[Fumetti Bonelli] Dylan Dog 425 - I predatori: la recensione. In questo albo si affronta il tema dei rifugiati e delle vittime di una guerra civile in Costa d'Avorio.
Ecco "I predatori": l'albo 425 di Dylan Dog
In edicola e in fumetteria è arrivato Dylan Dog 425, il primo albo di questo 2022 intitolato "I predatori". Si tratta di una storia molto bella che affronta temi importanti, cercando di mettere in risalto nel contempo qualcosa che riconduca alle tipiche indagini da incubo del nostro inquilino di Craven Road. La sceneggiatura è stata scritta da Gabriella Contu, i disegni sono stati realizzati da Daniele Caluri. La copertina è opera di Gianluca e Raul Cestato e mette in primo piano Dylan Dog alla prese con un leone.
La trama in breve (no spoiler)
Un ex professore dell'Università di Abdijan vive da alcuni anni a Londra dopo essere fuggito dalle violenze della guerra civile in Costa d'Avorio: la sua vita viene sconvolta dall'apparizione di alcune anime dannate. Perché gli spiriti lo tormentato? Dylan Dog viene ingaggiato da quest'uomo per scoprire la verità ma sopratutto una terribile storia di abusi, violenze, sangue e morte.
Immagini prese dal sito sergiobonelli.it |
Recensione
"I predatori" non è una storia da incubo al cento per cento. Tuttavia sembra che in questa occasione il fumetto della Bonelli abbia provato a seguire la falsariga di altre opere che negli ultimi tempi si sono concentrate particolarmente sulla trattazione di argomenti molto particolari e delicati. Se le mie ricerche sono esatte, il passato di alcuni personaggi dovrebbe essere legato ai fatti accaduti realmente in Costa d'Avorio (per almeno un decennio) a partire dal 2002, per la precisione nel periodo del governo Gbagbo.
Ad ogni modo, questo volume recupera non solo quanto accaduto in Costa d'Avorio ma anche il fascino dell'Africa, dove gli animali lottano tra loro per sopravvivere: si tratta di una continua e straordinaria metafora di vita che mette a dura prova il desiderio di sopravvivenza di coloro che hanno preso parte alla proteste contro il governo ivoriano di quel periodo. Vittime di una terra difficile, queste persone hanno dovuto fare anche i conti con i mercanti di uomini che giocano ripetutamente con la vita di ostaggi e migranti.
Cosa vuole dire vivere in prima persona un'esperienza simile? Vuol dire che in qualche modo i fantasmi del passato, prima o poi, tornano per motivi che Dylan dovrà comprendere evitando di commettere errori di valutazione. Un grande velo di mistero avvolge la trama e tutto ciò che appare sulle tavole potrebbe riservare qualcosa di scontato, ma è solo apparenza perché le cose sono più complicate rispetto a quanto si possa immaginare. "I predatori" presenta una sceneggiatura che tende a comporsi poco alla volta come un puzzle: tutto comincia ad avere un senso solo mettendo insieme tanti piccoli pezzi. Realtà e incubo si mescolano, compiendo un viaggio avanti e indietro tra Londra e l'Africa, rendendo complicata la distinzione tra illusione e materialità.
I disegni sono decisi, fatti molto bene e riescono a tirare fuori l'essenza della storia. Ripeto, non parliamo del tipico Dylan Dog ma confesso che questo albo non m'è dispiaciuto per nulla e per questo motivo può essere promosso senza problemi. Diciamo che il finale viene rivelato in maniera molto semplice ma del resto in 98 pagine non ci possono entrare troppe situazioni.
Dylang Dog torna in edicola il 26 febbraio con l'albo numero 426 "La morte in palio".
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