lunedì 14 febbraio 2022

Eroi della classe operaia del calcio: Lorenzo Minotti, leggenda del Parma di Nevio Scala


Eroi della classe operaia del calcio: Lorenzo Minotti, leggenda del Parma di Nevio Scala. È stato capitano dei ducali, vincendo trofei importati e avviando uno dei cicli più belli di questo sport.

C'era una volta il Parma del capitano Lorenzo Minotti

La rubrica "eroi della classe operaia del calcio" torna a parlare di difensori centrali e questa volta l'attenzione ricade tutta su Lorenzo Minotti, leggendario capitano del Parma di Calisto Tanzi presidente e di Nevio Scala allenatore. Si parla poco di lui, anzi quasi mai, eppure è risaputo quanto sia stato utile il suo talento per la causa gialloblu, specie per il fatto che lo stesso Minotti è diventato grande in una realtà cresciuta con lui.


Nato a Cesena l'8 febbraio 1967, Lorenzo è cresciuto proprio nelle giovanili della squadra della sua città che in occasione della stagione 1985/86 lo inserì in prima linea, durante il campionato di Serie B. Quell'anno Minotti non scese nemmeno una volta in campo ma riuscì a rifarsi nel 1986/87 totalizzando 14 presenze e conquistando la promozione in Serie A. Nell'ottobre 1987 fu ceduto in prestito al Parma che militava in Serie B: prima sotto la guida di Zeman e poi sotto a quella di Vitali, Minotti cominciò a giocare con continuità, segnando tra l'altro il suo primo gol in carriera (e unico in quel campionato). Rimase al cospetto dell'Ennio Tardini anche in occasione del periodo calcistico 1988/89 totalizzando 36 presenze e segnando la bellezza di 7 gol: il Parma terminò il campionato decimo ma Minotti fu acquistato a titolo definitivo per le buone prestazioni fatte.


La svolta arrivò nel 1989/90, con l'arrivo di Nevio Scala in panchina. I ducali chiusero quella Serie B al quarto posto e questo volle dire promozione in Serie A, la prima della loro storia. Minotti, ormai capitano della squadra, fu tra i maggiori trascinatori di quell'impresa storica. La Serie A 1990/91 vide quindi Minotti e compagni fare il loro esordio nella massima serie professionistica del nostro Paese, ottenendo alla fine uno straordinario sesto posto ai danni di una Juventus finita settima. La qualificazione in Coppa Uefa fu immediata ma il bello doveva ancora venire. Intanto Minotti scese 33 volte in campo segnando 4 reti totali.

Nella stagione 1991/92 il Parma concluse il campionato al settimo posto ma riuscì a qualificarsi in Coppa delle Coppe grazie al trionfo in Coppa Italia contro la Juventus. L'anno dopo poi cominciarono realmente a concretizzarsi i frutti del progetto Tanzi: Minotti e i gialloblu chiusero in campionato al terzo posto ma vinsero la finale di Coppa delle Coppe disputatasi il 12 maggio 1993 al Wembley Stadium di Londra contro l'Anversa. Capitan Minotti fu proprio colui che diede inizio alle danze segnando il primo dei tre gol del Parma. Il risultato finale fu di 3 a 1. Grande fu la soddisfazione per il nostro Lorenzo che alzò al cielo il suo primo trofeo europeo, una cosa inimmaginabile fino a qualche anno prima vista la dura ma non lunga gavetta in Serie B. 


Con quel trionfo europeo, il Parma si riqualificò automaticamente per la successiva Coppa delle Coppe dell'edizione 1993/94, alla fine della quale gli emiliani giocarono la loro seconda finale consecutiva. Minotti purtroppo dovette assaggiare anche l'amaro sapore della sconfitta perché la squadra allenata da Nevio Scala fu battuta per 1 a 0 dall'Arsenal di George Graham: fatale fu la rete di Smith a venti minuti dall'inizio del match. In campionato le cose non andarono malissimo dato che i parmensi chiusero l'annata italiana al quinto posto. Dulcis in fundo, la seconda soddisfazione internazionale arrivò il 2 febbraio 1994 al San Siro di Milano, finale di Super Coppa Uefa contro il Milan di Capello, dove Sensini e Crippa ribaltarono l'1 a 0 dell'andata e mandarono la loro squadra in Paradiso.

Capitan Minotti fu orgoglioso per le emozioni regalate ai tifosi e la sua umiltà fu premiata dal c.t. Arrigo Sacchi che lo convocò in nazionale italiana per disputare i mondiali Usa '94. Tuttavia, lui e il compagno di squadra Luca Bucci (terzo portiere) furono gli unici a non scendere mai in campo durante tutta la competizione che gli azzurri persero in finale contro il Brasile ai calci di rigore. La prima chiamata però risale al 1992, mentre nel 1995 Lorenzo fece registrare la sua ultima risposta in azzurro: in totale giocò solo 8 partite in tutta la sua esperienza con la maglia dell'Italia.

Il momento più alto della sua carriera però Minotti lo toccò nella stagione 1994/95, durante la quale Parma e Juventus si contesero il triplete scudetto/Coppa Uefa/Coppa Italia. Su tre trofei, Nevio Scala ebbe ragione in Europa, aggiudicandosi la Coppa Uefa dopo aver battuto i bianconeri all'andata per 1 a 0 e pareggiando per 1-1 al ritorno: l'uomo decisivo fu Dino Baggio che segnò in ambo i match. Minotti contribuì a quel trionfante cammino con 11 presenze e due gol. In Campionato invece l'ultima parola fu della Juventus che tornò sul tetto d'Italia dopo 9 anni grazie all'arrivo di Marcello Lippi in panchina: il 21 maggio i bianconeri stesero 4 a 0 gli avversari che conclusero la stagione a pari punti con la Lazio che tuttavia via finì seconda grazie alla differenza reti. Per i ducali fu una vera beffa, specialmente dopo aver perso il doppio confronto anche in Coppa Italia contro la Juventus


Minotti divenne quindi il protagonista di un romanzo bellissimo che sembrava continuare con storie sempre più belle ed emozionanti. Invece, la stagione 1995/96 fu l'esatta contrapposizione di quanto fatto vedere fino a un anno prima. La coppia di centrali Minotti-Apolloni era giunta inesorabilmente al capolinea, infatti, Lorenzo totalizzò solo 18 presenze in campionato e 1 in Coppa delle Coppe (dove il Parma uscì ai quarti contro il PSG). Nell'ottobre 1996, a quasi 30 anni, finì all'improvviso la storia d'amore tra la bella dama e il suo capitano: dopo 9 anni, Lorenzo Minotti lasciò il Parma e passò al Cagliari che retrocesse in Serie B. Nelle tre stagioni successive (due in B e una in A) vestì la maglia del Torino giocando pochissime partite. Chiuse la carriera nel Treviso in Serie B con 28 presenze, 3 gol e una retrocessione in Serie C.

Dopo il ritiro, in svariate occasioni è stato dirigente del Parma, mentre nel 2014/2015 è stato uno dei commentatori più attivi di Sky. Minotti è stato l'ennesimo esempio di favola calcistica e nel contempo ha dimostrato che piccoli calciatori e piccole squadre possono diventare grandi insieme. È stato capitano e titolare del Parma più bello di sempre, quello che vide arrivare all'Ennio Tardini gente come Gianfranco Zola, Thomas Brolin, Faustino Asprilla, Massimo Crippa, Dino Baggio e altri famosi calciatori. Negli anni '90 era difficile imporsi in mezzo a tanta concorrenza, eppure Minotti vinse quattro trofei in quattro anni: una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Super Coppa Uefa e una Coppa Uefa non è roba che porti facilmente a casa. Non è un caso poi che dopo il suo addio ci fu un completo cambio di guardia in panchina e nella rosa. Carlo Ancelotti avrebbe preso molto presto il posto di Nevio Scala, mentre Cannavaro e Thuram avrebbero affiancato Sensini e Benarrivo in difesa, Zola sarebbe partito per l'esperienza al Chelsea lasciando spazio al giovane Enrico Chiesa. Poi Crespo, Stanic e altri, fino ad arrivare a mister Malesani e all'ultimo trionfo europeo in Coppa Uefa 1998/99 (l'ultima edizione della vecchia formula prima della fusione della Coppa delle Coppe).

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2 commenti:

  1. Il Parma era una gran bella squadra negli anni '90, ammetto che in certe occasioni ho tifato per loro.

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    1. È successo anche a me di tifare per loro. A volte dimenticavo la mia squadra del cuore per loro!

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