domenica 27 febbraio 2022

Eroi della classe operaia del calcio: Roberto Di Matteo


Eroi della classe operaia del calcio: Roberto Di Matteo. Il suo nome è legato soprattutto al Chelsea sia come calciatore sia come allenatore.

Di Matteo è uno degli eroi della classe operaia del calcio

Questa settimana, per la rubrica "eroi della classe operaia del calcio", possiamo finalmente dedicarci a un centrocampista. La scelta ricade su Roberto Di Matteo, ex calciatore della Lazio il cui nome però è legato soprattutto al club londinese del Chelsea sia per i suoi trascorsi da calciatore (prima di Abramovich) sia come allenatore. 


Nato a Sciaffusa, in Svizzera, il 29 maggio 1970, Roberto Di Matteo ha passato gran parte della sua vita nel paese elvetico, fino a quando non ha mosso i primi passi nel mondo del calcio entrando a far parte delle giovanili dello Schaffhausen (la squadra locale). Roberto in principio si formò come difensore e libero, poi solo negli anni successivi crebbe e si perfezionò nel ruolo di centrocampista. Il suo esordio nel calcio professionistico avvenne nella stagione 1988/89 proprio con la prima squadra dello Schaffhausen in Serie B svizzera: nelle prime due stagioni giocò un alto numero di partite riuscendo anche a segnare le sue prime due reti. Tuttavia, nel 1990/91 il giovane Roberto disputò una sola gara e alla fine di quell'annata fu ceduto alla Zurigo in Super League (la Serie A svizzera).

Con la nuova squadra, Di Matteo giocò 34 match segnando addirittura 6 gol, eppure alla fine della stagione 1991/92 si ritrovò di nuovo a cambiare team e ad approdare tra le file dell'Aarau, sempre in Super League. Proprio qui avvenne un vero e proprio miracolo calcistico in terra elvetica con la vittoria del campionato da parte proprio dell'Aarau (che l'anno prima era riuscito ad evitare una drammatica retrocessione). Di Matteo quell'anno giocò 32 partite e segnò un solo gol, ma questo non impedì alla Lazio di notarlo e acquistarlo nell'estate 1993. 

Di Matteo si trovò dunque al cospetto di Dino Zoff in occasione della stagione 1993/1994. La concorrenza era piuttosto spietata ma il centrocampista riuscì a conquistare il posto da titolare e a collezionare 29 presenze e 4 gol con i biancocelesti. Il campionato non andò malissimo per la Lazio che alla fine concluse il torneo al quarto posto. Zoff tuttavia non fu confermato ma fu nominato presidente della squadra: al suo posto dunque giunse Zeman che lasciò Di Matteo laddove Zoff lo aveva lasciato, cioè a centrocampo. Tuttavia, il nuovo allenatore chiese al calciatore di andare oltre le proprie capacità dettando i tempi in un centrocampo a zona. Nel frattempo, a causa di alcuni problemi non riuscì a partecipare ai mondiali di calcio in Usa del 1994.


Tornando alla Lazio, Di Matteo non deluse il suo allenatore e disputò il migliore campionato della sua esperienza in Serie A, anche perché gli aquilotti chiusero il campionato secondi in classifica e con il migliore attacco. Fu una stagione memorabile anche perché la Lazio di Zeman fu protagonista di massacri clamorosi: 5-1 contro il Napoli, 7-1 contro il Foggia, 4-0 contro il Milan, 8-2 contro la Fiorentina, 4-0 contro il Genoa, 4-1 contro l'Inter e 0-3 contro la Juventus allo stadio delle Alpi (dove Di Matteo segnò il suo unico gol in campionato). 


Nel 1995/96 però le cose presero una piega diversa. Nonostante ci fosse stima reciproca, il rapporto tra Zeman e Di Matteo improvvisamente si incrinò: nonostante 31 partita giocate con buone prestazioni, il ragazzo di Sciaffusa fu ceduto a fine campionato al Chelsea per 4,9 miliardi. 

Ebbe quindi inizio l'esperienza inglese di Di Matteo, il quale dimostrò per l'ennesima volta le sue straordinarie qualità conquistando anche nei blues il posto da titolare. Ovviamente, va ricordato che il Chelsea di quel periodo non era il club che conosciamo oggi: Roman Abramovich era ancora lontano dal suo avvento come presidente e i Blues erano un gruppo formato prevalentemente da italiani ma anche calciatori a fine carriera. Come se non bastasse, nonostante le grandi ambizioni e ottimi campionati disputati, quel Chelsea era anche una squadra indebitata che prima o poi avrebbe rischiato serie conseguenze (poi questo non accadde).


Sotto la guida del calciatore/allenatore Gianluca Vialli (che prese il posto dell'esonerato Gullit) e insieme a compagni di squadra come Gianfranco Zola, Di Matteo vinse il suo primo titolo europeo, cioè la Coppa delle Coppe 1997/98 dopo un secco 1 a 0 ai danni dello Stoccarda. Pochi giorni prima, la squadra aveva anche vinto la Carabao Cup. Le gioie però non finirono lì, perché il Chelsea conquistò anche la Super Coppa Uefa battendo il Real Madrid il 28 agosto 1998. 

Di Matteo e il Chelsea arrivarono anche a giocarsi lo scudetto con Manchester United e Arsenal nella stagione 1998/99 piazzandosi al terzo posto. Purtroppo però qualche anno dopo, per la precisione il 28 settembre 2000, Di Matteo fu vittima di un grave infortunio di gioco nella partita di Coppa UEFA contro gli svizzeri del San Gallo, in seguito a un contrasto con Daniel Imhof: il centrocampista riportò infatti una triplice frattura a un ginocchio che lo obbligò a sottoporsi ad un intervento chirurgico nella clinica Hirslanden. Per sua sfortuna le prime operazioni non andarono benissimo e a causa di alcune complicazioni nel febbraio 2002 si vide costretto ad annunciare il suo addio al calcio, all'età di 31 anni. 


Roberto però è sempre stato un tipo che non si è mai abbattuto facilmente e così decise di prendere il patentino da allenatore e cominciare una nuova avventura calcistica. La prima esperienza avvenne in terza divisione allenando i  Milton Keynes Dons nel 2008/2009. Successivamente passò in Championship per allenare il West Bromwich che alla fine ottenne un'epica promozione il Premier League. Purtroppo però non riuscì a portare a termine la stagione successiva perché il 6 febbraio 2011, dopo la sconfitta esterna contro il Manchester City (0-3), Di Matteo fu esonerato nonostante due punti di vantaggio sulla zona retrocessione.

Il 4 marzo 2012 però il passato venne a bussare alla sua porta: il Chelsea di Abramovich aveva da poco esonerato Villas Boas e aveva bisogno di un nuovo coach per dare una senso a una stagione che rischiava di essere fallimentare. Di Matteo che in principio fu proprio assistente del portoghese, rispose presente alla sua ex squadra e ottenne due clamorose vittorie a fine stagione: prima la Fa Cup vinta per 2 a 1 contro il Liverpool, poi l'ancora più sorprendente vittoria in finale di Champions League. Di Matteo e il Chelsea vinsero la prima storica coppa dalle grande orecchie della società Blues sconfiggendo il Bayern Monaco ai calci di rigore proprio all'Allianz Arena. 

Un'intera tifoseria andò in visibilio per quei trionfi che però non si ripeterono in occasione della stagione 2012/2013: dopo un buon inizio, il Chelsea cominciò a perdere quota in campionato e il Chelsea si ritrovò in Europa League dopo aver perso anche il secondo posto nel girone di qualificazione di Champions. Il 21 novembre 2012 fu infatti rimosso dal suo incarico per essere sostituito da Rafa Benitez, il quale quell'Europa League finì a addirittura per vincerla. Dopo questa parentesi, Di Matteo ebbe altre esperienze sulle panchine di Shalke 04 e Aston Villa tra il 2014 e il 2016. Oggi, il nostro Robertone se ne sta tranquillo in attesa di rimettersi di nuovo all'opera.

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2 commenti:

  1. Mai fattosi notare a livelli stratosferici, ma il suo lavoro svolto sempre degnamente.

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    1. Era un ottimo centrocampista, uno di quelli silenti che portavano a termine il compito giornaliero

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