Manga - Violence Jack di Go Nagai: l'opera che recupera e conclude una faccenda in sospeso. Si tratta del sequel di Devilman. ALLERTA SPOILER!
Violence Jack: l'enciclopedia dei primi anni di carriera di Go Nagai
Cominciamo l'anno nuovo con un manga molto importante della produzione di Go Nagai: Violence Jack. Quest'opera è senza dubbio tra quelle di maggior rilevanza del maestro, specialmente per i contenuti che tratta e per il suo significato. Violence Jack però è anche tra i fumetti meno menzionati dell'autore e questo aspetto lo reputo piuttosto grave dato che si presenta come la sintesi della prima parte della carriera del mangaka, inoltre è da reputarsi come il vero sequel di Devilman. Oggi si continua a parlare molto della storia di Akira Fudo e dei mecha di Go Nagai ma è indubbio il fatto che Violence Jack abbia avuto un ruolo importante anche nell'evoluzione dei manga a partire dagli anni '70, influenzando successivamente altri noti artisti del Sol Levante.
Violence Jack ha attraversato varie vicissitudini editoriali, infatti, è stato stampato su tre differenti riviste tra il 1973 e il 1990: si tratta del manga più impegnativo, vasto ed estremo di Go Nagai, per non parlare del fatto che al suo seguito si contano anche tre OAV prodotti tra il 1986 e il 1990. Il cartaceo è stato prima serializzato da Weekly Shōnen Magazine dal n. 31 del 1973 al n. 40 del 1974, poi da Monthly Shōnen Magazine dal gennaio 1977 al dicembre 1978 e infine da Manga Goraku dall'8 dicembre 1983 al 23 marzo 1990. In seguito, Violence Jack è stato raccolto in una serie di oltre 40 volumi in Giappone. In Italia, invece, fu pubblicato per la prima volta da Dynamic Italia che tuttavia interruppe la pubblicazione dopo soli 4 numeri. D/Visual riprese la pubblicazione a partire dal primo numero per poi interromperla una volta giunta al numero 19. Oggi, i diritti di Violence Jack (come tutte le altre opere di Go Nagai) appartengono a J-Pop che ha ripubblicato il titolo in 18 numeri. Nel 2018 sono stati inseriti dei capitoli inediti nel volume 2 dell'edizione Gogasha come storie one-shot, in Italia edita dalla Edizioni BD. Non è tutto perché per quanto riguarda sempre il manga, nel 2005, fu avviata la serializzazione di una nuova serie, nota come Shin Violence Jack, con cadenza irregolare de terminata nel 2008 sul numero 17 di Weekly Comic Bunch. La serie è stata poi raccolta in 2 tankobon editi da Media Factory nel 2010. Oggi, si conta anche Violence Jack 20XX, un remake condensato della serie originale basato su una selezione degli eventi in seguito riorganizzati e ricontestualizzati in una narrazione continua.
Violence Jack è un manga che ha fatto storia. Come detto in precedenza, si tratta del capolavoro più elaborato, complesso, vasto ed estremo del maestro. Dopo l'era di Osamu Tezuka, il famoso "dio dei manga", Go Nagai negli anni '70 si ritrovò con un'eredità molto pesante, figlia di una sua idea del tutto personale del fumetto, senza parlare della sua vena artistica tanto apprezzata quanto discussa in quel periodo molto particolare in Giappone. Prima di Violence Jack, Go Nagai era reduce da lavori come "La scuola senza pudore", "Guerrilla High", "Abashiri Ikka", "Mao Dante" e aveva completato nel 1973 "Devilman", per poi concludere un anno dopo "Mazinger Z". Nel frattempo, mentre portava avanti la non semplice serializzazione di Violence Jack, avviò progetti come "Cutie Honey", "Great Mazinger", "La Canaglia in Minigonna", "Ufo Robot" e "Getter Robot". Il merito di Go Nagai fu quello di aver inventato in Giappone il primo fumetto ambientato in un luogo post-apocalittico, risultando nel contempo tra i primi a trattare questo genere anche a livello mondiale. Le ambientazione di Violence Jack furono fondamentali per completare gli ideali espressi in Devilman ma anche per ispirare altri capisaldi del manga come Hokuto No Ken del duo Buronson/Hara e Berserk di Kentaro Miura, i quali a loro volta ispirarono il loro mentore per la parte finale dello stesso Violence Jack (vi ricordo che terminò nel 1990, mentre gli altri due nacquero rispettivamente nel 1983 e 1989).
La vera particolarità di Violence Jack però sta in altri due aspetti: il primo, nella sua trama riprende i protagonisti dei primi manga di Go Nagai; il secondo, è il sequel di Devilman. Go Nagai infatti recuperò i personaggi principali de La scuola senza pudore, Guerrilla High, Abashiri Ikka, Mao Dante, Devilman, Cutie Honey, Great Mazinger, la Canaglia in Minigonna e Guerrilla High per inserirli nel Kanto devastato dal famoso Terremoto Infernale, una landa desolata dove non esistono regole e orribili misfatti si consumano ogni giorno in nome della depravazione umana. Questi individui svolgono ruoli più o meno fondamentali ai fini della trama (chi più e chi meno) fino a ricondurci a due figure a noi note: quella di Ryo Asuka/Satana e di Akira Fudo/Devilman.
Violence Jack è ambientato nella regione del Kanto distrutta dal terremoto. Quel pezzo del Giappone è ormai geograficamente distaccato dal resto del Paese, isolato e abbandonato a sé stesso. Slum King, il vero antagonista della storia, è un gigantesco samurai che ha conquistato l'intero Kanto con la sua politica del terrore, basata su saccheggi, invasioni, omicidi e stupri. È un personaggio talmente sadico da farsi accompagnare spesso e volentieri da due "cani umani", cioè due persone con braccia e gambe amputate, costrette a vivere come veri e propri cani incapaci di parlare a causa della privazione della lingua: questi due sfortunati sono rappresentati niente di meno che da Ryo Asuka e Miki Makimura (la quale è costretta a subire abusi di ogni tipo).
King, Miki e Ryo. Lo so, non è una scena adatta ai deboli di cuore |
King, è a capo di un grandissimo esercito chiamato i Dragon e spesso fa affari con la banda Yakuza del Gedokai. È sempre accompagnato da una delle sue mogli, la misteriosa veggente nota come Slum Queen, una donna attraente e carismatica il cui ruolo cresce di volta in volta. King ha anche due figli, Zubaban e Jeanne, nati dall'unione spietata con una cantante francese che il dittatore catturò, violentò e uccise prima del disastro del Kanto. Zubaban nutre profondo odio nei confronti del genitore, infatti è intenzionato a far saltare tutti i suoi piani per la totale conquista del Kanto. Jeanne invece è una donna rimasta però con il cervello di una bambina: i profondi traumi provocati dal padre l'hanno costretta a chiudersi a guscio in un mondo fatto di paura e rabbia. Padre e figlia hanno anche una cosa in comune: la malattia. Slum King nacque con una forza sovrumana tale da sventrare la madre al momento del parto, inoltre nel manga viene spiegato che ha un problema di muscolatura così grande da costringerlo a indossare una pesantissima armatura da samurai (periodo Sengoku) per poter sopravvivere. Jeanne condivide lo stesso destino del padre, anche se lei ogni tanto può denudarsi.
Queen |
In mezzo a tutta quella violenza, ecco che spunta all'improvviso Jack, un gigante di tre metri affiancato da una donna e da un ragazzino che gli somigliano tanto. Jack è noto nel Kanto come una creatura sanguinosa ma nel contempo giusta, pronta a combattere contro King e in favore dei popoli oppressi, naturalmente seminando lungo il suo cammino centinaia di cadaveri alla volta e scie sterminate di sangue. Si scopre che i tre Jack siano in realtà la stessa persona, un essere soprannaturale dotato di capacità fuori dal comune che ricordano tanto qualcosa visto già in Devilman ma con una potenza maggiore. È proprio Violence Jack a stabilire, saga dopo saga, il destino di molti personaggi del manga, in particolare quello di Ryu Takuma e Saburo Tenma, personaggi appartenenti all'universo di VJ e destinati a diventare i capi di due fazioni ribelli intente a contrastare la malvagità di Slum King. Oltre a loro, ecco che Jack in qualche modo sconvolge nel bene o nel male anche Mondo Saotome e Toranosuke Midoro (Guerrilla High), la famiglia Kabuto e il lottatore Z (Mazinger Z), Jun Hono (Great Mazinger), Yasohachi Yamagishi, Yasohachi Yamagishi, Fukurokoji e Fukurokoji (La scuola senza pudore), la famiglia Abashiri (Abashiri Ikka), il grande re demone Dante (Mao Dante), Banji Suke (La Canaglia in minigonna), Akira Fudo, Ryo Asuka, Miki Makimura, Psycogenie, Sirene e Xenon (Devilman) infine tutte le parti femminili di Cutie Honey.
Un giovanissimo Koji Kabuto che "guida" il cieco lottatore Z |
Le azioni si svolgono attraverso guerre spaventose, dove l'esercito di Slum King assume metaforicamente le sembianze di un mostruoso drago. Tuttavia, dalle violenze fisiche Go Nagai passa a un Kanto dove magia, demoni, stregoneria, alchimia e altro ancora fanno la loro comparsa per favorire o contrastare l'evento più temuto da Violence Jack: la rinascita di Satana. Questo però non si percepisce a inizio opera, bensì si comincia a parlarne durante gli ultimi volumi, dove la paura dell'Inferno si fa sempre più concreta, come una solida e inevitabile realtà. Jack compie i suoi massacri attraverso le memorabili tavole di Go Nagai, le cui scene verranno riprese anni dopo da Kentaro Miura in Berserk. Che VJ abbia influenzato Miura è ormai cosa risaputa, basti ad esempio vedere l'arma di del protagonista, cioè un Jack Knife "troppo spesso e troppo grande per essere considerato un coltello" (cari amanti di Berserk, questo non vi ricorda un certo Guts?). Tuttavia, quando il coltello e la forza bruta non bastano, ecco che il nostro Jack usa strane luci e poteri strabilianti per ribaltare le situazioni più disperate e rigenerare le proprie ferite. Jack e i suoi alter ego sono entità avvolte da un gigantesco alone di mistero, la cui identità si scopre soltanto alla fine: non sono altro che la triplice reincarnazione di Devilman, il quale tornerà in vita per affrontare nuovamente Satana, a distanza di una nuova storia del mondo.
Da Great Mazinger a Violence Jack: la cazzuta Jun |
Quando la guerra tra i ribelli e i Dragon termina, proprio dopo il sanguinario scontro finale tra King e Jack, torna dal passato il redivivo Ryo Asuka, ancora una volta reincarnazione del dio dell'Inferno, ancora una volta intento a distruggere gli esseri umani. Eppure, c'è da dire che la storia si pone in maniera diversa. Il mondo di VJ riguarda solo il Kanto, perfetta sintesi della Terra annientata da Satana dopo la trentennale battaglia contro l'esercito dei devilmen. Come in molti ricorderanno, Devilman terminò con la morte di Akira e Satana rimasto solo, senza una sola presenza umana in tutto il globo. Gli angeli che si vedono alla fine di quel manga non sono altro che entità legate a Satana, colui che in realtà ricostruì il mondo e riavvolse il nastro della storia, per ritornare quindi negli anni Settanta del XX secolo in Giappone e trasformare il Kanto nell'unico teatro delle sue brame. Ecco che i due antagonisti più famosi della storia del Giappone tornano ad affrontarsi, con un esito completamente diverso e una speranza non solo per il Sol Levante ma anche per il mondo intero.
Ma come mai Satana avrebbe rifatto tutto da capo? Perché perdere di nuovo la memoria e impersonare il ruolo del fratello di Cutie Honey? Perché questa volta vive una sorte peggiore da umano (tra l'altro al fianco di una martoriatissima Miki Makimura)? Come spiegato nelle pagine finali di VJ, Satana è mosso dal senso di colpa per aver tradito Akira Fudo e averlo tranciato in due in Devilman. Il suo dolore per aver perso la persona che amava di più l'hanno indotto a darsi una seconda possibilità, eclissando nuovamente sé stesso nell'oblio di Ryo Asuka e aspettare un altro evento traumatizzante per una nuova Apocalisse. In questo modo, Go Nagai ha risolto ogni faccenda lasciata in sospeso nella sua opera più famosa, eppure, mentre la critica nel 1990 esaltò questa decisione del maestro, c'è qualcosa che tutt'ora mi lascia alquanto scettico: la figura di Miki Makimura.
Da Guerrilla High a Violence Jack: Mido e Mondo |
Il finale di VJ è visto come la vendetta compiuta di Devilman e la sconfitta di Satana ma c'è qualcosa che il maestro ha voluto intenzionalmente mettere da parte. In Devilman, Akira Fudo abbandonò il proposito di difendere gli umani dai demoni per lasciare spazio al desiderio di riscattare la tragica morte dell'amata Miki (assassinata e sbudellata da una folla di uomini impazziti). In Violence Jack, Miki è la compagna di Ryo trasformata in un cane umano perché King voleva farla sua a tutti i costi. La ragazza subisce torti di ogni genere e viene continuamente violentata dallo stesso carnefice e da veri quattrozampe, ritrovandosi così sottoposta a umiliazioni indicibili. Quando infine Devilman e Satana si ritrovano faccia a faccia, sembra che nel primo non ci sia nessun ricordo di Miki: possibile che la Miki vista in Devilman in realtà non sia mai esistita in Violence Jack? Dico questo perché alla fine degli scontri in VJ, Miki muore ma il suo cadavere assume le sembianze di un vero cane, mentre il lettore attende che Ryo si rialzi e faccia passare le pene dell'inferno al suo "padrone". Siccome Jack è una delle tre parti di Akira Fudo dovrebbe sapere cosa accadde nell'altra storia ma dinanzi al cadavere della fanciulla resta impassibile, anzi sembra accettare quella metamorfosi come una cosa annunciata. Probabilmente, Go Nagai ha voluto evitare al primo dei suoi antieroi di rivivere la sofferenza per non aver salvato la sua amata, quindi porre l'attenzione solo sul dualismo con l'acerrimo nemico.
In Gekiman, Go Nagai ci spiega che il destino di Miki sarebbe dovuto essere anche peggiore rispetto a quello visto sulle pagine dei Devilman: in una scena, l'autore parla con sé stesso lasciando che sia il lettore a intuire cosa la giovane abbia dovuto realmente subire durante il suo massacro. Miki avrebbe dovuto subire lo stesso trattamento di Casca visto anni dopo in Berserk (quando la povera guerriera finirà nelle mani di Griffith/Phemt durante l'innominabile evento dell'Eclissi) e stando al manga autobiografico "Come ho creato Devilman" sembra che le cose siano andate PROBABILMENTE in questo modo (ma l'autore tiene ancora alto il livello di dubbio). In Violence Jack, Devilman non avrebbe dovuto attraversare tutti quei dolori, bensì avrebbe dovuto solo mettere a posto vecchie questioni con Satana.
Per quanto riguarda i disegni si nota un cambio di stile significativo rispetto ai primi lavori del maestro. Go Nagai infatti prestò maggior attenzione ai dettagli e all'anatomia dei personaggi. La cosa più scioccante è che molta gente ignori che le scene più iconiche di Ken il guerriero guerriero e Berserk vengano riprese non solo da Devilman ma soprattutto da Violence Jack: sagome all'orizzonte, ferite, autolesioni, massacri, sguardi, azioni, combattimenti sembrano essere un rifacimento delle tavole di Go Nagai. Questo dimostra quanto questa figura artistica sia stata la vera ispiratrice degli shonen e dei seinen nati nei decenni a seguire, per non parlare poi delle tematiche di bene e male più volte rimarcate nei suoi progetti. In Violence Jack l'autore estremizza tutti i punti salienti della sua produzione, facendo esplodere tutta la cattiveria, le paure e gli istinti delle sue creature, portando così avanti una lotta senza esclusioni di colpi con l'odiata società giapponese di quel periodo e contro l'Associazione Genitori e Insegnanti giapponese (PTA). Il sesso, la violenza, l'umorismo e l'erotismo sono stati sempre i punti forti di Nagai ma, nel contempo, anche la causa dei suoi voluti mali. Già ai tempi di Mao Dante, il maestro spiegò che manga come La scuola senza pudore, lo stesso Mao Dante e Devilman nacquero proprio per ribellarsi alla critica che non gli consentiva di esprimere la propria libertà artistica. Per decenni Go Nagai ha combattuto in tal senso per poi vincere e avere ragione. Non è un caso che siano tanti i fumettisti che creano trame non del tutto lontane da quelle del nostro "Gekiman", così come non sia altrettanto un caso il fatto che oggi, proprio quei fumetti "spudorati" siano considerati tra i massimi capolavori partoriti da una mente giapponese. Violence Jack è uno di questi ma i cultori di Devilman farebbero meglio a prestare attenzione alle loro conoscenze e recuperare questo titolo se ancora non lo avessero fatto.
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Grazie per il riassunto! LE opere di Go Nagai mi hanno sempre incuriosito, ma la loro mole mi ha sempre fatto desistere. Ancora di più ora che ho scoperto che per leggere quello che sarebbe considerato uno dei suoi lavori migliori dovrei leggermi tutto quello che l'ha preceduto... 😅
RispondiEliminaMi sa che mi accontento del riassunto!