giovedì 10 giugno 2021

"Woman in Chains": il capolavoro incompreso dei Tears For Fears e Oleta Adams

Ho sempre considerato la band musicale dei Tears For Fears come una delle immagini più iconiche della nostalgia targata anni '80 e anche '90. Il duo composto da Roland Orzabal e Curt Smith ha saputo perfettamente farsi largo in un decennio così difficile che vedeva gli U2, i Duran Duran, gli Spandau Ballet e i secondi Queen spopolare in lungo e in largo, mentre Bon Jovi e i Guns'n'Roses si erano già proclamati come capostipiti del Glam Rock (o Hair Metal). 

I Tears for Fears però seppero farsi notare e vendettero milioni di dischi offrendo ottima musica, molto musicata, a metà strada tra un pop strumentale fatto per bene e un timido rock anni '80 che diede la spinta al loro synth pop. Hanno scritto molte canzoni memorabili che ancora oggi sono ricordate: Shout, Everybody Wants To Rule The World, Sowing the Seeds of Love, Head Over Heels e altre ancora. 

Oggi però voglio parlare di un loro pezzo in particolare, il quale oggi lo rivediamo nelle varie raccolte Greatest Hits della band britannica ma che nel 1989 (data di uscita) non ebbe particolare successo: Woman In Chains. Si tratta del mio brano preferito in assoluto dei TfF per via delle sue melodie, del testo dedicato alla figura della donna costretta a vivere spesso storie difficili e allo straordinario duetto tra Orzabal e la bravissima Oleta Adams. 

La copertina del disco

"Woman in Chains" fu pubblicata il 6 novembre 1989 e fa parte dell'album The Seeds of Love che ottenne un grandissimo successo a livello mondiale. Nonostante la presenza della meravigliosa voce della Adams e la clamorosa presenza di Phil Collins alla batteria (per la versione registrata in studio), questo brano ebbe poco successo nonostante riuscì per un breve periodo a entrare nella top 40 della classifiche britanniche, australiane, irlandesi e italiane. 

Oleta Adams

Evidentemente Sowing The Seed Of Love fu un tormentone molto più grande di quanto gli stessi Tears For Fears potessero aspettarsi ed è forse per questo motivo che "Woman In Chains" passò un po' in sordina. Andando in giro per il web infatti non ci sono molte recensione sul brano e su Youtube ci sono tra l'altro pochi video e esso dedicati. 

Questo però non fermò le convinzioni del gruppo che nel 1992 ripropose "Woman In Chains" con un nuovo lato B per promuovere il loro primo Greatest Hits che ripercorreva la loro produzione discografica dal 1982 al 1992. 

I TfF e Oleta in "TV Show Playback version"

Bellissimo è anche il video della canzone che fu diretto dal regista Andy Morahan, il quale decise di girarlo in bianco e nero per riprendere la complicata relazione tra un pugile e una ballerina di lap dance: è proprio la forza della donna a trionfare nel capolavoro incompreso dei TfF, una figura femminile esaltata a mo' di martire spesso costretta ad addossarsi il peso di una storia d'amore turbolenta. La donna in catene emerge nel momento in cui l'uomo la sceglie come rifugio per le proprie debolezze, cercando riparo tra le sue delicate braccia: c'è dunque una specie di incapacità e/o forse "volontà" nel mantenere in piedi qualcosa di fragile come una relazione che rischia di spezzarsi e presenta spesso situazioni inverosimili e frustranti. La donna diventa prima vittima, poi figura salvifica e rifugio sicuro (come decantato anche in passato in altre canzoni, poesie, film e romanzi). Concludo allegandovi qui sotto il video di "Woman In Chains" che vi consiglio di seguire dall'inizio alla fine.

LEGGI ANCHE: 

11 commenti:

  1. Io me la ricordo bene, a parte che apprezzavo i Tears for Fears in generale, facevano gran bei pezzi :) E ho sempre pensato che si sono dati un nome geniale!

    RispondiElimina
  2. Un bel pezzo.
    Passato un po’ in sordina dici..?
    Non ci ho fatto mai caso…perché è bello appunto e lo vedevo passare spesso sui canali di video musicali.
    Comunque i Tears for fears mi son sempre piaciuti , avevo il 45 giri di Shout.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Personalmente questo pezzo non l'ho mai beccata in radio o sulle radio/tv. Di certo, oggi è sicuramente un pezzo più noto rispetto all'epoca di pubblicazione dove apparì per brevissimo tempo nelle classifiche di vari paesi.

      Elimina
  3. È straordinaria ed ammetto nonostante io ascolti musica e conoscessi i Tff questo brano non lo avevo mai sentito. Grazie per aver colmato una mia pecca perchè è davvero un brano delicato e drammatico al contempo, sofferto e sofisticato. Davvero un grande pezzo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ho ascoltata più volte ed è venuta questa "cosa" qui:

      "FLYING TOGETHER AS ONE"

      Sento il peso delle tue sofferenze
      Delle tue devastanti frustrazioni
      E ti sono accanto
      So che la vita non è stata giusta con te
      Almeno non fino ad ora
      Ma ti prego
      Non sfogare su di me quella tua rabbia
      Io non sono il tuo nemico
      Io sono la tua donna
      Ti amo
      Ti sostengo e ti sosterrò sempre

      E non pensare mai
      Mai che io ti consideri un fallito
      Solo perchè lotti ancora per farcela
      In un mondo sbagliato
      Ma non fare l'errore
      Di spegnerti
      Rinunciare alle tue legittime aspirazioni
      E di sfogare le tue frustrazioni
      Ed il tuo fallimento
      Su di me

      Non alzarmi la voce
      Lascia il mio braccio
      Non ridurti come i veri falliti
      Quelli che non ci hanno mai provato
      E che si sfogano picchiando la loro moglie
      Al minimo e disgustoso pretesto
      Che si presenta loro davanti.

      Non diventare come Johnny
      Il cibo che ti ho servito non è freddo
      E non dare la colpa a me del tuo insuccesso
      Non pensare che la "Tua Cadyllac"
      Non sia nelle tue mani per causa mia
      Io non sono mai stata una zavorra per te
      Anzi sono sempre stata le tue ali
      Sì sempre
      Sia quando a volare eravamo in due
      Sia quando ero solo io a volare per entrambi.

      Ora però basta
      Non affondare
      Reagisci
      Io non voglio annegare insieme a te
      E non accetto più di essere una donna in catene
      La tua donna in catene
      Non voglio soffocare
      Voglio che ti levi alto in volo
      E col mio sostegno
      Tornare insieme a volare
      Contro tutto e tutti

      E volare
      Anche con i temporali
      Gli uragani
      O perfino in asssenza di vento

      Abbracciami
      Tu non sei così
      Sciogli queste catene
      Lascia che siano il nostro amore
      E la nostra complicità ad incatenarmi a te
      Non la paura.

      Adesso gurdami negli occhi
      Rifletti attentamente
      E dimmi cosa decidi

      Son passati tre anni da quel giorno
      E siamo tornati a volare insieme
      Uniti
      Ed oggi
      Proprio oggi
      A tre anni esatti da quel giorno
      Il suo sogno che aveva tanto rincorso
      Lo ha realizzato
      Ma la novità è stata
      Che i tre anni trascorsi lottando
      Spesso con esiti negativi
      Sono stati comunque bellissimi
      Eravamo un unico paio d'ali
      A volare incontrastato e deciso
      A non arrendersi.

      Io mi sento libera
      Io non sono in catene
      E soprattutto
      Se è vero che l'ho sempre sostenuto
      Non ho mai sacrificato i miei sogni per lui
      Nè lui me l'ha mai chiesto

      Semplicemente quello a cui aspiravo
      L'avevo raggiunto presto e prima di lui
      Io avevo avuto solo più fortuna.

      Ora siamo felici
      Consapevoli che insieme abbiamo vinto
      Consapevoli di quanto abbiamo lottato per farcela.
      Consapevole che altre donne
      Sono state meno fortunate di me
      Ed hanno dovuto scappare
      Per liberarsi da quelle catene che i tanti johnny del mondo
      Avevano loro messo addosso.

      Noi ora siamo felici
      E non passa giorno
      Che mi mostri la tua riconocenza
      Ma non devi perchè
      Se è vero amore
      Si vola uniti e compatti
      È la regola
      Si vola insieme sempre
      Come un unico
      Maestoso
      Forte
      Paio d'ali

      DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

      PS: il passaggio sul cibo freddo e la Cadyllac è un riferimento a "Repetion" di Bowie che già a quel tempo scriveva questo brano che parlava di violenza domestica.




      Elimina
    2. Ovviamente la Cadyllac rappresenta metaforicamente il sogno e le aspirazioni del protagonista della mia poesia

      Elimina
  4. Ho adorato e adoro i Tears For Fears.
    Hai scelto un pezzo fantastico per parlarne mi complimento. Grazie Pakos.

    RispondiElimina