Cinema - Avatar di James Cameron: enter the world! In occasione dell'uscita del terzo film "Fuoco e Cenere", ripercorriamo la storia della saga che ha incantato il mondo.
Avatar, l'inizio del mito: il film con i maggiori incassi della storia del cinema
In occasione dell'uscita di "Avatar - Fuoco e Cenere", prevista per il 17 dicembre 2026, ho reputato opportuno dare una ripassata ai primi due film di James Cameron, partendo dalla pellicola del 2009 che ancora oggi occupa il primo posto nella classifica dei maggiori incassi della storia del cinema. Nel cast del primo capitolo si ricordano gli attori Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Michelle Rodriguez e Sigourney Weaver (alcuni di questi li ritroveremo anche in "La via dell'acqua" e nel terzo lungometraggio), mentre la 20th Century Fox si occupò della distribuzione del film ambientato nel XXII secolo, in un periodo storico che vede la Terra in crisi e gli umani intenti a colonizzare il pianeta Pandora per estrarre l'unobtanium, un materiale prezioso che potrebbe risolvere i problemi energetici della Terra.
Pandora è una luna abitabile sita nel sistema stellare di Alpha Centauri e contiene questo tanto ambito minerale superconduttore a temperatura ambiente che gli umani vogliono a tutti i costi, minacciando la vita della tribù dei Na'vi. Per poter vivere in mezzo a questi indigeni che padroneggiano un atmosfera invivibile per le persone normali, gli scienziati colonizzatori della RDA creano degli Avatar, perfette riproduzioni dei corpi Na'vi gestiti dal cervello umano attraverso una tecnologia in remoto: per funzionare questi corpi hanno bisogno del DNA del loro possessore e delle cellule di un Na'vi, permettendo così la creazione di un Avatar diverso solo per alcuni piccoli particolari da un Na'vi originale (ad esempio il numero delle dita delle mani). Il soldato disabile Jake Sully (Sam Worthington) viene ingaggiato per sostituire il fratello morto: la loro somiglianza di DNA consentirà al protagonista della storia di mischiarsi tra gli indigeni di Pandora e imparare le loro abitudini, le loro tradizioni, la loro lingua e la loro storia. Tuttavia, il nostro Jake finirà per diventare uno di loro e di innamorarsi della bella Neytiri (Zoe Saldana).
James Cameron cominciò a lavorare sull'idea di Avatar già nell'ormai lontano 1994 (alcuni dicono invece nel 1996), scrivendo un copione di 80 pagine nato dalla lettura di libri di fantascienza legati alla sua infanzia e ai romanzi di avventura di autori come Edgar Rice Burroughs e H. Rider Haggard. Secondo i racconti dello stesso cineasta, alcune scene di Avatar sono nate attraverso i suoi sogni, specialmente quando aveva 19 anni: in quelle circostanze riuscì a immaginare una foresta bioluminescente con alberi in fibra ottica, lucertole a ventaglio, un fiume con particelle bioluminescenti e un muschio viola che si illuminava quando veniva calpestato. Tutti questi particolari, sempre secondo i racconti, furono immediatamente disegnati da Cameron e conservati per una possibile produzione filmica, la cui concretizzazione ebbe inizio nel 1996, dopo il completamento di Titanic. Il regista dichiarò che avrebbe girato un film intitolato Avatar, avvalendosi di attori sintetici o creati al computer, per un costo complessivo che si sarebbe aggirato intorno ai 100 milioni di dollari. Tuttavia, da professionista saggio e maturo, lo stesso Cameron si rese subito conto che la tecnologia di quegli anni non era ancora pronta per un film come Avatar, almeno non per come fu pensato dal suo creatore il quale non voleva semplicemente far un film, bensì voleva edificare un mondo!
Vista la situazione, Cameron preferì dedicarsi a diversi documentari e a potenziare la tecnologia di cui aveva bisogno. Proprio per questo motivo, la 20th Century Fox anticipò 10 milioni di dollari al regista per filmare una clip di prova di concetto per Avatar che sarebbe poi stata presentata ai dirigenti della Fox nell'ottobre 2005. Il filmino in questione gettò in seguito le basi per la realizzazione di Avatar, infatti, nel 2006 si cominciò a lavorare sulla sceneggiatura e sullo sviluppo della cultura dei Na'vi, in particolare gli indigeni avrebbero avuto una loro lingua con un lessico di mille parole (trenta inventate da Cameron) caratterizzate da consonanti elettive (ad esempio la "kx" in "skxawng") come nella lingua aramaica e dalla "ng" che potrebbe essere stata estrapolata dalla lingua maori. Sigourney Weaver e gli scenografi del film dovettero addirittura frequentare una professoressa di fisiologia vegetale dell'Università della California, Riverside, per studiare i metodi botanici di campionatura delle piante e comprendere la comunicazione tra gli organismi di Pandora raffigurati nel film.
Per la realizzazione estetica dei Na'vi, Cameron fece addirittura riferimento alla pittura e alla scultura, ottenendo dipinti e statue dagli artisti Wayne Barlowe e Jordu Schell, così da aver un visione completa delle creature che non era in grado di ottenere dal rendering a pennello 3D. Al momento opportuno, l'autore partì con le riprese di Avatar sperando di pubblicarlo nel 2008. Ai lavori parteciparono lo studio di effetti visivi Weta Digital, lo specialista di effetti speciali Stan Winston, numerosi scenografi e due dipartimenti artistici separati (uno di quest'ultimi avrebbe lavorato solo sulla flora e sulla fauna di Pandora, mentre l'altro sulle macchine umane). Per le registrazioni in 3D Cameron si affidò al Reality Camera System, un sistema con due telecamere ad alta definizione in un unico corpo macchina per creare la percezione della profondità.
Ovviamente non mancarono piccoli problemi di percorso, infatti, la Fox venne meno agli impegni presi con Cameron per via dei costi e dei ritardi legati al film Titanic. Per tali ragioni, lo stesso cineasta fu costretto a rivedere la sceneggiatura e a snellire la trama riducendo qualche personaggio, senza dimenticare che ridusse i propri compensi economici qualora Avatar fosse stato un flop al botteghino. Tutto ciò però non bastò per convincere la Fox che a metà del 2006 preferì mollare tutto rifiutandosi di produrre il nuovo film, costringendo quindi Cameron a rivolgersi ad altri studi cinematografici. Per sua fortuna alla chiamata risposero prontamente i Walt Disney Studios, mentre la Fox cercò di esercitare il suo diritto di prelazione soprattutto dopo che Ingenious Media accettò di sostenere le finanze del film riducendo i rischi per la stessa Fox a meno della metà del budget ufficiale di 237 milioni di dollari: questo bastò per avviare finalmente la realizzazione di Avatar proprio per mano della Fox.
Nel dicembre sempre del 2006, Cameron cominciò a far trapelare qualche informazione sulla pellicola, sostenendo che Avatar sarebbe stato "un racconto futuristico ambientato su un pianeta tra 200 anni... un'avventura nella giungla vecchio stile con una coscienza ambientale [che] aspira a un livello mitico di narrazione". Nel gennaio 2007, invece, il regista diramò un comunicato descrivendo Avatar come "un viaggio emozionante di redenzione e rivoluzione" e che quella di Jake Sulley sarebbe stata la storia di "un ex marine ferito, spinto controvoglia in uno sforzo per stabilirsi e sfruttare un pianeta esotico ricco di biodiversità , che alla fine attraversa per guidare la razza indigena in una battaglia per la sopravvivenza". Ad ogni modo, regia e produzione cominciarono a farsi due conti in tasca, dato che il costo del film cominciava ad aggirarsi sempre di più tra i 280 e i 310 milioni di dollari per la produzione, 150 per il marketing e 30 per i crediti d'imposta.
Le riprese di Avatar ebbero inizio nell'aprile 2007 a Los Angeles e a Wellington, avviando il tutto come un live-action in combinazione con personaggi generati al computer e ambienti dal vivo. Le parti in live-action furono girate con una versione modificata del sistema proprietario di telecamere digitali 3D Fusion, sviluppato da Cameron e Vince Pace. Nel 2007 la Fox annunciò che le riprese 3D di Avatar sarebbero state fatte a 24 fotogrammi al secondo, nonostante Cameron richiedesse un frame più alto per diminuire lo stroboscopio e ottenere una pellicola composta per il sessanta per cento da elementi creati artificialmente e per il quaranta per cento da riprese in live-action. Le riprese in motion capture durarono circa 31 giorni e furono realizzate presso lo studio Hughes Aircraft a Playa Vista (Los Angeles), mentre quelle dal vivo iniziarono nell'ottobre 2007 presso gli Stone Street Studios di Wellington per una durata di trenta giorni.
Per rendere il film realistico anche nella recitazione, Cameron invitò gli attori a imparare cose specifiche dei loro personaggi, come ad esempio il tiro con l'arco, l'equitazione, l'uso delle armi da fuoco, il combattimento corpo a corpo e naturalmente l'apprendimento della lingua Na'vi: tutto questo sarebbe stato fondamentale anche per la preparazione delle sequenze di ripresa. Oltre a questo, il regista portò con sé il cast nelle foreste pluviali tropicali hawaiane per avere un'idea dell'ambientazione di Avatar. Tra le varie tecnologie utilizzate per le riprese, Cameron si avvalse anche del sistema di telecamere virtuali, grazie al quale è possibile mostrare le controparti virtuali degli attori nel loro ambiente digitale in tempo reale, consentendo al regista di regolare e dirigere le scene proprio come se stesse girando un'azione dal vivo. Infine, per le parti in CGI fu fatto riferimento a un telecamera unica denominata "simulcam", praticamente consistente in una fusione della telecamera 3D Fusion e dei sistemi di telecamere virtuali. Durante le riprese dell'azione dal vivo in tempo reale con la simulcam, le immagini CGI catturate con la telecamera virtuale o progettate da zero vennero sovrapposte alle immagini dell'azione dal vivo come nella realtà aumentata e mostrate su un piccolo monitor, consentendo al regista di istruire gli attori su come relazionarsi con il materiale virtuale nella scena.
Avatar nel 2009 conquistò il pubblico soprattutto per gli effetti speciali, per i quali furono utilizzate diverse tecniche reputate all'epoca innovative. Dopo aver superato i limiti degli anni '90, James Cameron poté finalmente realizzare Avatar secondo la sua visione artistica, utilizzando personaggi fotorealistici costruiti al computer e con strumenti di animazione motion capture progettati nei 14 mesi precedenti a dicembre 2006. Il regista partì dall'illuminazione delle aree più grandi della foresta di Pandora, con un palcoscenico o "volume" per la cattura del movimento sei volte più grande di qualsiasi altro precedentemente utilizzato e un metodo superiore di cattura delle espressioni facciali. A tal proposito, per catturare i volti, Cameron fece indossare agli attori delle speciali calotte craniche munite di una piccola telecamera posizionata proprio davanti alle loro facce, così da ottenere informazioni su espressioni e occhi da spostare poi sui computer: tale espediente permise di acquisire la massima percentuale possibile di performance fisiche degli attori da trasferire sulle loro controparti digitali. Fu quindi utile utilizzare quante più telecamere possibili per aumentare anche le angolazioni di ogni singola prestazione. Una delle scene più difficili da girare fu quella in cui il personaggio di Neytiri portò in braccio il Jake umano verso l'albero della vita, costringendo gli sviluppatori a creare un perfetto equilibrio di ombre e luci riflesse tra loro.
La mole di lavoro per gli effetti visivi fu così alta da costringere la Weta Digital di Wellington a impiegare ben 900 persone, mentre Microsoft creò un nuovo sistema di cloud computing e Digital Asset Management (DAM) chiamato Gaia per archiviare, catalogare e rendere disponibili a tutti i soggetti coinvolti (anche dall'altra parte del mondo) l'elevato numero di dati necessari: questo stratagemma fu messo in piedi esclusivamente per Avatar e permise alle troupe di mantenere traccia e coordinate di ogni singola fase di elaborazione digitale. Per il rendering, la Weta utilizzò una server farm di 930 m² (10.000 piedi quadrati) che utilizzò quattro mila server Hewlett-Packard con 35mila core di processore con 104 terabyte di RAM e tre petabyte di spazio di archiviazione di rete che eseguivano Ubuntu Linux, il gestore di cluster Grid Engine e due dei software e gestori di animazione, RenderMan della Pixar e il sistema di gestione delle code Alfred della Pixar.
La creazione dei Na'vi e di Pandora richiese oltre un petabyte di spazio di archiviazione digitale e ogni minuto del filmato finale di Avatar arrivò ad occupare 17,28 gigabyte di spazio di archiviazione. Per eseguire il rendering tante volte fu necessario attendere diverse ore per via della trattazione singola di ciascun fotogramma. Per questo motivo decine di aziende (tra cui la Industrial Light & Magic) furono coinvolte per accelerare la conclusione delle preparazione delle sequenze degli effetti speciali. La ILM fu responsabile degli effetti visivi per molti dei veicoli specializzati del film e ideò un nuovo modo per realizzare esplosioni CGI.
In generale, per la realizzazione dell'intero mondo di Avatar, Cameron fece riferimento a luoghi realmente esistenti, ai suoi film precedenti e alle opere di altri autori impegnati anche in campi diversi dalla cinematografia. Partendo dai temi dell'imperialismo e dell'ecologia, attraverso una riscritture delle colonizzazione europea nelle Americhe, in Avatar si possono riscontrare le influenze degli scrittori Edgar Rice Burroughs, George Henry Smith, Arthur C. Clark, William Gibson e Bruce Sterling; dei film At Play in the Fields of the Lord, The Emerald Forest, Princess Mononoke, Balla coi Lupi, 2001 Odissea nello Spazio, Lawrence d'Arabia, L'uomo che volle farsi re, The Mission, Il Libro della Giungla, Medicine Man, FernGully; delle stesse pellicole di Cameron come i Aliens, The Abyss, Rambo: First Blood Part II, The Terminator e Terminator 2: Judgment Day. In un'intervista Cameron dichiarò di aver tratto ispirazione anche dal manga Ghost In The Shell, in particolare nelle parti dove gli esseri umani possono controllare a distanza e trasferire le loro personalità in corpi alieni.
L'aspetto fisico dei Na'vi, invece, fu involontariamente ideato dalla madre del regista: la donna una notte sognò una donna blu con fattezze simili ai personaggi successivamente ripresi dal figlio per il suo colossal fantascientifico. La storia d'amore tra Jake e Neytiri convinse il cineasta a creare un perfetto mix tra Romeo e Giulietta, Jack e Rose di Titanic, con una piccola aggiunta di Pocahontas. Le galleggianti "Montagne dell'Alleluia" di Pandora furono parzialmente ispirate dalle montagne cinesi Huangshan. Per le scene di guerra Cameron non mancò riferimenti alla guerra tra USA e Iraq e alla guerra meccanizzata in generale. Il creatore di Aliens rimase addirittura stupito quando alcuni giornalisti gli fecero notare la somiglianza di alcune sequenze con gli attentati dell'11 settembre 2001 e al Progetto Manhattan (il programma di ricerca e sviluppo che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la Seconda Guerra Mondiale). Quando Avatar fu ormai pronto, a giocare un ruolo importante ci pensarono le straordinarie campagne pubblicitarie e di marketing a rendere il prodotto appetibile alle masse.
Il 10 dicembre 2009 il film Avatar fu rilasciato all'Odeon Leicester Square di Londra, mentre il 18 dicembre fece il suo definitivo approdo nei cinema statunitensi. In Italia, Avatar giunse nello stesso periodo e la direzione del doppiaggio e i dialoghi italiani furono curati dalla buon'anima di Tonino Accolla, per conto della Technicolor spa.
Il successo di Avatar fu stratosferico e diventò il film con i maggiori incassi della storia del cinema, fino a quando Avengers: Endgame non fece la sua comparsa strappandogli il primato nel 2019. Tuttavia, grazie all'espansione del mercato cinese, Avatar nel 2021 tornò in prima posizione e oggi vanta un oltre 2,9 miliardi di incassi. Per Cameron tra l'altro non si tratta di una novità dato che la top five vede la presenza di altre due sue pellicole: al terzo posto c'è infatti il sequel "Avatar La via dell'acqua" e al quarto l'immortale Titanic.
La critica espresse considerazioni generalmente favorevoli per Avatar, elogiando non solo la regia e la sceneggiatura di Cameron ma anche l'intero apparato di effetti speciali che seppero tenere incollati al maxi schermo milioni di persone. Non per nulla, Avatar ricevette nove candidature agli Oscar, aggiudicandosi le statuette per i migliori effetti speciali, migliore fotografia e migliore scenografia. Il successo portò l'opera a diventare un vero e proprio fenomeno commerciale di massa: seguirono videogames, fumetti, libri, giocattoli, action figures, parchi a tema e naturalmente il secondo capitolo della saga "La via dell'acqua".
Recensione
Premetto che Avatar non mi ha mai fatto impazzire ma sarei un folle a non ammettere che tecnicamente sia uno dei migliori film mai realizzati da quando il cinema ha aperto le porte all'evoluzione tecnologica. Dalle prime scene è evidente che Cameron abbia sempre saputo cosa pretendere da sé stesso e dal suo staff, infatti, Avatar è caratterizzato da una sceneggiatura molto resistente, forte ed emotivamente coinvolgente. L'autore è partito da una storia semplice che piano piano ha reso sempre più complessa e stratosferica: prendi un soldato umano, mettilo nel suo Avatar, fallo integrare con i Na'vi e tutto il resto viene da sé con effetti speciali da capogiro all'interno di un vero e proprio colossal fantascientifico immerso nella natura di Pandora.
Avatar potrebbe essere visto anche come un film di ammonimento da parte di Cameron nei confronti di una parte della storia del mondo, cioè quando gli europei misero piede nelle Americhe per avviare violenti processi di colonizzazione che portarono alla morte di intere tribù di indigeni. Il personaggio del colonnello Miles Quaritch è la perfetta reincarnazione del cattivo senza scrupoli disposto a tutto pur di eliminare creature che reputa troppo diverse e nettamente inferiori a quella umana. Per Quaritch la raccolta del minerale passa in secondo piano perché non può tollerare l'esistenza di una tribù di indigeni, muniti di archi e frecce, in un pianeta così bello e lontano dalla Terra. A volte sembra che quello del colonnello sia un vero e proprio sentimento di razzismo represso, intento ad esplodere e a mescolarsi con un'insensata sete di sangue. Per lui vale la regola "volete rimettere a posto la Terra? Vi serve il minerale? Allora uccidiamoli tutti!".
In Avatar però gli indigeni di Pandora sono più fortunati e dotati di capacità fisiche straordinarie che permetteranno a Jake di diventare un Na'vi in tutto e per tutto. Da parte sua, Jake non può fare altro che incarnare le caratteristiche cardini dell'eroe, anche quando riesce a riscattare il proprio nome dopo che i Na'vi hanno scoperto le vera origine del suo arrivo nella foresta: fare in modo che si fidassero di loro per poi tradirli nel momento più opportuno. Jake però è dotato di grande umanità e l'amore per Neytiri lo condurranno al riscatto personale, al salvataggio della sua nuova razza e alla gloria. La scena finale poi è la chiara porta verso un futuro ricco di nuove avventure.
La cosa che mi è piaciuta è stata la gestione dei personaggi, in particolar modo nel modo di fare dei Na'vi: il modo di parlare e il portamento li rendono esseri con un "non so che" di nobile, regale, quasi elegante che fa in contrasto con lo stile americano di Jake. Segnatevi bene quanto dichiarato in questo pezzo della recensione perché la riprenderò in occasione del prossimo articolo dedicato a "La via dell'Acqua".
In conclusione, Avatar è indubbiamente un film originale, forse un capolavoro che nessuno avrebbe potuto concepire, nessuno se non quel genio malato di James Cameron che continua a sfornare creature straordinarie come pochi. Del resto i film spesso sono trasposizioni dei sogni dei registi e quindi Avatar può essere osservato come un lungo e meraviglioso percorso onirico che alla fine ha trovato la sua concretizzazione materiale.
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