sabato 22 aprile 2023

[Manga] Pluto: il thriller fantascientifico di Naoki Urasawa basato su Astro Boy

Pluto è il manga thriller fantascientifico di Naoki Urasawa, basato su Astro Boy e sulle leggi della robotica scritte da Isaac Asimov.

Pluto: un altro manga capolavoro di Urasawa

Pluto è l'ennesimo manga capolavoro di Naoki Urasawa, il quale ha realizzato per quest'opera i disegni, mentre i testi sono stati scritti in collaborazione con Tagashi Nagasaki. Pluto è stato pubblicato per la prima volta, in Giappone, a partire dal 9 settembre 2003 fino al 5 aprile 2009 sulla rivista Big Comic Original, editore Shogakukan. In seguito, il fumetto è stato raccolto in 8 Tankōbon: Pluto viene quindi dopo i successi che Urasawa ottenne con i fortunati "Monster" (1994-2001) e "20th Century Boys" (1999-2006). In Italia, Pluto è arrivato per la prima volta il 10 maggio 2009 grazie a Planet Manga che imitò l'edizione nipponica contenendo tutta la storia in 8 volumi conclusi il 25 luglio 2010. 


Pluto è un thriller investigativo fantascientifico e trova le sue maggiori fonti di ispirazioni in Astro Boy di Osamu Tezuka e nelle leggi della robotica di Isaac Asimov. In realtà, Pluto può considerarsi come remake di Astro Boy, dato che recupera in grandissima parte gli elementi e i volti dell'episodio intitolato "Il più grande robot del mondo". Urasawa, inoltre, intitola la sua opera con il nome dell'antagonista della storia, il quale rimanda appunto al dio romano degli Inferi Plutone

Il plot è avvincente e ricco di suspense. I sette robot più potenti del mondo finiscono nel mirino di un misterioso serial killer, il quale inizia a uccidere alcuni di loro, senza dimenticare i membri umani della "Movimento per i diritti dei robot". In Pluto, è evidente anche la presenze della tre leggi fondamentali della robotica di Asimov che tuttavia tendono ad essere stravolte perché viene evidenziata una certa evoluzione dei robot: essi infatti sono del tutto simili agli umani e tendono ad emularli attraverso  desideri, passioni, sentimenti, gesti quotidiani e altro ancora. Si arriva a un punto in cui queste macchine umanoidi tendono perfettamente a confondersi con i loro creatori, mostrando una sensibilità eccezionale, fuori dal comune, fatta anche di amore e odio. Inoltre, cosa ancor più importante, sembra che essi non siano del tutto disposti a difendere sempre gli esseri umani (Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno; Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge; Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge).


L'assassino è una misteriosa entità che lascia la propria firma sul luogo del delitto: un paio di corna sulla testa della vittima, elemento che sta a rappresentare la figura di Plutone. L'ispettore Gesicht dell'Europol viene chiamato in causa per indagare sulla scia di questi delitti, sapendo nel contempo di essere una di questi sette robot perfetti, un tempo utilizzati per il trentanovesimo conflitto in Persia. A differenza di Astro Boy, nel manga di Urasawa cambia il punto di vista del protagonista, dato che Gesicht è il personaggio principale per buona parte del racconto, mentre il personaggio di Atom cresce di volta in volta insieme ad altri robot principali. La mano del rifacimento è evidente dato che sono stati inseriti Uran (sorella di Atom) e il dottor Tenma (padre biologico e creatore di Astro Boy).


Tra l'altro, il cognome Tenma non è nuovo nel curriculum da mangaka di Naoki Urasawa. Un (Kenzo) Tenma infatti emerge nel manga "Monster": si tratta del neurochirurgo che salvò la vita al piccolo Johan Liebert, il futuro antagonista che ben presto sarebbe diventato, appunto, il mostro. L'assonanza in un certo senso c'è visto che Umataro Tenma e Kenzo Tenma hanno portato a nuova vita rispettivamente un eroe e un criminale (ma questo è un discorso da fare in un'altra sede).

Il mondo di "Pluto" è tutto concentrato tra Europa e Medioriente: le conseguenze del conflitto in Persia e l'arresto del re Dario XIV stanno lanciando pericolosi segnali per il destino dei robot ma anche degli esseri umani. Urasawa, ancora una volta, mette in piedi una trama magistrale, ricca di colpi di scena, suspense, tensione e momenti sconvolgenti. L'autore si conferma come maestro del romanzo a fumetti investigativo, anche se mostra ancora una volta una certa "leggerezza" nel finale (come in molti hanno già lamentato per altri suoi capolavori). Tuttavia, la conclusione di Pluto non m'è dispiaciuta, magari appare in po' frettolosa, ma lo scopo dell'autore era quello di lasciare nel cuore del lettore un messaggio di speranza, senza dimenticare che abbiamo pur sempre a che fare con un remake in cui Urasawa ha già fatto tanto per metterci molto di suo. A dirla tutta rimasi piuttosto soddisfatto anche dal finale di Monster, un po' scettico invece sia dinanzi a "20th Century Boys" sia dinanzi a "21st Century Boys".


In "Pluto" i temi sono tantissimi: la robotica, il razzismo, le guerre, i conflitti politici internazionali e l'uguaglianza dei diritti. Il razzismo in particolare è evidente perché gli autori creano, a un certo punto, una setta segreta che riporta alla mente il Ku Klux Klan (KKK). Lo stile del disegnatore è inconfondibile, specialmente quando si tratta di esternare gli umori e i sentimenti dei personaggi. Dolcezza e inquietudine si alternano in un mondo in cui i robot sviluppano un animo forse anche migliore di quello degli umani: il loro difendere il prossimo non è solo una questione di programmazione ma diventa anche un fatto personale, un motivo per migliorarsi, per scoprire di essere realmente vivi e di non essere soltanto macchine a disposizione della società. I robot di Pluto vogliono mangiare e bere pur non patendo la fame e la sete, vogliono sposarsi cercando di capire se ciò che li spinge sia veramente amore o un programma, vogliono aver figli pur sapendo di non poterlo fare biologicamente, vogliono prendersi cura degli indifesi ponendosi nei loro panni, vogliono porre fine alle guerre che loro stessi combattono, garantire la pace nonostante molti di essi sia stati costruiti per distruggere. La loro nobiltà d'animo spaventa alcuni umani e nel contempo commuove altri. 

Anche Pluto ottenne un grande successo in termini di vendite e di premi. Nel 2005 ha vinto il Premio culturale Osamu Tezuka e l'Excellence Prize nella divisione manga del Japan Media Arts Festival. Nel 2010, invece, ha ottenuto il Seiun Award come miglior manga. Tenetevi forte perché come in molti saprete è in arrivo quest'anno anche l'anime di Pluto: il lancio della serie avverrà su Netflix nel corso dei prossimi mesi. 


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