- Lontano dagli occhi lontano dal cuore - Dicembre 2020. Originariamente pubblicata su Internazionale;
- Romanzo Sanitario - Marzo 2021. Originariamente pubblicata su L'Espresso;
- La dittatura immaginaria - Maggio 2021. Pubblicata originariamente su Internazionale;
- Etichette (Se cadono le montagne) - Luglio 2021. Pubblicata originariamente su Internazionale;
- Il Castello di Cartone - Inedito.
Lontano dagli occhi lontano dal cuore
In questa storia, pubblicata nel dicembre 2020 su Internazionale, Zerocalcare affronta la spinosa questione del covid all'interno delle carceri italiane, partendo da Rebibbia e passando per Napoli, Salerno, Santa Maria Capua Vetere, Modena Rieti e Bologna.
l fulcro della trama si concentra sulle rivolte legate all'emergenza coronavirus e al fatto che il Governo, attuando le ormai note misure restrittive, abbia privato ai detenuti qualsiasi contatto e incontro con i parenti: nessuno esce e nessuno entra. Oltre a questo, scopriamo un viaggio sulle varie contraddizioni delle leggi e delle normative legate alla gestione delle varie tipologie di carcerati, le possibili implicazioni dei gruppi mafiosi, le repressioni, le violenze e i contagi.
Zerocalcare intervista chi ha vissuto in prima persona questi tragici eventi sia in maniera diretta sia in maniera indiretta. Lo vediamo parlare con ex detenuti, parenti di alcuni di loro usando quel suo stile inconfondibile caratterizzato da un linguaggio diretto, ironico e la trasformazione dei personaggi in animali antropomorfi, quindi con un significato specifico. "Lontano dagli occhi lontano dal cuore" riporta i numeri di una guerra che ci scorre accanto, nascosti solo dal muro di una casa circondariale.
In questa storia, l'autore prende in giro l'informazione italiana e il governo cercando di non uscire mai dalle righe. Vistose le parodie verso Mario Giordano e Barbara D'Urso (giusto per fare degli esempi). Zerocalcare mostra una certa sensibilità nei confronti delle condizioni di chi vive in galera, soprattutto in merito ai diritti di queste persone e al precario equilibrio tra l'aspetto militare/punitivo e quello civile rieducativo della legge sull'ordinamento penitenziario del 1975.
Romanzo Sanitario
Questa storia è stata pubblicata per la prima volta sulla rivista L'Espresso, nel marzo 2021. Siccome all'epoca ho comprato quel numero per poi recensire "Romanzo Sanitario", preferisco allegarvi il link e rimandarvi direttamente al testo di riferimento.
In parole povere si parla del "politicamente corretto" e del fatto che bisogna stare fin troppo attenti a quello che si dice e come si dice sia dal vivo sia sugli strumenti di comunicazione di massa (social, radio, tv, giornali e perché anche fumetti). Su molti aspetti mi trovo decisamente d'accordo con l'analisi di Zerocalcare perché ogni parola può rischiare di essere offensiva, scorretta, discriminatoria anche se pronunciata senza malizia e cattiveria. Il problema del "politicamente corretto" sta nel fatto che è stato premuto e spremuto oltre ogni limite, creando ad esempio delle circostanze contraddittorie in cui chi dovrebbe essere censurato rischia di passare per vittima.
È lecito che nel tempo venga ridimensionato lo spazio concesso ad alcune figure che hanno sempre avuto voce , per darne a chi finora non l'aveva? Dipende, forse. Fatto sta che l'autore è convinto che nulla ha senso se non c'è confronto tra le varie parti in causa: senza quello "ci possiamo fare solo le pippe".
C'è praticamente tutto: i contatti con Netflix, il coinvolgimento di Movimenti Production (la casa di produzione della serie) e Bao Publishing (la casa editrice di Zero) e l'ansia prima dell'esame finale. Il protagonista descrive questa fase della sua produzione in cinque stati d'animo, ognuno incarnato da un demone interiore, un fantasma diabolico difficile da mandare via: la Protervia (la fissazione che è meglio lavorare da solo), il lavoro collettivo (e la paura che gli altri possano rovinare la tua opera); la censura, la purezza politica e la paura di fallire.
Come anticipato, ognuna di queste situazioni è stata incarnata da cinque creature differenti: una torcia umana (chiamiamola così), un gigantesco uomo di legno dotato di una multitesta, un pollo inquietante, un indistruttibile cavaliere armato di spada e una creatura orribile che rappresenta il "boss finale". Zero riesce a trovare un accordo con ciascuno dei suoi sentimenti, tranne con la censura (che è l'unica a non portare con sé durante il suo viaggio immaginario) e il mostro finale (la paura di fallire deve essere uccisa). Alla fine dell'avventura c'è infatti un pozzo all'interno del quale Zero deve buttarsi: solo attraversando le proprie paure e il buio più ignoto potrà scoprire quale sarà il suo destino e quella della serie.
Ebbene, tornando al discorso di prima, Zerocalcare supera ognuno dei suoi tabù. Impara a lavorare insieme ai suoi collaboratori e scopre che è soprattutto grazie a loro se la serie è uscita fuori bene. Non si fa piegare dalla censura e lascia la parte in cui cita i fatti del G8. Mantiene anche la sua purezza politica, infischiandosene altamente della probabilità di apparire come "venduto". Impara anche a mettersi nei panni delle donne, parlando dei loro problemi anche di mero carattere tecnico come "i bagni pubblici" (vedi gli episodi della serie). Infine, supera la paura del fallimento: almeno c'ha provato e guardando il risultato finale n'è valsa sicuramente la pena.
Un'altra ottima raccolta di Zerocalcare, anche se avevo già letto (quasi) tutto non potevo non prenderla..e l'inedito illustra splendidamente cosa c'è stato dietro alla realizzazione della serie, sia tecnicamente sia nella mente dell'autore, che come noto è così ansioso
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