"Chi sta bussando alla mia porta?" è il primo film lungometraggio del regista italoamericano Martin Scorsese. Si tratta di una pellicola risalente al 1967 ed è stata realizzata dopo "What's a Nice Girl Like You Doing in a Place Like This?" (1963), "It's Not Just You, Murray!" (1964) e "The Big Shave" che sono stati i primi cortometraggi del cineasta.
Il titolo in lingua originale di questo lavoro è "Who's That Knocking at My Door?" ed è stato prevalentemente elaborato dallo stesso Scorsese che tuttavia ha ricevuto alcuni aiuti e spunti per scrivere questa storia molto particolare e con una logica tutta sua. La fotografia fu affidata al duo Richard H. Coll e Michael Wadleigh, mentre il montaggio fu opera della grande Thelma Schoonmaker (che da questo momento sarà una delle persone più fidate e care al regista). Il cast di attori avvia il sodalizio con Harvey Keitel, il quale sarà affiancato dalla bella Zina Bethune.
A partire da questo primo film notiamo la presenza di protagonisti italoamericani, da sempre molti cari a Scorsese per via delle sue origini siciliane. "Chi sta bussando alla mia porta?" racconta la storia di J.R. (per gli amici Charlie) e della sua contorta relazione con la bella Katy.
Tra i due nasce un amore corrisposto da ambo le parti ma ben presto il loro rapporto sarà caratterizzato da una rivelazione scioccante da parte della ragazza: ha perso la verginità perché in passato è stata violentata dal suo ex.
J.R. è un cattolico convinto e non può digerire questa cosa. È talmente legato alla castità prima del matrimonio che non riesce a guardare oltre, ad esempio al dramma della fidanzata. Alla fine, dopo aver parlato con il suo confessore, il giovane si decide a "perdonare" la fanciulla per il suo "peccato" e questo incrina in via definitiva la loro storia: non ci sarà nessun matrimonio.
La realizzazione e la produzione del film
"Chi sta bussando alla mia porta?" in principio fu pensato come il secondo capitolo di una trilogia dedicata alla generazione di Scorsese, quella che in quegli anni nacque e crebbe a Little Italy. Il regista partì con una sceneggiatura di circa 40 pagine il cui scopo era esporre la storia di un gruppo di fedeli 18enni impegnati in un ritiro religioso di tre giorni presso un collegio gesuita. Infatti, il titolo era "Jerusalem, Jerusalem".
Non a caso il protagonista, Charlie, avrebbe dovuto essere il personaggio principale non solo di questo film (che poi sarà "Chi sta bussando alla mia porta") ma anche del primo gangster movie di Scorsese, cioè "Mean Streets". Ad ogni modo, il tema principale della pellicola del 1967 fu quello della religione e delle tentazioni della sessualità: argomenti che in realtà affliggevano in particolare Scorsese, il quale puntò a creare J.R. come una specie di suo alter-ego, inserendo connotazioni autobiografiche nel suo profilo e nei fili della trama.
Oltre alla religione e al sesso, un altro elemento che accomuna l'autore al suo personaggio è la grande passione per il cinema che tuttavia non basterà a evitare il "bad end" nella parte conclusiva. Abbiamo a che fare con un prodotto forte, deciso, con una struttura nel contempo dilatata. "Chi sta bussando alla mia porta?" doveva essere qualcosa di aggressivo e anche molto realistico. Scorsese riuscì a raggiungere questo risultato dopo un iter molto lungo e complicato.
Tutto ebbe inizio nel 1965 quando il giovane Martin aveva pensato di trasporre la sceneggiatura in video allo scopo di realizzare la sua tesi di laurea. Realizzare però tale progetto prevedeva un auto finanziamento e il padre del regista riuscì a racimolare la bellezza di 6mila dollari tramite prestito studentesco. Fin qui tutto bene: l'idea c'era, i soldi pure e anche la pretesa di realizzare il film in 35 mm bianco e nero insieme ai colleghi sulla East Coast. Purtroppo la cosa vide un inizio ma non una fine.
La sceneggiatura era divisa in due parti: la prima descriveva in maniera fedele la vita di Scorsese e dei suoi amici da giovani, quando erano nullafacenti e passavano le giornate seduti o a girare in macchina; la seconda era basata su incontri sessuali e le domeniche in chiesa. Lavorando con molto impegno si arrivò a concepire una prima versione della pellicola con il nome "Bring omn the Dancing Girls" ma il risultato poco convincente a partire dalla prima proiezione (durata 65 minuti) che fu un autentico disastro.
Nel 1966 Scorsese rimise di nuovo mano sulla sceneggiatura insieme all'amico Mardik Martin, mentre altri compagni d'avventura come Haig Manoogian e Joe Weill si offrirono di finanziare la produzione mettendo sul tavolo 37mila dollari utili per il completamento del film. Per le riprese si puntò su una Eclair 16 mm anche se non fu escluso l'inserimento di scene girate in 35 mm. Per fortuna il regista abbandonò l'idea di raccontare il film solo con le immagini e senza i dialoghi, così richiamò Harvey Keitel e ingaggiò come attrice Zina Bethune.
Una volta finito tutto, "Chi sta bussando alla mia porta?" fu presentato al Chicago Film Festival ma con un altro titolo, cioè "I Call First". Questo però non bastò a permettere a Scorsese e al suo staff di far esordire questo primo lungometraggio nelle sale cinematografiche. Altrettanto insufficiente fu anche il peso che la critica ebbe, pur se in maniera positiva, verso il film. Come risolvere quindi quest'ultima grana? La soluzione arrivò quando Scorsese partì per un periodo in Europa e a Parigi conobbe qualcuno che gli garantì che la Joseph Brenner Associates lo avrebbe aiutato a farlo esordire nella sale. Sapete però di cosa si occupava questa azienda? Distribuzione di film erotici (o porno soft-core, fate voi).
Scorsese però avrebbe dovuto promettere ai suoi distributori l'inserimento di una scena di nudo all'interno della trama. La scena in questione fu dunque girata ad Amsterdam perché a Parigi non fu possibile a causa di una protesta studentesca lungo le strade della capitale francese. Come colonna sonora fu scelta "The End" dei Doors. C'è un aneddoto divertente che Scorsese ha raccontato in alcune sue biografie: arrivato alla dogana riuscì a nascondere pellicola e colonna sonora nelle tasche dell'impermeabile per evitare complicazioni nel far uscire il materiale dalla Francia e dall'Europa. Una volta tornato negli Stati Uniti, il tutto fu assemblato e Scorsese poté diffondere nelle sale cinematografiche il suo film dal titolo definitivo "Chi Sta Bussando alla mia porta?".
"Chi sta bussando alla mia porta?" è definito dallo stesso regista come un film senza trama. Abbiamo semplicemente J.R. che perde la testa per una ragazza e i suoi amici sono gelosi. Lui è molto religioso e si rifiuta di fare l'amore con la ragazza prima del matrimonio e sul letto della madre. Lei è confusa e crede di capire che tipo di persona sia J.R. quando la porta al cinema a vedere "Un dollaro d'onore" e "Scaramouche". La vita del protagonista si divide tra alcune parentesi avventurose con gli amici e la fidanzata. Poi succede qualcosa: lei rivela di non essere vergine perché vittima di uno stupro, una cosa che J.R. non riesce a digerire al punto da dannarsi l'anima. Alla fine la perdona per la sua colpa: ma qual è la colpa di una ragazza stuprata dall'ex? Fa tanto il puritano ma insieme agli amici frequentava di continuo ragazze. Anzi, c'è addirittura una scena in cui lui partecipa a un'orgia con la comitiva per lasciarsi alle spalle la terribile verità che la compagna gli ha nascosto per settimane.
La vita del protagonista finirà per crollare inesorabilmente su sé stesso, ritrovandosi solo perché la ragazza l'ha lasciato (le ha dato addirittura della "puttana") e con gli amici ormai non prova più le sensazioni del passato. Un po' quello che stava accadendo a Scorsese in quegli anni ed è per questo che probabilmente "Chi sta bussando alla mia porta?" non è apparso come un film intellegibile. Un buon film che da spazio a un ottimo esordio da parte del cineasta italoamericano, il quale in quel periodo aveva anche ultimato il lungometraggio "The Big Shave" e si apprestava a mettere subito mano ai progetti futuri. Negli anni '70 raggiungerà finalmente la sua notorietà con film che lo porteranno a ricevere anche le prime candidature agli Oscar. Li vedremo ovviamente nella prossime settimane ma posso dirvi che uno di questo è Taxi Driver del 1976 (già recensito e che potete leggere QUI).
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