martedì 5 aprile 2022

5 aprile: 30 anni fa moriva Kurt Cobain, leggenda del grunge e dei Nirvana


Oggi, 5 aprile 2024, sono passati esattamente 30 anni dalla morte di Kurt Cobain (avvenuta nel 1994), leader dei Nirvana

5 aprile: in questo giorno del 1994 motiva Kurt Cobain

Il 20 febbraio 2024, Kurt Cobain avrebbe compiuto 57 anni e ormai sono 30 quelli passati senza di lui e i Nirvana a causa della sua tragica morte. Lo scorso febbraio, il padre del grunge avrebbe compiuto gli anni, mentre il 5 aprile, il mondo della musica si fermerà per ricordarlo ancora una volta. 

Non si può negare, dunque, che il pensiero dei rockers sarà molto incentrato sulle note e sulla voce del cantante maledetto per eccellenza degli anni ‘90, considerato come simbolo non solo di un genere musicale ma anche come icona di un decennio che ben presto avrebbe lasciato spazio al nuovo millennio e a forme musicali che oggi sono ben lontane da ciò che i nostri nonni e i nostri padri erano abituati ad ascoltare. 

Cambiamenti, rivoluzioni (o involuzioni) e trasformazioni che a Kurt Cobain avrebbero dato il voltastomaco, in particolar modo per i nuovi scenari della musica Rock che oggi viene sempre più sottomessa alla volontà di complessi emergenti che hanno ben poco da spartire con gli stessi Nirvana, i Pearl Jam, i Red Hot Chili Peppers e i Guns’n’Roses (giusto per fare qualche esempio). Già gli “amati” Guns’n’Roses… ma su questo ci torneremo dopo.


Su Cobain s’è detto di tutto e di più sia in senso benevolo sia in senso maligno. Per tanti è stato e rimarrà quell’eterno genio a tratti incompreso, per altri soltanto un drogato che ha saputo realizzare giusto tre o quattro canzoni buone. 

Nell’ultimo caso, si può tranquillamente stendere un velo pietoso perché è vero che vale il principio “de gustibus non disputandum est” ma chi non ha mai pensato che Smells Like Teen Spirit, You Know You’re Right, Heart-Shaped Box, Lithium, Come As You Are, All Apologies, Pennyroyal Tea, Rape Me, About a Girl, Sliver potessero nascere soltanto dalla mente di Kurt Cobain, Dave Grohl e Krist Novoselic?

Pessimista, arrabbiato, sfiduciato, depresso e folle. Tutti questi erano gli ingredienti basilari delle ricette dei Nirvana, catalogati dai media come i maggiori esponenti della Generazione X, ovvero coloro che proprio come Cobain guardavano al mondo con particolare scetticismo, come se non ci fosse mai stato un domani. 


Il frontman tuttavia aveva sempre preso le distanze da questa omologazione, innanzitutto per il fatto che la terminologia Generazione X aveva origini molto più vecchie (anni ‘50) e poi durante la giovinezza si era avvicinato molto al giainismo ma soprattutto al buddismo: proprio da quest’ultima religione prese in riferimento il concetto del Nirvana, cioè «la libertà dal dolore e dalla sofferenza del mondo esterno». Tuttavia, il ragazzo di Aberdeen non riuscì mai a liberarsi da tale dolore e da tale sofferenza: la droga, il mondo e lo strano rapporto con la moglie Courtney Love lo indussero a toccare il punto più estremo della sua esistenza.

Da quando era nato, il 20 febbraio 1967 ad Aberdeen nello stato di Washington, nessuno avrebbe mai pensato che un bambino felice ed estroverso come il biondo Kurt, amante dell’arte in tutte le sue forme (era un ottimo disegnatore ed era capace di imitare la musica suonata dagli altri), potesse diventare improvvisamente rancoroso e distante verso il prossimo. 

Stando a diverse biografie, la causa che avrebbe scatenato il caotico mutamento del bambino sarebbe da ricondurre al divorzio tra i suoi genitori, i quali, qualche anno dopo si sarebbero rifatti una vita con compagni diversi. Come se non bastasse, vista la sua iperattività, la madre lo aveva abituato ad assumere ritalin già negli anni dello sviluppo e questo generò in lui già la prima convinzione che per stare bene dovesse dipendere da sostanze di qualche tipo.


Dagli anni dell’infanzia fino all’adolescenza avviò la propria formazione musicale cominciando dai Beatles, i Ramones e l’Eletric Light Orchestra, fino ad arrivare agli Ac/Dc e i Led Zeppelin. Alla fine però fu fondamentale l’incontro con Buzz Osborne dei Melvins che gli fece conoscere i Black Flag, i Butthole Surfers e gli MDC che tra il 1975 e il 1985 dominavano il panorama del Rock Alternativo e dell’Hardcore Punk

Negli anni del liceo cominciò a far uso di marijuana e a interessarsi alle tematiche dell’omofobia e del razzismo, promettendo a sé stesso che avrebbe lottato sempre per i diritti dell’essere umano (sua sorella Kim e uno dei suoi migliori amici erano omosessuali). Nonostante la continua formazione musicale e un giro di amicizie che presto avrebbero cambiato la sua vita, le cose per Kurt Cobain continuavano ad andare male: per sopravvivere faceva disparati lavori e addirittura fu arrestato per vandalismo a causa di alcune scritte sui muri, una su tutte, la famosa “God Is Gay”. 

La sentenza finale arrivò a diciotto anni, quando sua madre lo sbatté fuori di casa dopo aver appreso la decisione del figlio di volere abbandonare la scuola e dedicarsi ad altro. Kurt passò molto tempo appoggiandosi presso le abitazioni di molti amici, addirittura si adeguò a vivere in condizioni più estreme all’interno dello scantinato della casa materna o in auto. La leggenda narra che avesse vissuto anche sotto al ponte che collega Aberdeen a Cosmopolis, ma qualche anno dopo Novoselic negò appunto tale possibilità per via della pericolosità del fiume che attraversava quell’area geografica.

Dopo qualche esperienza passata con un gruppo fondato insieme a Dal Crover (batterista per svariati gruppi tra cui gli stessi Nirvana), i Fecal Matter, Cobain (voce e chitarrista) conobbe il bassista Krist Novoselic con il quale fondò i Nirvana e scelse Chad Channing come batterista. Diverse furono le esibizioni in numerosi locali di Olympia, Aberdeen e Seattle, ma il 15 giugno 1989 fu importante perché riuscirono a pubblicare il loro primo album, Bleach, contente i primi celebri singoli come Blew, Love Buzz, Negative Creep e soprattutto About a Girl presente in un celebre Greatest Hits

Il titolo del loro primo disco nacque dopo che Cobain aveva tratto ispirazione dal manifesto di una campagna a favore della lotta contro l’AIDS, quindi lo scopo era quello di invitare i tossici dediti all’eroina a pulire i propri aghi con la candeggina prima dell'utilizzo (in inglese Bleach).


Bleach ebbe critiche piuttosto positive e la gente apprezzò in poco tempo quel ragazzo biondo dalle più svariate origini europee (tra lato paterno e lato materno, Cobain vantava avi inglesi, scozzesi olandesi, francesi e tedeschi) con in dosso una camicia da boscaiolo e una maglia jersey a maniche lunghe.

Nel 1990, Cobain conobbe la futura moglie: Courtney Love, cantante delle Hole e compagna di Billy Corgan degli Smashing Pumpkins. Tra loro senza dubbio scoppiò l’amore, ma fu un amore molto amaro, avvelenato, per via dei loro pessimi caratteri e del continuo uso di sostanze stupefacenti. Secondo alcuni racconti, sembrerebbe che Cobain fosse molto succube della donna e che spesso i loro litigi finissero con pesanti scontri domestici che nella maggior parte dei casi costringevano la polizia locale a intervenire. 

Ad ogni modo, il 24 febbraio 1992, la coppia si sposò nelle Hawaii per poi avere nel mese di agosto una bambina che chiamarono Frances Bean Cobain. Anche per la piccola Frances la vita non fu molto generosa, infatti, dato che l’opinione pubblica venne a conoscenza che Courtney Love faceva uso di eroina durante la gravidanza, i servizi sociali non esitarono a prendere in affidamento la bambina e costringere i due coniugi a sottoporsi a disintossicazione per riavere la figlia. Dopo lunghe beghe giudiziarie, Kurt e Courtney riottennero la custodia della figlia… ignorando che il 5 aprile 1994 sarebbe arrivato molto presto.


Tornando ai Nirvana, il vero successo però arrivo esattamente nel 1992, quando la casa discografica Geffen Records li aiutò a dar vita a quello che sarebbe diventato il loro album più famoso, Nevermind. Nel frattempo, Dave Grohl prese il posto di Channing alla batteria e da lì i Nirvana non si sarebbero più fermati. 

Smelles Like Teen Spirit fu il singolo di punta dell’album e ottenne in brevissimo tempo un successo mondiale che permise al mondo intero di conoscere il grunge di Cobain e compagni. La cosa più singolare fu che sia l’album sia la canzone non ebbero particolare pubblicità né dai produttori né dalla stampa, anzi, i media mostrano interesse nel prodotto solo dopo un paio di mesi, quando Smells Like Teen Spirit sbancò in tutto il mondo e i Nirvana riuscirono a scavalcare in classifica un mostro sacro come Michael Jackson

Successivamente, il più grande successo della band statunitense fu seguita da In Bloom, Come As You Are, Breed, Lithium, Polly, On a Plain, Something In The Way. Nevermind divenne in breve tempo “disco di platino” e fino ad oggi ha venduto oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo. La rivista “The Rolling Stone” lo inserì nella top 20 dei migliori album della storia, così come Smells Like Teen Spirit venne inserita nella top ten dei migliori singoli di sempre.




Nel frattempo, ebbe inizio la rivalità con i Guns’n’Roses, i quali, stavano navigando ad alta velocità sulla cresta dell’onda per il loro successo mondiale legato al disco “Use Your Illusion” (quello che contiene November Rain e Don’t Cry). Axl Rose, in realtà, andava matto per Cobain e i Nirvana, a tal punto che li voleva portare con sé per aprire i loro concerti in giro per il mondo. 

Tuttavia, Cobain non aveva per nulla stima del leader dei Guns’n’Roses che reputava omofobo, razzista e sessista, ma soprattutto, pensava che il gruppo di Los Angeles facesse musica di “merda”. E’ dunque evidente che i due frontman fossero totalmente diversi sia nelle loro ideologie sia nel modo di pensare e di agire: «Non siamo la tipica band modello Guns N’Roses, che non ha assolutamente niente da dire. Ribellarsi vuol dire scendere in campo contro persone come i Guns N’ Roses», rivelò Cobain alla rivista Secondos

La reazione di Axl Rose non si fece attendere e ci andò giù pesante definendo il rivale come un «fottuto tossico con una moglie tossica e se la figlia è nata deforme, penso che dovrebbero andare in prigione». Dopo altri episodi incresciosi, insulti in pubblico e frecciate varie, la pace tra le due parti giunse inevitabilmente dopo la scomparsa di Cobain e da allora, specialmente Grohl, strinse un bel rapporto di amicizia con i membri dei Guns’n’Roses.


Il 21 settembre 1993, i Nirvana pubblicarono quello che sarebbe stato il loro ultimo album: In Utero, reso celebre da brani come Heart-Shaped Box, All Apologies, Rape Me, Pennyroyal Tea.



Nonostante il successo e le soddisfazioni, Cobain continuava a farsi del male con la droga. Dal 1990 fino agli ultimi giorni, aveva praticamente provato qualsiasi tipo di droga: marijuana, cocaina, lsd, quaalude. La moglie era ovviamente la sua compagna di giochi per eccellenza e diversi sono stati gli attacchi di overdose che, in più di un’occasione, l’hanno portato vicino alla morte. 

Come se non bastasse, il ragazzo era anche depresso, afflitto da bipolarità, stress, bronchite cronica e continui dolori di stomaco. Stando ai racconti di Love, Cobain avrebbe tentato il suicidio il primo marzo 1994 durante il suo soggiorno in Italia, a Roma, dove finì al Policlinico Umberto I per un’overdose dovuta dall’ingerimento di cinquanta pasticche di Rohypnol mischiate all’alcol. In seguito ad un altro tentativo di suicidio, avvenuto il 18 marzo del 1994, quando si chiuse in una stanza con in mano un’arma da fuoco, Cobain decise che era arrivato il momento di rimettere ogni tassello della sua vita al posto e sottoporsi a un programma di disintossicazione presso l’Exodus Medical Center di Los Angeles (California). Eppure, tutto questo non bastò.

Il primo aprile, Cobain scappò dal centro e fu ritrovato morto esattamente sette giorni dopo nella sua residenza su lago Washington: si era tolto la vita sparandosi alla testa con un fucile a pompa Remington M11 calibro 20. Durante l’autopsia, il medico legale gli trovò nel sangue un quantitativo considerevole di eroina e stabilì che il decesso era avvenuto non l’8 aprile, giorno del suo ritrovamento, bensì il 5.


Kurt Donald Cobain, leader dei Nirvana, era morto a soli 27 anni come tutti i suoi colleghi “iscritti” al Club27, ovvero Brian Jones, Jim Morrison, Janis Joplin e altri a seguire. Il mondo della musica e tutti i suoi fans caddero nello sconforto più totale. Cobain venne cremato e le sue ceneri vennero in parte depositate in un tempio buddhista a Ithaca di New York, un’altra parte venne sparsa lungo il fiume Wishkah e il resto è stato tenuto dalla moglie.

A distanza di anni, è stata addirittura avanzata l’ipotesi che la fine di Cobain potrebbe essere dipesa non da suicidio ma addirittura da omicidio poiché gli investigatori avrebbero riscontrato alcune anomalie nella ricostruzione delle ultime ore della rockstar.

Non si sa quale sia la verità. Non sappiamo nemmeno se questa presunta possibilità di omicidio abbia un fondo di verità o meno. La cosa che conta, e fa male dirlo, è che Kurt Cobain non c’è più da quasi 28 anni e molti di noi, purtroppo, non hanno mai avuto modo di seguirlo e di conoscerlo quando era ancora in vita, mentre con la sua voce dannata gridava i versi di Smells Like Teen Spirit e con la sua mano mancina muoveva le dita sul corpo della chitarra per generare uno dei più grandi assoli della storia.

Kurt Cobain aveva un carattere difficile, molto particolare, apparentemente volubile ma sempre convinto di ciò che faceva. Forse le sue pecche più gravi furono quella di odiare chi la pensasse troppo diversamente da lui e magari il fatto di aver buttato via la propria vita come uno straccio destinato al macero, ma del resto a tanti piaceva per il suo modo di essere, per le smorfie che faceva durante le sessioni fotografiche, per il suo modo di parlare, per il suo impegno nelle tematiche sociali e quando spaccava la chitarra contro il pavimento o contro l'impianto del palco.

Liam Gallagher, voce degli Oasis, una volta gli augurò un cancro. Beh, diciamo che ci è andato molto vicino su certi punti di vista, però vorrei citare ciò che lui disse molto prima a proposito di Cobain. Liam Gallagher, insieme a suo fratello Noel, reputava Cobain sì come un “fottuto tossico”, ma lo temeva, lo temeva perché gli Oasis (da inglesi veraci) non potevano permettere agli americani Nirvana di poter mettere piede in Inghilterra e fare quello che volevano. 

Nonostante fossero ormai prossimi al successo con “What’s The Story, Morning Glory?”, gli Oasis dovettero invece accettare che Kurt Cobain, da solo, sarebbe stata l’icona incontrastata degli anni ‘90 e che niente e nessuno avrebbe potuto scavalcare la sua leggenda, comparabile soltanto a quella di gente come Freddie Mercury, John Lennon, Jimi Hendrix, Brian Jones e tanti altri venuti anche dopo i Nirvana.

4 commenti:

  1. Il gruppo che mi ha cambiato la vita. Sono legatissimo a Bleach e In Utero. Il giorno che mori', ero al liceo, andai in crisi totale.

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    1. È il mio gruppo preferito insieme ai Led Zeppelin! Avrei tanto voluto conoscere meglio quell'epoca: quando è morto Kurt avevo solo 8 anni

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  2. Uno dei post più belli che io abbia mai letto su Kurt Cobain. La vita,i successi, gli eccessi e le cadute di una delle più grandi star di tutti i tempi. Ricordo come fosse ora la prima volta che guardai su MTV il suo unplugged era il 1993. Completamente fuori, ormai al limite, eppure diede il massimo. Indimenticabile.

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