Dylan Dog 433 - Cavalcando il fulmine: la recensione della nuova storia a fumetti edita da Bonelli.
Ecco Dylan Dog 433: Cavalcando il fulmine
Da fine settembre è possibile acquistare in edicola e in fumetteria il numero 433 di Dylan Dog, "Cavalcando il fulmine". La sceneggiatura è di Diego Cajelli mentre i disegni portano l'inconfondibile firma di Corrado Roi.
Trama in breve (no spoiler)
Miranda Potter chiede l'aiuto di Dylan Dog per indagare sulla misteriosa presenza di un fantasma in casa sua. Nel frattempo, l'anima un indiano Sioux (morto sulla sedia elettrica nel carcere di Sing Sing nel 1939) vaga senza meta tra le strade di Londra. Inoltre, in una galleria del crimine riemerge la storia di John Haigh Christie, il famigerato assassino del bagno d'acido. Infine, in questa stessa galleria fa la sua comparsa l'oggetto che ha dato origine a tutto. Tuttavia, quale sarà il filo che collega tutte queste situazioni? All'Oldboy non resta che scoprirlo.
Recensione
Sinceramente è un albo che non m'è piaciuto e di cui non riesco a capire il senso. L'unica cosa passabile sono i disegni di Corrado Roi che non si smentisce mai grazie ai suoi tratti oscuri e tenebrosi. A dirla tutta, risulta difficile anche scrivere una recensione su questo albo, dato che una vera e propria analisi di fondo sembra quasi impossibile da concepire. Vediamo una sedia elettrica del carcere di Sing Sing (Ossining, New York) nascondere un segreto "diabolico" che viene rivelato quasi un secolo dopo a Londra, in una galleria d'arte che può puntare sul prestito dell'oggetto per solo un anno. Poi c'è un indiano Sioux che dopo essere stato giustiziato su quella stessa sedia elettrica si ritrova improvvisamente nella capitale inglese a vagare per decenni e decenni in mezzo ai londinesi, senza essere visto e percepito. Il responsabile della galleria del crimine va in fissa con la storia dell'assassino del bagno d'acido e poi comincia a sentire delle voci, come nel più classico e scontato film dell'orrore del nuovo millennio.
Sicuramente, "Cavalcando il fulmine" è una storia che parla degli orrori della condanna a morte per mano della sedia elettrica negli Stati Uniti, specie nella prima metà del Novecento. Da questo punto di vista, il carcere di Sing Sing è stato forse il più famoso con un alto numero di condanne. Questo albo mette anche in risalto il tema delle vittime innocenti che sono finite ingiustamente in galera per poi essere condannate a morte senza mai far emergere la verità. Eppure, il tutto è stato trattato in maniera superficiale, la sceneggiatura racconta una storia ma sembra vuota. Il tutto si concentra sulla sedia elettrica e il suo inquietante segreto: per alcuni lettori il punto più scontato risulterà sicuramente questo.
Il finale poi non lascia grande spazio all'immaginazione. Il mostro di turno fa la fine del coglione, Dylan giustamente passa l'ennesima notte di passione con una bella ragazza e il lieto fine naturalmente non può mancare. Non si tratta di spoiler o meno, si tratta di guardare ancora una volta in avanti e rendersi conto che in alcuni momenti penso che non valga più la pena collezionare Dylan Dog, al di là del fatto che la gestione di Recchioni sia ormai al capolinea. Una storia buona ogni due mesi e troppi albi inconcludenti che lasciano troppo spesso il lettore titubante o con l'amaro in bocca. Tanto vale concludere questa annata e interrompere la collezione.
Dylan Dog torna in edicola e in fumetteria il 29 ottobre con il numero 434, "Gli infernauti".
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