Bleach, il manga di Tite Kubo: è un'opera che poteva funzionare meglio? Ecco un'analisi personale sulla storia di Kurosaki Ichigo e dei suoi amici.
Bleach: cos'è successo al manga di Tite Kubo?
Nel mondo esistono i grandi manga, i bei manga e poi ci sono semplicemente... dei manga: Bleach di Tite Kubo è un manga! Naturalmente si parla di considerazioni del tutto personali ma in questi anni, a distanza di sei anni dalla sua conclusione (in Italia), ho raccolto molti pareri concordi sul fatto che l'opera di Tite Kubo poteva andare decisamente meglio. Eppure, il potenziale di Bleach era davvero immenso è le prime saghe promettevano bene (molto bene), a tal punto da farlo entrare di diritto nella classifica dei miei manga preferiti (e forse anche di molti altri ragazzi degli anni 0 del 2000).
Cos'è successo quindi a Kurosaki Ichigo e ai suoi amici? Non staremo qui ad analizzare parte per parte, segno per segno, tutti e i 74 volumi di Bleach, ma cercheremo in qualche modo di osservare i punti più forti e quelli più deboli di questo fumetto Giapponese. Bleach è uno shonen che fece il suo esordio in Giappone il 7 agosto 2001, sulla rivista Weekly Shōnen Jump. La sua conclusione avvenne nell'agosto 2016 e nel Paese del Sol Levante fu accorpato in una raccolta di 74 volumi.
Tite Kubo è l'autore del manga e quando avviò la sua serializzazione si presentò al pubblico come reduce da alcune piccole esperienze adolescenziali proprio con Shonen Jump, la quale lo apprezzò per alcune storie brevi che tuttavia non videro la luce. La poca esperienza del giovane autore incise molto sugli esiti delle sue pubblicazioni ma tuttavia gli autori furono colpiti dal suo talento, quindi decisero di lanciarlo nella produzione del suo primo lavoro: Zombier Powder (poi interrotto dopo soli 4 volumi). Nel 2001, Kubo propose il progetto "Bleach" agli editori ma in un primo momento fu bocciato perché considerato molto simile a "Yu degli spettri!". Grazie agli incoraggiamenti di Akira Toriyama (Dragon Ball), il mangaka andò avanti con le proprie idee che alla fine finirono per riportarlo sulla rivista per cui lavorava ormai da qualche anno: il 7 agosto 2001, Shonen Jump decise di pubblicare il primo capitolo della storia e dare inizio a un potenziale tormentone. Il successo di Bleach a livello mondiale fu imminente e ad oggi si contano oltre 130 milione di copie vendute (a maggio 2007 furono registrate oltre 40 milioni di vendite).
La storia vede il liceale Kurosaki Ichigo capace di vedere i fantasmi e gli spiriti. Una notte incontra la shinigami Kuchiki Rukia, una divinità dalla morte che vaga alla ricerca di anime da purificare o da spedire all'Inferno. Ichigo non dovrebbe vedere Rukia ma alla fine, a causa delle ferite riportate da quest'ultima durante lo scontro contro uno Hollow (spiriti maligni), è costretto ad acquisire i poteri della ragazza e a trasformarmi in un sostituto shinigami. Da qui in poi parte un'avventura straordinaria, ricca di combattimenti e personaggi che metteranno duramente alla prova il nostro protagonista. Dalla Soul Society all'Hueco Mundo, passando quindi per i capitani del Gotei 13, le spade note come Zanpakuto (e gli eventuali Shikai e Bankai), i Vizard, gli Espada, gli Arrancar, i Quincy e la vera storia della famiglia Kurosaki. Dopo la battaglia contro Aizen, qualcosa sembra essere poi sfuggito dalle mani di Kubo, in particolar modo durante la saga dei Fullbringer e "La guerra dei mille anni" con il ritorno dei Quincy ribattezzati Vandenreich e guidati da Yhwach. Nota bene: siccome è impossibile ricostruire tutto il mondo di Bleach, vi lascerò in questo testo diversi link esterni che chiariranno eventuali dubbi.
Tuttavia, resta un problema: da dove cominciare? È davvero difficile definire Bleach con una sola parola perché è un manga partito bene e che poi s'è perso un po' per strada. La guerra dei mille anni ha fatto vedere cose straordinarie in termini di combattimenti ma anche lì ci sono dei punti che mi hanno lasciato alquanto perplesso. Sicuramente, anche Tite Kubo ha dovuto fronteggiare qualche obbligo editoriale (ormai capita a tutti), ma può un autore finire per scorporare e far perdere valore alla sua storia e ai suoi personaggi? Non ci resta che cominciare dall'inizio, procedendo saga dopo saga.
L'incontro con Rukia e la saga della Soul Society
Questa parte della storia di sviluppa nei primi 20/25 volumi di Bleach: qui vediamo Ichigo conoscere Rukia, diventare un sostituto shinigami e poi recarsi con gli amici nella Soul Society per salvare la stessa Rukia (condannata a morte proprio per il suo legame con il giovane protagonista). Fin qui tutto bene, Bleach presenta tutti gli aspetti per diventare un grande manga, emanando un profumo di Giappone da ogni lato, da ogni dove, da ogni tavola. Tutti i personaggi sono caratterizzati bene e molti di loro mantengono un alone di mistero che sarà utile per comprendere le saghe successive.
Ichigo è l'eroe senza macchia e senza pudore che tuttavia combatte perché spinto dall'istinto e dal desiderio di difendere chi ama. Rukia è tanto acida quando dolce, semplicemente unica nel suo sviluppo e nel ruolo che mantiene all'interno della prima parte di Bleach. La Soul Society è un luogo meraviglioso che rende straordinario ogni combattimento e rende possibile l'evoluzione dei poteri di Ichigo che arriva a sviluppare il suo Bankai. La sceneggiatura di Tite Kubo è lineare, precisa, diretta e non dà spazio a inutili ridondanze. Capitolo dopo capitolo, volume dopo volume si scopre sempre di più su Ichigo, Rukia, Inoue, Chad e Ishida (quest'ultimo è stato poi una vera rivelazione in quanto Quincy e durante lo scontro con il capitano della 12esima brigata, Mayuri Kurotsuchi).
I capitani del Gotei 13 sono tutti affascinanti e ognuno di loro presenta peculiarità che con il corso della trama li renderanno unici e inimitabili (fino a un certo punto). Stessa cosa vale per gli hollow, anime dannate che si cibano di altre anime per sopravvivere, nonché i più acerrimi nemici degli shinigami nella prima metà di Bleach: proprio lo stesso Ichigo ne sa qualcosa quando si troverà faccia a faccia con un hollow in particolare, cioè Grand Fisher.
Ad aver catturato molto la mia attenzione sono stati proprio i combattimenti e in particolare quelli di Ichigo, il quale arriva alla fine di questa prima parte grazie alla forza di volontà e anche a un briciolo di fortuna. I primi scontri del protagonista non sono vere e proprie vittorie, bensì dei "pareggi" che tutto sommato hanno lasciato il segno nel cuore dei suoi avversari. Proprio nella Soul Society, Ichigo sconfigge prima Jidanbō Ikkanzaka (guardiano della porta Ovest) e Ikkaku Madarame (ufficiale di terzo seggio dell'Undicesima Divisione) con una certa padronanza dei suoi poteri ma il bello arriva dopo con il capitano dell'undicesima brigata, Zaraki Kenpachi (uno dei personaggi più belli del manga). Nonostante mille difficoltà, i due cadono a terra dopo aver riportato gravi ferite ma sarà lo stesso Zaraki a dichiararsi sconfitto per una questione di orgoglio: in realtà si sono quasi eliminati a vicenda. Stessa cosa accadrà durante il faccia a faccia tra il nostro eroe e Abarai Renji (vicecapitano della sesta divisione e migliore amico di Rukia) e infine nello scontro finale contro Byakuya Kuchiki (capitano della sesta brigata e "fratello" maggiore di Rukia), dove Ichigo comincerà ad avere a che fare con la sua parte hollow, il suo lato oscuro sviluppato poco prima del suo arrivo nella Soul Society (aò, devo evitare un po' di spoiler o no?).
In sintesi, le sfide principali tra Ichigo e i più forte sono terminate senza una vera e proprio vittoria del giovane sostituto shinigami ma questo aspetto, se ci pensiamo, ha senso: Ichigo è un ragazzo di 15 anni che non ha alcuna esperienza nel combattimento con la spada, quindi, il livello raggiunto è già di alta fattura se si tiene conto che i suoi maestri sono stati Kisuke Urahara (ex capitano della 12esima brigata) e Yoruichi Shihōin (ex capitano della seconda brigata).
Non solo Ichigo. Nella saga della Soul Society scopriamo anche la potenza devastante di altri personaggi. Il primo è proprio Zaraki Kenpachi, il quale vanta una forza tale da non aver mai avuto bisogno di sviluppare né lo Shikai né il bankai. Assurda la facilità che mette in campo durante lo scontro 2 contro 1 con Sajin Komamura (capitano della settima) e Kaname Tōsen (capitano della nona). La reiatsu (potere spirituale) di Zaraki Kenpachi è infinita e per contenerla è stato necessario applicargli una benda sull'occhio atta a "mangiare" l'eccessiva produzione di forza spirituale in corpo (su questo aspetto lui e Ichigo sono molti simili). Qualche parola va spesa anche per Byakuya Kuchiki, uno degli shinigami più preparati della Soul Society: personaggio freddo e apparentemente spietato, si rivelerà non solo come uno dei guerrieri più forti del manga ma anche un personaggio sofferto, poetico e devoto alle leggi del suo regno. Grazie a Ichigo, Byakuya ricorderà che cosa vuol dire voler bene alle persone.
La stella della saga della Soul Society è però Sosuke Aizen, il cattivo per eccellenza, uno dei villain più infami e intelligenti della storia universale dei fumetti. Aizen, capace di fare a fette la gente utilizzando a malapena la sua spada in modalità shikai, ha messo in piedi un piano che nemmeno il peggiore dei cospiratori riuscirebbe a concepire. Aizen mette subito in chiaro le cose: è talmente forte che per ora nessuno può sconfiggerlo. Inoltre, manco fosse Tonino Cannavacciuolo, ha trovato la ricetta per trasformare gli hollow in shinigami (o meglio, una specie) ma questo lo vedremo dopo.
Per il momento, riusciamo solo a farci un'idea delle capacità degli altri shinigami ma la cosa evidente è che molti di loro potrebbero combattere contro avversari potenti anche senza l'utilizzo del proprio bankai. Ad ogni modo, chi ha letto il manga sa come sono finite le cose nella Soul Society, chi invece non l'ha letto già sa come vanno le cose in questi casi.
Voto a questa prima parte di Bleach: 9/10
I vizard, gli harrancar e gli Espada: la battaglia finale contro Aizen
Questa saga di Bleach è piuttosto lunga perché vediamo le conseguenze legate non solo alla prima saga ma anche a tanti secoli di storia che hanno anticipato i fatti poco fa analizzati. La mano di Aizen è presente dietro ogni mistero della trama perché è stato proprio lui a creare i vizard, gli arrancar e gli Espada. I vizard sono shinigami trasformati in hollow ma che alla fine sono riusciti a liberarsi dalla maschera del mostro per mantenere la loro integrità: vengono considerati criminali dalla Soul Society sebbene il loro stato derivi da una serie di esperimenti illegali eseguiti a loro insaputa da Sōsuke Aizen, da cui vennero salvati da Kisuke Urahara. Gli arrancar sono invece hollow che hanno tolto la maschera per ottenere sembianze umane ma anche poteri superiori dettati anche dal recupero di un intelletto superiore rispetto alla loro precedente condizione. Gli Espada sono i nemici più potenti che Ichigo e i suoi amici dovranno affrontare: sono hollow che hanno tolto la maschera e ottenuto i poteri da shinigami grazie all'utilizzo dell'Hōgyoku da parte di Aizen. Gli Espada sono in tutto dieci e rappresentano l'esercito principale dell'ex capitano della quinta divisione del Gotei 13.
Ichigo, a causa del suo lato hollow, scopre di essere diventato un vizard ma è proprio qui che scatta la crisi d'identità del protagonista: nonostante abbia acquisito una capacità che lo renda ancor più forte, Kurosaki ha comunque molte difficoltà nei combattimenti, difficoltà che lo portano a perdere diverse battaglie e a subire qualche umiliazione. Il suo secondo percorso appare molto più lento e difficile rispetto al primo: le cose poi peggiorano una volta che Sosuke Aizen ha portato con sé Inoue Orihime nell'Hueco Mundo (regno degli hollow) per sfruttare il suo potere di negazione. Ichigo, Chad e Ishida decidono di affrontare insieme un'altra avventura ma questa volta avranno dei degni alleati, cioè gli stessi shinigami che hanno combattuto poco tempo addietro.
Zaraki Kenpachi e Byakuya Kuchiki mostrano tutta la loro superiorità contro alcuni Espada che Aizen aveva creato proprio per annientare gli Shinigami. Zaraki e Byakuya fanno capire subito di essere di un altro livello e di non essere quelli visti contro Kurosaki. Anche Rukia (che intanto ha recuperato i suoi poteri) ha cominciato a far capire ai lettori di cosa è capace: esemplare il suo shikai durante il drammatico scontro contro il nono Espada Aaroniero Arruruerie. Resta invece al palo Renji, il quale, nonostante abbia lavorato meglio sul suo Bankai, sembra destinato a essere una mancata promessa: il rosso non riesce proprio a imporsi come fanno altri suoi compagni e la differenza con il suo capitano è ormai abissale.
Chad e Ishida fanno quello che possono, mentre Ulquiorra Schiffer (il quarto Espada e uomo più fidato di Aizen), Grimmjow Jaegerjaques (il sesto) e Szayel Apollo Grantz (l'ottavo) seminano il panico a destra e a sinistra. I primi due saranno finalmente battuti da Ichigo che finalmente riesce prima a controllare definitivamente i suoi poter da Vizard e poi si tramuta momentaneamente in Vasto Lorde (teoria che però alcuni esperti di Bleach escludono). Il terzo, un vero e proprio fetentone, dovrà fare i conti con quel geniaccio malefico di Mayuri Kurotsuchi, padrone di un talento al di fuori del comune.
E gli altri Shinigami? Nonostante gli Espada abbiano capacità pari e se non superiori agli shinigami, resta il fatto che alcuni capitani del Gotei 13 contino poteri fuori dal comune. Tutti gli Espada sono costretti a rilasciare la Resurrecciòn (diciamo il loro bankai) ma guerrieri come Genryūsai Shigekuni Yamamoto (capitano della prima brigata e capo assoluto del Gotei 13, nonché uno dei fondatori della Soul Society), Shunsui Kyōraku (ottava) e Jūshirō Ukitake (13esima) arrivano a sconfiggere tutti i nemici rilasciando a malapena lo shikai ma mai il bankai!
A dirla tutta, bankai o meno, durante tutta questa saga è stato possibile ammirare e conoscere meglio alcuni soldati del Gotei 13 come ad esempio Izuru Kira (vicecapitano della terza compagnia), Renji Abarai, Shūhei Hisagi (vice della nona), Tōshirō Hitsugaya (bambino prodigio e capitano della decima), Rangiku Matsumoto (vice della decima), Ikkaku Madarame (terzo seggio dell'undicesima e segretamente possessore di un bankai) e Yumichika Ayasegawa (quinto seggio dell'11esima).
Proprio Hitsugaya è il personaggio dal quale tutti ci aspettavamo dei miglioramenti, dato che in passato Aizen lo ridusse a un colabrodo rischiando addirittura di ucciderlo. Durante la guerra contro gli Espada e gli Harrancar lo vediamo raggiungere piano piano una maturità che dovrà comunque fermarsi ancora una volta davanti al muro Aizen: anche qui, il drago di ghiaccio dovrà subire un'altra cocente sconfitta. Non solo Hitsugaya: tutti gli shinigami più forti vengono spazzati via da Aizen che intanto resta solo ma con uno stato evolutivo che lo rende quasi un dio. Il perfido Sosuke riesce addirittura a piegare Yamamoto, considerato da tutti come il più potente spadaccino di tutta la Soul Society. Alla fine, Ichigo dovrà raggiungere lo stadio finale del suo Getsuga Tenshō (la forma finale della sua zanpakuto, Zangetsu) per poter battere Aizen e consentire Urahara di imprigionarlo per sempre.
Non sono mancati i colpi di scena in alcune parti di questa storia. Una su tutte la vera identità del padre di Ichigo, Isshin: ecco che di conseguenza viene spiegata l'origine dei poteri dell'adolescente e delle sue sorelle. Bellissima la storia che svela quanto accaduto 100 anni prima dei fatti attuali: il vero piano di un giovane Aizen, capitani e vice trasformati in hollow, Urahara e Yourichi accusati di tradimento e costretti a lasciare la Soul Society per vivere in mezzo ai mortali.
Poetica invece la storia di Ichimaru Gin, falso traditore del Gotei 13 e nemico segreto del suo padrone (cioè Aizen). Dietro Ichimaru c'è un passato romantico, un passato fatto di amore e rispetto verso l'amica Matsumoto, la quale da piccola ha subito violenze e torti proprio da Aizen. Bleach è anche questo e la cosa più singolare è che Tite Kubo riesce a gestire tutti questi sentimenti e tutte queste sottotrame nonostante l'elevata molte di personaggi.
Alla fine Ichigo perde i suoi poteri e torna ad essere un normale studente del liceo insieme a Inoue (ormai innamorata persa di lui), Chad e Ishida. I vizard vengono reintegrati nel Gotei 13 (infatti sono tornati a essere shinigami normali) e Aizen è stato condannato a una prigionia eterna. Bleach finisce qui? Potrebbe, magari la cosa avrebbe avuto più senso e invece...
Voto 8/10
La saga dei Fullbringer
La saga più inutile e insensata che abbia mai letto in vita mia. Parliamo, tra l'altro, di un pezzo di trama che avrebbe visto comunque Ichigo recuperare i suoi poteri a prescindere, visto il legame che ha con gli ormai amici fraterni del Gotei 13 (su tutti Rukia e poi Renji). I Fullbringer sono in pratica esseri umani che hanno ottenuto poteri particolari dopo che le loro madri hanno subito un attacco da parte di un hollow. Il loro potere si manifesta tramite un oggetto e attraverso il quale i Fullbringer possono manipolare l'essenza stessa della materia con gli effetti più disparati. L'unico modo per un Fullbringer di liberarsi dei suoi poteri è quello di trasferirli ad un umano con poteri da shinigami. In Bleach compare Xcution un'organizzazione segreta i cui membri sono tutti Fullbringer: tuttavia, i loro piani sono ben diversi e alla fine Ichigo e compagni si vedranno costretti a fargli il fondoschiena a strisce. Altro da aggiungere? L'unica nota positiva è che forse Ichigo è riuscito a raggiungere la maturità di cui aveva bisogno. Contro i Fullbringer ha mostrato una superiore straordinaria, mai messa in discussione: insomma, era ciò di cui aveva bisogno per diventare il vero eroe della sua stessa storia. Peccato che la saga finale, quella della guerra dei mille anni, mi smentirà.
Voto: 3/10
La Guerra dei Mille anni
Allora, tenendo presente che di recente hanno completato l'anime di Bleach inserendo anche l'atto conclusivo del manga e ricordandomi che oggi anche la lettura della Bibbia è considerata spoiler, vi avverto che dovrò tirare fuori un po' di conigli dal cilindro. In questa saga: i Quincy tornano per vendicarsi e sono guidati da Yhwach, capo del Vandenreich, figlio del re Spirito e dotato di capacità pari a quelle di un dio; Ichigo affronta l'ennesima crisi esistenziale perché scopre di essere anche mezzo Quincy per lato materno, senza dimenticare che sua madre non è morta per mano di un hollow, bensì per colpa dello stesso Yhwach; molti shinigami muoiono.
In termini di combattimenti, la guerra dei mille anni propone un Bleach completamente diverso perché ricco di morti, ferite gravi, splatter e una violenza inaudita. C'è però da dire che forse è proprio questo drastico ma necessario cambiamento ad aver reso Bleach uno dei migliori battle shonen degli ultimi anni. La cosa che però mi sconvolge è il fatto che certi personaggi, pur sviluppando i propri poteri, non sono riusciti a lasciare davvero il segno. Costretto forse da esigenze editoriali, Kubo porta avanti un manga che poteva tranquillamente concludersi con la sconfitta di Aizen: l'autore era forse altrettanto consapevole di dover sacrificare qualcosa pur di concludere la propria opera.
Ebbene, Ichigo entra di diritto nella hall of fame dei personaggi più martoriati e massacrati dal proprio autore. Diciamocela tutta, in questo atto conclusivo di Bleach, l'eroe fa poco e nulla: combatte in pochissime occasioni, lo vediamo andare avanti e indietro senza una vera logica, tutti lo invocano ma alla fine sono gli altri che scendono in campo... e alla fine? Come riesce a superare l'ostacolo finale? Chi conosce l'epilogo di Bleach può tranquillamente immaginare le bestemmie che ho mollato. Facendo quindi un riassunto su Ichigo: pareggia contro i capitani del Gotei 13 (e qui ci stava); viene umiliato in tutti i modi nella seconda parte (quando poi gli Shinigami contro i quali aveva pareggiato trionfano senza problemi contro gli Espada); raggiunge il livello finale del Getsuga Tensho e perde i poteri per poi avere a che fare con una banda di cretini come i Fullbringer; scopre un po' alla volta di essere umano, shinigami, hollow, quincy e forse anche una castagna. Conclusione su questo breve pensiero: dopo aver subito tutto questo, Ichigo avrebbe meritato una fine migliore, una vittoria schiacciante in stile Monkey D. Luffy contro Kaido e invece... Ishida! Il resto lo lascio a voi, visto che Kurosaki doveva essere per forza "il figlio nato nelle tenebre" di Yhwach.
Terrificante la fine che Kubo ha fatto fare a Yamamoto, capo del Gotei 13. Dopo averlo visto sconfitto per mano di Aizen nei volumi precedenti, vediamo il vecchio Yama sconfitto, affettato, umiliato e derubato del suo bankai da un Yhwach che veramente ne sa una più del diavolo. Sicuramente bellissima la sua storia, straordinaria la sua leggenda di grande guerriero, entusiasmante il suo infernale bankai (rivelato per la prima volta) ma alla fine dei conti, perdonatemi cari amici, ma Yamamoto fa davvero una brutta fine, una fine che probabilmente non meritava, magari non in quel modo visto che per tutto il manga è stato sempre decantato come il guerriero più potente e temibile.
Ho apprezzato invece la verità su Retsu Unohana, capitano della quarta brigata (quella della sezione medica). Prima di Zaraki Kenpachi, esisteva un'altra Kenpachi e quella era proprio Unohana. Prima di tutto chiariamo cosa significhi Kenpachi: è un titolo che viene affidato allo shinigami ritenuto più forte e che vanta un certo numero di uccisioni lungo il suo percorso di vita. Il primo kenpachi è stata Yachiru Unohana che su richiesta di Yamamoto decise di cambiare carriera e identità. Da quello che ho potuto comprendere, può esistere un Kenpachi per generazione e questo spetta sempre al futuro capitano dell'undicesima brigata. Inoltre, nonostante Unohana si presenti come una donna bella e ancora particolarmente giovane, in realtà è uno dei capi fondatori del Gotei 13 e lei per prima assaggiò il talento di un giovanissimo guerriero che poi, anni dopo, si sarebbe rivelato col nome di Zaraki.
Vediamo Unohana combattere per la prima volta proprio durante la saga della guerra dei mille anni, trovandosi costretta a scendere in campo per addestrare e potenziare lo stile di combattimento di Zaraki: dopo questa fase, la donna uscirà di scena in maniera assurda, come se niente fosse, da personaggio di passaggio quale non era, viste le sue origini.
Fermiamoci un attimo e riflettiamo. Yamamoto e Unohana. I due fondatori del Gotei 13 sono stati eliminati e messi nel cassetto con una facilità assurda, senza alcun ricordo, alcuna lacrime. Andando avanti con la lettura sembra che la loro fine non sia mai avvenuta o quanto meno pare che i personaggi l'abbiano rimossa. Non c'è né ricordo né commozione: lo show deve andare avanti, il sangue deve scorrere e Ichigo deve essere elevato a salvatore della Soul Society pur non facendo granché. Tale sorte però cadrà anche sulla testa del povero Jūshirō Ukitake, capitano della 13esima brigata, fatto fuori da Kubo dopo essersi sacrificato in una specifica fase della guerra dei mille anni: Ukitake, uno degli allievi di Yamamoto, passa a miglior vita senza che il suo decesso venga annunciato. Il lettore apprenderà della sua morte solo alla fine del manga.
Un po' più fortunato Shunsui Kyōraku, il quale vede morire il suo maestro prima e il suo migliore amico dopo, perde un occhio e alla fine deve lasciare la sua brigata per mettersi per forza a capo della prima compagnia e dell'intero Gotei 13. Finalmente vediamo sprigionare il suo bankai, bello anzi bellissimo, ma sofferente, nonché incapace di trucidare il suo nemico come si sperava (la sua assistente dovrà correre in suo soccorso). E vabbè, andiamo avanti.
Soifon non la voglio nemmeno nominare perché è senza dubbio uno dei personaggi più sopravvalutati o magari mal gestiti da Kubo, per non parlare di Shinji Hirako di cui non abbiamo visto il bankai. Peccato poi per Rōjūrō Ōtoribashi e Kensei Muguruma (anche loro tornati capitani del Gotei 13) che avevano cominciato bene e sono finiti così da male da essere poi salvati da Mayuri Kurotsuchi che per eliminare il proprio nemico ha avuto comunque bisogno del sacrificio di Nemu (perché è ormai chiaro che Kubo voleva far passare tutti i suoi shinigami per mezze pippe incapaci di vincere da soli). Per fortuna (e ripeto per fortuna) chi si è riscattato alla grande è stato il trio Renji-Rukia-Byakuya: il primo ha sviluppato un nuovo bankai e ha imparato a massacrare i suoi avversari, la seconda la raggiunto un bankai di ghiaccio devastante e pericoloso addirittura per lei stessa, mentre il terzo ormai utilizza shikai e bankai senza nemmeno richiamare il nome della sua zanpakuto. Almeno con questi tre qualcosa di buono l'abbiamo visto e sono molto contento che Renji abbia finalmente superato il complesso dell'eterno incompiuto. Chi resta invece incompiuto è Hitsugaya, il quale è sicuramente diventato più potente ma sembra che gli manchi ancora qualcosa e infatti, durante le ultime pagine di Bleach, lo vediamo ancora e ancora e ancora allenarsi (è chiaramente insoddisfatto).
Tornando a Zaraki Kenpachi, che dire? È il personaggio più figo dell'opera, c'è poco da fare. Diventa definitivamente Kenpachi, sviluppa lo shikai e raggiunge il bankai, scoprendo di punto in bianco che il nome della sua spada lo aveva sempre avuto a portata di mano. Zaraki in versione bankai è qualcosa di straordinario, è puro rock'n'roll ma peccato che Kubo decida di fargli rompere un braccio da solo a causa dell'eccessivo e incontrollato livello della sua reiatsu. L'autore ci teneva tanto a ridurli male i suoi eroi e non un caso che gli Stern Ritters di Vandenreich appaiono molto più carismatici, sicuri e "vincenti".
Ah ma perché non parlare della love story tra Ichigo e Inoue? Quale love story? Allora che Inoue fosse innamorata di Kurosaki, beh, lo abbiamo sempre saputo. Ichigo dal canto suo, a un certo punto, ha notato che c'era qualcosa in lei che lo incuriosiva, eppure, nella guerra dei mille anni non c'è stato un solo attimo in cui il lettore abbia pensato "ecco, adesso si baciano"! In realtà questa carica sentimentale non s'è mai avvertita negli ultimi volumi di Bleach. A essere sinceri non mi sarei nemmeno aspettato di ritrovarmi i due ragazzi sposati e con un figlio, così a buffo. Medesimo ragionamento si potrebbe fare anche per la coppia Rukia/Renji che pure si sposa e concepisce una figlia. Da che io ricordi, non c'è mai stato un attimo in cui abbia potuto pensare che Rukia potesse innamorarsi di Renji.
Ci sono anche cose molto ma molto inutili in questo filone narrativo di Bleach. All'improvviso ci ritroviamo alcuni Fullbringer (perché la loro inutilità era troppo evidente) e alcuni Espada diventati alleati del Gotei 13 (ma inesorabilmente destinati a fare una brutta fine).
Di questa guerra dei mille anni, la cosa migliore può essere principalmente Yhwach, un cattivo fatto per bene e con ideali precisi, dettati da sete di sangue e fame di potere. Egli è il detentore della Shrift "A", lettera che sta per "The Almighty" ("L'onnipotente") e la sua sua abilità consiste nel prevedere il futuro e di annullare gli effetti di abilità che ha visto o che conosce. Il suo potere non vede un solo futuro ma è così vasto da vedere praticamente tutti i futuri possibili ed è addirittura in grado di scegliere quale tra di essi materializzare. Tra le altre cose, Yhwach può distribuire pezzi della propria anima all'interno di un altro corpo vivente: tutti i Quincy ne possiedono uno e in particolare gli Stern Ritter hanno inciso all'interno della propria anima la lettera iniziale di un potere, così che una parte più profonda e potente del re dei Quincy fluisse in loro. Ogni volta che uno di loro o chiunque sia entrato in contatto con l'anima di Yhwach muore, la sua anima e i suoi poteri vengono assorbiti da Yhwach facendolo diventare più forte e allungandogli la vita. A detta di Haschwalth se non dovesse continuare ad assorbire anime, Yhwach tornerebbe alla sua forma originaria preda della paralisi.
Voto: 5/10
Finisce qui la mia analisi di Bleach, un manga che in principio aveva tutti le carte per diventare un capolavoro tutt'al più un'opera memorabile, al pari magari di altri mostri sacri del fumetto giapponese. Per quanto mi riguarda penso che il manga di Tite Kubo sia più che valido fino alla fine della guerra contro Aizen, dopo è un'altra storia. Ditemi come sempre la vostra.
LEGGI ANCHE:
- [Manga] Pluto: il thriller fantascientifico di Naoki Urasawa basato su Astro Boy
- [Manga] Monster di Naoki Urasawa: quando la mente umana fa davvero paura. Analisi e recensione
- 20th Century Boys: l'eterno capolavoro del mondo dei manga
- [Manga] Il Re Lupo di Buronson e Kentaro Miura: la storia non deve cambiare!
- [Manga] "La leggenda del Re Lupo" di Buronson e Miura: la storia deve andare avanti!
- [Berserk] Introduzione al manga di Kentaro Miura: storia, autore e personaggi
- [Berserk] Il personaggio di Gambino: il primo vero affetto perduto di Guts
- [Berserk] L'armata dei Falchi: dall'incontro con Griffith alla profezia di Zodd
- [Berserk] La promessa di vendetta di Teresia: possibile ritorno della figlia del Conte?
- [Berserk] Il personaggio del Conte: analisi sull'apostolo lumacone
- [Berserk] Il personaggio di Lord Koca: analisi sull'apostolo cobra
- [Berserk] Koca, il Conte e la Mano di Dio: i primi passi del guerriero nero. L'analisi
- Berserk: contro quanti apostoli ha combattuto Guts?
- Berserk Millenium Falcon: il videogame del guerriero nero su Play Station 2
- [Manga] Japan: il futuro apocalittico secondo Buronson e Miura
- Devilman - Introduzione al manga di Go Nagai: storia, autore, personaggi e fonti d'ispirazione
- Devilman Vol.1: L'eredità di Paura. Il mesozoico, Dante e il sabba nella Genesi di Nagai;
- Devilman Vol. II: lo scontro con l'arpia Silen tra demonologia, mitologia ed eros;
- Devilman vol. III: vecchie e nuove guerre, al via l'era del terrore;
- Devilman vol. IV: una nuova età oscura tra follia umana, guerre totali, razzismo e l'Apocalisse di Giovanni;
- Devilman vol. V: l'idea del male di Nagai e il ciclo dei vinti;
- Amon: il manga che racconta le origini di Devilman;
- Devilman Anime: la prima serie dedicata alle avventure dell'Uomo Diavolo
- Devilman, la Genesi: l'inizio della storia nel primo Oav tratto dal manga di Go Nagai
- Devilman - L'arpia Silen: trama e differenze tra il secondo Oav e il manga
- Amon - The Apocalypse of Devilman: l'ultimo Oav che rompe gli schemi della trama
- [Anime] Devilman Crybaby: il dolore di Akira Fudo in una versione rivisitata del manga di Go Nagai
- [Devilman] Il personaggio di Akira Fudo: il sacrificio della lotta tra bene e male
- La Divina Commedia: la versione manga di Go Nagai sull'opera di Dante Alighieri
Nessun commento:
Posta un commento