Riflessioni, esperienze, ricordi, scelte, insegnamenti, prese di coscienza, rimpianti e messaggi di speranza. Tante cose si possono notare all'interno di "Strappare lungo i bordi", la serie animata del fumettista Zerocalcare lanciata recentemente dalla piattaforma Netflix e che ha già riscosso un ottimo successo dai fans e dalla critica.
Si tratta del primo lavoro di animazione da parte di Michele Rech (vero nome di Zerocalcare). La serie è stata prodotta da Movimenti Production, in collaborazione con Bao Publishing. L'animazione dei sei episodi è opera della DogHead Animation Studio, mentre Sound Design e mix sono stati affidati a Massimo Cherubin per RainFrog. Dopo quasi un anno di attesa dall'annuncio dell'opera, finalmente abbiamo potuto seguire l'ultima fatica del fumettista romano (non chiamatelo "aretino") che già da uno dei teaser trailer lascia capire un sacco di cose: come ad esempio la nostra capacità di complicarci la vita quando al mondo esistono soluzioni migliori. Vedere per credere!
Il trailer definitivo di "Strappare lungo i bordi" invece è stato lanciato il 18 ottobre 2021. La colonna sonora invece è stata composta da Giancane ed è compresa nell'album "Strappati lungo i bordi" che è uscito proprio nello stesso periodo della serie, all'interno della quale possiamo ascoltare brani musicali di Tiziano Ferro, Manu Chao, Ron, Jonathan Lloyd & Clif Norrell, M83, Max Brodie, Fauve, Gli Ultimi, Klaxon, Band of Horses, Billy Idol e i Generation X. La maggior parte di queste tracce sono state scelte dallo stesso Zerocalcare.
"Strappare lungo i bordi" è la sintesi di due viaggi: uno che ripercorre i momenti salienti della vita del protagonista e poi l'altro verso la città di Biella, dove si concentra l'elemento più importante della trama. Apparentemente, sembra che la serie presenti solo degli spezzoni e nessuna sceneggiatura ben delineata, invece è una storia completa che tratta in primis il vissuto di una persona e poi un evento che caratterizza non solo la sua vita ma anche quella altrui.
Zero, Sarah e Secco |
Zerocalcare utilizza la sua solita ironia, accompagnato dagli amici fedeli Sarah e Secco. Ovviamente non va dimenticato l'Armadillo, la materializzazione animalesca della sua coscienza, quel grillo parlante che riesce a farsi ascoltare e a prendere di petto i problemi del suo "Pinocchio". Dal primo episodio, Zero parla di quando era ragazzo, il G8, lo scudetto della Roma ai tempi della maturità ma anche delle prime cotte. È qui che vediamo Alice, un personaggio che si rivelerà molto più importante di quanto si possa pensare: è colei che riempirà ogni vuoto del protagonista, il quale a sua volta riempirà le mancanze di lei.
Alice e Zero |
Tra i temi si trovano quelli della monotonia vista come un male esistenziale, il rapporto con le donne e la tecnologia, l'importanza e le conseguenze delle scelte fatte, il mondo del lavoro in Italia, il controllo della propria esistenza, il tempo che passa inesorabile e l'accettazione dei dispiaceri della vita. Davanti a ciascuna di queste situazioni, Zerocalcare sembra piangersi addosso usando quel suo inconfondibile modo di esprimersi in romanesco, usando espressioni tipiche della Capitale e del quartiere di Rebibbia, dove è cresciuto. Eppure, c'è sempre qualche elemento che gli permette di fare un passo indietro e capire che dietro a ogni cosa c'è un senso, per non parlare di un significato da apprendere e diffondere al prossimo.
Non solo l'Armadillo. Zerocalcare affronta ogni problema da piccolo grazie all'aiuto di Sarah e Secco, i quali sono le sue controparti. La ragazza è la manifestazione del lato femminile dell'autore, ciò che lo induce a studiare il mondo delle donne, i loro problemi e a dare risposte alla vita come solo una donna farebbe. Sarah è il personaggio emotivamente più forte del gruppo ed è quello che l'autore avrebbe sempre voluto avere per la sua opera. Quindi, dopo l'Armadillo, ecco un altro sdoppiamento del personaggio (ovviamente non è una novità visto che questi personaggi esistono dagli albori della carriera del fumettista). E Secco? Questo personaggio (osannato in questi giorni per il tormentone "annamose a pija er gelato!") è il menefreghismo assoluto che Zerocalcare (ma anche l'italiano medio) vorrebbe vivere almeno ogni tanto: un calcio nel sedere ai problemi, alle complicazioni, alla lotta per la sopravvivenza. Secco vive il momento senza porsi cosa accadrà domani: questo è un aspetto da un lato apprezzato da Zero, ma dall'altro anche molto criticato perché nella vita non si può aspettare che siano le occasioni a venire da noi. Diciamo che Secco è una di quelle persone che non vorremo mai essere (su certi aspetti) ma la sua leggerezza a volte è quasi invidiabile.
Non si sfugge all'Armadillo, non si sfugge alla propria coscienza |
Il nostro eroe mostra una sensibilità fuori dal comune. Ci sono circostanze in cui crede di aver potuto far del male alle persone che hanno fatto parte della sua vita (in qualche modo): la maestra alle elementare, i ragazzi a cui faceva ripetizioni, la dolce Alice, sua madre e sé stesso. Eppure, come dice proprio la mitica Sarah più volte, non dobbiamo per forza ritenerci fili imprescindibili delle trame dell'universo: certe cose accadono e noi siamo come fili d'erba, siamo un numero che fa parte di quel viaggio chiamato vita e ci vede in qualche modo in prima linea nella vita di alcune persone oppure, in altre circostanze, siamo solo qualcosa di passaggio che non lascia il segno. Zero si addossa i propri problemi e in alcuni casi è anche pronto a scaricarli su un mondo difficile: viviamo in un Paese difficile, non tutto può andare male perché siamo sempre incapaci di compiere qualcosa. Il bello del profilo del personaggio è proprio questo suo andare avanti indietro tra convinzioni, presunzioni, debolezze e consapevolezze. È questo che lo rende il più umano tra tutti i suoi compagni di viaggio: è questo mettere a nudo al sua personalità che lo porta a diventare un eroe incompreso.
Non è un caso che, fino a metà dell'ultima puntata, sia proprio Michele Rech a doppiare tutti i personaggi, tranne per l'Armadillo la cui voce è legata al nome dell'attore Valerio Mastandrea (che rivedremo prossimamente nel film di Diabolik a dicembre). Solo alla fine Sarah, Secco e tutti gli altri parlano con la propria voce (quindi altri doppiatori) perché si indica il momento in cui Zerocalcare accetta di non essere il centro del mondo o la causa di ogni cosa. È come se uscisse da uno stato di trance che lo vedeva sempre a parlare da solo e dei suoi problemi. Non guarda più con scetticismo le persone e le cose ma le ascolta senza imitarne le voce e le guarda mettendoci colori più vivi. Il viaggio per Biella è la ciliegina sulla torna per completare una serie animata molto romanzata, un percorso di vita che mette bene o male tutti dinanzi alle situazioni migliori ma anche a quelle peggiori. Vita e morte, gioie e dolori: la genialità dell'autore è tutta qui, parlare di una vita che si intreccia con altre vite. La storia di Zero è la storia di tanti altri individui (chi con qualche problema in più e chi con qualche problema in meno). Chi se la passa bene non vuol dire che viva meglio di chi ha qualche problemino in più.
Siamo come fili d'erba... |
Il tutto, come ci spiega più volte Zero e come riportato dal titolo della serie, sta nel sapere strappare per bene i bordi del foglio. Se si va fuori bordo si rischia di rovinare il foglio e magari il disegno contornato dai tratti: non sarebbe mai la stessa cosa rispetto a un ritaglio perfetto. Strappare male e uscire dai binari corrisponde agli errori che possono segnarci, quindi bisogna fare molta attenzione. Questa è la straordinaria similitudine creata dall'autore e messa nell'anima della sua opera.
strappare lungo i bordi, per favore! |
Sinceramente non comprendo le critiche per il linguaggio dialettale della serie. Non ho mai capito come faccia certa gente a non capire il romanesco, il dialetto probabilmente più vicino all'italiano. Certamente avrà i suoi modi di dire (lo so perché ho vissuto tre anni nella Capitale) eppure personalmente ho trovato ogni frase perfettamente comprensibile. Magari, chi avanza questa critica è abituato i sottotitoli di Gomorra o quelli degli anime giapponesi. Nella peggiore delle ipotesi potremmo anche parlare di quei tipetti dall'alta ego nobiliare che se ne escono con "io non parlo dialetto, non lo capisco e non mi appartiene". La verità è che in molti state scoprendo solo Zerocalcare, ma se non sapete chi è Zerocalcare, fareste meglio a leggere solo i necrologi sui giornali. Se poi volete fare una cosa veramente buona, allora leggete i suoi fumetti e studiate la sua biografia: vi renderete conto di tante cose e del fatto che lui abbia usato questa arte anche per avviare denunce e lotte sociali. Si potrebbe dire tanto altro ancora se magari leggeste Internazionale, L'Espresso e altre riviste simili. Eppure, meglio fermarsi qui!
Anzi no! In questa serie troviamo tanti rimandi alla cultura nerd: Star Wars, Stranger Things, La Casa di Carta, Il Trono di Spade, Evangelion e tanti altri riferimenti a film, telefilm, cartoni, manga, fumetti e anime.
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Ma davvero nella colonna sonora non ci sono Apparat e Bronskie Beat?! Vere chicche sonore della serie..
RispondiEliminacuriosità: Kobayashi sul citofono è per il disegnatore giappponese o per I soliti sospetti?! ;)
esatto, l'avvocato di Kayer Soze
EliminaA me ovviamente è piaciuta tantissimo, Zero ha saputo fare una serie animata senza snaturarsi. Sono veramente felice della nuova ondata di successo che sta avendo
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