domenica 2 novembre 2025

Fumetti - Tapum di Leo Ortolani: la storia della battaglia del Monte Ortigara


Fumetti - Tapum di Leo Ortolani: la storia della battaglia del Monte Ortigara, un dei capitoli più assurdi e drammatici della Prima Guerra Mondiale

Leo Ortolani torna con Tapum: quando i fumetti raccontano la guerra

Quando esce un nuovo fumetto di Leo Ortolani so che dovrò leggerlo e soprattutto recensirlo. Solitamente, quando scrivo l'articolo sono abituato a inserire anche "Rat-Man" all'interno dell'articolo, un po' per questioni di indicizzazione su Google e un po' perché, vuoi o non vuoi, Ortolani recupera la sua creatura e la rilancia nella mischia con meravigliose parodie (e non solo). Tapum però è un'altra cosa! Tapum suona come qualcosa di diverso a partire dal titolo del nuovo libro del fumettista italiano, per non parlare del fatto che in questa circostanza non c'è nulla di cui ridere, specie quando si racconta la storia della Battaglia di Monte Ortigara avvenuta tra il 10 al 29 giugno 1917: si tratta di uno dei capitoli più drammatici e assurdi della Prima Guerra Mondiale in Italia e che vide le truppe Alpine della Sesta Armata dell'esercito italiano guidata dal generale Ettore Mambretti combattere a cielo aperto contro l'undicesima brigata del generale Viktor von Scheuchenstuel.


Tapum è stato lanciato sul mercato editoriale a partire dal 28 ottobre, rivelandosi come uno dei fumetti più attesi degli ultimi mesi di questo 2025. Tapum è senza dubbio l'opera più seria del maestro Ortolani, a tal punto da lasciare in poche occasioni spazio per le freddure e le battute a effetto tipiche della produzione di Rat-Man e fratelli. Ortolani prende molto sul serio la situazione e riesce a riprodurre la drammaticità del massacro di Ortigara pagina dopo pagina, vignetta dopo vignetta con una forza narrativa coinvolgente e che catapulta il lettore nella sceneggiatura. 

A dire il vero, già il titolo Tapum (Ta Pum o anche nei decenni a seguire Ta-Pum) fa un effetto molto particolare. Il suo significato sta nel rumore che i soldati avvertivano quando il nemico sparava: "Ta" stava a indicare la pallottola che arrivava per prima per "colpire la roccia, la trincea, la carne"; "Pum" invece era il suono della detonazione. Tapum è anche una famosissima canzone popolare tipica del periodo del primo conflitto bellico e su molti aspetti ricorda alcuni canti che i minatori intonavano durante la costruzione della galleria ferroviaria del San Gottardo tra il 1872 e il 1882 (dove circa duecento lavoratori persero in seguito la vita). Non è ancora dato sapere esattamente chi sia stato l'autore di questi versi (che oggi vanta due versioni) ma secondo alcuni la paternità della canzone degli alpini potrebbe appartenere al compositore Antonio Piccinelli di Chiari. La cosa certa è che Tapum nacque nel periodo della battaglia di Monte Ortigara.


Lo scopo di Ortolani in questo suo nuovo lavoro è quello di raccontare quanto sia stata scellerata e fallimentare la gestione di quella battaglia, avvenuta sull'altopiano dei Sette Comuni in maniera decisamente avventata, come se i piani alti delle milizie italiane avessero volutamente cercato di mandare i loro soldati incontro a morte certa. Nel 1916 il Monte Ortigara diventò un punto strategico troppo importante per le due parti, specialmente per gli austro-ungarici che volevano sfondare in quel territorio per avere un accesso nella Pianura Padana e prendere alle spalle le armate ferme sul Carso e sull'Isonzo.

Nonostante il Comando Supremo Militare d'Italia avesse cercato di creare tutte le situazioni e le strutture adatte per l'esito dello scontro, la spedizione si rivelò un vero fallimento. L'attacco avvenne i 1 700 e i 2 100 metri d'altitudine, con la parte del Monte decisamente privo di punti di riferimento in termini di copertura e risorse.  L'orribile gestione dei comandi italiani in termini di strategia fece poi il resto, portando i coraggiosi Alpini della Sesta Armata a conquistare l'area e poi a perderla nuovamente: circa 28mila anime finirono in un oceano di sangue tra morti, feriti e dispersi; mentre l'esercito astro-ungarico arrivò a 9mila vittime tra morti, feriti e dispersi


Ortolani pone l'accento proprio sugli ordini eccessivi di proseguimento di una battaglia senza senso e forse persa in partenza. L'autore di Rat-Man ricrea le atmosfere della guerra impregnando le sue tavole di morte e disperazione, come se ogni vignetta da leggere nascondesse una nuova catastrofe dietro l'angolo. In effetti è così, specie se in altre circostanze il maestro è abituato a lasciare una scia di risate lungo il suo cammino: Tapum però è una storia seria, una storia in cui la Madre Patria è stata la prima a tradire i suoi figli, come una vampira pronta solo a succhiare il sangue dei suoi soldati in cerca di un qualche modo per assecondare la sua infinita fame di morte e distruzione. Ogni tanto è possibile imbattersi in qualche perla della comicità di Ortolani, magari per cercare di stemperare gli animi. Inutile! Tutto questo non potrà mai cancellare la follia di un'operazione che in quasi venti giorni abbatté 28mila persone sia nel fisico sia nell'animo. Leo lancia una freddura (ad esempio) ma poi deve tornare inesorabilmente a vestire i panni di un triste cantastorie, narratore di un racconto che non ha le connotazioni di una favola, né tanto meno l'atteso lieto fine. La Battaglia del Monte Ortigara è stato il chiaro esempio di evento in cui qualcuno, a un certo punto, viene abbandonato al proprio destino (pur in caso di sconfitta certa). Il problema di quei combattimenti fu proprio questo, cioè che dinanzi alla superiorità degli astro-ungarici i poveri alpini divennero inevitabilmente impotenti ma qualcuno poteva salvarli, qualcuno poteva farli ritirare, specie quando il risultato finale non sarebbe stato di certo la vittoria: quel qualcuno, quei qualcuno, continuò semplicemente a ordinargli di morire. 


L'autore fa rivivere sul suo Tapum i fatti concreti di quella vicenda, inserendo anche molti dei protagonisti reali della battaglia di Ortigara, tra eroi "sfregiati e maledetti" e finti miti premiati discutibilmente al valore. A primeggiare però è soprattutto lei, la morte! Essa si muove tra le file degli Alpini non solo per portare il suo messaggio di fine ma anche per stupirsi davanti ai progressi tecnologici fatti in quegli anni dagli essere umani, coloro che sono buoni solo a "uccidersi tra loro sempre meglio". Tapum è anche un'accusa all'idea della guerra e ai suoi strumenti, specialmente al fatto che l'uomo possa ingegnarsi non solo per migliorare il mondo ma anche, nel contempo, per distruggerlo (la Seconda Guerra Mondiale ne è stato un esempio lampante). Ortolani cerca di rendere giustizia a quelle vittime, sfruttando le 240 pagine del suo nuovo libro affinché la drammatica vicenda di Ortigara non finisca nel dimenticatoio, non vada perduta nel tempo lasciando in un silenzio sempre più assordante le voci tremanti di chi avrebbe voluto far ritorno a casa. 


Tapum è senza dubbio tra le maggiori opere realizzate da Ortolani, un romanzo storico a fumetti che demonizza le ragioni della guerra, i capi dell'esercito ma soprattutto la Madre Patria: le uniche creature che meritano di essere salvate nelle memorie dei libri di storia sono quelle che trovarono la morte sul Monte Ortigara, mandate al macello senza che i loro capi mettessero un capo e una coda ai piani di assalto. Da questo punto di vista Ortolani non si è risparmiato e ha ricordato ai lettori che certi figure si portano dietro anche i soprannomi che hanno. 

Non voglio andare troppo nei dettagli perché la battaglia del Monte Ortigara va analizzata come si deve in un'altra sede, magari ricca di fonti storiche precise e concrete. Inoltre, vi consigli semplicemente di recarvi il libreria e comprare l'ultima fatica di Ortolani, il quale ha voluto mostrare ai noi fan l'altro lato della medaglia, la sua medaglia. 

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