che fare: durante la prigionia, reso inerme da atroci sofferenze, intravede davanti a sé un mostriciattolo strisciante e deforme che lo spaventa a morte. Il guerriero nero reagisce come se fosse un in cubo ricorrente ma alla fine interviene Puck che lo ridesta e lo salva. Durante la loro chiacchierata l'elfo nota un marchio sul collo di Guts che ancora non sappiamo cosa sia.
Il cannone e l'Hokutoshinken
L'idea del cannone di Guts non è solo nata dalle influenze di Dodoro di Osamu Tezuka e Cobra di Buichi Tarasawa ma anche e ancora da Hokuto No Ken. Vale lo stesso ragionamento fatto per l'ammazzadraghi, durante il quale abbiamo spiegato che Miura voleva un personaggio simile a Kenshiro, capace di sbudellare in tutti i sensi le sue vittime.
Le caratteristiche di Koca
Partiamo da un constatazione: tutti gli apostoli mostrano un aspetto poco umano a partire dal loro primo stadio, quello appunto di persone apparentemente normali per celare la loro vera forma da apostolo. Koca è soltanto uno dei primi mostri di Miura che in un certo senso rimanda ai demoni di Go Nagai, creature spaventose mai viste prima che farebbero raggelare il sangue a chiunque. Questo però è solo un assaggio dell'opera di Nagai.
Stando alle fonti, la fisionomia di questo mostro prende spunto dal film statunitense Dreamscape, realizzato nel 1984 dal regista Joseph Ruben e scritto da David Loughery. In questa pellicola horror fantascienfifica è possibile notare un uomo serpente che assomiglia tantissimo a Koca.
Per leggere ulteriori informazioni sul personaggio di Koca, cliccare sul seguente link:
L'uomo serpente del film Dreamscape |
Il berserk
Dopo aver ucciso Koca e i suoi uomini da soli con una furia fuori da comune, Guts viene identificato da Puck come un berserk. Cosa significa e cos'è un berserk? Questo guerriero trova le sue origini nei Berserkir, straordinari combattenti scandinavi che avevano una particolarità che li rendeva violenti e sanguinari: sul campo di battaglia cadevano in una sorta di trance chiamata berserksgangr. Questo stato mentale li rendeva feroci e insensibili al dolori. Tra le altre caratteristiche dei berserk c'è anche il pericolo di uccidere chiunque trovino a tiro, senza fare alcuna distinzione tra alleati e nemici.
Introduzione al marchio
Nel primo volume di Berserk Collection vediamo un'introduzione al marchio dei sacrificati. Fino ad ora l'unica cosa che si riesce a comprendere è il fatto che esso attiri le anime dannate e si attivi anche in presenza di apostoli. Ogni volta che il male sta per fare la sua comparsa, Guts se ne accorge quando avverte dolore proprio dov'è situato il simbolo, il quale comincia copiosamente a sanguinare. Per capirne di più andiamo avanti con l'analisi.
Il mostriciattolo deforme
Nell'arco di poche pagine, il guerriero nero incontra tre volte un mostriciattolo deforme: la prima volta nelle carceri di Koca; la seconda volte mentre dorme sulla carrozza di Colette e di suo padre; la terza dopo l'esecuzione dei Vargas del volume 2. Tra loro sembra esserci un legame particolare, con incubi e ricordi cattivi quasi ricorrenti nella mente del protagonista. Ad alimentare poi l'incubo nel secondo caso è un Incubus, una essere appartenente al mondo del male capace che agisce mentre le vittime dormono, per poi riprodurre nella loro mente orribili manifestazioni oniriche.
Il Conte e le tecniche di Guts: Berserk The Prototype
In questi primi tre volumi di Berserk, notiamo comunque molti rimandi alla prima versione del manga, cioè "The Prototype" (leggi QUI). Il Conte somiglia moltissimo a Vlad l'Impalatore: entrambi sono grossi, grassi, pelati e sono padroni feudali spietati che non risparmiano nulla ai loro nemici. Vlad infatti ha fatto impalare molte persone negli anni della guerra e adesso divora ragazze per sfamare la propria fame da apostolo. Il Conte invece è un giustiziere di eretici (e presunti tali) ma come Vlad è solito divorare le sue vittime e sfamarsi come meglio crede. I due differiscono totalmente invece nelle loro versioni apostoliche.
Vlad L'Impalatore |
Inoltre per alcune pagine rivediamo il primo modello di Guts, quando questi applica una fasciatura alla testa coprendo l'occhio orbo: non vi ricorda un po' il guerriero con la bandana del Prototype?
La caccia agli eretici: l'Inquisizione
Berserk è un manga fantary/horror, ma soprattutto è un'opera ambientata nel medioevo, riprendo anche molti aspetti storici di quel periodo in Europa. Il Conte è un potente padrone feudale che da sempre (anche prima di diventare apostolo) dava la caccia agli eretici.
Ci troviamo dunque negli anni dell'Inquisizione, dove tutti coloro che venivano accusati di andare contro i principi della chiesa cattolica erano destinati all'arresto, alla tortura e nella stragrande maggioranza dei casi alla morte. Tuttavia, in quella lotta per la tutela della parola di Dio, spesso venivano coinvolte persone che non c'entravano proprio nulla con l'eresia, magari erano stati arrestate solo perché sospette o per soddisfare la sete di sangue dei potenti.
Gli apostoli si "sdoppiano": Zondark il falso apostolo
Scopriamo che gli apostoli, oltre a essere molto potenti, possono avare anche il poter di "sdoppiarsi" o produrre dei loro piccoli parassiti, creando dei falsi apostoli. Zondark infatti, dopo essere stato massacrato dal guerriero nero, si rigenera grazie al Conte che ha inserito nel suo corpo una piccola parte di sé, rendendolo più forte e sotto il suo totale controllo. Nella scena che precede lo scontro finale con il super boss, Guts noterà le incredibili capacità del piccolo parassita che lo metterà non poco in difficoltà.
Teresia
La figlia del Conte, Teresia, è una ragazzina abbandonata a sé stessa e costretta a vivere nelle sue stanze. In un certo senso ricorda un po' quelle principesse da salvare che abbiamo visto in tante opere fantasy: a svolgere il suolo del salvatore però non è ovviamente lo spietato Guts, bensì il piccolo Puck che le dà la forza di reagire a quella prigionia e andare alla scoperta del mondo.
Il dio degli eretici: Bafometto
Teresia racconta a Puck che sua madre è morta per colpa degli eretici che l'hanno sacrificata al loro dio. La divinità in questione è Bafometto che in Berserk viene accostato nella maggior parte dei casi ai riti orgiastici.
Esso è in effetti un idolo dei pagani e la sua figura mise nei guai i cavalieri templari, i quali furono accusati di venerarlo ma probabilmente si è trattata sempre una falsità storica. Baphomet nel tempo è stato sottoposto a varie interpretazioni e in alcuni casi è stato accostato a Satana, Enki e altre figure religiose. Da notare che il suo fallo somiglia molto al marchio dei sacrificati disegnato da Miura nel Prototype, ma forse è una pura casualità.
Il Behelit e la Mano di Dio: Hellraiser
Quando Guts riduce il Conte in fine di vita, vediamo che l'apostolo attiva il Behelit artificiale e invoca i Cinque Negromanti della Mano di Dio. Come dichiarato da Miura e come si evince dalle sue tavole, c'è una chiara ispirazione alla Scatola di Lemarchand e ai Cenobiti di Hellraiser, creati dallo scrittore e regista Clive Barker.
I Cenobiti |
Miura ha disegnato il Behelit come un uovo dal volto distorto. Esso è un essere vivente che mostra segni di vita aprendo un occhio ogni tanto. Guts ne trova uno proprio nella saga del Conte, quando conosce Vargas e scopre che quest'oggetto è stato utilizzato proprio dal suo nemico per diventare un apostolo. Il Behelit è una chiave che collega il suo possessore alla dimensione degli Angeli Custodi dei Desideri, cinque arcidemoni che reggono il destino degli uomini.
Il Behelit si attiva quando il possessore ha perso ogni ambizione e il suo cuore è affranto dal dolore e dal dispiacere più estremo: una volta trovatosi faccia a faccia con a Mano di Dio ha la possibilità di porre fine alla sua sofferenza sacrificando al male la sua metà, la persona a lui più cara. Soffermandoci alla trama attuale, sappiamo per ora che serve per trasformare un uomo in un apostolo e sarà proprio il nuovo essere a uccidere chi un tempo gli era caro. C'è però da aggiungere un'altra piccola fonte in merito alla concezione del misterioso ciondolo da parte di Miura: la locandina del film horror/slasher "Berserker".
Il compito dei Cenobiti (chiamati anche Supplizianti) è quello di trovare coloro che attivano la scatola e di sottoporli a grandi piaceri ma nel contempo a terrificanti dolori. La Mano di Dio è composta da creature sovrannaturali che un tempo erano esseri umani. Sono diventati quello che sono per volere del Karma e dell'Idea del Male, pur svolgendo la volontà del "Dio Non Creato dagli Uomini". Ciascuno degli arcidemoni di Berserk ha raggiunto questa condizione dopo aver nutrito forti ambizioni abbattute poi da qualche episodio sfortunato. Come noteremo nei prossimi volume però, il loro avvento è completamente diverso rispetto a quello degli apostoli, anche se le loro cerimonia sono piuttosto simili.
Come capiamo che anche i Membri della Mano di Dio erano umani? Dal fatto che nel terzo volume Miura ci rivela il rapporto tra Phemt e Guts, un tempo compagni d'armi: il primo in passato si chiamava Griffith ed era un cavaliere dai capelli bianchi, bello come un angelo (ed ecco un collegamenti a Ryo Asuka di Devilman, mentre Guts è un chiaro rimando all'Akira Fudo demonizzato).
Il ruolo della Mano di Dio è quello di far in modo che il Karma faccia il proprio corso e il possessore del Behelit vada incontro al suo destino già scritto.
Il vero significato del marchio dei sacrificati
Grazie alla condizione di impotenza del Conte e alla possibilità di un nuovo avvento, capiamo finalmente cos'è il marchio che Guts porta sul collo. Si tratta di un simbolo di sacrificio, impresso dai cinque solo dopo l'approvazione del possessore del Behelit. Il marchio viene infatti applicato a chi viene scelto come sacrificio al male e il destino della vittima e dei più crudeli: morire di una morte violenta e vedere la propria anima risucchiata nel vortice delle anime infernali.
Questo ci lascia intendere che Guts sia un marchiato sopravvissuto a un evento simile e scopriamo che a creargli quella condizione è stato proprio Phemt, le ali delle tenebre. Infatti, proprio la creatura si rivolge al guerriero nero in questo modo: "ma tu stai ancora strisciando nel mondo dei vivi?". Guts è quindi una vecchia conoscenza della Mano di Dio e si conoscono bene. Inoltre uno di loro, Urbick, spiega proprio che l'odio del protagonista è rivolto non solo a tutto il gruppo, ma in particolare a Phemt che è stato il responsabile del suo sacrificio e dell'applicazione del marchio sacrificale sulla sua pelle. Un tempo, Guts e Griffith combattevano insieme in uno degli eserciti delle Midlands.
Miura come ha concepito il design del marchio? La risposta sta nell'antico alfabeto runico, quello appartenente alle popolazioni scandinave che davano a ogni lettera un valore sacro ed esoterico. Le rune sono molto interessanti perché bastava metterle insieme per creare una frase di senso compiuto anche utilizzando un solo simbolo o lettera.
Il marchio dei sacrificati in Berserk nasce dall'unione di algiz e odal. Algiz è la runa della vita e simboleggia l'uomo, mentre Odal è parentela, famiglia e legami di sangue. Proprio quest'ultima runa se viene capovolta cambia completamente significato, diventando un "perdere tutto, inclusi anche i legami".
algiz |
odal |
Ed è proprio la perdita dei legami che sta alla basi delle cerimonia d'avvento nell'opera di Miura. Per questo motivo, dall'unione di Algiz e di Odal capovolta esce proprio il nostro simbolo del male miurano, il cui significato esoterico è "l'uomo che ha perso ogni legame".
il marchio |
Le influenze di Escher nei disegni
Come dichiarato dallo stesso mangaka nipponico, è innegabile che dietro le sue tavole si nascondano le influenze dell'artista Maurits Cornelis Escher. Il "Concavo e Convesso" dell'artista olandese ha permesso a Miura di riprodurre una delle scenografie della dimensione della Mano di Dio, dove vediamo un mondo distorto, quasi sottosopra, con una logica geometrica paradossale, da rompicapo.
Le influenze di Go Nagai e di Gustav Doré
Nella rappresentazione di ciò che è una parte dell'Inferno in Berserk, Miura ha sicuramente avviato la serie di rimandi a Devilman di Go Nagai. La spirale infernale ci ricorda una delle tavole del creatore dell'Uomo Diavolo, il quale a sua volta si ispirava alle opera di Doré per quanto riguarda le rappresentazioni dell'Inferno di Dante. Ispirandosi a Nagai, Miura ha inconsapevolmente messo dentro qualcosa del pittore e incisore francese.
Tornando poi ai parallelismi con il padre dei robottoni, proprio qui cominciamo a vedere una precisa rifinitura di Berserk in relazione a Devilman. Qui notiamo solo un assaggio del bianco e del nero, yin e yang ma una cosa è certa: per affrontare il male è necessario un antieroe, un'altra forma del medesimo potere per evitare in quale modo il peggio. Guts si mostra dunque come un'estremizzazione assoluta di Akira Fudo, il quale è diventato demone per salvare il mondo e per amore. Il guerriero nero non usa mezze misure e per uccidere i propri avversari gioca le carte più scorrette, incurante poi di eventuali ritorsioni e conseguenze.
Proprio qui notiamo però un'altra differenza importante con Devilman: se nell'opera di Nagai il bene si vede e poi sparisce per dare spazio al male più puro, in Berserk il bene è quasi inesistente se non del tutto assente. Nel manga di Miura di vedono solo mostri, demoni, sacrifici ma non c'è alcun cenno a Dio e agli angeli (quelli veri). A partire dall'età dell'oro capiremo davvero quanto Devilman sia stato importante per Miura.
Le influenze di Giger
Non se sia un caso o meno (nelle sue interviste non traspare) ma nei disegni di Miura legati alla Mando di Dio e del loro mondo si percepisce l'arte fantascientifica di Hans Rued Giger, pittore e scultore svizzero scomparso nel 2014 e creatore dello Xenomorfo di Alien. Il loro surrealismo infatti è molto simile e le creature di Miura somigliano tantissimo a quelle nate dal genio di Giger che condivide con l'autore giapponese la passione per Bosch (altro artista che vedremo nei prossimi volumi).
In effetti Guts con l'apostolo donna ricorda qualcosa |
Il mancato sacrificio del Conte: amore o indecisione?
Tra gli argomenti più in voga in merito ai fatti del manga di Miura c'è anche la fine del Conte: ha deciso di non sacrificare la figlia per amore oppure era mosso da indecisione fino all'ultimo? In molti pensano che in realtà il cattivo di turno avesse deciso di consacrare la figlia in maniera troppo tardiva, a tal punto da far spezzare il filo del karma e riportare tutti a casa.
Emblematica per i più critici è la scena in cui il decapitato apostolo fissa la dolce figlia per proiettarsi da solo dinanzi a un quadro di famiglia, dove c'è sua moglie, quella stessa donna che lo aveva tradito con gli eretici e che alla fine ha ucciso sacrificandola al male. Lo sguardo del Conte è un misto tra follia e pietà, quindi non è chiaro come sarebbe andata a finire se avesse avuto più tempo a disposizione. Alla fine il nostro lumacone muore risucchiato dalle anime dannate.
Fatto sta che Teresia rivede nel padre il brav'uomo che era un tempo e questo particolare la indurrà a giurare vendetta contro il guerriero nero.
Il lato umano di Guts esiste
Ci sono stati momenti in cui lo spietato Guts ha mostrato segni di debolezza umana, a dimostrazione del fatto che non è così spietato e perfido come vuole apparire. Lui porta avanti una vendetta personale che lo porta a diventare apparentemente "cieco". Sono almeno 3 o 4 i momenti in cui "The Black Swordman" si lascia andare al rammarico, alla tristezza e alla rabbia giustificata. In primis, lo vediamo star male per la more di Colette: ucciderla è inevitabile, Guts è costretto a farlo, ma la cosa lo stressa a tal punto da farlo vomitare per la tensione.
Guts mostra sensibilità anche davanti alla testa del povero Vargas, prima che venga seppellito da due uomini di poco conto. Si sente in qualche modo responsabile della sua morte e decide che uccidere il Conte sarà una missione anche in suo nome. Il crollo finale però arriva alla fine della saga del Conte, dive il nostro eroe sembra in procinto di scoppiare in lacrime dopo le parole di odio di Teresia. In lui c'è ancora un cuore che batte e Puck percepisce questa cosa: per questo motivo non lo lascerà mai.
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Due brevi note (oltre ai complimenti per questa analisi che a me sarà molto comoda, come rubrica :D):
RispondiElimina- Koca mi galvanizzava molto come apostolo (per l'assonanza con Serpentor dei Gi-Joe o di Re Hiss di He-Man? :D);
- la scena della mutilazione di Vargas...e il resto, beh, devo dire che mi sconvolse abbastanza!
ma che? già l'hai letto tutto? XD
EliminaCmq ero proprio tentato nell'inserire l'accostamento a Serpentor ma non ne sono ancora sicuro. Farò qualche altra ricerca e magari lo aggiungerò in seguito
La trama dei tre volumi la conosco benissimo 🙂. Il primo in particolare che secondo me è ottimo.
EliminaBeh Serpentor è solo un'associazione mia, banale peraltro
no a dire il vero questa associazione l'avevo fatta anche io perché conosco il personaggio, anzi conosco la saga. Si mogliano tantissimo Serpentor e Koca ma non è detto che ci sia per forza l'ispirazione, anche perché Miura non mi pare abbia mai tratto spunto da fumetti, giocattoli o cartoni americani. I film sicuramente!
EliminaHai detto proprio tutto tutto!
RispondiEliminaOvviamente sapevo già tutto, da fan, ma un ripasso fa sempre comodo.
Amo la questione di Pinocchio e del grillo... Tre volumi che sono la base, ma anche una base lontana non so come spiegarmi...
Narrativamente è qualcosa di mai visto, rompe ogni cliché.
Moz-
E come ben sai il meglio deve ancora venire. Siamo perfettamente d'accordo Moz e calcola che avrei potuto fare ancora ulteriori approfondimenti. Questi però li farà a tempo debito, quando dovrà dedicare una scheda a parte per ogni personaggio! Tempo al tempo ;)
Eliminascusa volevo dire *farò e *dovrò
EliminaUn capolavoro che amo tantissimo!
RispondiEliminaDa qualche anno ho trascurato la lettura di questo manga perché ha cadenze di uscita vergognose ma spero sempre che venga concluso e che io possa leggerlo per bene dall'inizio... soprattutto vorrei prendere una bella edizione (io sono legata alla primissima uscita -quella con i volumi sottiletta, vergognosa anche quella-).
Sono ripartite alcune ristampe della versione nera e un mese fa sono usciti i famigerati cofanetti contenenti i primi 10 volumi. Io questo mese concluderò finalmente la collezione e non dovrò fare altro che aspettare il 41, senza avere più il pensiero di recuperare i maledetti volumi introvabili.
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