mercoledì 16 dicembre 2020

C'era una volta in America, dal libro al film: una storia tra sogno, realtà e malinconia


 

"C'era una in America" non è solo il mio film preferito, ma è in assoluto una dei migliori lungometraggi della storia del cinema, nonché una delle massime espressioni visive e lavorative del regista Sergio Leone. Fare una recensione su questa pellicola non è facile, dato che si tratta di una storia molto lunga (nella versione integrale supera le tre ore) ma anche capìta nel tempo, visto che nel periodo della sua diffusione nelle sale cinematografiche di tutto il mondo ebbe fortune e sfortune dovute da scelte scellerate nel montaggio della primissima visione. 

Con il passare degli anni, "C'era Una Volta In America" ha comunque conquistato la stima degli spettatori di tutto il mondo, grazie alle varie versioni postume ma soprattutto per merito della critica che ne ha apprezzato la direzione e la realizzazione subito. 




Tratto dal romanzo "The Hoods" (poi modificato con lo stesso titolo del film) del gangster Harry Grey e facente parte della trilogia del tempo che include anche "C'era una volta il West" e "Giù la testa", questo capolavoro di Leone è ambientato negli anni del Proibizionismo e postumi. Il lasso di tempo va infatti dagli anni '20 agli anni '60 e ci presenta un gruppo di gangster del ghetto ebraico di New York. Tra gli attori figurano Robert De Niro e James Woods, Elizabeth McGovern, Joe Pesci e una giovanissima Jennifer Connelly (giusto per fare qualche nome).

Il film è stato realizzato e distribuito nel 1984, mentre i paesi che l'hanno prodotto sono stato Italia e Stati Uniti. Si presenta come un film che va ben oltre il classico gangster movie di vecchio stampo perché tratta anche tematiche come la nostalgia, la malinconia, l'amicizia, l'amore, la spensieratezza dei tempi andati, la povertà, la ricchezza, il tradimento e la megalomania. 


Il film: la difficile realizzazione

Realizzare "C'era una volta in America" è stata una delle imprese più ardue di Sergio Leone e dei suoi collaboratori. Reduce da capolavori come "C'era una volta il West" e "Giù la testa", il cineasta romano aveva intenzione di completare la sua trilogia del tempo con una storia di malavita ambientata nei primi anni del XX secolo. Tuttavia, pur sforzandosi in tutti i modi, non riuscì mai a trovare una soluzione per la trama.



Un giorno però Leone si trovò tra le mani un romanzo intitolato "The Hoods", scritto proprio da un gangster che si faceva chiamare Harry Grey. Il protagonista era un certo David Aaronson, detto Noodles, il quale raccontava le gesta della sua banda composta dagli amici Max, Patsy, Cockeye e Dominic. Questo bastò per trovare la storia dei suoi sogni e scrivere la sceneggiatura con l'aiuto di Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Franco Arcalli e Franco Ferrini. Infatti, Sergio Leone aveva in mente un film basato su molti flashback, utilizzando in particolare l'analessi e la prolessi, quindi un film tutto basato su un continuo viaggio nel tempo, tra i ricordi del passato, un amaro presente e un futuro ormai ai titoli di coda.



La cosa più interessante del dietro le quinte di questo film è che per trovare la trama giusta ci sono voluti più di dieci anni. Il 14 giugno 1982 poi sono iniziate le riprese, terminate 10 mesi dopo. Per l'occasione, Leone decise di abbandonare il formato 2,35:1 per fare spazio all'1,85:1. 

I lavori furono tutti concentrati in molti dei quartieri e stati Usa più adatti al lungometraggio: Brooklyn, il New Jersey, la Florida. In un caso le riprese furono spostate anche in Canada, nel Québec. Infine, diverse tappe furono fatte anche in Europa: Parigi e Roma su tutte, passando anche per l'Hotel Excelsior a Venezia.


La colonna sonora

Inutile ricordare che la colonna sonora di "C'era una volta in america" fu affidata al grande maestro Ennio Morricone (che purtroppo ci ha lasciati in questo tremendo 2020) che creò la bellezza di 14 componimenti ai quali si aggiunsero anche pezzi da lui non scritti come una versione rivisitata di Yesterday dei Beatles, di un brano della sinfonia dell'opera La gazza ladra di Gioachino RossiniGod Bless America di Irving Berlin; Amapola di Joseph LaCalle; Summertime di George Gershwin e Night and Day di Cole Porter



Nel 1995, fu pubblicato un cd originale con tutta la colonna sonora del film scritta e diretta da Ennio Morricone:

  • Once Upon A Time In America
  • Poverty
  • Deborah's Theme
  • Childhood Memories
  • Amapole
  • Friends
  • Prohibition Dirge
  • Cockeye's Song
  • Amapola, Pt. 2
  • Childhood Poverty
  • Photographic Memories
  • Friends
  • Friendship
  • Speakeasy
  • Deborah's Theme - Amapola
  • Suite from Once Upon a Time In America (Includes Amapola)
  • Poverty (Temp. Version)
  • Unused Theme
  • Unused Theme (Versione 2)



La trama in breve

Si parte prima con un adulto Davis Aaronson Noodles (Scott Tiler da giovane, Robert De Niro da grande) che scappa da alcuni sicari e trova riparo in un'oppieria cinese: è accusato di aver tradito i suoi compagni gangster, morti durante una rapina finita molto male. Il tutto viene accompagnato per qualche minuto da un telefono che squilla e risquilla. Noodles comincia a fumare oppio e il film comincia.

La storia ha inizio con Noodles e i suoi amici negli anni in cui erano ragazzini. Ognuno di loro ha una storia, viene da una famiglia con problemi economici e fa di tutto per sopravvivere. Noodles conosce così un giorno Max (Rusty Jacobs da giovane, James Woods da adulto), il quale si unirà al gruppo con lo scopo di tirare su qualche soldo. 



Spesso passano le giornate nel ristorante dell'amico Fat Moe Gelly, il quale è il fratello di Deborah, la ragazza di cui Noodles è follemente innamorato. Nella difficile vita quotidiana del borgo ebraico, i ragazzi riescono a farsi strada nel mondo del proibizionismo, proponendo ai grandi distillatori abusivi di New York un modo efficace per ingannare la Polizia e far entrare l'alcol in città tramite il porto. Ormai il loro successo è garantito e presto cominciano a vivere come dei veri giovani boss.

Tuttavia, hanno dimenticato che nel quartiere in cui vivono comanda il temibile Bugsy, il quale ingaggerà uno scontro con i ragazzini per fargli pagare a caro prezzo l'essersi intromessi in affari non loro. Bugsy finisce per uccidere il piccolo Dominic: Noodles, furioso per la morte dell'amico si vendica cogliendolo di sorpresa e freddandolo a pugnalate. Purtroppo, sul posto intervengono sue poliziotti e uno di loro viene ferito a morte dallo stesso Noodles ormai in stato di trance. Il giovane finisce in carcere e uscirà dopo 12 anni circa. 



Intanto, sono partiti i primi viaggio nel tempo. In maniera alternata vedremo nel film un Noodles invecchiato e di ritorno a New York alla ricerca dei soldi che un tempo gli sarebbero spettati di diritto, poi incontra il vecchio Moe e infine riceve un invito a un ricevimento organizzato dal senatore Christopher Bailey. Queste parti sono riportate in tre scene differenti che si mischiano nel continuo viaggio tra passato e presente (o futuro).



Tornando a Noodles giovane, dopo essere uscito dal carcere si riunisce alla banda e scopre che negli anni le cose sono cambiate: gli italoamericani sono entrati nei loro affari, a tal punto da indurre Max e gli altri ad accettare anche ordini da Frankie Monaldi (Joe Pesci). A Noodles la cosa non va a genio ma alla fine ci sta e i ragazzi alla fine metteranno a segno una rapina che li porterà a conoscere Carol, dipendente di una gioielleria di Detroit che durante il colpo provoca Noodles che alla fine la violenta con sorprendente compiacimento della donna: nel successive fasi del film comparirà al cospetto di Max e ne diventerà la compagna. 



La malavita poi entrerà nel giro dei sindacati, mostrando un'ondata di violenza durante la lotta operaia e il mostruoso livello di corruzione che vede coinvolta la Polizia. Come se non bastasse, gli anni del Proibizionismo sono ormai giunti al termine e ai protagonisti non tocca che trovare altre soluzioni per vivere una vita come si deve.



Intanto, Noodles si riavvicina all'amata Deborah: il loro amore è evidente ma le loro strade sono destinate a separarsi. Lei vuole diventare una grande donna di spettacolo, nonché attrice di teatro; lui vuole restare a New York con i suoi amici e vivere nella ricchezza figlia del malaffare. I due una sera escono e vanno a cena fuori, in un ristorante dove Noodles ha prenotato tutto le sale unicamente per loro. Tra musica classica e una recita del Cantico dei Cantici, Noodles apprende che ben presto perderà l'amore della sua vita, quella donna che fino da adolescente aveva sempre voluto avere sia sentimentalmente sia fisicamente: poco dopo, infatti, Noodles la violenterà in auto sotto agli occhi dell'autista che alla fine è costretto a far finta di nulla. 



Dopo qualche mese, Noodles si fidanza con Eve. Durante una giornata al mare in compagnia delle loro fidanzate, Max rivela all'amico di voler mettere a segno una rapina impossibile: l'obiettivo è la Federal Reserve Bank, l'unica via di ricchezza e potere. Noodles però non è convinto e si convince che Max stia perdendo la ragione. I rapporti tra i due tendono a deteriorarsi e la notte in cui tutto è pronto succede l'impossibile: preoccupato per la sorte dei tre amici di sempre, Noodles decide di tradirli e chiama la polizia, avvisandola del colpo che sarebbe avvenuto nella notte. Per poco non si fa scoprire da Max, con il quale comunque accende un'altra infiammata conversazione che porta proprio Max a colpire alle spalle l'amico e a fargli perdere i sensi. 

Noodles si risveglierà scoprendo che la rapina è stata tentata ma con esito nefasto: Max, Patsy e Cockeye sono morti e il corpo di Max è finito carbonizzato durante gli scontri. La mafia scopre che la Polizia li stava attendendo e così, in poco tempo, scoprono il tradimento di Noodles, il quale scappa e si ripara nella stessa oppieria di inizio film: si torna dove tutto ebbe inizio. 

L'azione poi si focalizza nuovamente nel 1968. L'anziano Noodles incontra Deborah dopo tanti anni, diventata ormai attrice di successo e amante del senatore Bailey. La donna si mostra alquanto preoccupata dal ritorno dell'ex fidanzato e durante la loro conversazione gli racconta la storia di Bailey: un immigrato che sposò una donna molto ricca che gli diede un figlio e gli lasciò una cospicua eredità che gli permise di diventare un ricco finanziere. Successivamente, Bailey è finito sulle prima pagina della cronaca a causa di una grave vicenda giudiziaria dovuta dalla sua carriera politica. Noodles è intenzionato a capire chi è Bailey, cosa vuole da lui e perché lo sta pagando per un lavoro di cui ancora non sa nulla. Deborah cerca di farlo tornare sui suoi passi, invitandolo a non incontrare il senatore. Quando però Noodles si trova davanti il figlio di Bailey (che era giunto per prendere l'attrice) nota che egli è una copia spiccicata di Max da giovane. 



Il giorno della verità è giunto e Noodles si presenta dunque al ricevimento. Quando si trova faccia a faccia con il suo misterioso stimatore, scopre qualcosa che lo sconvolge dentro ma lo porta anche a esercitare una freddezza straordinaria: Bailey non è altro che Max, il quale era riuscito a salvarsi dalla sparatoria della famosa notte in cui avrebbe dovuto rapinare la banca. Max sa bene che sarà condannato al carcere per la sua storia giudiziaria e chiede a Noodles di ucciderlo perché solo lui n'è degno: del resto aveva rubato la sua vita, aveva preso i suoi soldi e aveva conquistato anche colei che un tempo era la sua donna. Noodles però nutre un'improvvisa nostalgia e i ricordi del passato tornano nella sua mente facendogli riassaporare la dolcezza dei tempi andati, della giovinezza, dell'affiatamento che c'era con colui che era come un fratello. 




Noodles si rivolge a Max dandogli sempre del "lei" e chiamandolo "mister Bailey". Lo tratta come se fosse un perfetto sconosciuto, dichiarando che quel Max che conosceva era morto tanto tempo fa. L'uomo si rifiuta quindi di ucciderlo, così come rifiuta anche i soldi offertigli per il lavoro. Noodles lascia quindi la residenza e va in strada: nella strada buia e poco illuminata nota un camion della nettezza urbana e intravede la figura di Max che scompare quasi per magia dietro di esso. 



Il film si conclude nella solita oppieria. Noodles fuma l'oppio e si lascia andare su un lettino, fissando il soffitto e tenendo l'occhio puntato verso la cinepresa, rilasciando un improvviso sorriso che pone fine alla pellicola. 


Gli incassi e la critica

Quando "C'era una volta in America" uscì nelle sale cinematografiche non ebbe tantissimo successo a livello di incassi, specialmente in America. Nel primo fine settimana guadagnò oltre 2 milioni di dollari ma poi ci fu un calo improvviso di spettatori nelle sale e questo, secondo le fonti, sarebbe dovuto dal fatto che la versione americana di quel periodo fu montata in malo modo dal produttore Arnon Milchan: l'insuccesso fu garantito.

In Europa e in particolare in Italia, invece, le cose andarono meglio. Anche in Germania, Svezia, Francia e Regno Unito il capolavoro di Sergio Leone ebbe maggior fortuna. Solo negli anni a seguire, con una versione rivisitata e un montaggio migliore, "C'era una volta in America" ebbe riscontri positivi anche negli Usa

La critica però si è mostrata subito favorevole sull'operato di Sergio Leone, anche se non sono mancati esperti più severi che hanno reputato "C'era una volta in America" come una estenuante autocompiacimento del regista (come nel caso della critica di Paolo Mereghetti). La maggior parte però diede conferma dello sterminato talento di Leone, considerando la sua pellicola come un'opera molto personale, voluta, una sorta di sogno nel sogno dove il presente non esiste ma c'è una sfilata di elementi che rimandano al mito dell'America, quella che tutti bramano (vedi Moradini). 

Ad ogni modo, l'ultimo capitolo della trilogia del tempo è stato inserito al 43esimo posto della lista dei migliori film della storia del cinema stilata dai lettori di TimeOut. Empire Magazine lo ha inserito al 63esimo posto nella sua lista pubblicata nel 1999 e all'83esimo posto di quella pubblicata nel 2003.



L'analisi del film: sogno o realtà?

Da molti anni la critica è divisa sul viaggio temporaneo di "C'era una volta in America": i fatti sono realmente accaduti nel film o stato tutto frutto di un sogno di Noodles?

Del resto non va dimenticato che il film ci appare come un tuffo nei ricordi, con un occhio verso il futuro e l'anzianità del protagonista. C'è però da dire che la trama si avvia mentre Noodles è sotto gli effetti dell'oppio, quindi non si esclude che abbia immaginato tutto. Non a caso il finale del film mostra un sorriso che potrebbe lasciare intendere anche questo: sotto l'influenza della droga, il protagonista dà l'impressione di esclamare "che cosa meravigliosa la vita" nonostante gli ultimi accadimenti non proprio positivi. 



C'è però da dire che le scene ambientate nel 1968 mostrano alcuni segni evidenti di quell'epoca. Ci sono i Beatles, la tv, la guerra del Vietnam, gli hippy, Jimi Hendrix. Parliamo dunque di persone e cose che negli anni 30 ancora non esistevano nemmeno a immaginarle. La vecchiaia di Noodles sarebbe dunque reale. Questo non basta però perché a dare nuovamente forza alla teoria del sogno, come ad esempio il continuo squillare del telefono che combacia con un Noodles frastornato dall'assunzione di oppio.

Un altro esempio riguarda il finale, quando il personaggio principale vede sparire Max dietro il camion dei netturbini: passa festosa un'auto del 1930, sulle note di God Bless America, la stessa canzone che ha dato inizio al film. Tra le altre ipotesi, si pensa che il sorriso finale sia invece non il frutto dell'oppio ma di un Noodles risvegliatosi da poco e consapevole di aver fatto un sogno assurdo. C'è anche chi sospetta che sia stata tutta una rappresentazione onirica che ha permesso a David Aaronson di fare mea culpa sulla fine di Max e dei suoi amici (quindi realmente deceduti?), per non parlare della fine inesorabile della sua relazione con Deborah. 



Per concludere, lo stesso Sergio Leone ammetterà che è stato tutto frutto dell'oppio e che Noodles ha solo immaginato quanto accaduto. Nel contempo, il cineasta romano non negò che quella era una sua interpretazione della cosa, quindi lasciava ugualmente il dibattito aperto. 

Il romanzo

"C'era una volta in America" è tratto dal romanzo di Harry Grey, pseudonimo di Herschel Goldberg, un gangster ebreo vissuto proprio negli del Proibizionismo e morto nel 1980, quindi due anni prima dell'inizio delle riprese. Era il 1952 quando questi decise di pubblicare la sua storia e quella dei suoi compagni in una versione del tutto romanzata. 



È comunque doveroso sottolineare che ci sono delle sostanziali differenze tra il libro il film, anche nella figura di Noodles e per il fatto che Leone ha tratto spunto solo da alcuni punti di esso, senza fa riferimento all'intero scritto dove sono riportati tantissimi altri fatti interessanti. 


Analisi del libro e del film

Il romanzo "The Hoods" inizia e finisce in maniera molto diversa dalla sua trasposizione sul grande schermo. Noodles e i suoi amici si conoscono fin da piccoli e hanno fatto le scuole insieme. Egli è personaggio carismatico, decisamente arrogante ma colto e pronto all'azione. Legge di tutto ed è innamorato di Dolores (il verso nome di Deborah). 

Max in realtà non è quel personaggio imprevedibile e ossessivo visto nel film: ha delle caratteristiche che lo rendono esattamente il contrario, pur rivelandosi capo della banda insieme a Noodles. Nel corso del romanzo notiamo varie situazioni raccontate in prima persona dal protagonista. Il finale ci mostra Max, Patsy  Cockeye morire per davvero la notte della rapina e Noodles (che li ha venduti alla Polizia per salvarli) è costretto a scappare riuscendo a evitare la morte. Finirà i suoi giorni tornando esattamente come da bambino: povero e con due stracci addosso. 

Il film prende dal romanzo pochi elementi narrativi, presentando tutta l'arte di Sergio Leone e del suo cinema. Le scene prolungate, le colonne sonore, i silenzi, gli sguardi, i dialoghi. "C'era una volta in America" è una storia nelle storie, fatta di poesia, di passione, di sentimenti che vanno inesorabilmente a infrangersi contro il muro dei peccati umani. Max finisce per distruggere tutto ciò che lui e i suoi amici avevano creato, mentre Noodles perde non solo gli amici ma anche la donna che ama.

Tuttavia, tra Max e Noodles il personaggio più paradossale è proprio quest'ultimo: dotato di profondi sentimenti umani, rispettoso dei suoi amici e ribelle al punto giusto, David non risparmia però di mostrare il suo lato più oscuro: il sesso. È talmente ossessionato dai piaceri della carne da mostrare fin dall'inizio una passione molto particolare per le donne. Da piccolo spiava Deborah quando si cambiava, insieme agli amici andava a prostitute già giovanissimo e come se non bastasse è stato protagonista di due stupri. Un personaggio tanto poetico quanto mostruoso su alcuni punti di vista, eppure, Sergio Leone gli dona una veste così "iconica" che lo spettatore, dopo la prima visione, ci mette tempo a riflettere su questo particolare.

Inoltre, il Noodles di Sergio Leone è un po' più "ignorante" e meno studiato (pur avanzando argomentazioni sensate e mostrandosi più prudente degli altri), ma non esita a sporcarsi le mani fin da ragazzino. In età senile però di mostra individuo saggio, calmo e riflessivo, dimostrando di essere maturato finalmente e di aver compreso gli errori del passato. Nel libro si mostra molto più pieno di sé, ossessionato dal sesso ma non da farne un impulso incontrollabile: finirà i suoi giorni come un pezzente. 

Max è un calcolatore, ossessionato dai soldi e dal potere, cose che nel romanzo compaiono ma in maniera molto meno estrema. Altri particolari, tipo la finta morte e il tradimento di Max non esistono minimamente nella versione cartacea. 




6 commenti:

  1. Un film che ho rivisto diverse volte. E' il capolavoro di Sergio Leone.

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  2. Un film che rivedo spesso e volentieri.
    Saluti a presto.

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  3. Sono un pó invidioso.

    Un pò invidioso perché avrei voluto scrivere io un pezzo su c'era una volta in America... L'ho visto in versione integrale solo 4 anni fa e mi ha colpito immediatamente (come mi ha colpito tutta la filmografia di Leone). È un film complesso, uno dei più complessi della storia del cinema.

    Lavora su più piani narrativi, e mostra il cambiamento radicale delle persone attraverso il tempo (il sindacalista è l'esempio perfetto).

    Non mostra buoni o cattivi. Come da te descritto, lo stesso Noodles si macchia di vari crimini, ma per la legge di immedesimazione sono molto meno gravi di quelli di Max, che grazie ai propri -il tradimento in primis- da carnefice diventa vittima.

    Infine, la maturazione di Noodles che capisce che l'amico che amava è morto anni prima e la sofferenza di Max sarà vivere gli ultimi giorni come Mr. Bailey, corrotto uomo di potere.

    Un ottimo pezzo!

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    1. E quindi? Non vedo perché tu non possa scrivere un articolo su questo film. Puoi e come! Ricorda, amico mio, le recensioni non solo cose studiate ma anche qualcosa di personale. Mi farebbe molto piacere se anche tu dicessi la tua in merito e sarei ben lieto di leggere il tuo stile, la tua preparazione ecc.Può darsi che sia io alla fine a dover e poter apprendere qualcosa da te. Per il resto, il tuo commento lascia intendere che è un film che conosci bene come me. Aspetto con ansia il tuo articolo. Se vuoi ti aiuterò

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    2. Raccolgo la sfida e scriverò qualcosa in merito ;) Ti ringrazio come sempre

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    3. nessuna sfida. Ti sto solo invitando a dire la tua

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