venerdì 5 novembre 2021

Asterix e il grifone (vol. 39): la recensione del nuovo albo della serie


Mentre la Panini Comics è impegnata con la ristampa degli albi di Asterix, in Italia è giunto anche l'ultimo volume della fortunata serie francese. Si tratta di "Asterix e il Grifone", quinta opera scritta e disegnata da Jean-Yves Ferri e Didier Conrad e rilasciata il 28 ottobre nel nostro Paese (in tutto invece la pubblicazione è avvenuta il 21). 

La nuova avventura del gallico più famoso dei fumetti viene così alla luce a distanza di due anni dall'ultima uscita del fumetto: bisogna infatti risalire al 2019 quando la casa editrice francese Les Éditions Albert René pubblicò "Asterix e la figlia di Vercingetorige".


Tramite i racconti del geografo Terrincognitus, l'imperatore Giulio Cesare viene a conoscenza del grifone, una creatura metà aquila e metà leone, senza dimenticare le orecchie da cavallo. Viene quindi organizzata una spedizione del territorio della Sarmatia, laddove c'è la vasta regione orientale definita "Barbaricum" (a Est i romani definivano tutti i popoli sotto questo nome). 

Nel contempo, proprio nelle terre innevate della Sarmatia, lo sciamano Kikucina chiede l'aiuto di Panoramix, Asterix e Obelix per impedire alle legioni romane di mettere le mani sulla loro creatura. Tuttavia, la missione richiede anche il salvataggio Kalachnikovna, nipote dello stesso sciamano e di sua moglie Uonderuovna. La ragazza infatti è stata presa in ostaggio come forma di garanzia per la spedizione romana ma i Sarmati vantano un folto gruppo di guerriere amazzoni pronte a combattere. 


Come se non bastasse però le difficoltà non si fermano qui perché i nostri eroi dovranno fare i conti con il freddo gelido della Sarmatia e Asterix dovrà far affidamento al suo intelletto per trovare una soluzione ad ogni problema. Perché questo? Basta leggere l'albo e capirlo.

"Asterix e il Grifone" è una storia che cerca di ripercorrere il successo parodistico e comico del duo Uderzo/Goscinny. Nonostante lo stile sembri essere cambiato poco, resta comunque evidente la variazione in cabina di regia sia nei disegni sia nei testi. I personaggi inseriti sono tantissimi, ognuno caratterizzato da una personalità particolare e da un nome strano.


Gli uomini del villaggio innevato, ad esempio, hanno nomi che sembrano a dir poco adatti alle donne. Leggendo l'albo si capisce anche il perché dato che essi sono i mariti delle amazzoni, le quali si mostrano ovviamente più virili e mascoline. Anche tra i romani ci sono nomi originali, come nel caso del legionario Fakenius che tra l'altro si distingue dai compagni per via del perenne colore verde della pelle. Viene anche preso in giro il mondo di parlare dei barbari, infatti tutte le "e" presenti nei loro dialoghi sono state inserite al contrario, motivo che quindi indica la volontà di particolareggiare ulteriormente il loro accento. 


Il finale su certi aspetti è prevedibile ma rileva anche un sorpresa interessante. Tra i personaggi spicca poi l'abilità del piccolo Idefix, il cane dell'indistruttibile Obelix. Insomma, abbiamo a che fare con un albo molto completo in cui tutti fanno la loro parte, cosa che nei primi storici volumi non si notava spesso per via della centralità assegnata ad Asterix ed Obelix

Vi ricordo inoltre che nel giorno di uscita in tutte le edicole di questo albo è arrivata anche la ristampa del numero 12, "Asterix alle Olimpiardi" (che recensirò a breve).

LEGGI ANCHE:

2 commenti:

  1. A me ha divertito molto, c'è qualche gag che mi ha fatto proprio ridere, sono stati veramente bravi i "nuovi" autori

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente è fatto bene. Eppure si nota che in cabina di regina non ci sono più Uderzo e Goscinny,ma del resto ci può stare. Gli autori non vivono per sempre

      Elimina