lunedì 8 dicembre 2025

Fumetti - "Nel nido dei serpenti" di Zerocalcare: nessuno torna a casa finché non tornano tutti


Fumetti - Nel nido dei serpenti di Zerocalcare: nessuno torna a casa finché non tornano tutti. Michele Rech affronta tematiche politiche molto complesse attraverso i casi di Ilaria Salis e Maja T.

Nel nido dei serpenti: il ritorno a fumetti di Zerocalcare con Bao Publishing

Dal 5 dicembre è possibile acquistare "Nel nido dei serpenti", l'ultimo libro a fumetti di Zerocalcare che vede una grande collaborazione tra Momo Edizioni e Bao Publishing. Lo scopo del fumettista romano è stato quello di parlare, laddove possibile, della storia di Maja T. riproponendo la cronaca giudiziaria di Ilaria Salis, l'attivista italiana che nel febbraio del 2023 fu arrestata in Ungheria per aggressione a tre neonazisti durante il Giorno dell'Onore: si tratta di una manifestazione dove sostenitori di estrema destra, provenienti da tutta Europa, si radunano a Budapest per ricordare i soldati tedeschi e ungheresi morti durante l'assedio di Budapest, da parte dell'Armata Rossa, nel 1945 (anche se la battaglia ebbe inizio il 29 ottobre 1944). Per questo motivo, "Nel nido dei serpenti" inizia con "Questa notte non sarà breve", la serie di fumetti dedicati al caso Salis che Zerocalcare ha pubblicato nel 2024 prima in capitoli sul settimanale "Internazionale", poi in volume unico tramite la casa editrice Momo Edizioni nel 2024. 

Ilaria Salis

Le ultime 150 pagine circa di "Nel nido dei serpenti" vedono l'autore parlare del suo viaggio in Germania (zona est) per raccogliere informazioni sulla vicenda di Maja T., persona non binaria e attivista anti-fascista di 23 anni arrestata nel 2023 per le stesse ragioni di Ilaria Salis, cioè in seguito a un'aggressione ai danni di militanti neonazisti sempre nel "Giorno dell'onore" (entrambi i profili sono stati anche considerati appartenenti alla Hammerbande). Le due vicende hanno visto da un lato Ilaria Salis evitare 20 anni di carcere (11 con patteggiamento) grazie anche alla sua elezione al Parlamento Europeo nel 2024, evento che le ha consentito di tornare in libertà e ottenere l'immunità parlamentare; dall'altro continua il processo per Maja T. che rischia invece 24 anni di reclusione. 

Maja T.

In entrambi i racconti, l'impegno di Zerocalcare è stato quello di mostrare ai lettori l'esistenza di giganteschi "serpenti" che stanno a rappresentare non solo l'ombra della minaccia neonazista in Europa ma soprattutto il fatto che i due processi siano stati troppo sottoposti alle influenze della politica, senza una precisa oggettivazione dei fatti e un'eccessiva alterazione delle condanne e dei provvedimenti. L'autore mette in risalto anche le contraddizioni delle leggi ungheresi che, in alcuni casi, avrebbero "risparmiato" neonazisti responsabili di atti violenti con un rilascio dopo 48 ore, mentre per Salis e Maja T. hanno tentato (e continuano a tentare) di infliggere pene, giudicate eccessive, per danni fisici pari a 5/8 giorni di prognosi per le vittime. Un paradosso incredibile che Zerocalcare non manca di comparare anche con il sistema di leggi d'Italia in qualche piccolo e veloce passo del fumetto. 

In "Questa notte non sarà breve", Zerocalcare è stato abile a fare chiarezza sul caso Salis attraverso una degna ricostruzione dei fatti, raccogliendo leggi, documenti e articoli che in qualche modo hanno permesso all'opinione pubblica italiana di comprendere meglio la figura dell'insegnante lombarda. Infatti, la stessa opinione pubblica rimase molto divisa nell'inquadrare l'operato della donna durante gli scontri in Ungheria con i neonazisti, a tal punto da criticarla aspramente e classificarla come "persona meritevole del carcere" o che "poteva farsi gli affari suoi". Da qui ci colleghiamo con "Nel nido dei serpenti", la storia inedita dove Michele Rech non si sofferma tanto nel raccontare tutta la vicenda di Maja T., bensì concentra tutta l'attenzione sui precedenti verificatisi in diverse città della Germania a partire dal 2000, registrando un elevato numero di vittime assassinate (perché straniere) attraverso l'utilizzo della medesima arma da fuoco: secondo le fonti raccolte, sembra che i gruppi neonazisti colpissero soprattutto gli extracomunitari integrati, per i quali ovviamente non era consentito alcuna forma di possibilità di vita. Tutto ciò, va pian piano a collegarsi con la formazione di Maja T., la cui unica colpa è stata quella di aver voluto mantenere una promessa sentita a un concerto contro quelle stesse violenze quanto era in tenera età: "mai più". Di conseguenza, si arriva ai fatti che hanno portato l'attivista ventitreenne all'arresto in Germania e alla conseguente estradizione in Ungheria, una cosa assolutamente illegale e che tra l'altro ha violato le leggi tedesche in merito. Eppure, quando l'avvocato di Maja ha cercato di risolvere la situazione ed evitare il suo trasferimento a Budapest, era già troppo tardi.


La cosa che lascia più sconvolti è il fatto che i detenuti siano costretti a vivere in condizioni estreme in carcere, a tal punto da stare continuamente in catene, con tanto di guinzaglio e in mezzo a condizioni igienico-sanitarie al limite della sopportazione. È quanto accaduto anche a Ilaria Salis, la quale chiedeva di essere processata ma in Italia, cosa apparsa addirittura inammissibile per il Governo Ungherese. Com'è possibile che due persone attive contro le manifestazioni di estrema destra siano trattate in quel modo quando le tane dei serpenti sono sparpagliate ovunque, rendendo l'Europa un posto ancora influenzato da tematiche razziste e violente nonostante siamo nel 2025? Zerocalcare condanna la violenza in tutte le sue forme e infatti cerca di non giustificare anche le aggressioni compiute dagli attivisti antifascisti, tuttavia, ciò che lui chiede sono delucidazioni sulle differenze di trattamento e sulla severità dei processi, per non parlare dei maltrattamenti ai detenuti in carcere. Come mai i movimenti di estrema destra in Ungheria erano a conoscenza di tutti i fatti dei loro nemici di sinistra? Foto, indirizzi e tanto altro ancora? Zerocalcare pone l'accento su un sistema a quanto pare non proprio "sobrio", dove probabilmente chi dovrebbe mantenere l'equilibrio delle cose è il primo a creare caos e a favorire il dominio di correnti ideologiche che non dovrebbero più esistere o per lo meno essere legittimate. 

In capitolo "Nel nido dei serpenti", alla fine, Zerocalcare non riesce a raccogliere tanto materiale su Maja T., anzi la sua famiglia parla di tante cose ma tranne del suo percorso. Eppure, la sensazione è che l'artista di Rebibbia abbia comunque voluto parlare anche della sua disavventura per evitare un altro caso Salis ed impedire che tante altre persone possano fare la loro fine perché, come recita la quarta di copertina "nessuno torna a casa finché non tornano tutti". Del resto, le famiglie di questo manifestanti non cercano di giustificare le azioni dei loro cari, tutt'al più vorrebbero solo un trattamento dignitoso durante la detenzione in carcere e processi equi, con la speranza di evitare assurdità prementi sulla legge.


"Nel nido dei serpenti" è tra le opere più complesse di Zerocalcare, sicuramente è stato possibile assistere al lavoro più politico del fumettista, il quale ha comunque cercato di mantenere una certa imparzialità pur essendo ormai nota la sua avversione verso i gruppi di estrema destra (e la sua partecipazione presso i centri sociali). Non risparmia ovviamente qualche critica alla stampa, ai governatori, ai mass media e all'opinione pubblica attraverso il suo umorismo tagliente, cercando di trovare il bene e il male in ambo le fazioni oppositrici, con l'unico scopo di denunciare il marciume di certi sistemi giuridic e un'Europa composta da Paesi che, in alcuni "casi umani", non è riuscita ancora a liberarsi dallo spettro della cultura nazifascista e neonazista. Salis e Maja T. dovrebbero pagare per qualche giorno di prognosi alle vittime ma, intanto, chi ha riscattato il nome degli stranieri assassinati dal 2000 in poi, in Germania, attraverso l'uso della stessa arma da fuoco, una Ceska 83


Inoltre, non mancano anche riallacci ad alcuni avvenimenti personali, avvenuti negli anni della gioventù, quando da attivista si è sempre opposto alle ideologie di repressione e all'operato delle istituzioni. Tuttavia, sembra che ci sia anche la consapevolezza che al mondo esistano paesi messi peggio dell'Italia da questo punto di vista perché, per fortuna, a situazioni simili dobbiamo ancora arrivarci, anzi spero che non ci arriveremo mai. Naturalmente, mi rivolgo a casi come quello di Ilaria Salis e Maja T. perché anche nel nostro Paese le nostre carceri e i nostri Tribunali si sono macchiati di soprusi altrettanto gravi ma, a questo giro, possiamo salvare il salvabile. 

I disegni sono ovviamente bellissimi, tipici dell'ormai inconfondibile stile di Zero, il quale dà vita a tutta la paura e a tutto l'orrore previsti dai tempi di questa sua ultima fatica. Ammetto di aver avuto qualche difficoltà nel comprendere l'essenza di "Nel nido dei serpenti" e onestamente alla fine della lettura mi sono chiesto "ma che cazzo ha combinato Zerocalcare?". Il difetto della sua nuova opera potrebbe stare nel fatto che di Maja T. si sa poco e nulla, anzi emerge poco e nulla, ma bisogna tenere presente che il caso mediatico in questione ripercorre la stessa strada di quello di Ilaria Salis, quindi, per evitare ridondanze è stato meglio premere l'acceleratore su ciò che c'è dietro a tutta la nostra situazione. Solo in seguito a una seconda rilettura, collegata naturalmente a "Questa notte non sarà breve" mi ha permesso di individuare la "morale" del libro che si presenta abbastanza bene nonostante per metà sia una "ristampa" (però necessaria e dovuta). Il fascismo e il nazismo non dovevano essere debellati? A cosa servono allora le leggi contro l'apologia di estrema destra? Perché a distanza di quasi un secolo siamo ancora qui a parlare di scontri in piazza tra antifascisti e neonazisti?

LEGGI ANCHE:

Nessun commento:

Posta un commento