Finalmente sono riuscito a ritagliarmi del tempo per leggere il volume 412 di Dylan Dog, uscito il 30 dicembre in tutte le edicole. Questo albo è intitolato "Una Pessima Annata" e ci mostra una storia molto interessante in cui l'investigatore dell'incubo (come in tante altre occasioni) rischia davvero grosso. La sceneggiatura e il soggetto di questo capitolo della saga sono stati scritti da Alessandro Bilotta, mentre i disegni sono di Luca Casalanguida. La copertina è stata affidata infine a Gigi Cavenago.
In sintesi, la trama vede Dylan Dog fatto prigioniero da uno spietato assassino. I fatti avvengono in una vasta campagna dove si svolge l'attività di Rebecca Grant, una giovane donna titolare di un'azienda vinicola in crisi appartenente da secoli alla sua famiglia. Il killer rivela a Dylan il perché di alcuni omicidi consumatisi nel luogo dell'ambientazione ai danni dei creditori della padrona di casa, la quale è l'ultima erede di una famiglia dannata: il loro vino infatti è intriso delle anime delle vittime dei suoi antenati, seppellite proprio lungo i campi della proprietà dove si svolgono i fatti.
Il titolo poi è una chiara battuta che collega l'esito della storia con l'annata di raccolto e produzione del vino: può andare bene ma a volte può andare anche male. In effetti la trama e la qualità del prodotto di casa Grant si sposano molto bene, creando un connubio amaro e acido dalla prima fino all'ultima battuta. Il finale (che ovviamente non rivelerò) appare proprio come l'ultimo sorso di un vino andato a male, che lascia un pessimo sapore in bocca e che mette di cattivo umore.
Dog dovrà non solo risolvere il caso e scoprire la verità, ma dovrà lottare anche per sopravvivere. In "Una Pessima Annata" tra i protagonisti vediamo ovviamente il solito Groucho e il padre del protagonista. Non mancano ovviamente i soliti intrecci amorosi e un finale che lascia qualcosa in sospeso.
Il titolo poi è una chiara battuta che collega l'esito della storia con l'annata di raccolto e produzione del vino: può andare bene ma a volte può andare anche male. In effetti la trama e la qualità del prodotto di casa Grant si sposano molto bene, creando un connubio amaro e acido dalla prima fino all'ultima battuta. Il finale (che ovviamente non rivelerò) appare proprio come l'ultimo sorso di un vino andato a male, che lascia un pessimo sapore in bocca e che mette di cattivo umore.
La storia è basata su racconti e quindi diversi flashback, riportando poi l'attenzione sul presente, fino a giungere al suo massimo climax. Emerge ancora una volta il complicato rapporto del protagonista con il padre ma anche la sua incapacità si non riuscire proprio a farsi coinvolgere dai sentimenti quando ha a che fare con una bella donna. Un albo che sicuramente merita e che presenta un thriller da leggere con calma ma tutto d'un fiato.
Penso di prenderlo domani.
RispondiEliminaCredevo che il titolo facesse anche un riferimento velato all'annata appena passata...
Bilotta è una garanzia... speriamo comunque che Dyd possa ripartire.
Moz-
Ho preso anche Dylan Dog OldBoy, cioè l'Horror Christmas con due storie inedite. Si tratta di un bimestrale.
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