martedì 30 novembre 2021

Asterix in Iberia (vol. 14): Olè! La recensione


"Asterix in Iberia" è la 14esima storia a fumetti realizzata a fine anni '60 dal duo Goscinny/Uderzo riguardo alle avventure del villaggio gallico più famoso della storia. Da pochissimi giorni è in edicola questa nuova ristampa edita da Panini Comics e che esce più o meno ogni due settimane. "Asterix in Iberia" è stato stampato per la prima volta in Francia sulla rivista Pilote dal numero 498 (22 maggio 1969) al 519 (16 ottobre 1969). Dopo la serializzazione in episodi, la casa editrice Dargaud pubblicò il cartonato unico alla fine del medesimo anno.

Anche in Italia il percorso è sempre stato lo stesso: Mondadori ne acquistò i diritti nel 1970 e negli anni a seguire ripropose l'albo in diversi formati e altrettante versioni. Nel 1980 fece la sua prima apparizione sull'immancabile rivista "Il Giornalino" che in seguito pubblicò un volume unico messo in allegato in una delle sue uscite.

La trama (no spoiler, non si può mai sapere)

Siamo nel 46 a.C.: è passato un anno da quando Giulio Cesare ha sconfitto le truppe di Pompeo e ha preso possesso della penisola Iberica, ma tuttavia c'è un villaggio di Iberi che non è disposto ad arrendersi. I romani quindi rapiscono Pepe, il figlio del capovillaggio noto con il nome di Salsadipeperon y Monton. Se riavere suo figlio, l'uomo dovrà accettare di sottomettersi al dominio invasore. 

Intanto, Giulio Cesare decide di spedire il bambino in Gallia, per la precisione ad Armorica: grave errore quello dell'Imperatore. Asterix e Obelix liberano Pepe e partono alla volta della Spagna per ricondurlo dalla sua famiglia. Il viaggio sarà ricco di insidie. 


Un sguardo all'albo

Il fumetto di Asterix è noto per essere ricco di riferimenti storici. Si parre ovviamente dalla data in cui le truppe di Gneo Pompeo il Giovane capitolarono alla fine della battaglia di Munda: questo sancì la conquista definitiva dell'Impero Romano

Non va dimenticato che Asterix è un'opera comica, basata sulla parodia degli stereotipi. Anche in questo caso gli autori non si tirarono indietro e puntarono tutto sulla Spagna. Durante il loro viaggio verso il villaggio di Pepe, molte sono state le mete raggiunte dai nostri eroi, i quali hanno attraversato la zona  dal nord-est al sud-ovest: Pamplona (Pampaelo), Coca (Cauca), Segovia, Salamanca (Helmantica), Cordova (Corduba) e infine Siviglia (Hispalis). Eppure, il cammino di Asterix, Obelix e Pepe viene rallentato dal traffico delle strade iberiche, finite nel caos a causa dei numerosi turisti Galli e Goti intenti a recarsi in Spagna: si tratta della parodia della Spagna odierna che viene presa continuamente presa d'assalto dai turisti in qualsiasi momento dell'anno, anche in inverno. 


È singolare il fatto che Obelix sia riuscito a imparare alcune danze tzigane di un gruppo di zingari spagnoli, persone che Pepe definisce "gentilissime e molto educate, che non fanno altro che cantare e ballare". In effetti Obelix tenterà di insegnare queste movenze ai compagni Galli a fine albo e poi ci riproverà in "Asterix in America" dopo essersi ritrovato faccia a faccia con una tribù di pellerossa. A differenza delle storie precedenti, gli autori non si sono concentrati sull'accento degli spagnoli ma si sono limitati a fargli usare espressioni e interiezioni tipiche della penisola, come ad esempio il classico "olè". 


Poteva poi mancare il riferimento a Don Chisciotte? Basti leggere tavola 28 dove è possibile assistere a una riproduzione del combattimento contro i mulini a vento. C'è anche un momento dedicato alla Corrida che a quanto pare alla fine sarà reputata come invenzione di Asterix durante un combattimento con un toro. 

Nella tavola di apertura c'è poi una scena in cui Giulio Cesare tira un orecchio a un suo legionario: è un riferimento a un'analoga consuetudine di Napoleone Bonaparte m l'interpretazione iberica del gesto fa riferimento a un'usanza della corrida, per la quale ai toreri meritevoli viene consegnato come riconoscimento un orecchio e la coda dell'animale ucciso. 

Non finisce qui perché nella parole di Pepe rivolte a Cesare "non passerai, romano!" sembra esserci un rimando al motto ¡No pasarán! che era molto diffuso dagli antifranchisti durante la Guerra Civile in Spagna. Restando in tema, ci sono anche molti riferimenti al regime dello stesso Franco, il quale all'epoca della realizzazione del volume era ancora al potere in Spagna. Esempio lampante è il fatto che i legionari di stanza portano tutti delle uniformi diverse da quelle degli altri (una toga celeste con una sciarpa rossa attorno al collo) che richiamano quelle dei membri della Falange, e nella trentanovesima tavola appare il governatore romano della città di Hispalis, un anziano e dispotico Generale il cui nome non viene mai menzionato. Il pescivendolo del villaggio, Ordinalfabetix, infatti, quando accetta di affittare il suo peschereccio ad Asterix chiede di essere pagato in Menhir, perché gli serve per un terreno di sua proprietà. Una didascalia informa che questo posto è proprio presso Carnac


Proprio il pescivendolo Ordinalfabetix fa il suo esordio all'interno del villaggio gallico di Asterix e Obelix. Lo vediamo per la prima volta insieme a sua moglie Ielosubmarine (immancabile omaggio alla canzone "Yellow Submarine" dei Beatles). Ordinalfabetix farà molte apparizioni negli albi successivi e spesso verrà preso in giro per la qualità dei suoi prodotti. Oltre a questa new entry, il lettore può notare anche la prima zuffa tra i membri del villaggio dell'Armorica. Ebbene, le risse saranno poi sempre più frequenti, come un divertente passatempo. 

Le avventure di Asterix tornano la settimana prossima con il numero 15 "Asterix e la Zizzania". 

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3 commenti:

  1. Da amante di Asterix e abitante della Spagna da vari anni, questo album lo posseggo in cinque (se non sei) lingue diverse. La tavola della settimana santa a Sevilla coi druisi che sfilano coi capirotes dei nazarenos è da incorniciare! Bello il tuo articolo, che coglie moltissimi degli elementi che fanno grande questa storia, complimenti! :--)

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    1. Azz vivi in Spagna? Comunque sì, è stato anche questo un gran bell'albo.

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    2. Eh si, da qualche anno ormai! :--)

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