martedì 20 marzo 2018

I dieci improbabili cult movies tratti da libri


Il bello del cinema è che non solo permette a registi e produttori di portare sul grande schermo sceneggiature originali fatte di storie prettamente filmiche (cioè create apposta per un lungometraggio), ma dà la possibilità di adattare altri strumenti di comunicazione alla settima arte come ad esempio un libro, un fumetto o addirittura un videogame, così da portare alla stesura di sceneggiature non originali e dare forma ai personaggi delle nostre opere cartacee preferite.

Di esempi ne abbiamo tantissimi. Basti pensare che buona parte della filmografia di Stanley Kubrick è ispirata alla letteratura, infatti, dalla penna dello scrittore russo Vladimir Nabokov ha potuto concepire “Lolita”, oppure grazie al genio dell’autore americano Anthony Burgess ha diretto “Arancia Meccania”, per non parlare della sua opera massima “2001: Odissea nello Spazio” ispirato al romanzo di Arthur C. Clarke. 

Ci sono poi lavori molto più recenti come le due trilogie di Peter Jackson de “Il Signore Degli Anelli” e “Lo Hobbit” che ripercorrono le storie del mondo fantasy di J.R.R. Tolkien, oppure gli otto film della saga di Harry Potter legati alla scrittrice britannica J.K.Rowling. Per quel che concerne il mondo del fumetto, abbiamo potuto ammirare la trasposizione di quasi tutta la famiglia Marvel e DC, per non parlare anche di opere come “V per Vendetta”, “Blueberry”, “Sin City”, “300” e dei manga giapponesi come il superflop di Netflix “Death Note”.

Tuttavia, una domanda sorge spontanea: lo sapevate che Forrest Gump non è una sceneggiatura originale? In molti sicuramente starete rispondendo di “no”.




Vale la pena concentrare dunque l’attenzione su quei film che pensavamo fossero opere originali ma che in realtà sono la versione filmica di libri talmente anonimi da essere ignorati probabilmente anche dalle famiglie degli stessi scrittori oppure da essere snobbati dalle case editrici degli altri paesi nonostante il successo nazionale. 

Certo, ci sono stati esempi di pellicole che hanno avviato la loro base letteraria al successo mondiale, come ad esempio “Non è un paese per vecchi” dei fratelli Cohen che ha consegnato l’anziano Cormac McCarthy alle librerie di tutto il mondo. Tuttavia, molti altri romanzi, nonostante il successo dei film, non hanno mai avuto l’exploit che tanto attendevano e ancora oggi restano ancora sconosciuti ai fruitori del “cinema letterario”. Nella nostra vita, ognuno di noi avrà visto ripetutamente un grande capolavoro di Hollywood o un film d’azione intramontabile continuando ancora oggi ad ignorare come e perché sia stato realizzato. Vi mostro una personale classifica dei dieci film che non pensavate fossero tratti dai libri:


10) Die Hard: Trappola di cristallo.

“Trappola di Cristallo”, il primo capitolo della saga di Die Hard, è ispirato al romanzo “Nulla è eterno, Joe” di Roderick Thorp. Il regista John McTiernan visionò lo scritto dell’autore suo connazionale e decise di riprodurlo in un action movie rimasto nella storia dei film d’azione a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90. Il successo di “Trappola di Cristallo” fu tale che indusse gli autori a realizzare ben quattro sequel, tutti interpretati da Bruce Willis, quest’ultimo rimasto ancora particolarmente legato al personaggio di John McClane.





9) Lo squalo

Uno dei film che ha martoriato l’infanzia di molti di noi e che nel contempo ha provocato un infarto a molti vecchietti negli anni ‘70 non è altro che il risultato di un ottimo sodalizio tra il regista Steven Spielberg e lo scrittore Peter Benchley

Tratto dall’omonimo romanzo del 1974, “Lo Squalo” sbancò ai botteghini e riuscì a vincere ben tre premi Oscar per il miglior montaggio, il miglior sonoro e la miglior colonna sonora, senza dimenticare la nomination anche come miglior film. Il libro a sua volta fa riferimento a fatti di cronaca realmente accaduti anni prima nel New Jersey e questo bastò a Benchley per raccontare lo scontro tra il bene e il male incarnato dal poliziotto Martin Brody (nel film interpretato da Roy Scheider) e da un gigantesco scuola bianco affamato di carne e assetato di sangue. Il film fu seguito da altri tre capitoli.




8) Psycho

Oggi come oggi è probabile che sia più facile sapere e pensare che un classico del brivido come “Psycho” sia tratto da un romanzo. Eppure, ancora oggi mi capita di conoscere ancora molte persone abituate ad accostare la pellicola soltanto al genio di Alfred Hitchcock piuttosto che alla penna di Robert Bloch, il quale, nel 1957 riportò nero su bianco la vera storia del serial killer Ed Gein

Ovviamente non si può negare che Hitchcock abbia saputo dare al film un’aria più tetra e cupa rispetto a quella del romanzo, creando una scenografia tale da incutere allo spettatore il timore che qualcosa possa accadere anche quando si è lontani dal pauroso Motel gestito dal folle Norman Bates

Ad ogni modo, la trasposizione cinematografica venne completata e presentata al pubblico nel 1960, diventando in breve tempo uno dei massimi manifesti del “cinema del brivido” e che consegnò a Hitchcock la fama di cui tutti noi siamo a conoscenza. “Psycho” ottenne quattro nomination agli Oscar e vinse il Golden Globe per la migliore attrice protagonista, Janet Leigh. A esso seguirono anche tre sequel, uno spin-off, un remake e una parodia.





7) Il silenzio degli Innocenti

E’ inutile provarci, prima che la saga di Hannibal Lecter avesse successo nessuno di noi sapeva che “Il silenzio degli Innocenti” fosse tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Harris. Di sicuro sono ancora molti coloro che invece ignorano ancora del tutto questo particolare.

Il film di Jonathan Demme, realizzato nel 1991 con attori Jodie Foster ed Anthony Hopkins, è stata la salvezza dell’intera saga letteraria, infatti, nel 1986 Michael Mann aveva portato sul grande schermo il primo romanzo su Lecter, ovvero “Il Delitto della Terza Luna” (tradotto al cinema come “Manhunter: Frammenti di un omicidio”) ma ebbe una risonanza talmente bassa da lasciare momentaneamente in sordina il capolavoro di Harris

Fu il secondo capitolo di ambo le arti a creare un prodotto, cioè “Il silenzio degli Innocenti”, destinato a diventare uno dei tre film (dopo “Accadde una Notte” e “Qualcuno volò sul nido del Cuculo") capaci di vincere i cinque principali Oscar, cioè per il miglior film, miglior regista (Jonathan Demme), miglior sceneggiatura non originale (Ted Tally), migliore attrice protagonista (Jodie Foster), miglior attore protagonista (Anthony Hopkins). I libri furono seguiti da altri due scritti mentre il film da due sequel, ovviamente ispirati alle versioni cartacee, e il remake di “Manhunter”, ovvero “Red Dragon”.





6) Rambo

Ebbene sì amici miei, il cazzuto veterano della guerra del Vietnam, John Rambo, interpretato dall’ intramontabile Sylvester Stallone, non è totalmente riconducibile alla regia di Ted Kotcheff. Il romanzo “Primo Sangue” fu scritto dal canadese David Morrell e pubblicato nel 1972. 

Negli anni a venire, le majors americane ebbero modo di visionare il testo e sottoporlo all’attenzione degli sceneggiatori (tra cui Stallone), per poi farne un film che uscì nelle sale americane nel 1982, esattamente dieci anni dopo la sua pubblicazione. Il successo di “Rambo” fu spropositato e i botteghini registrano incassi pari a un totale di 125 milioni di dollari, per questo motivo vennero successivamente realizzate altri tre film incentrati sulla storia del soldato.





5) Full Metal Jacket

Considerato non solo uno dei migliori film del compianto Stanley Kubrick, “Full Metal Jacket” ha fatto la storia del cinema di guerra e ha fatto scuola per via delle tematiche filosofiche e morali contenute al suo interno. Come nel caso di “2001: Odissea Nello Spazio”, “Lolita” e “Arancia Meccania”, anche questa pellicola è ispirata alla letteratura, per la precisione a “Nato per Uccidere” di Gustav Hasford

Il libro piacque così tanto a Kubrick da indurlo a rispettare buona parte del volume, elogiando tra l’altro a più riprese la capacità di scrittura di Hasford. Il film ottenne diverse nomination per vari premi ma alla fine ricordiamo in particolare un “David di Donatello” al miglior produttore straniero. Nonostante abbia ricevuto una sola nomination agli Oscar, “Full Metal Jacket” risulta al novantacinquesimo posto nella classifica dei migliori cento film della storia stilata l’AFI.





4) Forrest Gump

“Forrest Gump” è uno dei miei film preferiti e ha avuto un impatto così forte nell’immaginario collettivo e nella cultura di massa da diventare una delle storie più belle di sempre raccontante al cinema. Tuttavia, il capolavoro di Robert Zemeckis è ispirato all’omonimo romanzo dello sconosciuto Winston Groom di cui, almeno io, ne so davvero poco. 

Scritto da Groom nel 1986, il personaggio di Forrest Gump venne ricreato in carne e ossa nel 1994 dal regista di “Ritorno al Futuro” e interpretato magistralmente da Tom Hanks che qualche mese dopo vinse l’Oscar come migliore attore, bissando di conseguenza la vittoria ottenuta un anno prima per “Philadephia”. 

Il film ottenne altri cinque oscar per il miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura non originale, miglior montaggio e migliori effetti speciali. Titoli meritati per tutte le lacrime che abbiamo versato di fronte alla commovente storia di uno degli eroi più improbabili dell’intrattenimento cinematografico e letterario. Letterario, appunto! Diamo merito anche all’ ingegno dell’incompreso Winston Groom.





3) Chi ha incastrato Roger Rabbit?

Incassi pari a 329 milioni di dollari a livello mondiale, sei nomination agli Oscar, tre statuette vinte e un Oscar speciale fanno di “Chi ha incastrato Roger Rabbit” uno dei film più originali e meglio riusciti di sempre. 

Con la regia del solito Zemeckis e la produzione di Steven Spielberg, ci ritroviamo in un modo dove i cartoni animati di Disney, Warner Bros., Metro Goldwyn Mayer, Paramount Pictures, Universal Studios, Terrytoons, King Features Syndicate e Al Capp affiancano l’attore Bob Hoskins (pace all’anima sua) in un modo che mai nessuno spettatore cinematografico si sarebbe aspettato di avere davanti agli occhi, così come per magia, strizzando gli occhi dinanzi alle forme di Mrs Jessica Rabbit e morendo dalle risate per la simpatia del coniglio antropomorfo Roger Rabbit. Ebbene, questo autentico e irripetibile capolavoro è tratto dal libro di Gary K. Wolf, il quale, a quanto pare avrebbe parlato del suo personaggio anche in altri volumi.





2) Goodfellas! Quei bravi ragazzi

Martin Scorsese è un maestro del cinema e nessuno sa raccontare la mafia meglio di lui nelle sue opere. “Godfellas!” è innanzitutto una storia vera, riportata nel libro “Il delitto paga bene” del giornalista statunitense Nicholas Pileggi

Scorsese ebbe modo di seguire i fatti che videro protagonista il gangster italo-irlandese-americano Henry Hill e convocò Pileggi per buttare giù una sceneggiatura per la realizzazione di un film. E che film! Il trio composto da Ray Liotta, Robert De Niro e Joe Pesci venne ingaggiato per interpretare gli spiegati Henry Hill, Jimmy Conway e Tommy De Vito, tutti e tre legati alla famiglia malavitosa dei Lucchese. Sia il film sia il libro raccontano uno spaccato della società americana, composta da famiglie criminali italoamericane con specifici modus operandi e mai lontane dalle tradizioni italiane. “Goodfellas!” ottenne critiche positive ma agli Oscar ottenne una sola statuetta (a Joe Pesci come migliore attore non protagonista) su sei nomination. I riconoscimenti comunque non mancarono.




1) C’era una volta in America

Il mio film preferito, nonché la massima espressione del cinema targato Sergio Leone. La romantica e controversa storia di Noodles comincia con il romanzo “The Hoods” del criminale statunitense Harry Grey, pubblicato nel 1952 ma ignorato da buon parte dei lettori. 

In realtà, la trasposizione cinematografica non è fedelissima al romanzo sia per quanto riguarda lo scorrere degli eventi (che Sergio Leone tratta in flashback invece assenti nella versione cartacea) sia per le caratteristiche dei personaggi sia per il fatto che il romanzo si conclude con la morte di Max, Patsy e Cockeye

La vecchiaia dei personaggi viene aggiunta dal regista e l'identità di Noodles non viene mai rubata da Max che in realtà viene descritto da Grey come una persona totalmente diversa.
Robert De Niro interpreta un Noodles romantico, passionale, legato ai suoi amici e a tutto quello che hanno passato insieme. Nel libro di Grey ho notato gli stessi particolari ma con un’autenticità d’animo più lugubre rispetto al poetico protagonista di Leone.

“C’era una volta in America” uscì nei cinema nel 1984 e ottenne risultati deludenti negli USA per via del pessimo montaggio del produttore Arnon Milchan, però ebbe un successo straordinario in Europa. Soltanto negli ultimi anni, la pellicola è stata riconosciuta in quanto film di alto livello anche dal pubblico d’oltreoceano. Purtroppo, nonostante qualche riconoscimento, Sergio Leone non ricevette alcuna nomination e quattro anni dopo sarebbe morto senza mai portare a casa una statuetta.  




2 commenti:

  1. Non lo avrei mai detto di Forrest Gump e C'era una volta in America, mentre di Roger Rabbit forse lo sapevo ma non lo ricordavo... Il resto lo sapevo, a partire da Rambo :)

    Moz-

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  2. Perché sono libri che non hanno avuto ampia risonanza, forse per nulla. Inoltre, l'impatto dei film è stato così elevato da mettere in sordina le versioni cartacee

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