Cinema - Weapons di Zach Cregger: la recensione del film con Josh Brolin e Julia Garner. Una trama decisamente avvincente ma con alcuni punti curiosi.
Weapons: il nuovo successo di Zach Cregger al cinema
Weapons è l'ultimo film uscito di recente del regista Zach Cregger, il quale aveva già conquistato la critica con il suo "Barbarian" nel 2022. Nonostante l'ultima fatica di questo cineasta sia stata diffusa in tutte le sale a partire dai primi giorni di agosto, continua a essere proiettato per la gioia di chi, come me, voleva levarsi la curiosità. In effetti, leggendo le numerose recensioni positive ed essendo più libero in questo periodo ho deciso di andare con mio cugino Frank a visionare questa pellicola, sicuramente dotata di una trama bella ma con dei punti che mi hanno lasciato alquanto perplesso. Sia chiaro, il film m'è piaciuto ma non penso che sia da considerarsi un capolavoro, dato che alcune scene tendono a cadere nel vortice della scontatezza e nel tunnel della prevedibilità. Andiamo con ordine.
L'inizio di un nuovo incubo |
Come già detto in precedenza, Cregger era reduce dal successo di Barbarian e quindi, motivato dalle critiche decisamente positive degli addetti ai lavori, ha cercato di buttarsi poco dopo sull'elaborazione di una sceneggiatura nuova e altrettanto convincente. Weapons già dalle sue prime stesure catturò l'attenzione di molti produttori, i quali arrivarono addirittura a dichiararsi guerra pur di accaparrarsi il nuovo lungometraggio di Cregger. Su certi aspetti, Weapons ha rischiato di essere anche un film maledetto dato che durante le prime riprese si verificarono molti problemi di programmazione legati alle controversie sindacali di Hollywood nel 2023. Tali problemi portarono anche a un nuovo cast che consentì al regista di poter avviare il progetto finale nel febbraio 2024 (il primo casting fu eseguito durante la metà del 2023). Alla fine, la sceneggiatura fu venduta per la bellezza di 38 milioni di dollari.
Il regista Zache Cregger e l'attrice Julia Garner |
La trama è ambientata nella cittadina di Maybrook, in Pennsylvania. Qui, durante la notte, diciassette bambini della stessa classe sono misteriosamente spariti. Alle ore 2.17 del mattino, tramite le videocamere di sorveglianza è stato possibile notare che sono scappati di loro volontà, correndo tra l'altro allo stesso modo e con la stessa postura. Il diciottessimo ragazzino, Alex, è l'unico a non aver seguito il destino dei compagni, eppure, questo non basterà alla maestra Justine Gandy (Julia Garner) per salvarsi ed evitare di finire nell'occhio del ciclone in quanto prima sospettata sulla sparizione dei ragazzini. Il film si divide in capitoli, ognuno dedicato a uno dei personaggi principali della trama, fino ad arrivare alla fase finale con grande forza narrativa.
Il successo della pellicola è stato tale a partire dalla sua proiezione di prova ed è per questo che l'uscita nei cinema è stata spostata da febbraio 2026 ad agosto 2025. Il film Weapons ha avuto un successo spettacolare, incassando fino a 9 settembre 2025 la bellezza di 253,5 milioni di dollari a livello mondiale. Su alcune riviste e su numerosi siti internet Weapons ha ottenuto in questo lungo mese di proiezione consensi favorevoli con percentuali altissime (in alcuni casi si parla anche del 94%). Eppure, per quanto abbia apprezzato la trama e apprezzato in fin dei conti l'opera, c'è qualcosa che non mi porta a classificarlo come quel capolavoro che tutti descrivono. Del resto, il bello delle analisi è anche questo.
La trama di Weapons è bella, scorrevole e coinvolgente. Molto spesso ho avvertito la giusta suspense ma anche la giusta dose di ironia che in alcuni film thriller horror non dovrebbe mai mancare, specie se il contenuto drammatico risulta elevato a partire dalle prime battute. All'inizio c'è tutto per pensare che Weapons sia un buon lavoro: titolo accattivante, bambini scomparsi in maniera similare, una maestra incolpata di "stregoneria", intrecci relazionali, punti di vista destinati a incrociarsi e colpi di scena a tratti deliziosi. Partendo da queste basi mi sarei aspettato proprio di incappare in qualcosa di diverso, se non l'esatto opposto e invece Weapons cade un po' nel banale a partire dal suo titolo (Armi) che diciamo non è proprio la parola più adattata per riassumere pienamente lo scopo del cattivo del film perché (allerta spoiler?) le armi sono una cosa e i tramiti un'altra ancora.
Il tema della stregoneria inizialmente appare solo come un modo per attaccare la prima sospetta del caso dei bambini scomparsi, cioè la maestra Justine. Infatti, viene provocata e attaccata in ogni modo pur di farla cedere e magari farla uscire anche allo scoperto. Eppure, al di là della sua innocenza (presunta), sapete cosa succede? Succede che la stregoneria diventa proprio l'elemento principale dei terribili cambiamenti che avvengono, poco alla volte, ad alcuni cittadini di Maybrook: protagonista di tali disgrazie è un villain che in alcune circostanze, senza i necessari collegamenti tra i protagonisti, appare truccato quasi come un clown, una specie di IT dei poveri che sbuca dal nulla e spaventa i personaggi o nel sonno o nel pieno dello sballo da droghe. Amici miei, abbiate bontà, ma questa è una delle cose meno originali e più banali che abbia visto negli ultimi anni da spettare cinematografico.
I colpi di scena non sono male ma, molti di essi, sono stati così prevedibili da far capire (non solo a me) dove si trovassero questi diciassette poveri bambini o chi magari fosse il responsabile delle loro sinistre fughe: di certo restava ancora da capire come tutto questo avesse avuto inizio. Insomma, Weapons è un film che comincia bene e la sua più grande capacità sta nel saper tenere l'utente incollato sul maxi schermo nonostante la sua poca originalità di idee. Sicuramente alcune cose apparentemente "nonsense" si potrebbero spiegare attraverso il surrealismo di alcune situazioni e alle complicate relazioni tra alcuni dei malcapitati protagonisti, eppure non vedo componenti originali. Il mio scetticismo è emerso anche quando Josh Brolin vede dei riferimenti a bombe e kalashnikov per spiegare in qualche modo le cause di un fatto di cronaca che ha gettato nello sconforto un'intera comunità. La cosa che mi ha fatto più impazzire è un'altra: dinanzi alle scene che avrebbero dovuto generare paura io sono rimasto assolutamente impassibile, mentre altre persone in sala hanno riso. Non metto in dubbio che in alcune scene questo appaia come un espediente fortemente voluto dal regista, tuttavia c'è qualcosa di visto e rivisto in tutto questo. Qualche buco è evidente, così come la scarsa logica di alcune parti del film che, per carità, in un horror ci possono anche stare ma, a mio avviso, Weapons avrebbe avuto molta più logica se fosse uscito negli anni '70 o '80.
Le atmosfere sono bellissime, così come le musiche e la parte sonora che al cinema fa la sua porca figura. Gli attori sono stati tutti eccezionali, a partire dall'attrice Amy Madigan che ha saputo interpretare molto bene il ruolo della sinistra prozia di Alex. In questi thriller "a vista lunga" Josh Brolin c'entra sempre come il guanciale nella carbonara, mentre Julia Garner ha saputo perfettamente tener testa al suo personaggio di certo non facile da far vivere sul maxi schermo. Il più grande talento di Cregger, per quanto riguarda Weapons, è stato quello di aver incastrato bene i vari climax della storia pur dividendola in capitoli e pur buttando dentro espedienti normali, diciamo non propri innovativi o che di lasciano gridare "cazzo che pezzone!".
Il finale comunque è soddisfacente e inquietante al punto giusto da ricordare già noti squartamenti visti in altri capolavori del genere ma un po' di spazio alle conseguenze del caso avrebbe dovuto esserci, specie dopo i mille guai che ognuno ha dovuto passare per arrivare al punto della situazione (uno su tutti, il povero piccolo Alex, l'ennesimo bambino che deve fare miracoli). Eppure, troppe cose mi hanno ricordato il passato, troppi elementi risultano triti e ritriti, senza contare il fatto che l'inserimento della stregoneria e la facile previsione del risultato finale mi hanno decisamente irritato. Lo ammetto, Weapons pensavo che fosse tutt'altra tipologia di film.
Non va negato che forse l'unico aspetto originale di Weapons stia nel fatto che cerca di partire come un racconto di paura "normale" per poi mutare poco alla volta e finire nel soprannaturale, un soprannaturale però becero e defalcato. Weapons è un film che ho apprezzato tutto sommato e che rivedrei molto volentieri nonostante pecche che, da perfetto ignorante, sembrano evidenti solo a me e a mio cugino il quale, credetemi, non è stato certamente più generoso di me nei giudizi (anzi). È una pellicola da consigliare? Perché no! È un capolavoro meritevole delle recensioni ultra positive? A mio parere, con sommo dispiacere, la risposta è negativa. C'è chi ha addirittura affermato che Weapons sia il film horror "più potente" del 2025: immaginate ora a che livelli sia sceso così in basso il cinema dell'orrore quest'anno per poter arrivare a questo. Senza rancore, vi saluto e grazie per l'attenzione!
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