martedì 22 marzo 2022

Manga: Gekiman! Come ho creato Devilman volume 1. La recensione


Manga: Gekiman! Come ho creato Devilman volume 1. La recensione della prima parte dell'ultima opera realizzata dal maestro Go Nagai.

Go Nagai presenta "Gekiman!": ecco le origini editoriali di Devilman

In questi mesi mi ero fatto la promessa di acquistare una delle ultime fatiche del maestro Go Nagai: infatti, sono riuscito di recente a prendere il manga "Gekiman! Come ho creato Devilman". Come  si può evincere dal titolo, l'autore ha raccontato la vera storia (a fumetti) sulla creazione e la nascita del suo personaggio più famoso, dividendolo tra l'altro in tre copiosi volumi editi in Italia da J-Pop e contenuti in un cofanetto.


Ho deciso di dividere in tre articoli la recensione dell'opera perché Gekiman, nonostante presenti una lettura veloce e facile, va studiato poco alla volta per via del flusso di idee che Nagai è riuscito brillantemente a riportare nero su bianco, ricostruendo con molta cura tutti i passaggi editoriali e concettuali che tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni 70 lo portarono a lavorare sul suo primo e vero story-manga. Naturalmente mi limiterò a riportare l'indispensabile anche perché non è possibile fare un'analisi per via della sua recente pubblicazione e quindi per la conseguente necessità di evitare assolutamente gli spoiler. Di sicuro andrà collegato con l'analisi del manga originale di Devilman come eventuale approfondimento.

Prima di iniziare è doveroso precisare che in Giappone "Gekiman!" è stato pubblicato a partire dal 2010 su Weekly Manga Goraku di Nihon Bugeisha. Venendo a noi, già il primo volume di Gekiman è stato una sorpresa su tutti i punti di vista. Go Nagai crea un suo alterego di nome Geki Nagai e attraverso un'autobiografia fittizia mette davanti al lettore i  contrattempi di ogni giorno, i bracci di ferro con le case editrici, le fonti di ispirazione e i ritmi frenetici a cui i mangaka in Giappone sono sottoposti per la serializzazione di un'opera. Nagai ci fornisce tutti i nomi di collaboratori, maestri, editori, redattori che lo hanno accompagnato (in questa prima parte) lungo la realizzazione dell'anime e la pubblicazione dei primi capitoli del manga di Devilman. Infatti, è stato incredibile scoprire alcune curiosità sulle due versioni dell'opera, uscite a distanza di pochi giorni perché la serie tv non è la trasposizione del cartaceo, bensì è qualcosa che cammina per i fatti suoi (esattamente come lo stesso manga).


In quel periodo, Nagai non aveva nemmeno 30 anni ed era diventato famoso con "La scuola senza pudore", un manga umoristico con molte scene di nudo che la critica considerò alla stregua di un hentai (ma non lo è) catalogando l'autore come "un uomo sessualmente represso" o addirittura "frequentatore di locali gay". Oltre a "La scuola senza pudore", l'autore stava portando avanti altre due serializzazione (tra cui Kadaman) fino ad arrivare a Devilman, di cui erano già pronte le prime puntate animate. La storia di Akira Fudo e dei demoni è stata sicuramente quella più desiderata da Nagai per tre motivi: il primo perché era stanco di disegnare e scrivere manga umoristici (in Giappone negli anni '70 andavano alla grande); il secondo perché voleva rendere giustizia all'incompiuto "Mao Dante"; il terzo perché voleva realizzare qualcosa di serio, profondo, con l'intento di lasciare una grande eredità all'umanità e diventare una leggenda ricordata nel tempo.

Del resto, Nagai decise di puntare su un horror particolare perché lui negli anni '70 fu il primo mangaka a inserire i demoni in un manga. Come raccontato anche nelle mie analisi, Nagai partì molto dalla cultura occidentale prendendo in considerazione i manuali di demonologia cristiana ma anche le storie dei culti europei nei periodo del Medioevo (come ad esempio il sabba). A tutto questo, l'autore mescolò anche scene da brivido prese dai grandi film del genere (come ad esempio Psycho di Alfred Hitchcock) e molti elementi legati alla storia dell'uomo come la caccia alla streghe, il razzismo, la seconda guerra mondiale, la bomba atomica, la guerra di Corea, i bombardamenti americani sul Vietnam del Nord: tutti questi avvenimenti furono ulteriormente "demonizzati" e utilizzati per creare una storyline coerente e con un senso. Basti leggere il confronto che Nagai fa tra il duo composto da Akira e Ryo con l'esempio dei giovani giapponesi arruolati per andare in guerra; oppure la similitudine fatta nel comparare l'evoluzione delle armi belliche americane con l'evoluzione dei poteri dei demoni. 


Insomma, Geki Nagai non si fa mancare proprio nulla per scrivere e disegnare i capitoli del manga che vanno dalla fusione tra Akira e Amon fino allo scontro con Sirene (di cui il maestro ci racconta alcuni retroscena) e i suoi scagnozzi a casa Makimura. Tante sono le curiosità, le rivelazioni e anche le scelte. Devilman divenne una vera e propria ossessione per l'artista originario di Wajima, a tal punto da porre fine alla serializzazione di due suoi manga, uno in particolare fu "La scuola senza pudore" che Nagai considerava concluso già da tempo dopo la fine della prima parte e la grande guerra senza pudore. Tuttavia, Gekiman tende ad essere anche una sorta di denuncia nei confronti del folle mondo editoriale dei manga in Giappone: più volte si è parlato di vita infernale, orari massacranti e annullamento della vita sociale. Nagai usa grande ironia e leggerezza per non cercare di ledere l'immagine di chi l'ha reso grande, eppure è altrettanto evidente che lui cerchi di porre l'accento sul problema. "Gekiman! Come ho creato Devilman" è stato pubblicato verso la fine del 2021 e guarda caso nello stesso anno in cui è morto Kentaro Miura di Berserk, la cui scomparsa aprì i riflettori sulla vita quotidiana di un fumettista giapponese.

Ovviamente, vista la mole di pagine, Gekiman è stato certamente avviato prima della morte di Miura ma risulta incredibile l'incidenza e la vicinanza tra i due eventi. È anche vero che nel tempo alcuni autori si sono persi per strada, rallentando vistosamente le serializzazioni delle loro opere per motivi legati alla salute e al fatto che la propria carriera non lasci ampio spazio alla vita sociale.

Ad ogni modo, Nagai alterna le immagini di vita alle tavole di Devilman, spiegando per filo e per segno tutte le sue intenzioni ma anche le mille preoccupazioni che attanagliavano la sua mente. Fino ad ora, dopo la lettura del primo volume, credo sia valsa la pena buttarsi in questo nuovo viaggio nel mondo del maestro Go Nagai

Ci rivediamo nei prossimi giorni per dare uno sguardo al secondo e al terzo volume. Se non avete ancora comprato questo manga, allora vi consiglio vivamente di farlo.

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1 commento:

  1. Non sapevo di questa opera... magari un giorno la recupero perché mi incuriosisce! Mi piacciono certe opere autobiografiche. :p

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