Retrogaming - Toki: un classico intramontabile dei videogames nato a fine anni '80 e affermatosi lungo gli anni '90.
Quanto era bello il videogioco Toki?
Toki è stato senza ombra di dubbio uno dei videogames più belli, amati e famosi del periodo compreso tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Ai tempi d'oro delle sale giochi, l'arcade di Toki ha spopolato in lungo e in largo, ottenendo così tanti consensi da diventare un cult del settore. Il suo successo non è mai stato dimenticato, infatti, nel 2018 è stato realizzato anche un remake lanciato su diverse piattaforme del mercato videoludico domestico (Nintendo Switch, Sony PS4, XBox e Pc).
Il videogioco di Toki nacque in Giappone con il nome JuJu Denetsu (tradotto letteralmente significa "La leggenda di JuJu"). In principio fu creato in versione arcade di genere paltform dall'ormai scomparsa software house Tad Corporation nel 1989. Successivamente, fu effettuata anche una conversione del gioco su leggendarie consolle come Atari Lynx, Sega Megadrive (seppur con numerose differenze nell'impostazione dei livelli) e Amiga.
Toki fu lanciato nelle sale giochi ottenendo consensi elevati dagli utenti e dalla critica grazie allo schema "spara e salta", una grafica vivace e colorata, momenti anche di umorismo (come nel caso delle buffe espressioni facciali del protagonista). La notorietà di Toki crebbe soprattutto in Nord America, dove la FabTek si occupò della distribuzione, mentre la Ocean Software mise le mani su questo titolo per la realizzazione delle conversioni per computer.
Chi è Toki e qual è la sua missione? La trama del videogioco di Toki è semplicissima: il perfido stregone Vookimedlo ha assalito il pacifico villaggio abitato anche dallo stupefacente umano noto come Toki. Il nemico rapisce la sua donna, Miho e alla fine trasforma il nostro eroe in una scimmia antropomorfa. La missione di Toki consiste nel liberare la sua fidanzata, recuperare le sembianze umane e sconfiggere ovviamente il male.
Il videogame di Toki è diviso in sei livelli regolati in stile platform game. Durante i vari quadri il giocatore deve guidare il protagonista lungo questi livelli sparando a tutto ciò che si muove, evitando gli ostacoli e sconfiggere un boss alla fine di ogni turno. Durante questa avventura, Toki dovrà muoversi anche in alcune sezioni subacquee (nei livelli 2 e 4) e correre su carrelli sospesi nel vuoto alla fine dell'ultimo livello.
Toki combatte sputando palline dalla bocca ma, attraverso determinati oggetti, può essere potenziato come nel caso dei power-up dello sparo triplo, del soffio infuocato, dello sparo a caricamento e altro ancora. Tra i bonus vanno menzionate le 50 monete che regalano una vita extra, le scarpe da ginnastica per saltare ancora più in alto, il casco da football per attaccare e proteggersi per qualche secondo, un orologio per aumentare il tempo a disposizione e una miniatura di Toki per ottenere un'ulteriore vita extra.
Toki muore invece se va a contatto con un nemico o cade in un fossato: in tal caso si perde una vita e alla fine di tutte le vite il gioco termina. Nella schermata "continue" viene mostrato lo sfondo nero di una tv dorata, dove poi compare la bella Miho che in lacrime invita il giocatore a riprendere la partita inserendo un gettone o inserendo nuovi crediti. Se il giocatore continua la partita allora si vedrà Miho sorridere, se invece smette il segnale sarà semplicemente destinato a interrompersi. Una particolarità di Toki sta proprio in questo ambito: fino al penultimo livello è possibile continuare all'infinito ma una volta giunti all'ultimo livello c'è un limite di soli cinque "continue", dopodiché scatta il game over.
Toki non era certamente un gioco facile da terminare ma, come sempre, con la dovuta pratica era possibile capire i movimenti da fare e riuscire ad arrivare fino in fondo col gioco. Oggi, nel mondo del retrogaming, è senza dubbio uno dei titoli maggiormente richiesti.
Vi piaceva? Che ricordi avete di Toki?
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Assai, risponderei.
RispondiEliminaDi sicuro è il Coin op a cui sono più affezionato insieme a Pang.
Gioco bellissimo... ma difficilissimo!
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