[Nostalgia] Eroi della classe operaia del calcio: oggi si parla di Attilio Lombardo, soprannominato Popeye negli anni d'oro in cui militava nella Sampdoria.
Attilio Lombardo: un eroe della Sampdoria di Boskov e non solo
La scorsa volta abbiamo parlato dell'ex difensore Pietro Vierchowod come uno degli eroi della classe operaia del calcio: restando negli ambienti della gloriosa Sampdoria di Vujadin Boskov, posso dirvi che in questa speciale classifica rientra anche il mitico Attilio Lombardo, straordinario esterno di centrocampo che negli anni '90 venne soprannominato Popeye dai tifosi blucerchiati.
Lombardo è stato sicuramente uno dei calciatori italiani più amati di sempre sia per la sua simpatia sia per il suo talento cristallino. Era infatti dotato di una buona tecnica, grande corsa e una resistenza fisica fuori dal comune: quest'ultima qualità infatti gli permise di raggiungere un record personale di 144 partita consecutive giocate in Serie A. Nato a Santa Maria la Fossa in provincia di Caserta il 6 gennaio 1966, Lombardo di trasferì ancora bambino in provincia di Lodi, dove mosse i primi passi nel mondo del calcio. Il suo esordio tra i professionisti avvenne però nella stagione 1983/1984, quando a 17 anni scese in campo con il Pergocrema che all'epoca militava in Serie C2. In sette presenze totalizzò 2 gol.
La stagione successiva andò meglio per il giovane Attilio che in 31 presenze mise a segno ben 7 reti. Quanto fatto con il Pergocrema fu sufficiente per passare tra le file della Cremonese in Serie B: proprio qui il suo allenatore, Tarcisio Burgnich, mise in risalto le sue straordinarie capacità da esterno destro sia a centrocampo sia in attacco. Lombardo mostrò non solo le sue abilità ma anche una certa propensione al gol. Dopo quattro anni nei cadetti insieme ai grigiorossi, il calciatore conquistò la promozione nella stagione 1988/89.
Il suo esordio in Serie A però non avvenne con la Cremonese, bensì con la Sampdoria che lo acquistò alla cifra di 4 miliardi di lire. Boskov lo aveva notato nei quattro anni in Serie B ed era intenzionato a trasformarlo in uno dei calciatori italiani più forti della sua generazione, nonché renderlo come una delle punte di diamante della sua squadra. In serie anni, dalla stagione 1989/90 al campionato 1994/95, Lombardo vinse tutto quello che i blucerchiati poterono permettersi: un campionato nel 1990/91, una Supercoppa Italia nel 1991, la Coppa delle Coppe nel 1989/90 e la Coppa Italia del 1993/94. Nel mezzo di quei successi, Lombardo condivise con i compagni la cocente sconfitta in finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona di Cruijff nel 1992.
L'appuntamento con la Coppa dalle grandi orecchie però fu rimandato nella stagione 1995/96, quando Popeye fu acquistato dalla Juventus di Marcello Lippi per 10,5 miliardi di lire. Insieme a lui passarono in bianconero anche i compagni doriani Vierchowod e Jugovic. Purtroppo per il nostro eroe non fu un anno fortunato perché durante la fase precampionato subì un grave infortunio consistente nella frattura di tibia e perone. Per molti mesi Lombardo dovette assistere da casa e dalla tribuna il difficile percorso stagionale dei compagni che nel gennaio 1996 avevano intanto portato a casa la Supercoppa Italia. Una volta rimessosi in sesto, l'ex doriano totalizzò 13 presenze e due gol ma la soddisfazione più grande sarebbe arrivata il 22 maggio con la vittoria della Coppa dei Campioni contro l'Ajax ai calci di rigore: Lombardo era lì ad alzare il trofeo al cielo insieme al resto della compagine bianconera.
La stagione successiva andò decisamente meglio per Attilio, il quale giocò 22 partite ma senza mai andare a segno (fu la prima volta da quando aveva esordito in Serie A). Intanto, la Juventus vinse la Supercoppa Uefa, la Coppa Intercontinentale e lo scudetto 1996/97. A fine stagione la squadra torinese gioca la sua seconda finale consecutiva di Coppa dei Campioni, persa tuttavia in malo modo per 3 a 1 contro il Borussia Dortmund. Con questo epilogo si concluse anche l'esperienza di Attilio Lombardo al Delle Alpi.
Popeye passò quindi al Crystal Palace per quasi 6 miliardi di lire. Aveva ormai superato i 30 anni e l'esperienza inglese lo entusiasmava: entro subito nelle simpatie dei tifosi locali che gli diedero il soprannome di Aquila Calva. Nel club londinese, dove rimase per un anno e mezzo, divenne anche player manager dal marzo all'aprile del 1998 ma questo non bastò per evitare una drammatica retrocessione in seconda divisione.
Lombardo tornò in Italia nel gennaio del 1999 e fino alla prima metà della stagione 2000/2001 giocò nella fortunata Lazio di Eriksson dove vinse lo scudetto 1999/2000 (il terzo con tre squadre differenti), la Supercoppa Italia nel 2000, la Coppa Italia del 1999/2000, la Coppa delle Coppe nel 1998/99 e la Supercoppa Uefa nel 1999. Purtroppo, il nostro Attilio non giocò moltissime partite un po' per colpa della concorrenza e un po' per via del fatto che la sua carriera stava ormai volgendo al termine. Infatti, quando firmò per vestire la maglia biancoceleste aveva ormai 33/34 anni.
Toltosi comunque qualche soddisfazione anche all'ombra del Colosseo, Popeye decise di chiudere la carriera nella squadra a cui era più legato: la sua amata Sampdoria che tuttavia si trovava in Serie B sotto la guida di Gigi Cagni. Il ritorno in blucerchiato avvenne nel gennaio 2001, mentre il ritiro alla fine della stagione 2001/2002.
Dopo il ritiro, Lombardo di è dedicato molto alla carriera da allenatore stando dietro agli allievi e la Primavera della Sampdoria fino al 2006. Dopo queste parentesi ha allenato alcune società nelle categorie inferiori per poi entrare a fare parte dello staff di Roberto Mancini che nel 2010 divenne allenatore del Manchester City. I due ex compagni di squadra sono stati insieme anche quando Mancini allenò il Galatasaray. Lombardo ha successivamente incrociato la sua strada con altre due amici di sempre: è stato prima vice di Roberto Di Matteo allo Schalke 04 e poi di Mihajlovic nel Torino. Nel 2019 però torna a lavorare al fianco di Mancini presso la Nazionale Italiana di Calcio: nell'estate 2021 c'era anche lui quando i nostri azzurri hanno vinto Euro2000 (disputato un anno dopo per colpa del Covid) battendo in finale l'Inghilterra ai calci rigore.
l'immagine indimenticabile di Lombardo però è la sigla di "Mai dire..." con Gullit che suona la sua pelata come un bongo! una roba potentissima e iconica, purtroppo irripetibile (ti immagini due calciatori di oggi?)
RispondiEliminaE chi se la scorda! Quella sigla è stata in assoluto una delle mie preferite!
EliminaAnche lui un grande, che anno quel 1996!
RispondiEliminaBeh, diciamo che nel 1996 Lombardo fece il suo in campionato. Era reduce da un infortunio molto grave.
Elimina