lunedì 28 febbraio 2022

Asterix e gli allori di Cesare: la ristampa del volume 18. (Fumetti Panini Comics)


Asterix e gli allori di Cesare: la ristampa del volume 18. Ecco un piccolo sguardo sui fumetti rilanciati da Panini Comics.

Asterix e gli allori di Cesare è in edicola!

"Asterix e gli allori di Cesare" è il volume numero 18 delle avventure realizzate da Goscinny e Uderzo. Panini Comics porta avanti l'opera di ristampa del fumetto francese che questa volta vede Asterix e Obelix alle prese con una missione molto complicata ma anche tanto divertente. Questo è albo fu pubblicato per la prima volta in Francia sulla rivista Pilote dal numero 621 (30 settembre 1971) al 642 (24 febbraio 1972). Poco tempo dopo poi fu pubblicata una versione intera in formato cartonato nel 1972 da Dargaud. Oggi, come tutti i suoi predecessori e successori, questo albo appartiene alla casa editrice Hachette Livre che come ormai ben sappiamo, anni fa, ottenne tutti i diritti sull'opera da parte delle famiglie degli autori.

In Italia anche "Asterix e gli allori di Cesare" ha esordito grazie alla solita Mondadori nel 1972. Tuttavia la prima versione non fu pubblicata interamente, bensì andò a puntate sulla rivista "Il Mago" (appartenente sempre a Mondadori). Tra l'altro, questa storia e la successiva "Asterix e l'indovino" furono le uniche ad apparire su tale rivista. In seguito sono state fatte varie ristampe in volumi di varie dimensioni e in diversi stili di colorazione. Immancabile ovviamente anche l'appuntamento sul "Il Giornalino" nel 1980.

La trama in breve (no spoiler)

Abraracourcix, il capo dei Galli di Armorica, è costretto a recarsi a Lutezia per far contenta la moglie. Non si tratta solo di shopping perché la coppia (accompagnata da Asterix e Obelix) si ferma a pranzo da Omeopatix, fratello di Beniamina e quindi cognato di Abraracourcix. Tra i due però non scorre buon sangue e c'è una forte rivalità: a causa dei fumi del vino, Abracourcix grida al parente che è in grado di fargli mangiare una pietanza speciale cucinata con l'alloro di Giulio Cesare. Asterix e Obelix, quindi, dovranno recarsi a Roma e rischiare tutto pur di accontentare il loro capriccioso capo.


Uno sguardo al volume

"Asterix e gli allori di Cesare" è senz'altro una delle storie più divertenti partorite dalla mente del duo Goscinny/Uderzo. A far da mattatore è come sempre Obelix che si ritrova al centro di sketch esilaranti. Come tutti i racconti dei Galli più famosi dei fumetti, la lettura a tratti appare impegnativa ma non pesante, anche perché è sempre necessario tenere in piedi una trama che spesso ricorre a chiarimenti e precisazioni. 


Non possono mancare però i soliti riferimenti storici, cioè il piatto forte degli eroi di Armorica. A Roma, ad esempio, è risaputo che ci fosse stato uno dei più vivi mercati di schiavi dell'antichità: c'è davvero di tutto e siccome Asterix e Obelix hanno bisogno di entrare nel palazzo di Cesare allora è necessario offrirsi come mercanzia umana. Hanno addirittura la capacità di autotrattarsi e stabilire un prezzo irrisorio al potenziale acquirente.

Per una volta poi ci sono anche punti che non hanno riscontro con la realtà, come nel caso della descrizione del palazzo dell'Imperatore romano oppure nell'annuncio della sua campagna contro pirati. A dirla tutta, andando ad analizzare le biografie complete su Giulio Cesare, è possibile notare che nel 74 a.C. fu rapito dai pirati che lo tennero come prigioniero per poco più di in mese sull'isola di Farmacussa: una volta tornato in libertà non manco una campagna di repressione ai danni di chi gli inflisse tale disonore. È innegabile che gli autori avessero grande considerazione dell'Imperatore, anche perché loro stessi un tempo dichiararono di rispettare molto la sua figura ed è per questo che tale albo fu dedicato proprio a lui. Dulcis in fundo, proprio Giulio Cesare è l'unico personaggio storico di "Asterix" a non essere mai realmente parodizzato.


A tavola 12 c'è una citazione artistica: c'è uno schiavo greco che durante l'esposizione assume varie pose che rimandano a "Il pensatore di Rodin", il Gruppo del Laocoonte e il Discobolo. La frase "Delenda Carthago", con cui sia l'avvocato difensore sia il pubblico ministero aprono i loro discorsi durante il processo ad Asterix e Obelix, riporta alla mente il motto di Catone il censore. Infine, ci sono alcuni graffiti lungo il muro della prigione in cui i due Galli sono stati imprigionati a un certo punto della storia: tali scritte riportano "Ancora pochi giorni", "Morte ai leoni", "Gloria victis" (parodia del più noto Vae victis) e "Veritas odium parit".

Le avventure di Asterix torneranno tra pochi giorni in edicola e in fumetteria con il 19esimo numero "Asterix e l'indovino". 

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