Dragon Ball di Akira Toriyama: ecco la storia di uno dei manga più leggendari della storia, reso ancor più famoso da un anime rimasto nell'immaginario collettivo.
Dragon Ball di Akira Toriyama: un'opera invecchiata bene dopo 40 anni
Lo so, sono il solito ritardatario ma danni ormai mi definisco un cultore del detto "meglio tardi che mai". Il 20 novembre 2024 Dragon Ball di Akira Toriyama ha compiuto 40 anni, dimostrando che il manga e l'anime sono rimasti fortemente ancorati all'immaginario collettivo dei lettori e degli amanti delle serie tv. Era infatti il 1984 quando il manga fece il suo esordio sulle pagine della rivista Weekly Shōnen Jump, per poi far il definitivo salto di qualità grazie all'omonima serie animata apparsa sulle tv del Giappone a partite dal 1986 (per poi arrivare in Italia tre anni dopo).
Il manga di Dragon Ball fu inizialmente pubblicato in capitoli sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha dal 1984 al 1995, poi l'intero lavoro di Toriyama fu mano a mano raccolto in una collezione di 41 volumi stampati dal 1985 al 1995. La storia prende spunto da uno dei classici più famosi della letteratura cinese, cioè "Il viaggio in Occidente": infatti, il protagonista Son Goku è ispirato a uno dei personaggi dell'opera attribuita nei secoli allo scrittore Wú Chéng'ēn. In Dragon Ball vediamo Goku protagonista di tante avventure e impegnato nel suo percorso nel mondo delle arti marziali partendo dallo stato di bambino fino a diventare adulto e scoprire la verità sulle sue origini. In mezzo a tutte queste straordinarie peripezie, il nostro eroe si ritrova costantemente alla ricerca delle Sette Sfere del Drago, oggetti magici che una volta raccolti permettono di evocare il drago Shenron ed esprimere un desiderio. Oltre a questo, Goku conoscerà tanti maestri e tanti amici, mostrando di aver anche il potere di cambiare le persone. Per le sue imprese, egli dovrà farsi strada tra nemici pericolosi il cui livello di cattiveria cresce con il passare delle saghe.
Il manga ebbe subito in adattamento animato, prodotto dalla mitica Toei Animation e trasmesso in Giappone dal 1986 al 1996. Parliamo naturalmente di Dragon Ball (che descrive la prima parte della vita di Goku dall'infanzia fino al matrimonio con Chichi) e Dragon Ball Z (incentrata su Goku adulto e la stirpe dei Saiyan). In seguito al grande successo, la Toei ha poi realizzato anche numerosi film, tre special televisivi, la serie non canonica Dragon Ball GT nel 1996, Dragon Ball Super (2015) e Dragon Ball Daima (2024). Dragon Ball Z inoltre vanta un remake che vanta la rimozione gli episodi filler.
In Italia, Dragon Ball fece il suo esordio nel 1995, grazie a Star Comics che ne acquisì i diritti e pubblicò la prima edizione in 62 volumi fino al 1997. Nel nostro Paese, il manga fu una novità soprattutto per una cosa: si trattò del primo fumetto nipponico giunto a noi mantenendo la lettura da destra verso sinistra, quindi originale del Sol Levante. Tuttavia, nonostante Dragon Ball sia stato poi più volte ristampato in varie edizioni (anche a colori), spesso è stato soggetto a censure sia nella versione cartacea sia in quella animata. Il successo comunque non mancò e il manga oggi risulta tra i più venduti al mondo contando oltre 260 milioni di copie vendute. La critica ha sostanzialmente esaltato il progetto di Toriyama per stile, semplicità e umorismo, finendo per classificarlo come "la rivoluzione dei Battle Shonen". Non a caso, ancora oggi è il manga maggiormente preso in considerazione da altri autori come fonte di ispirazione.
Dopo la consacrazione dovuta soprattutto dal tormentone anime, Dragon Ball è stato sottoposto a un'importante operazione di marketing e merchandising. Si contano fino a oggi tantissimi giocattoli, action figures, videogiochi, giochi da tavolo e pezzi di abbigliamento (per non parlare di tutto il resto). La cosa più bella è che oggi il capolavoro di Toriyama vanta ancora un seguito fortissimo.
Dragon Ball s'è presentato al mondo con ambientazioni molto particolari, infatti, i personaggi vivono su un pianeta che è chiamato Terra ma formato da un unico Continente e non da diversi come nella realtà. Nella serie Z scopriamo che esistono numerosi pianeti abitati da altrettante specie aliene. La Terra di Toriyama è molto avanzata, infatti ci sono tante metropoli futuristiche che tuttavia lasciano spazio anche a immense distese verdi e piccoli villaggi (c'è del "vecchio" e del "nuovo" insomma), senza dimenticare varie isole sparpagliate per mari e oceani. La tecnologia della Terra di Dragon Ball è avanzata e infatti ci sono mezzi di trasporto volanti ed esseri artificiali dall'aspetto umano (anche indipendenti e liberi). Tuttavia, nell'opera di Toriyama non si esclude anche la presenza di magia e poteri straordinari come le trasformazioni o gli attacchi energetici dalla distanza. Inoltre, esistono varie specie umane: basti pensare che oltre a i classici uomini ci sono anche esseri antropomorfi perfettamente integrati nell'ecosistema e nella società. Addirittura esistono ancora creature come i dinosauri ed enormi mostri marini. Insomma, Akira Toriyama (che all'epoca era reduce da Dr.Slump) non s'è fatto mancare proprio nulla. Nella serie Z si scopre che è possibile anche viaggiare nel tempo, particolare che sarà anche fondamentale ai fini delle trame.
Eccoci qui a parlare di Son Goku e del suo incontro con Bulma, Yamcha (Yamco), Oolong (Oscar), Puar, Crilin, il maestro Muten (il Genio delle Tartarughe di mare), Tenshinhan (Tensing), Jiaozi (Rif) e Piccolo (Junior). Non vanno dimenticati anche tanti altri personaggi, come suo nonno Son Gohan, l'Esercito del Fiocco Rosso (Red Ribbon) e naturalmente Shenron, l'entità che risiede nelle Sette Sfere del Drago. Questa naturalmente è la prima parte che vede Goku diventare piano piano adulto, fino a scoprire di essere un Saiyan e a rendere Dragon Ball qualcosa di a dir poco epico: Vegeta, Frieza (Freezer), Cell, Majin Bu, Radish, Napa, Kaioshin e chi più ne abbia più ne metta. Com'è arrivato a tutto ciò Toriyama?
Il maestro negli anni 80' si era fatto notate per il divertente Dr. Slump, una delle sue opere più famose. Prima di concepire Dragon Ball aveva ben pensato di creare una storia basata sui film di arti marziali (in particolare quelli di Jackie Chan) e ci riuscì alla grande dopo aver ricevuto il benestare dal suo editore, Kazuhiko Torishima. La versione prototype si chiamava Dragon Boy, uno one-shot del 1983 che ebbe un notevole successo di pubblico. Vista la situazione, per il passo successivo Toriyama ideò un progetto basato sul romanzo cinese "Il viaggio in Occidente", dato che si trattava di un romanzo d'avventura. Per rendere però il futuro Dragon Ball diverso allora l'autore inserì la ricerca delle Sfere del Drago, così da poter giustificare le peripezie dei personaggi e rendere il manga più magico. Per la caratterizzazione di Son Goku fu preso in considerazione il personaggio de "Il Viaggio in Oriente" Sun Wukong (il re scimmia che ha ispirato altri manga e anime come The Monkey e Saiyuki); per Bulma Sanzang, per Olong Zhu Wuneng e per Yamcha Sha Wujing.
Quanto sarebbe durato il primo viaggio di Goku e amici? Akira Toriyama concentrò i tempi dell'avventura in un annetto circa e la conclusione sarebbe arrivata una volta adunate le sette sfere. Ovviamente, la cosa non finì lì perché il mangaka avrebbe portato avanti il manga inserendo nuove saghe e nuovi personaggi. Il successo fu immediato ma il suo apice arrivò con il racconto del primo Torneo Torneo Tenkaichi di arti marziali: per Toriyama il risultato sarebbe stato garantito anche per via dei consensi arrivati anche per i tornei in Dr. Slump. Tuttavia, Toriyama non voleva rendere Goku un personaggio scontato e così preferì fargli perdere le finali delle prime due edizioni del torneo, permettendogli poi di vincere la terza una volta diventato più grande e maturo. Proprio le arti marziali divennero così centrali da convincere lo stesso autore a distaccarsi dal tema centrale di inizio manga: il film Kunf-Fu Master influenzò infatti la decisione di inserire nuovi nemici in sequenza per aumentare il livello di sviluppo di Goku. Come possiamo dimenticare la guerra contro l'Esercito del Fiocco Rosso o contro il Grande Mago Piccolo, il primo vero nemico privo di lati positivi e carico di malvagità allo stato puro?
In occasione poi del terzo torneo, Goku è finalmente un uomo e questa decisione all'inizio non fu proprio apprezzata dagli editori: cambiare così drasticamente il personaggio principale all'epoca era un azzardo troppo grande ma Toriyama aveva bisogno di disegnare più combattimenti nella maniera più semplice possibile, per non parlare del fatto che per lui Goku aveva bisogno di fare un importante passo avanti. Alla fine, Goku diventa il guerriero più forte della Terra e i suoi compagni dopo di lui. Cosa resta fa fare? Rendere il protagonista ancora più forte! Per questo motivo ecco Goku sconfiggere Piccolo, sposarsi, aver un figlio e scoprire di essere un Saiyan, quindi un extraterrestre. Nella serie che corrisponde a Dragon Ball Z viene spiegato perché Goku da piccolo avesse la coda e fosse capace di trasformarsi in scimmione nelle notti di luna piena. Il resto è storia risaputa: viaggi nello spazio e nel tempo, Freezer, Namec e le vere origini di Piccolo, morti a non finire, altre sette sfere del drago, la squadra Ginew, Vegeta, Napa, Radish, i Super Saiyan, il dottor Gelo, i cyborg, Cell, Trunks e poi Kaioshin, Majinbu e tutto il resto.
Ad esempio, Frieza (Freezer) nacque ai tempi della bolla economica giapponese e quindi per il suo profilo Toriyama prese ispirazione dagli speculatori edili, definite dallo stesso artista come "le persone peggiori del mondo". In effetti Freezer non ha alcuna pietà ed è senza dubbio il personaggi più spietato mai visto in Dragon Ball, il villain per antonomasia. Gli altri cattivi della run di Namec furono inseriti per necessità di trama e dare più equilibrio alla storia, un bilanciamento che raggiunse il suo apice nel momento in cui a Goku fu consentito di trasformarsi nel leggendario Super Saiyan, un lottatore dotato di aura dorata proprio come i suoi capelli (ma occhi azzurri). L'espressione severa del nuovo Goku fu giustificata dal maestro come il risultato finale della rabbia dello stesso protagonista.
Con i cyborg e Cell ecco che Toriyama introdusse il tema del viaggio nel tempo perché a questo punto della trama, Goku e i suoi compagni avevano bisogno di confrontarsi anche con qualcosa di nuovo e completamente diverso. Purtroppo, la cosa creò non poche difficoltà al creatore, il quale perse ogni contatto con le logiche temporali e cadde in un tremendo tunnel di paradossi a causa dell'eccessiva concentrazione applicata alla realizzazione settimanale delle tavole. In poche parole, non badando al seguito, Toriyama rischiò realmente di non uscire più dalla saga di Cell e impiegò più del dovuto per la sua conclusione. In questo periodo egli potenziò il profilo di Son Gohan figlio e introdusse il livello del SSJ2.
Nella serie di Majin Bu, in seguito a una chiacchierata con l'amico e collega Masakazu Katsura, Toriyama inventò la tecnica della fusione che consentiva a due persone di fondersi in un unico essere nettamente più potente, senza dimenticare la trasformazione in SSJ3. Con questa parte, si pose fine anche alla serializzazione decennale di Dragon Ball che nella sua seconda serie animata corrisponde al nome di Dragon Ball Z.
Nonostante alcune forzature, viste in particolare verso la fine del manga, la critica esaltò Dragon Ball per i suoi disegni e il suo stile. C'è molto Giappone in questa opera ma c'è anche una buona dose di Cina se si osservano le tavole ritraenti l'architettura di Toriyama. Bali fu presa in considerazione per riprodurre l'isola dov'è ambientato il torneo Tenkaichi, mente l'Africa per l'area circostante alla navicella del mago Babidy. Tutte queste idee nacquero inseguito ad alcuni viaggi compiuti dall'autore, insieme alla moglie, in giro per il mondo. Per la creazione dei personaggi Toriyama partì invece dalle basi, esattamente come si "costruisce" un essere umano: partì prima dalla testa e dal corpo, poi in seguito applicò i vestiti pensando al mondo (e al modo) in cui sarebbero vissuti. Il maestro però aveva un difetto che ormai è noto a tutti, cioè una certa pigrizia nel disegnare. I dettagli erano cose che non gli andavano proprio a genio e per questo motivo la maggior parte dei combattimenti li situò in posti lontani dalle città, a dir poco desertici così da avere maggior facilità nella produzione.
La cosa che i lettori avranno notato con attenzione è il fatto che certi personaggi e certi oggetti tendono lentamente a sparire. Pensiamo ad esempio a Goku piccolo, quando aveva la nuova Speedy (Kinto) che gli permetteva di spostarsi anche per diversi chilometri: ebbene, questa fu sostituita prima dalle tecniche di volo e poi dalla capacità di Goku adulto nell'apprendere e utilizzare il teletrasporto. Lunch (Laura), uno dei personaggi più visti nella prima parte, viene lentamente eclissata, per poi sparire praticamente nel nulla. Anche i nomi delle tecniche hanno una storia interessante, se si pensa che Toriyama non voleva per nulla battezzarle ma il suo editore gli consigliò di farlo. Il nome dell'onda energetica, Kamehameha, fu suggerito dalla moglie del maestro in onore a una dinastia di re hawaiiani il cui nome, incredibilmente, acquistava significato anche in lingua giapponese.
Una maggiore semplificazione dei disegni arrivò in occasione della seconda parte del manga perché Toriyama aumentò di tanto il numero di scontri e quindi c'era bisogno di più tempo per fare quante più cose possibili. Non a caso, alcuni fan si lamentarono della grafica squadrata delle tavole e questo costrinse il mangaka ad accentuare l'effetto dell'azione. Effettivamente, siccome Dragon Ball doveva essere un manga basato sulla velocità allora i dettagli avrebbero potuto rivelarsi pericolosi.
Fortunatamente però Toriyama e il suo staff riuscirono a rendere giustizia a Dragon Ball grazie alla sua versione anime, toccando livelli di animazione che ben presto avrebbero fatto scuola. Non è un caso che Dragon Ball abbia costruito la sua fama nel mondo Occidentale grazie soprattutto alle serie tv della Toei Animation, la quale tramite Bird Studio riuscì a farla trasmettere su Fuji Tv a partire dal 26 febbraio 1986 fino al 19 aprile 1989 per un totale di 153 episodi. Naturalmente non mancano differenze tra cartaceo e audiovisivo, come ad esempio puntate filler (fuori trama) o intermezzi atti ad allungare alcuni nodi della trama principale. Come i lettori ben sanno, i filler servono per portare avanti un cartone animato e nel contempo consentire al suo autore di continuare il fumetto nella sua sceneggiatura originale. C'è però da dire che questi episodi crearono qualche problema nella continuity per colpa di alcune contraddizioni emerse tra una parte e l'altra della sceneggiatura originale, perciò alcune scene del manga furono necessariamente alterate in favore dell'anime.
In Italia la situazione fu particolarmente complicata. Dragon Ball giunse nel Belpaese tramite Doro TV Merchandising e fu trasmessa per la prima sui canali legati a Junior TV a partire dal 1989. Dei 153 episodi però arrivarono solo 54, mantenendo la sigla originale e realizzando un adattamento piuttosto fedele alla versione giapponese. I nomi dei personaggi, delle tecniche e degli oggetti rimasero invariati, tranne in alcuni piccoli casi. Il doppiaggio fu eseguito a Roma, presso lo studio Play World Film, ma a causa dei budget molto bassi furono utilizzati gli stessi doppiatori per tanti personaggi, sia maggiori sia minori.
Dragon Ball divenne completamente "italiano" solo grazie a Mediaset che nel 1996 acquisì le prime 99 puntante e le ridoppiò cambiando nomi e applicando censure. Dopo aver più volte riproposto, in maniera ciclica, i primi 99 episodi, la Mediaset riuscì ad assimilare il resto della prima serie di Dragon Ball per poi prepararsi a portare in Italia anche la parte Z. L'azienda infatti sapeva che la fine degli anni '90 poteva essere il momento più propizio per aumentare il pubblico di telespettatori: il manga era finalmente giunto in Italia e in Giappone stava per concludersi Dragon Ball Z, quindi era giunto il momento di bloccare milioni di persone davanti allo schermo. Il doppiaggio Mediaset è stato eseguito a Milano presso lo studio Merak Film con la direzione di Paolo Torrisi.
C'è però da precisare che questa nuova edizione non andò subito in onda su Italia 1, Canale 5 o Rete 4 bensì sempre sulla syndication di Junior Tv, ormai prossima a cambiare nome in JTV. Dragon Ball infatti si fermava sempre nel bel mezzo del combattimento tra Goku e Tenshinhan durante la finale del secondo torneo di arti marziali. Siamo nel 1996! Nel 1998 arrivarono gli episodi dal 100 al 153 e alla fine l'intera serie passò su Italia 1 a partire dal 7 giugno 1999 con la sigla di Giorgio Vanni.
Dragon Ball Z invece è la trasposizione della seconda parte del manga, quando appunto Goku diventa padre di Gohan (e più in là di Goten) e scopre di essere un Saiyan. Toriyama e i creatori della serie erano intenzionati a dare alla seconda stagione un titolo diverso e alla fine la scelta cadde sulla semplice applicazione di una Z (ultima lettera dell'alfabeto). In questa occasione, il "padre" di Goku fu affiancato da uno staff di creatori molto importanti: la regia generale fu affidata Daisuke Nishio; Takao Koyama si occupò della sceneggiatura compositiva della serie; Minoru Maeda fu messo a capo delle animazioni e character designer degli episodi 1-199, per poi essere sostituito da Katsuyoshi Nakatsuru. Yuji Ikeda e Ken Toshige si occuparono invece dei fondali, mentre Shunsuke Kikuchi curò l'intera colonna sonora.
L'arco narrativo di Dragon Ball Z riprende gli ultimi 22 anni di storia che vanno dalla nascita di Gohan a quella di Goten, fino alla battaglia contro Kid Bu e alla partenza di Goku per l'addestramento di Ub. Per questo progetto furono realizzati 291 episodi divisi in quattro run e vari filler. Da notare che oltre alle saghe dei Saiyan, Freezer, Cell e Majin Bu è presente un arco narrativo legato a Garlic Jr. e che quindi risulta collegato al film Dragon Ball Z: La vendetta divina. Anche tra Cell e Majin Bu c'è un piccolo intermezzo non presente nel manga, cioè il torneo dell'aldilà, che si riallaccia agli eventi narrati nel film Dragon Ball Z: Il diabolico guerriero degli inferi.
Dragon Ball Z giunse nel nostro Paese sempre tramite Mediaset che la trasmise su Italia 1 dal 26 aprile 2000 fino ad aprile 2001 (riproponendola ciclicamente per almeno dieci anni!!!). Il titolo della serie fu cambiato in What's My Destiny Dragon Ball ma il doppiaggio fu sempre curato da Maurizio Torresan (sempre Paolo Torrisi, storica voce di Goku adulto) presso gli studi Merak a Milano. Il primo blocco di 107 episodi fu portato a termine il 4 agosto 2000, dopodiché la serie andò in pausa per quindici giorni. La trasmissione riprese il 21 agosto 2000. Ad avere grande successo in termini di share fu la battaglia contro Freezer, una cosa che la Rai non poteva perdonarsi e quindi, per contrastare in qualche modo Mediaset, riuscì a ottenere i diritti sui film di Dragon Ball Z doppiati da Dynamic Italia e fino a quel momento distribuiti unicamente in videocassetta. Alla fine, Mediaset finirà per acquisire e ridoppiare anche i film, mentre Star Comics avviò nuove edizioni del manga.
C'è da dire però che tra manga e anime, tra Dragon Ball e Dragon Ball Z, le censure e le lamentele non mancarono. Molte segnalazioni arrivarono da numerose madri, le quali criticarono l'opera di Toriyama per le scene di nudo e la sua crescente violenza nei combattimenti. C'è addirittura chi additò Dragon Ball come manga in favore della pedofilia per via delle scene di Goku bambino senza veli, senza parlare della carica erotica emessa da Bulma nei primi capitoli. Nell'anime sono tutt'ora presenti censure che Mediaset non ha mai più rimosso, mentre nel manga Star Comics ha dovuto per anni agire per la stessa via della tv. Per fortuna, la versione cartacea ha potuto riproporre la versione integrale grazie al boom dei fumetti giapponesi in Italia e in Europa e alla libertà a loro concessa nell'esprimere i loro contenuti (molti dei quali comunque legati alle abitudini e alla tradizione nipponica). La fama di Dragon Ball fu tale da indurre i suoi produttori a realizzare oltre venti film e altre serie come Dragon Ball Gt, Dragon Ball Kai (remake di Z), Dragon Ball Super e Dragon Ball Daima.
Bene, credo di aver detto tutto o quasi. Seppur in ritardo non potevo non unirmi al gruppo degli appassionati di Dragon Ball, visto che l'opera massima di Toriyama ha compiuto 40 anni. Quarant'anni di successi che purtroppo, Goku e compagni, non hanno potuto vivere insieme al loro creatore, morto lo scorso marzo. Eppure, ci piace pensare che nel suo Paradiso il maestro sia riuscito a incontrare le sue creature per celebrare questo importante traguardo!
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