Cinema - "Avatar Fuoco e Cenere" di James Cameron: più oscuro, più cattivo e più imperfetto. Ecco la recensione del terzo film della saga.
Avatar 3: "Fuoco e cenere" non è il miglior film della saga di Cameron!
Il momento tanto atteso è finalmente giunto ed eccomi qui a parlare di "Avatar - Fuoco e Cenere", terzo film della saga ideata da James Cameron che fa da sequel ad "Avatar" (2009) e "Avatar - La via dell'acqua" (2022). Stimati, ma che dico stimati, STIMATISSIMI lettori e lettrici de "La Puteca di Pakos", prepariamoci tutti insieme ad immergerci in un'esperienza fuori dal comune, specie se oltre ai pregi andremo a verificare le pecche dell'ultima fatica del padre di Terminator. In questa recensione cercherò di evitare spoiler dato che la pellicola ha fatto il suo esordio nelle sale italiane soltanto ieri, mercoledì 17 dicembre 2025, così da risparmiare danni permanenti agli amanti della serie. Doveroso precisare che tutta la parte sulle riprese e sulla produzione del terzo capitolo saranno evitate visto che "Fuoco e Cenere" è stato realizzato in contemporanea con "La via della acqua", quindi per tutte le informazioni utili basta leggere l'articolo precedente.
"Avatar - Fuoco e Cenere" vede il ritorno della famiglia Sully, impegnata ad affrontare la dura perdita del giovane Neteyam, primogenito di Jake e Neytiri deceduto tragicamente alla fine del secondo film. Jake deve rimettere insieme i pezzi della propria famiglia, Neytiri invece si ritrova a dover affrontare un percorso di rigenerazione spirituale per ritrovare il coraggio di andare avanti. Nel mezzo, c'è il loro secondo figlio Lo'ak alle prese con i sensi di colpa per la morte dell'amato fratello. Intanto, Kiri continua a studiare le proprie origini con la speranza di trovare finalmente il suo posto nel mondo di Pandora. Infine, Spider continua a convivere con i Na'vi come un vero membro della famiglia Sully e la piccola Tuk comincia a farsi un'idea della violenza che piega ormai da anni la sua amata terra. La trama comincia ad avere una svolta decisiva fin dall'inizio, dal momento in cui Neytiri e Jake si rendono conto che Spider deve tornare tra gli alleati umani per poter sopravvivere all'aria ostile di Pandora. Tuttavia, durante il viaggio i nostri eroi si imbatteranno in una nuova tribù, gli spietati Mangkwan guidati dalla folle Varang (interpretata da Oona Chaplin, nipote della buon'anima di Charlie) che, insieme al ritorno del redivivo colonnello Quaritch metteranno a dura prova la resistenza della famiglia Sully.
Inserita anche la trama, passiamo adesso alla critica del film, tanto forte su alcuni aspetti tanto debole su altri. "Avatar - Fuoco e Cenere" è senza dubbio il film più cattivo, più oscuro e più violento della saga, infatti, James Cameron è il suo staff sono riusciti finalmente a portare alla massima potenza il climax bellico di Pandora, regalandoci nuovi spunti di riflessione e non poche emozioni, specie se all'elenco delle tragedie se ne aggiungerà un'altra davvero molto importante. Gli effetti speciali hanno come sempre lasciato il segno, mostrandoci in questo caso gli orrori di un conflitto che sembra non finire mai. La sceneggiatura ha un forte impatto emotivo sullo spettatore come nelle parti precedenti, aggiungendo quel pizzico di nostalgia e di consapevolezza che lasciano intendere un imminente ingresso dei fans verso l'atto conclusivo. Ovviamente, Cameron deve ancora dire tante cose ma ciò che emerge alla fine di Avatar 3 è la maturazione (non ancora completa però) di alcuni personaggi, sia "vecchi" sia "giovani", finendo per coronare una nuova unione tra i popoli e le creature alleate ma soprattutto tra i membri della famiglia Sully.
La parte inerente agli Omaticaya e ai Metkayina sembra non lasciare spazio a possibili critiche, così come le scene di guerra e i massacri che in questo nuovo lungometraggio mostrano un Avatar che non deve più stupire per la sua magnificenza grafica, bensì mira a spaventare gli spettatori, in particolare dopo l'ulteriore potenziamento della follia umana e per via della sete di sangue dei Mangkwan. Tuttavia, come già riscontrato in "La via dell'acqua", anche "Fuoco e Cenere" mostra evidente problemi di prolissità in merito alla concretizzazione di determinati eventi che hanno allungato di troppo il brodo narrativo del film. Inoltre, ci sono alcune scene che mi hanno lasciato non poco perplesso nel loro sviluppo e nella loro importanza ai fini dei fatti che verranno narrati in seguito.
"Fuoco e cenere" stupisce per estensione visiva, azione, avventura e dinamicità ma ho come la sensazione che ci sia stato qualche intoppo nello sviluppo di alcuni personaggi. Partiamo proprio dai Mangkwan e da Varang, i quali partono in maniera sparata a inizio film: rappresentano il lato negativo di Pandora essendo una tribù vittima di antichi disastri e totalmente priva di fede nei confronti della Grande Madre Eywa. Non a caso questo popolo si affida alla magia della sua leader, Varang, individuo di grande carisma che sembrerebbe destinato a trascinare il nuovo racconto di Cameron e soci. Tuttavia, dal momento in cui il destino di Varang incrocia quello di Quaritch accade qualcosa di inspiegabile (almeno per me): ho avuto l'impressione che quel carisma poc'anzi citato della Na'vi sia andato piano pino a smarrirsi, venendo un po' alla volta sovrastato dall'insensatezza delle azioni del colonnello e dal fatto che Jake, a un certo punto, venga buttato in una mischia esagerata che costringe (per fortuna) la nostra Neytiri a riprendersi la scena come guerriera più cazzuta di Avatar. Eppure, questo passaggio avviene in maniera troppo rapida, troppo esplicita, troppo esagerata. Basti vedere la parte conclusiva di questo terzo atto per vedere come Varang ne esca completamente ridimensionata rispetto alle aspettative nate dopo aver visto la sua "apparente" centralità attraverso i primi trailer e la locandina di "Fuoco e Cenere". Ad essere onesti, avrebbe anche meritato una fine peggiore! Quale? Eh, oh! Niente spoiler aggressivo! Eh!
Un'altra cosa che mi ha lasciato titubante è la lentezza (mi auguro voluta) che Cameron continua impiegare nel far esplodere le vere capacità di alcuni personaggi e nel concretizzare alcuni eventi attesi. La sceneggiatura mostra delle situazioni così pompate da rendere la storia inutilmente troppo lunga, per non parlare del fatto che un paio di riprese sembrerebbero state recuperate dai capitoli precedenti (è solo una mia impressione sia chiaro ma ho avuto come dei deja vù). Quando tutto sembra lasciar pensare a una definitiva consacrazione o a qualcosa di veramente grandioso, ecco che Avatar 3 tende a perdersi in un bicchiere d'acqua, come se volesse per forza limitare il reale potenziale non solo della trama e dei protagonisti ma anche di Pandora stesso. Difficile da concepire anche l'aver voluto riportare condizioni e situazioni del primo sequel in questo nuovo film, soprattutto quando c'erano tutti i presupposti per risolvere ogni cosa in "La via dell'acqua" e andare dritti al sodo in questa nuova battaglia per la sopravvivenza (come nel caso di Payakan dei Tulkun).
Ed eccoci finalmente alla parte che attendevo di più, quella che proprio non riesco a tenere per me e che voglio condividere con voi. C'è un personaggio di Avatar che, secondo la bibbia di Cameron, deve per forza muovere a modo suo le redini della trama, pur compiendo azioni inverosimili, contraddittorie e a metà strada il (poco) bene e il (tanto) male. Segue immagine:
| Sì signori è proprio lui! Il cattivo della saga, lo stramaledetto colonnello Quaritch |
Quaritch è in assoluto il personaggio che più mi butta fuori di testa in Avatar. A mio parere, è un villain fuori dai classici schemi del cinema e della letteratura, capace di essere una minaccia nonostante la sua figura appaia più come qualcosa di bizzarro. Probabilmente la drammaticità di Quaritch sta proprio in questo, cioè non riuscire nel suo intento di uccidere i Na'vi e finendo spesso per fare la figura del brocco in molte delle sue manovre offensive sia sul campo di battaglia sia nei rapporti con i suoi superiori umani. È incredibile come Cameron sia riuscito più volte a farlo sfuggire dalle grinfie della morte ed è ancor più pazzesco come lui, in maniera spericolata, continui a buttarsi tra le braccia della cupa mietitrice pur di eliminare il nemico. Eppure, da quando è diventato un Na'vi e da quando ha riscoperto l'esistenza del figlio Spider sembra che Cameron stia cercando di integrarlo anche nella sua nuova condizione esistenziale, fallendo tuttavia ogni volta a causa dei suoi trascorsi da spietato soldato. Quartich lamenta di essere vittima della "solita sfiga", eppure sono più che convinto che sia l'uomo più fortunato di Pandora, una fortuna che non riesce a vedere, nonostante il suo acerrimo nemico Jake cerchi di "vederlo" e di aiutarlo ad abbandonare la sua vita passata. Perché, al di là della piccola allerta spoiler, io sono convinto che il posto di Quaritch sia ancora lì in mezzo, tra la foresta e l'oceano, oltre le montagne infuocate e le terre incenerite.
Restando alla figura di Quaritch, andiamo ora sulla parte in cui il colonnello scatena la guerra totale che coinvolgerà anche i Mangkwan nei conflitti a fuoco. Chi ha visto il film capirà dove voglio arrivare: durante le ricerche che includono anche Spider, Quartich compie un gesto folle, punta ad una soluzione drastica assolutamente priva di logica dato che lui è il primo a sapere dove trovare realmente i Sully e il figlio, soprattutto dopo gli accadimenti della primissima parte del film. Allora a uno spettatore verrebbe da pensare "ha un piano?", invece no perché poi se lo ritroverà in quel posto. Vabbè, mi sembra chiaro cari amici che tra un mese ci ritroveremo qui con tanto di cartello ALLERTA SPOILER e via con l'analisi approfondita sulle parti più assurde e le scelte più folli di Avatar 3.
Quaritch appare come un individuo pericoloso a volte e come una figura comica in altre. Già il suo aspetto Na'vi appare come una caricatura delle stesse creature di Pandora poi, a peggiorare le cose, ci si mette anche la sensazione che sia una parodia sia dei classici cattivi della storia del cinema sia di sé stesso. Quando Quartich irrompe sulla scena come una terrificante minaccia ecco che lo vediamo fare cose che lo rendono bizzarro, comico forse anche un po' ridicolo: non è da escludere che Cameron abbia voluto esprimere proprio questi concetti perché la difficoltà del colonnello è evidente quando il suo odio verso Jake viene immediatamente scalzato dalla vista del figlio. Qualcosa di umano in lui c'è? Che Cameron stia pensando di trasformarlo in un Darth Vader d'altri tempi? Solo il tempo potrà risponderci! Fatto sta (allerta spoiler) che rimarrà nella storia la parte in cui lui e Varang camminano mano nella mano (con tanto di saluti al pubblico) nell'area esterna del quartiere generale manco fossero sul Red Carpet della Notte degli Oscar o del Festival del Cinema di Venezia!!! (eddai che questa dovevo proprio menzionarla!!!).
Un ottimo lavoro, invece, è stato compiuto nell'evoluzione del personaggio di Spider. Questa versione innovativa di Tarzan diventa uno dei fulcri assoluti della storia di Cameron, infatti, riesce a mettere d'accordo tutti ritrovandosi però in situazioni inaspettate ma indispensabili. Il "ragazzo scimmia" sarà decisivo sia per la rinascita della famiglia Sully sia per una nuova era di Na'vi su Pandora sia (infine) per possibili futuri nuovi filoni narrativi per le prossime avventure. Resta ancora inespresso il peso reale di Kiri, anche se la giovane Omaticaya sembrerebbe ormai pronta per l'exploit finale. In conclusione sono rimasto molto contento per Lo'ak, finalmente visto con occhi diversi dal leggendario padre guerriero. A proposito di Jake, per chi non avesse visto ancora Avatar 3, preparatevi a rivederlo in una veste che l'ha reso iconico nel primo film. Continua a crescere a dismisura la potenza caratteriale, espressiva e interiore di Neytiri che reputo il miglior personaggio di Avatar perché capace di uscire ogni volta da suoi gusci da nativa di Pandora con grandi risultati: è l'esempio della classica guerriera, moglie e madre determinata a difendere il suo branco (forse anche più del responsabilissimo Jake).
Il montaggio è perfetto, così come la messinscena e tutta la scenografia della pellicola, le cui riprese sono state immancabilmente fatte nelle terre magiche della Nuova Zelanda. Sicuramente, "Fuoco e Cenere" si può considerare come un altro viaggio meraviglioso nel mondo di Pandora, tra creature che affondano le proprie radici nella mitologia e culture ormai parte dell'immaginario collettivo della quinta arte (al pari de "Il Signore degli Anelli" e "Star Wars).
Per concludere, tra chi lancia critiche aspre e chi invece lo considera il migliore dei tre, "Avatar Fuoco e Cenere" può andare a posizionarsi nel mezzo, passando per un bel film che ha solo raccontato la parte più estrema della storia, senza riuscire a superare la grandezza del suo antenato del 2009.
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