giovedì 25 settembre 2025

Manga - "La grande avventura di Astro Boy" di Osamu Tezuka: il ritorno di Atom e i diritti dei robot


Manga - "La grande avventura di Astro Boy" di Osamu Tezuka: il ritorno di Atom e i diritti dei robot visti nel sequel dedicato a uno dei personaggi più amati della storia del fumetto.

Tezuka e i diritti dei robot: ecco "La grande avventura di Astro Boy"

Astro Boy è una delle opere più famose del maestro Osamu Tezuka, anzi probabilmente è la più importante soprattutto per l'impatto che ha avuto dal giorno della sua prima apparizione, ad oggi, per via delle importanti tematiche trattate. Continua quindi il nostro viaggio alla riscoperta del dio dei manga grazie alla raccolta di ristampe nate dalla collaborazione tra J-Pop e il quotidiano "La Repubblica" (ancora in corso). Dopo il successo delle prime avventure di Atom (1952-1968) e dopo i grandi consensi riscontrati grazie alla prima serie tv (1963), nel 1967 Tezuka realizzò una nuova storia che riprendesse comunque i maggiori elementi che contraddistinsero in precedenza il robottino dai capelli a punta: "La grande avventura di Astro Boy" avrebbe visto Atom alle prese con viaggi nel tempo, alieni ma soprattutto con la lotta per il riconoscimento dei diritti dei robot, argomento quest'ultimo già presente nella prima serie del manga ma stavolta affrontato con maggiore serietà.


Per scrivere e disegnare "La grande avventura di Astro Boy", Tezuka partì dall'immagine simbolo dell'ultima puntata dell'anime, quando Atom salvò il mondo gettandosi nel sole insieme a un congegno in grado di scongiurare la fusione atomica. L'autore provò all'epoca a rispondere alle domande dei lettori in merito alla reale fine dell'eroe, quindi, ben pensò di creare nuovi capitoli per il quotidiano Sankei Shinbun, dove avrebbe spiegato che Atom era rimasto fuso a causa del calore solare ma poi salvato grazie a una razza alinea (uomini cavallette) che, dopo averlo riparato, lo avrebbe infine riaccompagnato sulla Terra: tuttavia, il mondo che conosceva era misteriosamente tornato indietro di mezzo secolo (Astro Boy è ambientato nel 2003).


In questa accozzaglia di idee però ci fu qualcosa che non convinse del tutto Tezuka dal punto di vista narrativo. Per questo motivo, in occasione del nuovo manga dedicato ad Atom, preferì ripartire dal 2017, con il giovane robot tornato sulla Terra dopo l'ultima eroica impresa. In "La grande avventura di Astro Boy", Atom si ritrova risucchiato da un misterioso vortice che lo catapulta indietro nel tempo, esattamente nell'anno 1969, quando la tecnologia stava muovendo i primi passi nel campo della robotica. In poco tempo il protagonista si ritroverà costretto a fare i conti con una situazione irreversibile, privo dei strumenti utili per sopravvivere e al centro di una società decisamente spietata nei confronti dei robot, specie quando si ritroverà ad affrontare la dura realtà degli anni '90. A peggiorare le cose ci penseranno anche il personaggio di Scara (una donna cavalletta finita sulla Terra per via dei suoi vizi) e nuovi nemici mescolati tra i terrestri e creature aliene. Il vecchio Atom dovrà poi ritrovarsi a fare i conti con il sé stesso del futuro, creando un punto di non ritorno da un lato ma anche un nuovo inizio per la creatura di Osamu Tezuka, presentandoci un nuovo eroe che per fortuna non si distacca dalla vecchia tradizione.


"La grande avventura di Astro Boy" ripercorre le origini dei personaggi principali dell'opera e riscrive il nuovo inizio di Atom, il quale dovrà affrontare un mondo cattivo e fatto di discriminazione verso i suoi simili, trattati alla stregua di schiavi. Come un Pinocchio d'acciaio (accompagnato in alcuni momenti di Scara che gli farà da Grillo Parlante dopo aver imparato dai suoi errori), Atom dovrà nuovamente sviluppare la sua sensibilità e reintegrarsi tra le persone attraverso guerre, violenze, soprusi, invasioni aliene, complotti seppure non senza quel pizzico di tenerezza che va a confondersi con l'immancabile vena umoristica di Osamu Tezuka

Come già visto in "Kimba Il Leone Bianco" e nella prima serie di "Astro Boy", passando per un manga più "normale" come i Tre Adolf, pone di nuovo l'attenzione sui temi delle discriminazioni, della cattiveria umana e del razzismo. Non solo questo: il mangaka ripropone l'importanza di utilizzare l'energia nucleare non per sterminare i popoli ma per migliorare la vita dei terrestri attraverso il continuo evolvere della scienza. Quella stessa energia nucleare (che alimenta Atom) negli anni '50 fu vista dall'opinione pubblica giapponese come un azzardo, se non proprio una follia provocatoria dato che il Paese del Sol Levante stava ancora affrontando le conseguenze di Hiroshima e Nagasaki. Eppure, questo espediente fu capito e apprezzato, specie se l'obiettivo consisteva nel bacchettare ancora una volta la degenerazione dell'essere umano. Nel mondo di Astro Boy, sia prima sia dopo, agli uomini non è bastato farsi la guerra per motivi razziali, c'è stato bisogno infatti di qualcosa in più, qualcosa che potesse perfettamente rispondere alle loro frustrazioni senza alcuna forma di ribellione e senza alcuna ripercussione giuridica: i robot, nati dalle applicazioni delle tre leggi di Asimov, prendono vita come macchine servili atte a soddisfare le esigenze dell'uomo senza nulla in cambio, se non disprezzo nella maggior parte dei casi. 


Per il "vecchio mondo" visto da Tezuka, i robot non avrebbero mai avuto vita facile e tanto avrebbero dovuto lottare per essere riconosciuti al pari degli umani. In "Astro Boy" queste tematiche erano già presenti seppur in un contesto più "calmo" ma ne "La grande avventura di Astro Boy" la tragedia si nasconde dietro all'angolo per chiunque. Piano piano, Atom torna ad essere quel dolce e coraggioso bambino robot dal cuore umano, i cui sacrifici faranno di tutto per mettere ogni cosa al suo posto e fare in modo che tutte le creature viventi possano coesistere in armonia.

I manga dedicati alle gesta di Atom (considerato dal mondo occidentale al pari di Superman e Batman), nonostante siano strutturati in maniera veloce e appaiano narrativamente "superficiali" (nel senso meno elaborati rispetto alle trame odierne) risultano decisamente attuali e per nulla scontati, specie se si nota che negli anni cinquanta e sessanta Tezuka provò in qualche modo ad anticipare la visione del mondo di oggi, con lo scopo di riscattare gli errori e i fallimenti della sua generazioni e di chi lo aveva preceduto. In linea generale, il maestro riconsegnò ai lettori un personaggio invariato ma più consapevole delle sue esperienze, pronto a farsi portavoce di pace e libertà, incarnando il desiderio del suo autore di vedere la scienza e tecnologia a braccetto per il bene comune. 

Tezuka è morto nel 1989 e chissà cosa direbbe oggi se vedesse cosa continua ad accadere intorno a noi. Chissà, alle soglie del 2026, magari ci fosse un Atom pronto a intervenire per porre fine a ogni barbarie. Tuttavia, per quanto le arti siano potenti, niente e nessuno potrà mai fermare la recidività degli esseri umani, ormai per natura distruttori e nemici di sé stessi (prima) e del prossimo (dopo). Oggi Tezuka sarebbe probabilmente un uomo orgoglioso del suo nuovo Giappone ma rimarrebbe deluso nel vedere che certe cose non cambieranno mai. 

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