Il bello del cinema
è che non solo permette a registi e produttori di portare sul grande
schermo sceneggiature originali fatte di storie prettamente filmiche
(cioè create apposta per un lungometraggio), ma dà la possibilità
di adattare altri strumenti di comunicazione alla settima arte come
ad esempio un libro, un fumetto o addirittura un videogame, così da
portare alla stesura di sceneggiature non originali e dare forma ai
personaggi delle nostre opere cartacee preferite.
Di esempi ne abbiamo
tantissimi. Basti pensare che buona parte della filmografia di
Stanley Kubrick è ispirata alla letteratura, infatti, dalla penna
dello scrittore russo Vladimir Nabokov ha potuto concepire “Lolita”,
oppure grazie al genio dell’autore americano Anthony Burgess ha
diretto “Arancia Meccania”, per non parlare della sua opera
massima “2001: Odissea nello Spazio” ispirato al romanzo di
Arthur C. Clarke.
Ci sono poi lavori molto più recenti come le due
trilogie di Peter Jackson de “Il Signore Degli Anelli” e “Lo
Hobbit” che ripercorrono le storie del mondo fantasy di J.R.R.
Tolkien, oppure gli otto film della saga di Harry Potter legati alla
scrittrice britannica J.K.Rowling. Per quel che concerne il mondo del
fumetto, abbiamo potuto ammirare la trasposizione di quasi tutta la
famiglia Marvel e DC, per non parlare anche di opere come “V per
Vendetta”, “Blueberry”, “Sin City”, “300” e dei manga
giapponesi come il superflop di Netflix “Death Note”.
Tuttavia, una
domanda sorge spontanea: lo sapevate che Forrest Gump non è una
sceneggiatura originale? In molti sicuramente starete rispondendo di
“no”.
Vale la pena
concentrare dunque l’attenzione su quei film che pensavamo fossero
opere originali ma che in realtà sono la versione filmica di libri
talmente anonimi da essere ignorati probabilmente anche dalle
famiglie degli stessi scrittori oppure da essere snobbati dalle case
editrici degli altri paesi nonostante il successo nazionale.
Certo,
ci sono stati esempi di pellicole che hanno avviato la loro base
letteraria al successo mondiale, come ad esempio “Non è un paese
per vecchi” dei fratelli Cohen che ha consegnato l’anziano Cormac
McCarthy alle librerie di tutto il mondo. Tuttavia, molti altri
romanzi, nonostante il successo dei film, non hanno mai avuto
l’exploit che tanto attendevano e ancora oggi restano ancora
sconosciuti ai fruitori del “cinema letterario”. Nella nostra
vita, ognuno di noi avrà visto ripetutamente un grande capolavoro di
Hollywood o un film d’azione intramontabile continuando ancora oggi
ad ignorare come e perché sia stato realizzato. Vi mostro una
personale classifica dei dieci film che non pensavate fossero tratti
dai libri:
10) Die Hard:
Trappola di cristallo.
“Trappola di
Cristallo”, il primo capitolo della saga di Die Hard, è ispirato
al romanzo “Nulla è eterno, Joe” di Roderick Thorp. Il regista
John McTiernan visionò lo scritto dell’autore suo connazionale e
decise di riprodurlo in un action movie rimasto nella storia
dei film d’azione a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90. Il successo
di “Trappola di Cristallo” fu tale che indusse gli autori a
realizzare ben quattro sequel, tutti interpretati da Bruce Willis,
quest’ultimo rimasto ancora particolarmente legato al personaggio
di John McClane.
9) Lo squalo
Uno dei film che ha
martoriato l’infanzia di molti di noi e che nel contempo ha
provocato un infarto a molti vecchietti negli anni ‘70 non è altro
che il risultato di un ottimo sodalizio tra il regista Steven
Spielberg e lo scrittore Peter Benchley.
Tratto dall’omonimo
romanzo del 1974, “Lo Squalo” sbancò ai botteghini e riuscì a
vincere ben tre premi Oscar per il miglior montaggio, il miglior
sonoro e la miglior colonna sonora, senza dimenticare la nomination
anche come miglior film. Il libro a sua volta fa riferimento a fatti
di cronaca realmente accaduti anni prima nel New Jersey e questo
bastò a Benchley per raccontare lo scontro tra il bene e il male
incarnato dal poliziotto Martin Brody (nel film interpretato da Roy
Scheider) e da un gigantesco scuola bianco affamato di carne e
assetato di sangue. Il film fu seguito da altri tre capitoli.
8) Psycho
Oggi come oggi è
probabile che sia più facile sapere e pensare che un classico del
brivido come “Psycho” sia tratto da un romanzo. Eppure, ancora
oggi mi capita di conoscere ancora molte persone abituate ad
accostare la pellicola soltanto al genio di Alfred Hitchcock piuttosto
che alla penna di Robert Bloch, il quale, nel 1957 riportò nero su
bianco la vera storia del serial killer Ed Gein.
Ovviamente non si
può negare che Hitchcock abbia saputo dare al film un’aria più
tetra e cupa rispetto a quella del romanzo, creando una scenografia
tale da incutere allo spettatore il timore che qualcosa possa
accadere anche quando si è lontani dal pauroso Motel gestito dal
folle Norman Bates.
Ad ogni modo, la trasposizione cinematografica
venne completata e presentata al pubblico nel 1960, diventando in
breve tempo uno dei massimi manifesti del “cinema del brivido” e
che consegnò a Hitchcock la fama di cui tutti noi siamo a
conoscenza. “Psycho” ottenne quattro nomination agli Oscar e
vinse il Golden Globe per la migliore attrice protagonista, Janet
Leigh. A esso seguirono anche tre sequel, uno spin-off, un remake e
una parodia.
7) Il silenzio degli
Innocenti
E’ inutile
provarci, prima che la saga di Hannibal Lecter avesse successo
nessuno di noi sapeva che “Il silenzio degli Innocenti” fosse
tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Harris. Di sicuro sono ancora
molti coloro che invece ignorano ancora del tutto questo particolare.
Il film di Jonathan Demme, realizzato nel 1991 con attori Jodie
Foster ed Anthony Hopkins, è stata la salvezza dell’intera saga
letteraria, infatti, nel 1986 Michael Mann aveva portato sul grande
schermo il primo romanzo su Lecter, ovvero “Il Delitto della Terza
Luna” (tradotto al cinema come “Manhunter: Frammenti di un
omicidio”) ma ebbe una risonanza talmente bassa da lasciare
momentaneamente in sordina il capolavoro di Harris.
Fu il secondo
capitolo di ambo le arti a creare un prodotto, cioè “Il silenzio
degli Innocenti”, destinato a diventare uno dei tre film (dopo
“Accadde una Notte” e “Qualcuno volò sul nido del Cuculo")
capaci di vincere i cinque principali Oscar, cioè per il miglior
film, miglior regista (Jonathan Demme), miglior sceneggiatura non
originale (Ted Tally), migliore attrice protagonista (Jodie Foster),
miglior attore protagonista (Anthony Hopkins). I libri furono seguiti
da altri due scritti mentre il film da due sequel, ovviamente
ispirati alle versioni cartacee, e il remake di “Manhunter”,
ovvero “Red Dragon”.
6) Rambo
Ebbene sì amici
miei, il cazzuto veterano della guerra del Vietnam, John Rambo,
interpretato dall’ intramontabile Sylvester Stallone, non è
totalmente riconducibile alla regia di Ted Kotcheff. Il romanzo
“Primo Sangue” fu scritto dal canadese David Morrell e pubblicato
nel 1972.
Negli anni a venire, le majors americane ebbero modo di
visionare il testo e sottoporlo all’attenzione degli sceneggiatori
(tra cui Stallone), per poi farne un film che uscì nelle sale
americane nel 1982, esattamente dieci anni dopo la sua pubblicazione.
Il successo di “Rambo” fu spropositato e i botteghini registrano incassi pari a un totale di 125 milioni di dollari, per
questo motivo vennero successivamente realizzate altri tre film
incentrati sulla storia del soldato.
5) Full Metal
Jacket
Considerato non solo
uno dei migliori film del compianto Stanley Kubrick, “Full Metal
Jacket” ha fatto la storia del cinema di guerra e ha fatto scuola
per via delle tematiche filosofiche e morali contenute al suo
interno. Come nel caso di “2001: Odissea Nello Spazio”, “Lolita”
e “Arancia Meccania”, anche questa pellicola è ispirata alla
letteratura, per la precisione a “Nato per Uccidere” di Gustav
Hasford.
Il libro piacque così tanto a Kubrick da indurlo a
rispettare buona parte del volume, elogiando tra l’altro a più
riprese la capacità di scrittura di Hasford. Il film ottenne diverse
nomination per vari premi ma alla fine ricordiamo in particolare un
“David di Donatello” al miglior produttore straniero. Nonostante
abbia ricevuto una sola nomination agli Oscar, “Full Metal Jacket”
risulta al novantacinquesimo posto nella classifica dei migliori
cento film della storia stilata l’AFI.
4) Forrest Gump
“Forrest Gump” è
uno dei miei film preferiti e ha avuto un impatto così forte
nell’immaginario collettivo e nella cultura di massa da diventare
una delle storie più belle di sempre raccontante al cinema.
Tuttavia, il capolavoro di Robert Zemeckis è ispirato all’omonimo
romanzo dello sconosciuto Winston Groom di cui, almeno io, ne so
davvero poco.
Scritto da Groom nel 1986, il personaggio di Forrest
Gump venne ricreato in carne e ossa nel 1994 dal regista di “Ritorno
al Futuro” e interpretato magistralmente da Tom Hanks che qualche
mese dopo vinse l’Oscar come migliore attore, bissando di
conseguenza la vittoria ottenuta un anno prima per “Philadephia”.
Il film ottenne altri cinque oscar per il miglior film, miglior
regista, migliore sceneggiatura non originale, miglior montaggio e
migliori effetti speciali. Titoli meritati per tutte le lacrime che
abbiamo versato di fronte alla commovente storia di uno degli eroi
più improbabili dell’intrattenimento cinematografico e letterario.
Letterario, appunto! Diamo merito anche all’ ingegno dell’incompreso
Winston Groom.
3) Chi ha incastrato
Roger Rabbit?
Incassi pari a 329
milioni di dollari a livello mondiale, sei nomination agli Oscar, tre
statuette vinte e un Oscar speciale fanno di “Chi ha incastrato
Roger Rabbit” uno dei film più originali e meglio riusciti di
sempre.
Con la regia del solito Zemeckis e la produzione di Steven
Spielberg, ci ritroviamo in un modo dove i cartoni animati di Disney,
Warner Bros., Metro Goldwyn Mayer, Paramount Pictures, Universal
Studios, Terrytoons, King Features Syndicate e Al Capp affiancano
l’attore Bob Hoskins (pace all’anima sua) in un modo che mai
nessuno spettatore cinematografico si sarebbe aspettato di avere
davanti agli occhi, così come per magia, strizzando gli occhi dinanzi alle
forme di Mrs Jessica Rabbit e morendo dalle risate per la simpatia
del coniglio antropomorfo Roger Rabbit. Ebbene, questo autentico e
irripetibile capolavoro è tratto dal libro di Gary K. Wolf, il
quale, a quanto pare avrebbe parlato del suo personaggio anche in
altri volumi.
2) Goodfellas! Quei
bravi ragazzi
Martin Scorsese è
un maestro del cinema e nessuno sa raccontare la mafia meglio di lui
nelle sue opere. “Godfellas!” è innanzitutto una storia vera,
riportata nel libro “Il delitto paga bene” del giornalista
statunitense Nicholas Pileggi.
Scorsese ebbe modo di seguire i fatti
che videro protagonista il gangster italo-irlandese-americano Henry
Hill e convocò Pileggi per buttare giù una sceneggiatura per la
realizzazione di un film. E che film! Il trio composto da Ray Liotta,
Robert De Niro e Joe Pesci venne ingaggiato per interpretare gli
spiegati Henry Hill, Jimmy Conway e Tommy De Vito, tutti e tre legati
alla famiglia malavitosa dei Lucchese. Sia il film sia il libro
raccontano uno spaccato della società americana, composta da
famiglie criminali italoamericane con specifici modus operandi e mai
lontane dalle tradizioni italiane. “Goodfellas!” ottenne critiche
positive ma agli Oscar ottenne una sola statuetta (a Joe Pesci come
migliore attore non protagonista) su sei nomination. I riconoscimenti
comunque non mancarono.
1) C’era una volta
in America
Il mio film
preferito, nonché la massima espressione del cinema targato Sergio
Leone. La romantica e controversa storia di Noodles comincia con il
romanzo “The Hoods” del criminale statunitense Harry Grey,
pubblicato nel 1952 ma ignorato da buon parte dei lettori.
In realtà,
la trasposizione cinematografica non è fedelissima al romanzo sia
per quanto riguarda lo scorrere degli eventi (che Sergio Leone tratta
in flashback invece assenti nella versione cartacea) sia per le caratteristiche dei personaggi sia per il fatto che il romanzo si conclude con la morte di Max, Patsy e Cockeye.
La vecchiaia dei personaggi viene aggiunta dal regista e l'identità di Noodles non viene mai rubata da Max che in realtà viene descritto da Grey come una persona totalmente diversa.
Robert De
Niro interpreta un Noodles romantico, passionale, legato ai suoi
amici e a tutto quello che hanno passato insieme. Nel libro di Grey
ho notato gli stessi particolari ma con un’autenticità d’animo
più lugubre rispetto al poetico protagonista di Leone.
“C’era
una volta in America” uscì nei cinema nel 1984 e ottenne risultati
deludenti negli USA per via del pessimo montaggio del produttore
Arnon Milchan, però ebbe un successo straordinario in Europa.
Soltanto negli ultimi anni, la pellicola è stata riconosciuta in
quanto film di alto livello anche dal pubblico d’oltreoceano.
Purtroppo, nonostante qualche riconoscimento, Sergio Leone non
ricevette alcuna nomination e quattro anni dopo sarebbe morto senza
mai portare a casa una statuetta.
Non lo avrei mai detto di Forrest Gump e C'era una volta in America, mentre di Roger Rabbit forse lo sapevo ma non lo ricordavo... Il resto lo sapevo, a partire da Rambo :)
RispondiEliminaMoz-
Perché sono libri che non hanno avuto ampia risonanza, forse per nulla. Inoltre, l'impatto dei film è stato così elevato da mettere in sordina le versioni cartacee
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