Universi paralleli per Bucky O'Hare: il cartone animato (e non solo). Ecco la storia di un'opera molto singolare.
Vi ricordate "Universi paralleli per Bucky O'Hare"?
Nel 1991 negli Stati Uniti fu realizzata una serie a cartoni animati dedicata al fumetto di Bucky O'Hare: per la precisione si chiamava Bucky O'Hare and the Toad Wars (negli Stati Uniti) e in Italia giunse come "Universi paralleli per Bucky O'Hare" nel 1995. Il cartone fu creato da Sunbow Entertainment, Abrams/Gentile Entertainment, Continuity Comics e dalla società francese IDDH, co-prodotto da Marvel Productions e distribuito dalla controllata di Hasbro Claster Television. Infine l'animazione fu realizzata da Akom.
Bucky O'Hare and the Toad Wars fece il suo debutto negli Usa l'8 settembre 1991 per concludersi l'1 settembre: infatti, la serie era composta da soli 13 episodi. Nel Regno Unito invece fu trasmesso sulla BBC nel 1992, infine arrivò anche nel nostro Paese a partire dal 21 agosto al 4 settembre nel 1995. La sigla italiana fu cantata da Marco Destro e le puntate furono tutte trasmesse su Italia 1 (ma solo una volta, poi non fu mai più riproposta).
In questi 13 episodi vediamo che tutto ha inizio quando il giovane Willy, appassionato di scienza, crea un acceleratore di fotoni che lo trasferisce in un universo (Aniverso) dove si sta combattendo una guerra tra la Federazione del Regno Animale (tutti mammiferi) con a capo Bucky (un coniglio verde) e il perfido Impero di Rospo. Bucky può far affidamento a un equipaggio molto affiata composto dalla gatta Jenny, dal papero a quattro braccia Mitraglia, il babbuino berserker Bruce e l'androide avanzato Blinky.
Il successo del fumetto c'è stato senza dubbio, un po' meno forse quello della versione animata (nonostante piacque a buona fetta del pubblico). È dal fumetto che infatti abbiamo potuto godere, negli anni '90, non solo della serie tv ma anche dei giocattoli e dei videogiochi targati "Bucky O'Hare". La Konami, ad esempio, pubblicò un videogioco nel 1992 per Nintendo, dove Bucky era chiamato in causa per salvare tutti i membri del suo equipaggio fino ad arrivare al boss finale. Graficamente il videogame aveva molto in comune con Mega Man di Capcom e Contra della Konami. Sempre nel '92 la Konami poi realizzò un arcade con un massimo di quattro giocatori e uno stile run'n'gum visto in titoli come Sunset Riders, Mystic Warriors, Wild West Cowboys of Moo Mesa e Aliens. La trama di questo titolo inoltre permetteva di ottenere la vittoria finale sui rospi rilasciando un'energia chiamata "Interplanetary Life Force" contenuta in Komplex. Il gioco comprendeva anche il cast di doppiatori originale del cartone.
La serie tv non ebbe lo stesso successo della versione cartacea ma le recensioni furono positive perché "Universi paralleli per Bucky O'Hare" si impose come opera intenta a denunciare al società del consumismo e difendere l'ambientalismo, senza dimenticare lo studio della controcultura anni '90. Non fu mai considerato tra i migliori cartoni fantascientifici di quel periodo ma riuscì comunque a lasciare un messaggio forte e chiaro.
Fu proprio l'opera televisiva a convincere il Regno Unito a ristampare tutti i volumi del cartaceo e aggiungere altri nuovi 15 numeri scritti da Peter Stone e illustrati da Andre Coates e Joel Adams. Negli anni 2000 quindi furono rilanciati vari formati del fumetto.
Come già detto in precedenza, "Universi paralleli per Bucky O'Hare" fu trasmesso in Italia una sola volta: chi di voi riuscì a seguirla? Ve lo ricordate l'arcade nelle sale giochi?
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Ricordo di aver intravisto un episodio ma erano talmente lontani dal mio gusto estetico che li ho subito lasciati perdere! ^^
RispondiEliminaCapisco. Io ho vaghe memorie del cartone. Ricordo solo la sua esistenza
EliminaLa sigla di Marco Destro è molto carina, anche se in linea con le altre prodotte da Mediaset.
RispondiEliminaDel cartone ricordo poco e nulla. Sarebbe carino leggere il fumetto, da quello che hai postato sembra molto carino.
Il cartone credo che non lo rivedremo più sui nostri schermi: fu trasmesso una sola volta ma sai bene che internet è grande e quindi si può rimediare
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