venerdì 31 gennaio 2025

Fumetti - The Boys di Garth Ennis e Darick Robertson: supereroi, sono loro quelli da tenere d'occhio


Fumetti - The Boys di Garth Ennis e Darick Robertson: supereroi, sono loro quelli da tenere d'occhio. Parliamo del capolavoro che ha ispirato l'omonima serie tv.

The Boys è tra i fumetti più estremi di sempre: ha anche dei difetti!

Spietato, spinto, estremo, volgare, scurrile, irriverente, perverso, violento, politicamente scorretto... AO E BASTA! Sì, pardon, concludendo: ha anche dei difetti. Cari amici de "La Puteca di Pakos" avete capito bene, stiamo parlando di The Boys, uno dei maggiori fumetti di culto degli anni 2000 e partorito dalla mente geniale di Garth Ennis, già noto al pubblico di lettori per vari lavori come ad esempio Preacher. La serie comics americana ha conquistato il mondo già da diverso tempo e ha allargato il suo successo anche grazie all'omonima serie tv in produzione dal 2019


The Boys fu scritto da Garth Ennis, il quale tuttavia non avrebbe mai potuto dar vita alle sue creature se non fosse stato per il talento artistico del coproduttore Darick Robertson e a un pizzico di fortuna che non guasta mai. Perché parliamo di fortuna? Il progetto di "The Boys" partì nel 2006 sotto l'etichetta della WildStorm, una casa editrice che fu acquisita dalla Dc nel 1998. Dopo l'uscita dei primi sei numeri, la stessa Detective Comics costrinse Ennis a fare i bagagli e a cercare qualcuno disposto a portare avanti l'opera: per il noto colosso dell'editoria statunitense, da sempre famoso per le storie sui supereroi come Superman e Batman (e tanti altri ancora) sarebbe stato troppo compromettente stampare la storia di un gruppo di antieroi della CIA pronto a contrastare l'operato dei Super, specialmente se la trama prevedesse l'esaltazione del lato oscuro di questi straordinari individui dotati di poteri altrettanto straordinari e tute coloratissime. Per questa ragione, anche a causa dell'estrema violenza, di un linguaggio osceno e della presenza di svariate scene di sesso non potevano permettere alla DC di andare contro tendenza, soprattutto in virtù del fatto che The Boys fosse particolarmente propenso a porre i supereroi alla gogna in maniera esplicita e negativa. 

La DC però è nota anche per la sua sportività e non impedì a Garth Ennis di approdare alla Dynamite Entertainment per completare il fumetto, anzi, la testata trovò anche un accordo con il co-creatore Darick Robertson, al quale fu consentito di restare sotto contratto e di poter continuare a disegnare The Boys anche con la concorrenza. The Boys trovò la sua epica conclusione 2012, per un totale di 72 numeri caratterizzati anche da un paio di aspetti interessanti. Prima di tutto, nel quarto volume vediamo Garth Ennis ambientare The Boys nello stesso universo immaginario della precedente serie DC Vertigo, scritta dallo stesso sceneggiatore tra il 1995 e il 2000, quindi si fa riferimento a Preacher: si vede infatti il vampiro (ex ormai) Proinsias Cassidy apparire in un piccolo cameo come barista. Oltre a questo, successivamente Ennis introdusse durante la produzione della serie originale anche tre miniserie spin-off da sei numeri, cioè il fantomatico Herogasm, Highland Laddie and Butcher, Baker e Candlestickmaker. Infine, da giugno a dicembre 2020, durante la realizzazione della seconda stagione dell'adattamento televisivo, gli autori crearono il finale definitivo di The Boys, Dear Becky, diviso in otto numeri.


In Italia, il fumetto giunse nei nostri scaffali grazie alla collana 100% Cult Comics di Panini Comics, ottenendo un successo straordinario, tale portare i primi numeri a un rapido esaurimento. La Panini si ritrovò dunque costretta ad avviare nuove ristampe e a lanciare nel novembre 2012 il lancio in edicola anche la versione a cadenza mensile (con due episodi della serie per ogni numero). Da maggio 2018 a settembre 2020 la serie è stata ristampata in edizione deluxe, composta da sei volumi cartonati che raccolgono ciascuno circa 15 numeri del formato originario. Ci tengo tuttavia a precisare che l'edizione che possiedo è quella recentemente uscita in edicola, grazie alla collaborazione tra La Gazzetta dello Sport e Panini Comics, per un totale di 22 comodissimi albi cellofanati per bene (adesso troverete Preacher). 

Il successo di The Boys fu stratosferico e questo convinse Amazon Studios e Sony Pictures a lanciare una serie tv di cinque stagioni, a partire dal 2019, su Amazon Prime Video. Questo permise anche il lancio di un franchise che alla fine comprende la serie web Seven on 7 con Cameron Coleman  (2021), la serie animata spin-off Diabolical (2022, di cui il terzo episodio "I'm Your Pusher" è ambientato nella stessa continuità della serie a fumetti) e la serie spin-off live-action Gen V (29 settembre 2023).

È doveroso sottolineare il fatto che The Boys avrebbe potuto contare anche un film al cinema che però non ha mai visto la luce. Nel febbraio 2008 Variety rivelò che la Columbia Pictures aveva intenzione di realizzare un adattamento cinematografico del cartaceo, sotto la produzione di Neal H. Moritz, mentre Phil Hay e Matt Manfredi avrebbero dovuto occuparsi della sceneggiatura. Nel 2010 fu addirittura ingaggiato Adam McKay come regista della pellicola ma nel 2012 proprio la Columbia annunciò l'abbandono del progetto. Dal 2013 a oggi sembra che la Paramount sia ancora intenzionata all'idea di un lungometraggio su The Boys ma intanto tutto sembra essere ancora fermo al palo. 


Come nacque l'idea di The Boys? Garth Ennis è dell'Irlanda del Nord e fin da bambino è stato sempre abituato a leggere fumetti di guerra e riviste antologiche, entrando a contatto con il mondo dei supereroi molto più tardi. Questo passaggio è stato fondamentale per la sua crescita, durante la quale Ennis ha capito di non aver mai provato attrazione per figure iconiche come Batman, Superman, Wonder Woman, Spider-Man, Capitan America e tutti gli altri supereroi degli universi DC e Marvel. Inevitabile quindi che l'autore inquadrasse i Super in maniera molto critica e spietata, come nel caso di Punisher Kills the Marvel Universe: in questa storia il Punitore infatti attribuisce ai supereroi tutte le colpe per il massacro della famiglia Castle. È proprio da qui che parte il disprezzo dello sceneggiatore nei confronti degli uomini in costume, plasmando poco alla volta l'idea di un fumetto come The Boys, il cui scopo e mettere in risalto il lato oscuro dei supereroi. I Super di Ennis sono personaggi senza scrupoli, violenti, corrotti e compromettono di continuo la sicurezza del mondo. I Sette (guidati dal Patriota) e tutti gli altri gruppi sono dediti a orge, violenze sessuali, uso di droghe, soprusi, massacri e sfruttano la loro stimata immagine per portare avanti gli affari della Vought American, il gruppo che nella storia gestisce il destino di tutti. 

Per questo motivo Ennis ha pensato ai Boys, un gruppo di uomini della CIA che hanno acquisito le capacità del composto V per mettere le cose a posto e tener d'occhio la vera minaccia per gli esseri umani. Il problema però è che le cose a un certo punto dovranno prendere una brutta piega. La trama vede appunto Billy Butcher, Latte Materno, il Francese, la Femmina e Piccolo Hughie farsi strada in un mondo osceno che vede i fumetti come strumento di mistificazione della realtà e comuni umani diventare Super solo per dare maggiori profitti ai poteri oscuri della storia. La trama prenderà una brutta strada quando, dietro all'operato dei Boys, esploderanno sentimenti di vendetta applicati a spietati piani cospirativi come l'11 Settembre e il crollo del Ponte di Brooklyn


In realtà, nel mondo creato da Ennis non esiste il supereroe nella sua concezione a noi più nota, bensì sono tutti umani sottoposti alla somministrazione del composto V, un farmaco dal valore miliardario capace di attribuire a chiunque poteri fuori dalla norma: attenzione però perché tale composto può anche sviluppare degli effetti indesiderati. I Boys, per poter combattere al meglio la loro guerra, assumono il composto V e si muovono all'interno di un pericoloso sistema fatto di minacce, ricatti, doppi giochi e capovolgimenti di fronte. Eppure, nonostante Butcher e compagni odino i super, il vero nemico si chiama James Stillwell, elemento di spicco della Vought American e individuo altamente pericoloso (da far timore anche al Patriota, parodia di Superman).

I Sette (composti dal Patriota, Black Noir, A-Train, Queen Maeve, Abisso, Jack di Giove e dalla new entry Starlight) sono ispirati alla Justice League e rappresentano il gruppo di Super di maggior importanza negli Stati Uniti e nel mondo. Essi sono la seconda compagine con i maggiori introiti e con le migliori storie a fumetti ma anche con una vita privata decisamente squallida. Butcher punta al Patriota perché lo ritiene responsabile della morte di sua moglie, Piccolo Hughie invece vuole vendicare la sua fidanzata morta in un incidente tra super per colpa di A-Train, ma la sua vita verrà stravolta prima dopo l'incontro con Butcher e poi dopo aver intrecciato una relazione amorosa con Starlight. Sotto ai Sette ci sono altre accademie, altre organizzazioni di Super e altri supereroi. Ad esempio, Tek Knight è la dissacrante parodia di Batman, così come Laddio e SwingWing rappresentano alcuni dei membri della Bat-Famiglia (come Robin e Nightwing). Dietro a tutti questi individui ecco spuntare le grandi corporazioni che gestiscono i super e puntano al profitto: da qui Ennis dà inizio a un'aspra critica a capitalismo e consumismo. Con il passare dei capitoli, emerge che le varie corporazioni nascoste dietro ai Super nascondono anche segreti compromettenti, spesso finiti in processi e indagini insabbiate. 


Ennis ridicolizza anche l'idea di riportare in vita eroi e personaggi umani attraverso un processo a dir poco bizzarro, giustificando il ritorno de suoi "cattivi" non per volere divino o altro ma attraverso alcuni degli effetti collaterali del composto V: si ricorda infatti che i super di The Boys sono il frutto di manipolazioni del DNA e non alieni provenienti da altri pianeti o divinità decadute. I "non morti" di questa storia sono personaggi con menomazioni, incapaci di muoversi come vorrebbero e impossibilitati di intendere e di volere. Ad ogni modo, essere vivi per i Super non rappresenta comunque uno status migliore: a un certo punto della storia, si mostrano incapaci di sfruttare pienamente le loro capacità, anzi sono a dir poco fallimentari nel gestire situazioni di crisi o a sventare qualche strage. In questo caso, il motto di zio Ben "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" viene letteralmente spazzato via dal cinismo di Ennis e Robertson. Tuttavia, di fronte al valore e al potere dei soldi questo non ha importanza per la Vought America, i cui vertici sembrano anche in grado di decidere le sorti della Casa Bianca

Con Garth Ennis anche gli insuperabili X-Men finiscono nell'essere le vittime di una feroce parodia, una dissacrazione tale da portare Wolverine e compagni a trasformarmi nei G-Men. Questi individui incassano anche più dei Sette perché sono protagonisti di storie strappalacrime: in questi capitoli, Ennis si scatena più che altro contro l'uomo comune propenso alla più totale assuefazione verso gli eroi. C'è troppa idolatria e questo comporta una perdita di controllo sulla realtà: non si capisce quando cominci la finzione. 

La discesa verso l'Inferno arriva alla massima velocità quando emerge il vero lato di Butcher, un uomo pronto a tutto pur di sterminare l'intera razza dei Super, anche di mettersi contro i suoi superiori. Butcher è una mina vagante, una scheggia impazzita che grazie al materiale raccolto negli anni potrebbe far esplodere una molteplicità di conflitti e scandali. Il mondo dei supereroi piano piano si fa sempre più oscuro e nessuno può rimanere puro una volta essere entrato a stretto contatto con esso. Un esempio di tale degrado è riscontrabile nell'evento "Eroegasmo", una spaventosa parodia dei crossover dove Ennis pone l'accento sugli eccessi dei super: festini, droghe, sesso e ogni sorta di depravazione scavalcano le classiche missioni nello spazio per la salvezza dell'Universo e di ogni forma di vita.


A partire dai capitoli de "La società dell'autoconservazione", Ennis comincia a parlare anche delle guerre combattute in occidente, in particolar modo dedica spazio alla Seconda Guerra Mondiale e al Terzo Reich per dar spazio alla storia di Stormfront, un Super giunto negli USA solo dopo il fallimento di un suo impiego da parte dei nazisti. Questa parte del fumetto lascia già intendere quale sia il reale pensiero di Ennis sulla figura dell'eroe: la storia viene scritta dagli esseri umani. Nelle guerre e nelle stragi solo gli uomini hanno sempre combattuto, solo loro hanno perso la vita e solo i loro simili hanno estratto feriti e morti dalla macerie. La gente parla tanto dei Super ma spesso dimentica i nomi di chi ha perso la vita sul campo di battaglia per liberare un territorio, per respingere una minaccia estera o per accontentare la sete di potere dei governi. Questo e altro ancora sarà evidente anche nella seconda parte di The Boys.

In poche parole, Ennis cerca di porre il lettore nella sua stessa posizione e fargli vedere con i suoi occhi la sua medesima visione delle cose. Lo sceneggiatore non perde l'occasione di dissacrare i temi supereroistici anche nel descrivere le origini e il passato di ogni membro dei Boys. Non è tutto! Ennis è talmente spietato nella sua visione da indurre gli stessi Boys a dubitare tra loro, come nel caso di Butcher che in alcuni momenti nutre dei dubbi sull'affidabilità dei suoi compagni, specie nel caso di Hughie quando emerge la verità sull'identità della sua fidanzata: il giovane non sa che la sua Annie sia in realtà Starlight, spaventata e timorosa figura dei Sette. Allora perché non mandarlo in missione per scoprire di più? Perché non mandarlo in mezzo ai Superduper, il gruppo più puro (stranamente) e strampalato di Supereroi? Ma soprattutto perché non recuperare i video registrati di nascosto nella base dei Sette e mostrare a Piccolo Hughie che la sua amata è stata quasi violentata da tre dei suoi colleghi? Perché non rovinargli la vita facendogli scoprire che Annie ha dovuto praticare sesso orale a Patriota, A-Train e Black Noir, controvoglia, pur di restare nel gruppo più potente della storia? Butcher non conosce il pentimento di Annie/Starlight, non sa i sensi di colpa contro i quali la giovane deve combattere. A lui però questo non interessa perché le guerre sono fatte anche per mietere vittime: ha inizio la fine degli equilibri e presto anche all'interno della squadra speciale della CIA si apriranno crepe insanabili. Attenzione però a non provocare Piccolo Hughie perché l'intento del suo autore è proprio quello di mostrarlo nudo e crudo al lettore, facendolo crescere di volta in volta e porlo nella condizione di decidere il destino del milioni di persone. 


Attraverso la matita di altri disegnatori del calibro di Peter Snejbjerg, John McCrea, Carlos Ezquerra e  Russ Braun, Ennis si avvia poco alla volta a una descrizione sempre più dettagliata del maniacale profilo di Butcher, il quale rappresenta la perfetta controparte di Hughie, l'unico degli antieroi che cerca fino alla fine di mantenere puro il proprio cuore, di allontanare dalla sua mente l'ondata di violenza che sconvolge ogni giorno l'esistenza sua e dei suoi amici. Butcher e Hughie si annullano e si attivano a vicenda. I primo è un inglese figlio di un uomo violento e di una brava donna costretta a subire continui pestaggi dal marito. Butcher sa, fin da giovane, di aver ereditato il gene sanguinario del padre e quando sembra che il mondo stia per crollargli addosso ecco che la moglie Becky lo salva: Billy smette di bere, chiude con le risse e riesce a salvare la madre. Nonostante la morte del fratello minore riesce comunque a tenere lontano il suo demone sempre tramite l'aiuto e alle cure della moglie. Tuttavia, quando la dolce Becky viene violentata da un Super e muore in seguito a quello stupro, Butcher capisce che è il momento di far uscire di nuovi gli scheletri dall'armadio. Ed ecco che non si può non analizzare la psicologia di Hughie, il quale è scozzese ed è stato allevato da un'ottima famiglia adottiva. Hughie non ha dovuto passare le pene dell'Inferno come il suo capo ma nel contempo è consapevole di essere apatico, irriconoscente e superficiale su certe cose. Saranno proprio queste sue contraddizioni a renderlo umano e particolarmente sensibile a partire dal giorno in cui la sua vita fu stravolta dai Super

Trovarsi, lasciarsi e ritrovarsi. Non tutti i Boys sono spietati. Non tutti i Super sono cattivi.

Non a caso quando Ennis decide di porre fine alla guerra tra Boys e Super metterà faccia a faccia i due "amici" per un confronto decisivo su tutti i punti di vista. Da elogiare la conclusione di The Boys, avvenuta nella maniera più intelligente e originale possibile, per non parlare dell'epilogo "Cara Becky" che in qualche modo salva il rapporto tra i due e fa capire ad Hughie quanto la vita sia stata ingiusta con Butcher, un uomo che dalla vita aveva solo chiesto di essere felice. Eppure, il Macellaio (soprannome di Butcher) non è il vero sconfitto di questa avventura perché scopre di aver voluto bene ai suoi amici, sa di aver compito la sua missione (seppure non fino in fondo), ha vendicato la moglie e forse avrà una possibilità per ricongiungersi con lei.

Il vero sconfitto di The Boys è James Stillwell, l'uomo più misterioso del racconto, dotato di freddo temperamento e un coraggio basato esclusivamente sul fattore politico e psicologico. L'intelligenza di questo individuo è di un livello talmente alto da risultare intoccabile anche dal Patriota, intento a cospirare contro la stessa Vought e contro la Casa Bianca. Non c'è smorfia che tenga né battito cardiaco che rilevi un segno di debolezza: Stillwell, il cui nome viene pronunciato solo alla fine, è il vero nemico dei Boys, l'autentico "figlio di puttana" che sa come giocare a scacchi. Eppure, c'è sempre qualcosa che può sconfiggerti, cioè il cambio di rotta della vita, quando la dea bendata decide di baciare in bocca qualcun altro. Stillwell rimarrà in vita e ancora alle ceneri della Vought American, ma dovrà accettare il fatto che i Boys hanno annientato tutte le sue certezze e l'impero che anche lui aveva edificato. Del resto, i veri eroi e i veri cattivi di questo "violento romanzo antieroistico" siamo noi, i veri edificatori della società esistente. 

Cara Becky, sei stata con lui fino in fondo!

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