sabato 25 dicembre 2021

[Nostalgia] Willow: un film fantasy che non dovrebbe mai mancare a Natale


A Natale e per tutto il periodo delle festività siamo stati abituati a vedere non solo film a tema ma anche tanti fantasy. Questo genere è risaputo che sia tra i più amati da tv e cinema, non è Natale (inclusi vigilia e Santo Stefano) se non c'è un buon fantasy spalmato lungo uno o più canali che troviamo anche semplicemente sul digitale terrestre: Rai, Mediaset, Paramount Channel, Iris, Mediaset 20, Spike, ecc. 

Eppure con gli anni sembra che qualcuno ogni tanto dimentichi uno dei classici immancabili delle feste (perché Capodanno ed Epifania non vanno dimenticati): Willow del regista Ron Howard e del produttore George Lucas. Ricordo che quando ero bambino quella pellicola era considerata una perla importante del Natale televisivo in Italia. Veniva sempre trasmesso, fino a quando sparì per anni, rischiando di morire nella memoria dei telespettatori e dei fan. Per fortuna, nell'ultima decade Willow si è fatto vivo spesso e volentieri ma ogni tanto i palinsesti sembrano dimenticarselo come accaduto un paio di anni fa e come potrebbe accadere quest'anno. 


È una sensazione strana pensare che le nostre mittenti abbiano la straordinaria capacità di dimenticare una volta ogni paio d'anni uno dei film cult degli anni '80 e '90, un lungometraggio a cui fu dedicato anche un videogioco arcade in formato cabinato da fruire in sala giochi. In sintesi, con Willow parliamo di una delle forme di nostalgia più potenti del nostro passato recente, quando vedere un fantasy aveva un fascino particolare e sicuramente diverso da oggi. 

Era il 1988 quando George Lucas e Ron Howard riuscirono a portare sul grande schermo le avventure del nano Willow (Warwick Davis) e del suo improbabile compagno di viaggio, il mercenario Madmartigan (Val Kilmer), per salvare la vita di una bambina legata a una profezia: la sua nascita avrebbe sancito la fine della strega regina Bavmorda. George Lucas ideò il progetto nella sua testa già nel lontano 1972 e cominciò a muovere i primi meccanismi durante la realizzazione de "Il ritorno dello Jedi". In effetti, il produttore aveva intenzione di creare qualcosa che potesse somigliare anche lontanamente a Star Wars, creando cioè una mitologia che potesse essere ben nota sopratutto tra i giovani. 


Ebbene, mentre si lavorava per quello che allora era il terzo (oggi sesto) film della fortuna saga fantascientifica, Lucas propose all'attore Warwick Davis di interpretare il ruolo di Willow Ufgood. I due tra l'altro si erano conosciuti proprio sul set de "Il ritorno dello Jedi" perché Davis interpretava uno degli ewok (Wicket Warrik). Tuttavia dovettero passare cinque anni per buttare le mani sulla sceneggiatura e avviare la produzione del film, con conseguente ingaggio definitivo dell'attore. 

L'attesa fu piuttosto lunga perché Lucas aveva atteso ulteriori sviluppi della tecnologia degli effetti visivi per creare la sua concezione del film (proprio lui che aveva creato Star Wars). Manco a farlo apposta, in quello stesso periodo Ron Howard era intenzionato a girare un film fantasy ma non sapeva su quale soggetto puntare. Dato che i due avevano lavorato insieme in American Graffiti, decisero di unire le forze e lavorare su Willow. La stesura della sceneggiatura fu affidata a Bob Dolman, il quale riuscì nel 1986 a buttare giù sette bozze del film nel giro di pochissimi mesi (e insieme allo stesso Lucas). Il problema fu trovare una major intenta a produrre l'opera: c'era infatti un pregiudizio particolare sui fantasy, cioè che non tirassero e non avessero successo come altri genere più seguiti. 


È vero che molti fantasy non ebbero immediata gloria, ma nessuno avrebbe immaginato cosa sarebbero diventati questi lungometraggi con il passare degli anni. Alla fine Lucasfilm, Imagine Entertainment e Metro-Goldwyn-Mayer strinsero un patto di alleanza: la Metro avrebbe anticipato metà del budget di 35 milioni di dollari in cambio di diritti cinematografici e televisivi, lasciando alla Lucasfilm l'home video e i diritti televisivi a pagamento da offrire in cambio dell'altra metà. 

E così il 2 aprile 1987 ebbero inizio le riprese di Willow che finirono nell'ottobre dello stesso anno. L'idea del vecchio volpone Lucas fu quella di creare qualcosa similmente a "Il Ritorno dello Jedi" con scene esterne ed interne da realizzare negli Usa e in particolare in California. Alla fine rivide i suoi piani e la pellicola fu sviluppata tra gli Elstree Studios di Herfordschire (Inghilterra) e Cava di Dinorwic (Galles). Qualcosa però fu anche girato in Irlanda, vicino al Monte Shasta (California) e in nuova Zelanda (vedi il castello della strega regina Bavmorda). Lucas avrebbe voluto fare qualcosina anche in Cina ma il governo cinese non gli lasciò il via libera, quindi il produttore ingaggiò una squadra di fotografi che inviò nel sud del paese: gli scenari qui raccolti sarebbero poi stati applicati alla pellicola con la tecnica della sovrapposizione tra due immagini diverse (chroma key).


Willow colpì soprattutto per i suoi effetti speciali, specie per quanto riguarda il momento in cui il protagonista trasforma erroneamente Fin Raziel in diversi animali. La supervisione rinunciò allo stop motion e alla dissolvenza ottica perché considerate troppo complicate come tecniche, quindi si optò per la tecnologia morphing: in Willow abbiamo a che fare con una vera e propria svolta nel campo delle immagini generate al computer. Il Morphin consiste infatti, come nel caso di Willow, nel filmare ogni animale, la controfigura dell'attrice e inserire le immagini di un programma per pc sviluppato da Doug Smythe che avrebbe generato una transizione da una fase all'altra in maniera graduale. 

Nel 1988, Willow fu quindi gettato nella mischia ma non fu né un successo né un flop. Gli incassi ottenuti non furono certamente quelli previsti. Lucas rimase impressionato dal risultato, dato che il film fu presentato al 41esimo Festival di Cannes e fu la pellicola più vista nel primo fine settimana dalla sua uscita. Gli incassi furono immediatamente alti e la speranza era quella di poter eguagliare il successo di "E.T. l'Extraterreste". Qualcosa però si ruppe per strada. La concorrenza fu spietata nel 1988 per via dell'uscita di opere attese come il secondo capitolo di Mr.Crocodile Dundee, Big con Tom Hanks e Rambo III. La critica poi fu molto divisa nel giudicare Willow. A ricevere molti elogi furono sicuramente gli effetti speciali e le interpretazioni di alcuni attori (su tutti proprio il bravissimo Davis), ma per il resto Howard e Lucas furono accusati di aver usato una trama lenta e poca incentrata sull'intrattenimento, senza contare il fatto che niente di questo film fu considerato veramente rivoluzionario. E chi l'avrebbe pensato che poi questa cosa avrebbe fatto scuola? 

Il mostro a due teste è un riferimento ai critici Gene Siskel e Roger Elbert

Ad ogni modo Willow, in barba a tutti, ottenne due candidature agli Oscar del 1989 per i migliori effetti speciali e il miglior effetto sonoro. A mio parere Willow intrattiene e come il pubblico anche perché come ogni fantasy propone i suoi buoni, i suoi antieroi, i suoi cattivi, le sue creature, i suoi mostri, le sue storie d'amore e i suoi significati. Il magico nano di Lucas dimostra di sapere il fatto suo ed è evidente che sia stato tra i maggiori elementi di influenza per i film del medesimo genere che sarebbero venuti dopo. Anzi sono convinto che il produttore abbia ottenuto il suo scopo nel descrivere il suo eroe come "un piccoletto contro il sistema" nel senso più estremamente letterale del termine.

Willow ebbe molta risonanza dopo il periodo di distribuzione al cinema: nel mercato delle videocassette ad esempio fu un prodotto molto venduto. Qui in Italia ad esempio fece sempre registrare percentuali di share interessanti quando veniva trasmesso su uno dei nostri canali tv. Era bello vedere Davis e Val Kilmer litigare e affrontare ogni sorta di nemico sotto al periodo di Natale, offrendo una pellicola con un'interessante vena ironica. Gli anni '80 erano sicuramente pronti per il fantasy (La Storia Infinita insegna), ma se Willow fosse apparso nelle sale cinematografiche almeno un decennio dopo, forse a quest'ora staremmo parlando di ben altro.

Le sue atmosfere sono incantevoli e mostrano posti che forse non tutti avremo il piacere di vedere nella vita. I mostri sono particolari e pur facendo parte della tradizione classica, sono stati rivisti in maniera estrema e ancora più inquietante rispetto ad altri esponenti del tema. I personaggi sono secondo me curati e trattati bene, specie quelle principali. La storia d'amore per una volta non è scontata: il mercenario si innamora della figlia della strega e il lieto fine c'è, c'è e come! Per me Willow merita perché ha lasciato il segno, un segno che ti rimane e difficilmente riesci a levare dal cuore e dalla mente. 

Questo articolo è il mio regalo di Natale per tutti voi amici, lettori e non de "La Puteca di Pakos". Passate un felice e sereno giorno insieme ai vostri cari. 

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6 commenti:

  1. Da bambino lo amavo tantissimo, tantissimo.
    Mi hai messo voglia di rivederlo!

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  2. E se non l'avessi mai visto? o non lo ricordassi affatto?

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  3. Ignoravo la lunghissima genesi di questo film. 😦
    Una storia gradevole, simpatica e avvincente, che riesce a essere adatta a tutta la famiglia. È un bel po' che non lo rivedo, mi sa che uno dei prossimi giorni... 😏

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