domenica 7 marzo 2021

[Devilman] Il personaggio di Akira Fudo: il sacrificio della lotta tra bene e male


Akira Fudo di Devilman, manga scritto e disegnato da Go Nagai, è sicuramente uno dei personaggi più famosi della storia del fumetto mondiale. La sua storia ha commosso e fatto riflettere milioni di appassionati, aprendo molte questioni sul concetto del bene e del male, argomento a cui l'autore è molto legato.

Devilman infatti non è soltanto una raccolta di volumi da collezionare e tenere in bella mostra nella propria biblioteca (ah ma li i personaggi si squartano, no!) ma è un'opera che insegna molte cose importanti, a partire dal profilo dell'essere umano descritto come la peggiore delle bestie qualora obbligato a una condizione di perdizione e allontanamento dalla strada del raziocinio. Raziocinio che solo Akira e i suoi devilmen sono riusciti a mantenere fino all'ultimo momento per poi essere inesorabilmente risucchiati nella cattiveria dei demoni, dall'odio e dalla vendetta.


Akira è un ragazzo come altri, una specie di Peter Parker giapponese consapevole che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Proprio lui si addossa il peso incommensurabile della salvezza della terra, costretto tra l'altro a dover rinunciare alla sua umanità (e a tante altre cose) in favore di un falso ideale incarnato da Ryo Asuka, cioè il terrificante Satana

Il nostro (anti)eroe cresce senza i genitori, vede morire l'intera famiglia Makimura e deve assistere impotente al degrado umano, mentre l'Apocalisse comincia a spazzare via tutto ciò che un tempo rientrava nella sfera della normalità. La violenza è predominante sia nella narrazione sia nell'azione. Akira ne è consapevole dal primo momento, quando si ritrova faccia a faccia coi bulli. Mai si sarebbe aspettato che oltre alla cattiveria dell'uomo esista qualcosa capace di estremizzare tale cattivo sentimento: i demoni non hanno pietà di nessuno e oltre a divorare gli umani li rendono anche schiavi sul piano mentale.


Akira lotta e rischia più volte di morire. Giura fedeltà a coloro che un tempo erano i suoi simili, prima della fusione con il potente Amon e decidere così di cambiare rivivendo i ricordi del mostro che porta dentro. Tuttavia, saranno proprio gli esseri umani a tradirlo e a portargli via ogni cosa, così da permettere a Satana di attuare il suo vile piano e far comprendere all'amato avversario che essere dei mostri può avere i suoi vantaggi e che le persone sono la peggiore creazione di Dio. Il re dei demoni cerca infatti di trasferire il suo disprezzo per la razza umana in Akira, il quale però riesce a contenere il suo lato oscuro e a mantenere la sua umanità perché spinto da una sola cosa: l'amore per la compianta Miki, l'unica mortale a non averlo mai tradito insieme a tutti i Makimura e agli amici più stretti. 



Akira giura la morte al nemico in nome loro, soltanto per riscattare la loro terribile fine. Del resto, se gli umani sono impazziti e hanno deciso di trucidarsi a vicenda la colpa è soltanto degli spiriti infernali che hanno giocato con la loro fragile psiche, mettendoli gli uni contro gli altri e facilitare così il progetto di conquista della Terra


In tutto ciò Dio dov'è? È l'unica figura che Akira non vede mai e alla quale non ha chiesto aiuto. L'inganno di Ryo gli è costato caro: il liceale ha intrapreso la via del male per affrontare un'altra forma di male ancora più feroce, finendo così per negare la fede in Dio e al suo operato. Non è un caso che la grande energia di luce che avvolge la Russia è una chiara manifestazione dell'ira divina che, tra l'altro, riprende la storia di Sodoma. Quella manifestazione divina non è stata solo creata dal peccato umano e dalla vile furbizia del demonio ma è anche un castigo verso tutti gli uomini diavolo che hanno accettato di creare esseri nuovi, non previsti dal volere dell'onnipotente.

Ecco spiegato il titolo dell'articolo. Akira Fudo è il sacrificio per antonomasia dei manga. Ha fatto parte di un gioco a scacchi universale per poi finire divorato sia dal bene sia dal male perché una distinzione non è più possibile farla. Al protagonista restano soltanto le lacrime, il dolore e la sofferenza per non aver vissuto una vita al massimo, piena di sogni e aspettative. Il diploma, la laurea, un lavoro e una fidanzata (perché no, proprio la dolce Miki). Akira decide di lottare per sé stesso proprio perché gli è stata portata via la donna che ama, colei che è stata tutto: amica, madre, sorella e il primo unico grande amore, infranto da una storia spietata in cui non c'è speranza per i deboli.


Alla fine, ciò che lo attende è una morte che però gli rende giustizia perché Satana ha fallito: l'uomo che ama è morto ma prima di partire per l'altro mondo ha portato con sé tutti i demoni, lasciando il suo peggior nemico solo al mondo, in balia di Dio che è pronto a rimandarlo nei ghiacciai per creare un mondo nuovo. Nella sconfitta e nella fine, Akira ha trovato la sua consacrazione nonostante sia finito diviso in due, come un personaggio da quattro soldi degli anime e dei fumetti. Il fatto che però Nagai lascia la parte superiore del suo corpo integra lascia intendere che ha cercato di dare una dignità al suo personaggio fino alla fine perché è ciò che egli merita. 


Egli è il martire scelto per dare inizio probabilmente a una nuova era. Akira Fudo entra di diritto nell'immaginario collettivo degli strumenti di intrattenimento. La sua figura è stata di forte ispirazione ad altri autori: su tutti Miura che in Berserk crea il personaggio di Guts che ha molte più cose in comune con Akira rispetto a quanto si possa pensare. Sono ancora molti gli shonen che potremmo citare e tante altre cose ancora si potrebbero dire su Fudo, un ragazzino strappato troppo presto alla vita e costretto ad affrontare delle avversità che forse non gli appartenevano, se non fosse per il fatto che qualcuno aveva deciso per lui. Cosa gli è rimasto? Tutto il dolore espresso attraverso fiumi di lacrime perfettamente stilizzati in "Devilman Crybaby". Riccardo Cocciante probabilmente riprenderebbe il pezzo di una sua canzone "povero diavolo, che pena mi fa". Eh sì perché nessuno vorrebbe essere nei panni di Akira, nemmeno per un secondo. 

Alla fine però lascia molti insegnamenti al lettore ed è per questo che il capolavoro di Go Nagai viene ancora reputato come un manga unico nel suo genere, a distanza di quasi 50 anni. 

LEGGI ANCHE: 

  • Devilman Vol.1: L'eredità di Paura. Il mesozoico, Dante e il sabba nella Genesi di Nagai;
  • Devilman Vol. II: lo scontro con l'arpia Silen tra demonologia, mitologia ed eros;
  • Devilman vol. III: vecchie e nuove guerre, al via l'era del terrore;
  • Devilman vol. IV: una nuova età oscura tra follia umana, guerre totali, razzismo e l'Apocalisse di Giovanni;
  • Devilman vol. V: l'idea del male di Nagai e il ciclo dei vinti;
  • Amon: il manga che racconta le origini di Devilman
  • Devilman Anime: la prima serie dedicata alle avventure dell'Uomo Diavolo
  • Devilman, la Genesi: l'inizio della storia nel primo Oav tratto dal manga di Go Nagai
  • Devilman - L'arpia Silen: trama e differenze tra il secondo Oav e il manga
  • Amon - The Apocalypse of Devilman: l'ultimo Oav che rompe gli schemi della trama
  • [Anime] Devilman Crybaby: il dolore di Akira Fudo in una versione rivisitata del manga di Go Nagai
  • 4 commenti:

    1. Ottimo lavoro Pakos! Allora, sì, il finale di Devilman è l'assoluta sconfitta di Satana. Inerme di fronte al "gioco" di Dio, che è pronto a rispedirlo nel ghiaccio (sarebbe stata meglio una morte dignitosa, per Satana), solo e abbandonato, soprattutto con la consapevolezza di odiare Dio per un comportamento che lui stesso ha assunto sulla terra.
      Con la differenza, rispetto a Dio, che lui aveva amato Akira, quindi la sua perdita è stata una sconfitta nella sconfitta.

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      1. Il ciclo dei vinti, così l'ho definito nell'analisi del quinto e ultimo volume del manga. Akira è uno dei personaggio meglio costruiti nella storia dei manga. La prima volta che lessi la fine di Devilman mi scappò una piccola lacrime per lui, figlio di un destino crudele e senza amore

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    2. Bellissima recensione. Forse il fascino del personaggio sta anche nella sua capacità di non cedere alla follia e cercare di conservare a tutti i costi quel briciolo di umanità che gli resta.

      P.S. Che ne pensi della serie su Netflix? Vale la visione?

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      1. Per me vale la pena guardare Devilman CryBaby. Ti dico di più: ho fatto proprio la recensione su questo anime. Vattela a leggere e fatti un'idea, così magari mi dici la tua e trovi una motivazione per guardarla. La trovi facile sul blog

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