lunedì 26 aprile 2021

Diabolik Anastatika 17 - Lo Sguardo che uccide!: la recensione

Rieccoci nuovamente con un nuovo immancabile appuntamento con "Diabolik Anastatika": vediamo insieme la ristampa speciale, in allegato con "La Gazzetta dello Sport", del numero 17 "Lo sguardo che uccide". Questo volume è legato a Serie I, Anno III, del 10 maggio 1964. Soggetto e sceneggiatura di Angela Giussani e disegni di Enzo Facciolo

Insieme al fumetto c'è come sempre il fedele e preciso fascicolo, a cura di Andrea Agati e Mario Gomboli, con la ricostruzione storica della trama, articoli di approfondimento, la scheda dei personaggi, la trama e la differenze tra le varie versioni. 

La trama in breve

A Luigi Molter, direttore di banca, spetta l'arduo compito di trasferire un'importante somma di denaro che Diabolik ha preso di mira. Misteriosamente, l'uomo uccide gli uomini di scorta e sparisce con il bottino. Cosa sarà successo per indurlo a tale gesto? Come si muoverà questa volta Diabolik? E chi è il misterioso uomo con il monocolo?


 I personaggi

I protagonisti sono Diabolik, Eva Kant, Ginko e Gustavo. Tra gli altri personaggi si contano:

  • Luigi Moltier: il direttore della Banca di Credito che deve badare al trasferimento del denaro;
  • Carlo André: potente e ricco contrabbandiere col vizio del gioco d'azzardo;
  • Alfredo André: nipote di Carlo;
  • Lulù: vende sigarette nel Casinò di Balliet ed è innamorata di Alfredo;  

La ricostruzione di Diabolik

In quel periodo storico di Diabolik, le sorelle Giussani ottennero un successo straordinario a livello editoriale e la loro fama ormai si era consolidata. Tuttavia, dato che i lettori delle loro storie aumentavano mese dopo mese, le due autrici pensarono di inserire in "Lo Sguardo che uccide!" una specie di riassunto sugli aspetti fondamentali del personaggio. Così sia alla signora Marvel (presente nelle prime pagine) sia ai fruitori del re del terrore viene fatto un riepilogo e fornita una spiegazione dettagliate su Diabolik: egli è il re del delitto, il genio del male e semina morte e terrore ovunque. 

Moltier fa anche riferimenti ad Eva Kant e ai loro trucchi, specie le famigerate maschere di plastica che imitano alla perfezione la pelle umana. Ovviamente non manca spazio anche per il nostro Ginko, a sua volta decantato per la sua maestria nell'arte investigativa e uomo di punta della Polizia di Clerville. Tali "ripassate" furono poi ripetute in vista di una possibile serie tv nel 2015 e nell'episodio cartaceo "L'Uomo che non conosceva Diabolik" di Mario Gomboli e Tito Faraci: in questo fumetto Ginko racconta a Ivan Rudenko, poliziotto di scorta a un prezioso gioiello, chi sia il criminale vestito di nero. 

Lo sguardo "diaboliko"

Qual è uno dei aspetti più particolari di Diabolik? Lo sguardo e per la precisioni gli occhi, vero e proprio marchio di fabbrica del protagonista. I suoi bulbi sono spaventosi, accattivanti o addirittura ipnotici come notato nell'albo "Atroce Vendetta". Questo particolare emerge in maniera ancora più potente nel numero 17, dopodiché le Giussani decisero di abbassare il tiro nei volumi successivi per evitare che la cosa potesse diventare sempre più esagerata e a tratti "sovrannaturale". Gli occhi di Diabolik torneranno ad esercitare il loro potere incantatore molti anni dopo: "Un cadavere imprevisto" (2004) e "Io sono Diabolik" (2009). 

 

Effetto psichedelico 

La splash page de "Lo sguardo che uccide!" si mostra molto diversa rispetto a quelle dei numeri precedenti. È molto preciso, quasi luminoso e questo è dispeso dall'effetto a dir poco psichedelico che Enzo Facciolo seppe dargli alla fine della sua realizzazione. In quegli anni il fumettista aveva lavorato tantissimo con Elio Silvestri, celebre disegnatore dei cartoni animati inseriti nello show di Carosello

Silvestri era solito sperimentare scenografie con originali tecniche grafiche, ritagliando le sagome nel cartoncino per poi usarle come stencil. Successivamente creava moiré intingendo nella tempera delle spugnette  usate poi come timbri. Infine, spalmava un pastello a cera bianco sulla carte così da ottenere impermeabilità all'inchiostro. Proprio a Silvestri furono poi affidati i poster del diaboliko decennale del 1972. 


Le differenze tra le varie versioni

Copertina. Notiamo che le sfumature sul collo di Diabolik sono state modificate nelle ristampe R e Swiisss. In quest'ultimo caso è evidente che la parte più alta della testa del re del terrore si unisce allo sfondo nero della testata, mentre delle edizioni precedenti era più scontornata. Tornando alla R, il disegno è leggermente più grande e possiamo notare dei tratteggi neri sui mattoni del muro. Aumentano le marcature sui capelli della donna che subisce lo sguardo del criminale. Per il resto, le altre differenze ricadono solo sul piano cromatico. 

Retrocopertina. L'immagine della bella Lulù è rimasta praticamente intatta nel tempo. Cambiano solo le cromature tra le varie versioni in maniera non proprio esagerata. 

Disegni. Partiamo dalla spash page che ci metto in risalto un riquadro della testata decisamente ridotto nelle ristampe R e Swiisss. Inoltre, come succede sempre, la frase "il fumetto del brivido" viene sostituita da "il giallo a fumetti". Da evidenziare però che nella Swiisss digitali il riquadro della testata torna come nella prima edizione con "il fumetto del brivido". Andiamo ora a pagina 62, dove il numero è scritto al contrario. Nelle ristampe viene sistemato ma viene anche ritoccata la tuta di Diabolik a tavola 62 (parliamo della R e della Swiisss), mentre nelle digitali sarà tutto come nella prima stampa. 

Testi. I monologhi e i dialoghi hanno subito qualche modifica che magari cambia di poco o anche considerevolmente il senso della frase e del discorso. Alcuni contesti passano dal presente al passato e addirittura nelle ristampe sono stati commessi degli errori di battitura che nell'originale non c'erano (naturalmente sono stati in seguito corretti).

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