mercoledì 3 marzo 2021

Jacob e le memorie dell'odio: i miei ricordi nel romanzo che forse mai pubblicherò


Oggi non voglio parlare di fumetti, cinema, videogames, musica, nostalgia o libri. Anzi in verità vorrei spendere proprio due parole su un libro, il mio, quello che forse non riuscirò mai a pubblicare. La cosa ormai non mi preoccupa più visto che le ho provate davvero tutte. Le grandi case editrici non ti calcolano di striscio, quelle più piccole vogliono che paghi per mettere nero su bianco la tua opera. E i soldi chi ce l'ha? E poi se una storia è buona perché dovrei pagare?

Beh, in effetti chi mi dice che il mio romanzo sia buono? Un amico? Un agente letterario che vuole solo i miei soldi? Una casa editrice indipendente che però ti chiede ugualmente un "regalo" per aiutarti? Forse le avventure mortifere di Jacob sono buone, magari lo stile non va bene... o forse sì ma manca qualcosa. Non mi reputo uno scrittore perché gli autori di romanzi e racconti sono ben altri però so di avere un prodotto che potrebbe andare... o no? Ecco, quando non riesci a raggiungere un obiettivo, qualche dubbio ti viene. Ci fosse stato qualcuno che m'avesse fatto capire qualcosa.
Ah scusate! Vi starete chiedendo chi è Jacob. È un ex psichiatra di 38 anni che decide di diventare un killer professionista e farsi assoldare dai suoi clienti per arrivare laddove la legge e i tribunali non sono mai giunti: rendere giustizia a chi ha subito gravi torti. Ah, scusate ancora amici: il romanzo di chiama "Jacob e le memorie dell'odio". Le memorie, sì, del mio odio però... Beh chi crea un personaggio tende a portare qualcosa di sé, in una specie di autobiografia molto romanzata e molto riveduta per rendere più chiari alcuni concetti, alcune esperienze, alcune sensazioni. No, no, leviamo "alcune" e mettiamo "tante". Eh sì, estremizzare è indispensabile quando serve.


Un esperimento letterario, forse con un piccolo sfondo che affaccia sull'orizzonte delle tematiche sociali. Prendi un soggetto mentalmente instabile e porta dentro tutti i mali del mondo, ponilo in un ambiente altrettanto trasandato ed ecco cosa ne esce fuori: una bombaorologeria ma con un meccanismo inceppato, cioè che esplode quando non dovrebbe, secondo prima o secondo dopo, minuto prima o minuto dopo, ora prima o ora dopo. Questo ero io in quel maledetto 2016, quando la vita e gli esseri umani mi portarono via tanto, quello che per me era tutto: qualcuno mi distrusse la carriera, la mia ex mi lasciò e mio nonno morì per una grave malattia. Un anno di merda insomma, 365 giorni che mi portarono ad accumulare tanto di quel risentimento verso ogni forma esistenziale, ogni contatto con la realtà. Il mondo: che posto orrendo diventò ai miei occhi. 

Il periodo vissuto in Trentino mi portò a concepire in principio un libro sull'esperienza vissuta in mezzo ai campi di mele, alle serate in birreria e ai ricordi brutti che non andavano mai via. Poi vidi una serie tv intitolata "Ray Donovan" e qualcosa di sinistro cominciò a svilupparsi. Donovan (interpretato da Liev Schreiber) è un Mr. Wolf tarantiniano degli anni 2000: risolve problemi alle star americane e spesso deve sporcarsi le mani per sistemare le cose anche nella sua famiglia. Un risolutore di problemi... roba già vista ma in chiave diversa... aveva una logica, aveva un senso. 

Ray Donovan


la maschera del sorriso

Recuperai anche la lettura di Berserk e provai un dolore atroce quando rividi Guts assistere impotente lo stupro di Casca per mano di Griffith, il quale mi ricordava lo stronzo che... vabbè, lasciamo perdere (gli lascio i miei avanzi). Povero Guts, anche a lui portarono via la cosa più bella che aveva, la persona più preziosa, l'unica metà che completava il suo essere. Lo stupro, la violenza sulle donne: altra tematica che mi sta a cuore, un atto di vigliaccheria e di diavoleria che non ho mai accettato. Perché stuprare una donna? Perché distruggere non una ma più persone: una famiglia, una comitiva, una banda o quel che è. Perché sottoporre un essere meraviglioso come una donna a un'umiliazione simile? Perché creare rimorso nel cuore del suo uomo che nulla ha potuto fare per difenderla?



Perché poi la donna che ami sparisce anche quando tutto sembra andare bene? Perché qualcuno te la porta via (succederà anche nel 2020, purtroppo ma non allo stesso modo per fortuna, diciamo...). Poi ci sono gli amici che ti tradiscono, quelli che ti avevano giurato fedeltà, coloro che ti avevano promesso grandi cose. No, non erano amici, erano demoni vestiti da umani, come quelli di Akira Fudo in Devilman. Eh già, a volte ho visto scene di incendi e di odio dinanzi a me come allucinazioni provocate dalla droga. Per fortuna era solo alcol! Eh già, che culo! Intere sere a barcollare per trovare risposte, capire perché si debba sempre soffrire così tanto. Questa però è un'altra storia.

La verità si nasconde sul fondo si una bottiglia di birra


Dov'ero? Ah sì: Ray Donovan, Guts, Devilman. Mettici dentro un po' di rabbia per quello che hai passato anche da ragazzino, come ad esempio la cattiveria del prossimo e la malattia che cambiò mia madre (però Pakos, cazzo, oggi c'è chi la mamma non ce l'ha, non fare lo stronzo). Eh Pasquale, hai ragione! Che storie, quante rotture. Ma sì piangiamoci ancora un po' addosso (no Pakos, non ricominciare). Pasquale ha sempre ragione, oh!

Per fortuna, a salvarmi fu la nostalgia per i tempi andati e per il fatto che ho sempre desiderato vivere, vivere per giungere al mio domani, il mio futuro, una vita più fortunata. Qualcosa in me era rimasto, sapevo che potevo risalire dalla fogna merdosa in cui ero caduto: sapevo che sarei sopravvissuto perché volevo vivere. Vidi lo spiraglio di luce: la mia fantasia, il mio pc e il maledetto Microsoft Word.

Ed eccolo Joseph Jacob. Un occhialuto figlio di puttana a cui ho voluto togliere la madre a 15 anni perché sono bastardo dentro. Uno che aveva una moglie bellissima che ha dovuto rinchiudere in un centro di igiene mentale. Un essere a metà strada tra la psicopatia e un lieve filo di lucidità che per fortuna lo porta a scegliere la cosa giusta quando serve, non prima di aver accontentato il suo desiderio di morte. Ah Morte, ciao, ci sei anche tu? Eh sì, Jacob ha le allucinazioni (o forse no?). Vede strani omuncoli e il cupo mietitore che parla strano manco fosse Skull Night di Berserk


Eh Berserk... il feto deforme, figlio di Guts e Casca. Il feto solitario che sarebbe dovuto essere anche mio figlio. Quante notti a vederlo nel buio. A volte mi sembrava di non capire se stessi sognando o fossi sveglio. Ogni tanto pensavo di essere morto ma non mi andava di esserlo per davvero perché avevo (e ho) ancora troppa gente da fottere. Povero Jacob! L'ho costretto a vivere 100 volte peggio le mie disavventure e oltre alla genitrice gli ho portato via anche la moglie, anzi i miei demoni gliel'hanno portata via, facendola impazzire e inducendola all'oblio. Beh, un pazzo che definisce pazza un'altra persona non è attendibile, forse io non sono attendibile (sono un giornalista del resto, chi dovrebbe fidarsi di me?). Però io la speranza non l'abbandono mai e nemmeno il me cattivo lo fa. 


Oh, sappiate che Joe (Joseph) ha un Pakos dentro di sé (o un Pasquale?). Ad ogni modo lui si presenta ai clienti come J.J. (che è anche il nome del suo lato oscuro). J.J. è un bravo assassino però perché stabilisce la sua parcella in base alla dichiarazione dei redditi della persona da soddisfare: in poche parole se sei un morto di fame lui si accontenta anche di una torta di mele (purché sia fatta bene, eh!). Questo forse è l'elemento che lo tiene legato agli esseri umani che nel contempo odia profondamente. Eppure ciò non gli impedisce di adottare due ragazze in difficoltà e trattarle alla stregua di figlie che avevano bisogno di un papà. 

occhi vedi, occhi blu: una figlia così vorrei

Joe un cuore ce l'ha e questa cosa è stata proprio lui a tirarmela fuori. Io scrivevo ma era lui che creava me. Lui è stato tutto il dolore che provavo e proprio questo mio dolore lui mi ha aiutato a mutarlo in voglia di vivere. Del resto, gli ho fatto passare 350 pagine di guai a sto povero cristo! Però una volta me l'ha detto... mi vuole bene e m'hanno voluto bene quelli che hanno letto il mio romanzo dandomi il loro parere. Quasi tutti hanno pianto... io le lacrime le ho consumate. 

Quattro anni, quasi cinque, credo di aver perso il conto! Jacob intanto è lì e nessuno lo considera. Che fare allora? Penso che inizierò a pubblicare il mio romanzo sul blog, dividendolo in episodi e farlo conoscere al pubblico del web. La cosa mi affascina perché recupererebbe una vecchia tradizione che vedeva i romanzi e i racconti stampati serialmente sui giornali (roba di tanti e tanti anni fa). 

Tuttavia, ci sarebbe un problema. Il mio libro non è depositato e non ho nessuno che tratti i miei interessi per i diritti d'autore. Su blogger non credo proprio che la mia opera possa essere tutelata da questo punto di vita. La soluzione potrebbe essere Amazon ma dovrei apportare modifiche ai soliti e maledetti errori di battitura che ormai non riesco più a vedere. Probabilmente sotto sotto non mi interessa nemmeno più diventare famoso con Jacob, magari volevo solo parlare di lui perché gli devo davvero tanto, nonostante io e lui siamo ancora qui, accomodati in un cassetto di legno ma con un filo di luce che non ci fa perdere mai la speranza. C'è ancora tempo per vedere la mia foto sul giornale, sotto a un titolone con su scritto "Lo scrittore Pasquale De Prisco spopola con il suo Jacob". Grazie Joe, grazie a te ho imparato a volermi ancora bene!

17 commenti:

  1. Una valvola di sfogo, chiaramente. Il mio blog nacque con lo stesso intento.
    Lungi da me cercare di pensare quel che vuoi tu, ma mettendomi nella stessa situazione, ovvero quella di aver scritto un libro come conseguenza di una certa situazione, per quei precisi motivi, io credo sarei contento di averlo semplicemente scritto.
    Si capisce che ci tieni come a una parte di te stesso ed è inevitabile (oltre che comprensibile) che sia così, quindi sempre mettendomi nella tua situazione ti posso suggerire di pensaci con attenzione, mettendo sui due piatti della bilancia la soddisfazione di pubblicarlo qui ed il pensiero che sia a disposizione di tutti.

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    1. bravo Alex, una valvola di sfogo. Al momento sono in attesa di una risposta da parte di una casa editrice. Devo attendere ancora una decina di giorni poi mi faranno sapere. Mal che vada lo autopubblicherò (senza spendere soldi) su Amazon e vedremo.

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    2. Non posso che augurarti il miglior esito possibile.

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    3. ti ringrazio ma la vedo dura. Non perso la speranza ma non mi ci metto nemmeno con l'ansia. Grazie mille per il sostegno

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  2. Voglio essere più bastardo di Jacob, ma con troppi pleonastici "diede uno sguardo dall'interno all'esterno", 350 pagine diventano un bel po'..

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    1. voglio essere ancora più bastardo di Jacob e di te: ma con un solo pleonastico visto e senza aver letto l'intero libro, come fai a dire "350 pagine diventato un bel po'".
      Il libro tra l'altro è venuto così lungo perché ci sono delle situazioni tutte concatenate tra loro. Che poi voglio sfatare un mito: ho letto i libri di parecchi scrittori emergenti e posso dire che i loro "pleonastici" non differiscono per nulla dai miei. Anche il discorso "nessuno pubblica il primo romanzo di un autore se è troppo lungo" è un'altra leggenda.
      Che poi, anche se ci fossero così tanti pleonastici (da vedere sempre dopo aver letto l'intera opera) sarei ben lieto di conoscere qualche esperto del settore dirmi"bisogna cambiare qualcosa": lo farei assolutamente perché come ho già detto non sono uno scrittore, vorrei soltanto diventarlo

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    2. Io te l'ho buttata là tanto per, da bastardo ma sincero quale sono, il che mi ha precluso sempre tanti facili e ipocriti rapporti. Mi piacerebbe leggere qualcosa di più se vuoi, che poi, le cose scaturite da dolori autentici le avverti anche meglio. Ovviamente sono un esperto di un bel niente. Sparo sensazioni a salve. Fanno male solo se ti ci vuoi suicidare. ;)

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    3. figurati io adoro la gente bastarda come me. In realtà ho apprezzato il tuo commento e l'ho sfruttato per rilanciare una critica sui vecchi stereotipi legati agli scrittori emergenti (o presunti tali) di questi anni. Io vorrei farvi leggere qualcosa e vorrei farlo qui, ma devo capire se blogger può tutelarmi per il copyright e i diritti d'autore (cosa che non penso sia fattibile).

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  3. Io parlo da ignorante.
    Sinceramente ho preferito tutto il post a quelle quattro righe del libro che hai pubblicato.
    Mi rendo conto che è troppo poco per giudicare quindi non darci peso.
    Se deciderai di pubblicare il romanzo non mi fermeranno certo le 350 pagine.
    E lo comprerei senza esitare.
    Cosa che ho già fatto con dei blogger che hanno pubblicato qualcosa.
    Sul discorso di pubblicare il romanzo on line a me sembrerebbe come svenderlo non so.
    Certo a chi ho fatto notare sta cosa mi è stato risposto che i romanzi potrebbero essere notati da qualcuno e lo scrittore trovare finalmente chi lo pubblica.
    Obiettivamente te ne sai più di me , conosci meglio di me l’editoria italiana e come funzionano ste dinamiche quindi sai te quanto la cosa possa essere fattibile.
    Io ci credo poco comunque...
    Poi c’è n’altra cosa da dire e non è da poco.
    Te arrivi a pubblicare ma poi riuscirai a vendere?
    Te lo auguro ma mi sembra per quel poco che ti conosco che sei uno che sta con i piedi per terra.
    Guarda se non capisci l’ultima frase che ti lascio dovrei linkarti un blog dove ho discusso di questa cosa ma mi pare poco elegante.
    Credo che tu ci possa arrivare lo stesso.
    Se vuoi scrivere per guadagnare lascia perdere perché è più facile scrivere per essere autorevoli e cioè per la gloria.

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    1. Stavolta di quoto in lungo e in largo. Max purtroppo il problema è che le ho provate tutte e il mercato è davvero spietato oltre che a senso unico. In realtà non sono molto convinto di metterlo qui, non solo per quello che hai detto tu (svenderlo) ma anche perché penso che sia meglio depositarlo prima (non alla Siae perché ti fa pagare un botto di soldi e non te la levi più dai piedi).
      Quello che hai letto è solo un estratto per mette in risalto il fatto che ho voluto creare il mio personaggio seguendo la mia estetica: insomma in quella parte che sembra insignificante ho descritto il mio aspetto fisico.
      E cmq la frase finale l'ho capita e mi ci ritrovo, anzi, aggiungo che io volevo solo raccontare una storia, vorrei solo rendere partecipe la gente di alcune cose della mia vita e di Jacob. Io ci proverò ancora Max ma non ho intenzione di pagare per pubblicare il mio libro e non ho intenzione di piegarmi alla letteratura in quanto "moda" perché non voglio essere un'icona della contemporaneità. Vi terrò senz'altro aggiornati. Grazie davvero

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  4. Bene; toglimi una curiosità ( per favore😁): ma se pubblichi con Amazon , paghi qualcosa?
    Cioè autopubblicarsi vuol dire comunque pagare qualcosa a qualcuno?
    Poco , tanto?
    Infatti non capisco quando scrivi che sceglierai Amazon senza pagare?

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  5. Vabbè adesso pure icona ahahah!!!😂😂

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  6. Mi ha colpito molto leggere del tuo 2016...
    Ci sono degli anni in cui le cose vanno male e lasciano veramente gli strascichi.
    Però la scrittura ti ha aiutato, secondo me, e questo vale molto di più di un libro pubblicato.
    Secondo me dovresti scrivere qualcosa di autobiografico.
    Ma forse è una convinzione che mi sono creato: ognuno di noi potrebbe scrivere il romanzo della propria vita e ne uscirebbero cose interessanti...

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    1. è ancora presto scrivere una cosa autobiografica. Lo farò solo dopo aver pubblicato questo perché ci devo riuscire!

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  7. Informati bene sulla questione "amazon" e pubblica. Lungo o breve che sia la tua creatura deve vedere la luce. E come Max, io il libro lo comprerei.

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    1. grazie Mariella. Provvederò appena possibile. vi terrò aggiornati

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