sabato 1 maggio 2021

Dylan Dog 416 - Il Detenuto: un incubo senza fine. La recensione

Ecco il nuovo albo di Dylan Dog, il 416 da titolo "Il Detenuto". Si tratta di una storia a mio parere straordinaria che probabilmente può reputarsi degna della saga dell'indagatore dell'incubo, con segni evidenti del vecchio stampo. La sceneggiatura è stata scritta da Mauro Uezzo, mentre i disegni sono di Arturo Lauria. Proprio questi due autori sono stati la chiave di volta per riproporre una capitolo bellissimo dell'inquilino di Craven Road e porta avanti quanto di buono visto nel 414 "Giochi Innocenti" ma con un senso del macabro, del terrore e della tortura che fanno da temi principali. In regalo con "Il Detenuto" c'è la medaglia celebrativa di Dylan Dog

Dopo aver mangiato una pizza con la bella Ilary, il nostro Oldboy si imbatte in un gruppo sinistro di poliziotti e finisce in un misterioso carcere che non ha alcun legame con la realtà. Il nostro protagonista si ritrova a combattere contro il buio, la solitudine, le ingiustizie subite e la paura di non tornare mai più alla vita di prima. Ogni volta gli viene chiesto quale sia il suo crimine e lui stesso stenta ancora a comprendere le origini di questa assurda situazione.

Le paranoie, la claustrofobia, il desiderio di libertà, amore e amicizia lasciano spazio a un incubo che sembra non aver mai fine. Dyd è catapultato in atmosfere in cui il nero prende il sopravvento e viene illuminato da alcune aggiunte di bianco che però tendono continuamente a mettere in risalto il lato oscuro dei personaggi, mere e proprie trasposizioni mostruose che ricordano qualcosa a metà strada tra le anime dannate e gli zombi

I disegni di Lauria rendono tenebroso ogni particolare. Il contatto col mondo reale è perduto e Dylan Dog appare come un essere inquietante, divorato sempre di più da ciò che sta vivendo: ma non finisce qui. Strane creature gli compaiono dinanzi e lo portano al cospetto di altre entità, un tempo condannate a morte per crimini mai commessi: sono definiti "testimoni" proprio come il nostro detenuto che si imbatte presto nelle misteriose figure della grande madre e della principessa bambina

Dylan finisce preda di questi essere che giocano con il suo corpo e la sua psiche, rendendolo qualcosa di inguardabile. La trama si sviluppa in atmosfere più che dark, con tavole che rimandano forse allo stile di Frank Miller in Sin City e che ricordano molto i film dell'orrore degli anni '80. L'indagatore dell'incubo rivive situazioni che a prima vista riportano alla mente capolavori cinematografici del genere come Hellraiser, Nightmare e simili. Esistono creature che vivono solo per infliggere dolore e mostrare la verità universale secondo il loro punto di vista. 

Il nostro eroe però è un duro e la sua indole l'ha sempre portato a reagire anche nelle situazioni più disperate. Eppure, proprio quando tutto sembra risolversi per il meglio il mondo degli umani appare ancora un miraggio e un nuovo incubo sta per esplodere come una bomba. Le risposte e le conclusioni a questa bellissima storia le troveremo nel sequel dell'albo che uscirà il mese prossimo, il 29 maggio con il numero 417 "L'Ora del Giudizio": come si concluderà questa vicenda? Come ne uscirà veramente l'inquilino di Craven Road fisicamente e mentalmente?

Tornando però ai disegni c'è da dire che Lauria è entrato in perfetta simbiosi con Uzzeo, formando un duo molto credibile per il perseguimento del vecchio modello lanciato anni addietro da Tiziano Sclavi. Ogni situazione, ogni sentimento, ogni sofferenza prende forma dalle espressioni facciali e fisiche dei personaggi. Essi passano da sembianze scimmiesche a lineamenti diabolici, mostruosi e deprimenti con una facilità incredibile. Il lettore viene reso partecipe e viene coinvolto da questi stati d'animo: sembra che a vivere questo brutto sogno siano stati gli stessi autori, con l'intenzione di far rivivere il tutto anche a chi legge la storia. 

L'unica cosa stonata forse è la copertina di Gigi Cavenago che ci mostra Dyd intento a ricaricare la sua fedele pistola mentre guarda in lontananza. Anche lo sfondo, caratterizzato da due bande rosse e alcuni disegni di statue al centro, lascia intendere tutt'altro: chissà se si tratta di un colpo strategico o altro. 

Per sapere come finirà questo numero, appuntamento al prossimo mese con "Dylan Dog 417 - L'ora del Giudizio". 

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6 commenti:

  1. Non ho ancora potuto prendere l'albo ma non vedo l'ora, non mi aspettavo fosse la prima parte di due! Per la copertina una spiegazione c'è: ha quell'aspetto particolare per coordinarla alle altre testate Bonelli coinvolte nell'iniziativa delle monetine per gli 80 anni della casa editrice, per renderle un po' più "collezionabili".

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  2. fantastico mik recensisci benissimo sembra di aver il volume fra le mani e di leggerlo dal vivo sei un grande

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  3. MOLTI HANNO CRITICATO lAURIA MA CONCORDO CON TE UN FANSTASTICO MIX uZZEO lAURIA CHE A MIO PARERE A GROSSI POTENZIALI COME DISEGNATORE.

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    1. io penso che chi si reputa fan di Dyd e continua a criticare le storie farebbe meglio a leggere solo Topolino (che adoro ma almeno mette d'accordo tutti). Quest'anno sono uscite un paio di storie buone, davvero buone e la prossima è il sequel de "Il Detenuto".

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