Ufo Robot Grendizer di Go Nagai: il manga e l'anime di "Goldrake". Ripercorriamo il successo di un'opera intramontabile.
Le avventure di Duke Fleed e Ufo Robobot Grendizer, detto Goldrake
Concludiamo oggi la serie Mazinger con il terzo e ultimo lavoro di Go Nagai dedicato ai suoi primi mecha (in futuro cercherò di parlare degli altri). Dopo aver dunque parlato di Mazinger Z, Great Mazinger e all'inizio anche di Jeeg Robot, eccomi a ricostruire la complicata storia di Duke Fleed (Actarus) a bordo del suo Ufo Robot Grendizer, noto in Italia con il nome Goldrake o Atlas. Come visto negli altri articoli, partiremo come sempre dal manga per poi dedicarci maggiormente all'anime che tutt'ora risulta la versione di maggior successo.
La leggendaria serie tv di Goldrake è basata naturalmente sul manga di Go Nagai Ufo Robot Grendizer, pubblicato in Giappone dall'ottobre 1975 a maggio 1976. Come era solito del maestro, le due versioni si mossero comunque in contemporanea e con grandi differenze tra di loro. Il cartaceo fu prima pubblicato a puntate dalla Kodansha su Tv Magazine e successivamente fu raccolto in due volumi. Per anni Go Nagai aveva anche pensato a un sequel che alla fine è arrivato nel 2021 ad opera della casa editrice francese Kana Editions all'interno della collana Editions Kana Graphic Novel. Nagai ovviamente ha approvato e apprezzato la trovata editoriale.
La trama vede il principe Duke Fleed come unico superstite del suo pianeta, noto proprio con il nome Fleed. Il suo regno è stato raso al suolo dalle forze del perfido Vega, ex alleato della sua famiglia. Duke scappa a bordo dell'Ufo Robot Grendizer, riportando qualche ferita e non potendo mai più mettere piede sul suo pianeta (reso tra l'altra inabitabile a causa delle radiazioni). Verrà salvato e adottato dal professor Genzo Umon (Procton nell'anime italiano), assumendo il nome fittizio di Daisuke Umon (Actarus). Duke per due anni vive una vita tranquilla, svolgendo lavori presso la fattoria di Danbei Makiba (Rigel) e frequentando i figli Venusia (Hikaru) e il piccolo Mizar (Goro). Oltre a loro, trova in Koji Kabuto un grande amico e anche un valido compagno di battaglia quando il Grendizer sarà richiamato a combattere. Ebbene anche nel terzo manga della saga Go Nagai ha inserito Koji, il quale oltre a essere il pilota del TFO (Terrestrial Flying Object) è ancora in grado di guidare il Mazinger Z. Nel manga infatti rivediamo non solo il primo mecha del maestro ma anche il ritorno di Tetsuya Tsurugi a bordo del Great Mazinger (insieme ovviamente a Jun e al Venus).
Nel manga Duke è l'unico superstite della sua razza e porta con sé il racconto della tragica fine della sua famiglia, per non parlare di tutti gli altri abitanti di Fleed. La violenza è presente ed esplode con furia in molte pagine del manga, specie attraverso le drammatiche memorie del nostro eroe. Duke però non si lascerà intimidire quando l'esercito di Vega minaccerà anche la Terra: il nostro Mondo è la sua nuova casa e lo difenderà con tutte le sue forze sia per l'amore ricevuto dagli umani sia per onorare la memoria del suo popolo. Go Nagai decide di chiudere in bellezza inserendo nella seconda metà della storia anche Mazinger Z e Great Mazinger, mentre gli altri personaggi hanno dei ruoli nettamente secondari (se non di più). Molti profili, specialmente quelli dei nuovi amici di Duke, verranno approfonditi ed esaltati nell'anime, incluso anche Koji che nel manga è comunque coprotagonista.
Nonostante l'anime sia più famoso e più apprezzato, il manga riuscì comunque a ottenere un ottimo successo. Tuttavia, solo nel 2015 Go Nagai ha realizzato un reboot della storia originale, intitolandolo Grendizer Giga. Il nuovo fumetto è stato pubblicato su Akita Shoten's Champion RED dal 19 settembre 2014 al 19 luglio 2015 e presenta una versione alternativa della storia originale indipendente dal resto del franchise Mazinger. E adesso passiamo all'anime.
L'anime di Ufo Robot Grendinzer è basato sull'omonimo fumetto di Go Nagai ma è doveroso precisare che le due versioni si mossero quasi in contemporanea e su due filoni di sviluppo tanto simili nella trama quanto diversi nei dettagli e nei profili dei personaggi. Questa è una mossa tipica di quel periodo e come i più informati ben sapranno Go Nagai fece lo stesso anche con gli altri Mecha e con Devilman. Negli anni '70, la Toei Animation e Go Nagai idearono e produssero una serie tv composta da 74 episodi, con le musiche di Shunsuke Kikuchi, il character design e le animazioni di Kazuo Komatsubara (sostituito in seguito da Shingo Araki a partire dall'episodio 49). In Giappone la trasmissione della serie avvenne su Fuji Television dal 5 ottobre 1975 al 27 febbraio 1977.
Come nacque il progetto animato? Nel 1975 Nagai fu reduce dalla grande collaborazione per la realizzazione di UFO Robot Gattaiger - La grande battaglia dei dischi volanti, un mediometraggio di una trentina di minuti distribuito nei cinema giapponesi e sorta di film pilota che divenne la base per lo sviluppo della serie televisiva e, in seguito, dalla sua trama vennero tratti gli ultimi tre episodi della stessa. Nella versione animata vediamo che Duke non è più solo ma ha una sorella, Maria Fleed, salvata da bambina da un servitore della famiglia reale e portata sulla Terra dove è riuscita a nascondere la sua identità per anni. Fratello e sorella si ritroveranno dopo anni per unirsi in battaglia e sconfiggere il nemico.
Decisamente migliorato il personaggio di Venusia, la quale finisce per guidare un mezzo volante suo, per non parlare della moto di Actarus, Goldrake 2 e la Trivella spaziale. Nel manga è un personaggio lontano da coinvolgimenti narrativi ma nell'anime diventa uno dei personaggi più vicini ad Actarus. Venusia infatti da ragazza timida e dolce diventa più matura dopo una trasfusione di sangue alieno appartenente al nostro eroe. Oltre a Maria, viene aggiunto un altro personaggio femminile: si tratta di Rubina, la promessa sposa di Duke. Il resto, sappiamo come va a finire.
La compagnia di distribuzione italo giapponese DeA dalla Pictural Films di Jacques Canestrier si occupò dell'acquisizione dei diritti di Grendizer per la trasmissione in Italia ma anche nel resto d'Europa. Secondo alcune fonti, sembra che l'acquisto del pacchetto fu proposto alla Rai da Nicoletta Artom, la quale all'epoca era manager esecutivo dei prodotti per bambini della Rai e coautrice di "Buonasera con...". A quanto pare, sembra che la Artom fu molto colpita dalla presentazione di alcuni cartoni animati giapponesi al MIFED nel novembre 1977. A quanto pare il titolo Atlas Ufo Robot sarebbe derivato dalla brochure creata alla Pictural Films o da Antenne 2 e che la Artom visionò con grande curiosità: nella dicitura Atlas infatti rappresentava nel contesto la guida dell'anime, mentre il titolo andava letto in maniera staccata "Ufo Robot" ma alla fine sembravano rappresentare un titolo unico. Solo anni dopo, i produttori hanno affermato che Atlas Ufo Robot non fu un fraintendimento ma una scelta legato al riferimento ad Atlante ("Atlas" in greco antico), il mitologico gigante che sostiene il mondo sulle sue spalle (e in effetti Goldrake si "addossa" il peso della Terra sulle spalle).
L'anime fece il suo esordio in Italia il 4 aprile 1978 su Rete 2. Si trattò anche di un evento straordinario dato che Ufo Robot fu una novità assoluta per il nostro Paese: fu la prima serie sui robot giapponesi ad arrivare da queste parti. Non è un caso che l'allora annunciatrice Rai, Maria Giovanna Elmi, spiegò al pubblico di casa parte della trama della serie, alcune caratteristiche e il successo ottenuto nella terra del Sol Levante. Come nasce però il nome Goldrake? Probabilmente il secondo nome italiano dell'opera è da ricondurre alla Francia, dove Grendizer fu ribattezzato Goldorak ma restano tutt'ora poco chiare le origini di tale invenzione. In Italia sono anche cambiati i nomi dei personaggi, quasi tutti presi tra l'altro dall'adattamento francese. Actarus è praticamente la trascrizione fonetica del termine Arcturus (Alpha Bootis), nella costellazione di Boote. Venusia invece è un rimando all'aggettivo venusiana perciò di Venere. Procton viene dall'inglese Proton (protone) ma può essere visto perfino come una trasformazione del nome francese del personaggio Procyon (anche questa una stella). Alcor, Mizar, Rigel e Vega sono gli unici nomi a non derivare dalla versione francese e dalla fantasia, infatti, sono tutti e quattro di origine araba e rimandano ad altrettante stelle. Ad esempio, Alcor e Mizar (Zeta UMa) sono situate nella costellazione dell'Orsa Maggiore e sono un sistema binario di stelle doppie, mentre Rigel (Beta Orionis), pure doppia, si trova in quella di Orione.
Ufo Robot Goldrake o Atlas Ufo Robot fu trasmesso dalla programmazione Rai in tre blocchi: dal 4 aprile al 6 maggio 1978 (24 episodi); dal 12 dicembre 1978 al 12 gennaio 1979 (25 episodi); dall'11 dicembre 1979 al 6 gennaio 1980 (22 episodi). È doveroso precisare che nonostante l'impresa, la Rai non riuscì del tutto ad acquisire tutti e 74 episodi dell'anime, infatti, all'appello mancavano il 15, 59 e 71. A quanto pare, solo nel 2015 fu completato l'adattamento dell'intera serie tv.
La cosa paradossale di Goldrake è che ha avuto successo quasi per caso. Pur facendo parte della trilogia Mazinger ed essendo il capitolo conclusivo fu comunque portato per primo in Italia e poi seguito da Great Mazinger (il secondo) e Mazinger Z (che è il primo addirittura). Questa alterazione cronologica, messa insieme allo stravolgimento dei nomi, creò grande confusione negli spettatori e non permise agli italiani di apprezzare pienamente il personaggio di Koji Kabuto, per anni decisamente ignorato e tra l'altro ribattezzato come "Rio" in occasione di Mazinga Z e Alcor in Ufo Robot: quest'ultimo particolare convinse la gente che i due fossero due individui completamente diversi.
Il nome di Koji Kabuto tornerà molti anni dopo ed esattamente nell'edizione DVD del 2007, sotto la supervisione di Dynamic Production e Toei Animation. Per l'occasione sono state inserite due versioni: la prima mantiene il doppiaggio del 1978 ma reinserisce il nome originale del personaggio; la seconda vede un nuovo doppiaggio con tutti i nomi giapponesi originali.
Goldrake fu trasmesso su Rete 2 fino al 1984, poi la Rai decise di non rinnovare più i diritti, costringendo i distributori italiani della Doro TV Merchandising a rivenderla alle emittenti locali ed al circuito della syndication Junior TV: proprio qui Goldrake andò avanti fino al 1998. I problemi sorsero dopo, quando a causa di controversie sul rinnovo del contratto tra Dynamic Planning (società che rappresenta Go Nagai) e la Toei Animation, i diritti sulla serie restarono bloccati per diversi anni.
Il successo di Grendizer in Italia e in Europa fu grande, per non parlare ovviamente del Giappone, dove negli anni sono stati avviati altri progetti animati e alcune serie di videogiochi. In Italia Goldrake divenne un vero e proprio tormentone, una mania che colpì non solo i più giovane ma anche gli adulti. Non a caso la sigla italiana dell'anime è tutt'ora tra le più cantate nel nostro Paese.
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