mercoledì 12 ottobre 2022

[Videogames] Mortal Kombat compie trent'anni: la storia di un grande picchiaduro


[Videogames] Mortal Kombat compie trent'anni: la storia di un grande picchiaduro che ancora oggi riesce a imporsi tra i fan del genere.

Mortal Kombat: trent'anni fa la nascita del primo videogioco della saga

Trent'anni di mazzate, spargimenti di sangue, fatality e chi più ne ha più metta: Mortal Kombat, uno dei più grandi picchiaduro della storia dei videogames ha compiuto trent'anni l'8 ottobre di quest'anno. Nello stesso giorno e nello stesso mese di quel fatidico 1992, la Midway Games sviluppò il primo capitolo di una saga che ancora oggi tiene banco nel mercato videoludico, mentre Acclaim Entertainment si occupò di pubblicare il prodotto non soltanto in versione arcade ma anche in favore delle maggiori console domestiche esistenti a inizio anni '90. 


Mortal Kombat si presentò al pubblico come un gioco decisamente innovativo grazie alla grafica molto realistica (per l'epoca) e il gameplay. Il primo capitolo delle avventure di Liu Kang e compagni si presentò come la prima vera e valida alternativa a Street Fighter II che, in quegli anni, spopolava come nessun altro in tutto il mondo e diede inizio all'epoca dei beat'em up. Il successo di MK però non mancò e questo gli permise di lanciare dei sequel negli anni successivi: in particolare nel 1993, nel 1995 e nel 1997 con Mortal Kombat II, Mortal Kombat III e Mortal Kombat IV. A partire dagli anni 2000 sono stati sviluppati altri videogiochi che hanno portato all'undicesima edizione del torneo di arti marziali più "oscuro" della storia (senza dimenticare reboot, crossover e versioni varie).

Nel 1995 fu anche realizzato un famoso adattamento cinematografico di Mortal Kombat, diretto da Paul W. S. Anderson e con protagonisti Robin Shou, Christopher Lambert, Linden Ashby, Talisa Soto, Bridgette Wilson e Cary-Hiroyuki Tagawa. Due anni dopo fu lanciato anche un secondo film, seguito del primo che tuttavia lasciò parecchio a desiderare. Ad ogni modo occupiamoci unicamente del primo videogioco.


La trama

Il Mortal Kombat è in sostanza un torneo di arti marziali molto diverso rispetto a ciò che siamo stati abituati a vedere fino al 1992. Esso si svolge ogni generazione e guerrieri provenienti da tutto il mondo si ritrovano per ottenere la vittoria finale. Tuttavia, l'obiettivo delle forze oscure è quello di consentire all'Outworld (Il Regno Esterno) di conquistare la Terra proprio attraverso il torneo. 

Shang Tsung è il malvagio stregone che presiede il Mortal Kombat. È dotato di poteri terribili e infatti si nutre delle anime delle sue vittime per rigenerare ogni volta in suo corpo che da secoli resiste con inganni e sortilegi alla morte. Egli è sostenuto dalla razza Shokan, il cui maggior esponente è il principe Goro, una creatura gigantesca dotata di quattro braccia e una forza disumana: Goro è colui che ha battuto Kung Lao e ha vinto per nove volte consecutive il Mortal Kombat. Proprio quest'ultimo punto ci porta all'incipit della trama, cioè impedire al male di vincere per la decima volta la competizione altrimenti la Terra sarà conquistata dall'imperatore Shao Kahn.


Il dio del tuono Raiden, per non perdere la protezione del reame, decide di scendere in campo in prima persona ma coinvolgendo i combattenti più forti al mondo: Liu Kang (un monaco guerriero), Johnny Cage (attore), Scorpion (un ninja spettro) e Sub Zero (membro del clan Lin Kuei, clan ninja rivale di quello di Scorpion). Nel gruppo rientra anche Sonya Blade, un agente delle forze speciali in cerca del pregiudicato Kano, leader del clan criminale Dragone Nero, che ha teso una trappola alla squadra di Sonya uccidendone un compagno ed è fuggito sull'isola di Shang Tsung. Il finale del primo Mortal Kombat lo conoscete ormai tutti, quindi andiamo avanti.


La storia dello sviluppo di Mortal Kombat

Il successo di Street Fighter II convinse la Midway Games a creare un nuovo picchiaduro che potesse tenere milioni di persone incollate allo schermo. Ed Boon e John Tobias furono ingaggiati per la creazione del prodotto, tuttavia a loro disposizione fu messo solo un anno di tempo. Da dove cominciare dunque? Come base di riferimento i due creatori partirono da Karate Champ per poi cercare di inserire personaggi digitalizzati anche prima: il team fu inizialmente composto da quattro persone (Ed Boon, John Tobias, John Vogel e Dan Forden) con un budget a disposizione pari a 1 milione di dollari. 

Karate Champ

E pensare che in principio giravano due progetti su Mortal Kombat. Nel primo caso si pensava a un gioco di combattimento a tema ninja, nel secondo la Midway ebbe l'idea di puntare su un picchiaduro basato sul film Universal Soldier e inserire una versione digitalizzata di Jean-Claude Van Damme. Alla fine il secondo progetto saltò solo per via di un accordo già trovato tra l'attore belga e un'altra società per la realizzazione di un videogame in realtà mai uscito sul mercato. Si tornò quindi all'idea di Tobias, Divizio e dei fratelli Pesina che ottennero l'approvazione creare una versione parodizzata proprio di Van Damme, cioè quel mattacchione di Johnny Cage, la cui mossa "speciale" consisteva in un pugno all'inguine praticamente simile a quello di Van Damme nel film "Bloodsport" (Senza esclusione di Colpi in Italia).

Universal Soldier

Secondo lo stesso Tobias, Mortal Kombat non doveva essere un gioco ultraviolento, eppure le cose cambiarono mano a mano che lo sviluppo andava avanti. Le fatality nacquero grazie al profondo odio che Boon nutriva nei confronti della meccanica "stordita" dei primi giochi di combattimento della storia: tuttavia, secondo lui sarebbe stato molto divertente eliminare le vertigini e inserirle solo alla fine del combattimento per poi consentire al giocatore di eseguire un "tiro libero". 

Lo sviluppo di Mortal Kombat fu concluso dopo 10 mesi di duro lavoro tra il 1991 e il 1992, con una versione di prova che ebbe un'uscita limitata a metà del ciclo di sviluppo. La versione demo vantava solo sei combattenti maschi, in seguito poi fu inserita anche Sonya. Le riprese dei personaggi digitalizzati furono realizzate con una videocamera Hi-8 di proprietà di Tobias. Il gioco arcade finale utilizzava otto megabyte di dati grafici, con ogni personaggio con 64 colori e circa 300 fotogrammi di animazione. Difficile fu soprattutto trovare un nome efficace per il gioco. Gli autori ne pensarono tanti come ad esempio Kumite, Dragon Attack, Death Blow e Fatality ma nessuno di questi sembrava convincere l'intero staff. Un giorno qualcuno scrisse la parola "combat" sulla scrivania di Boon e qualcun altro modificò quella scritta applicando una K sulla C: questo esortò Boon e intitolare il picchiaduro Mortal Kombat.

Boon e Tobias

La pubblicazione

Stando alle fonti, nel 1992 non risultarono localizzazioni in Giappone di Mortal Kombat ma ad ogni modo Taito avrebbe pubblicato le importazioni statunitensi del gioco: quella sarebbe stata la prima e ultima occasione per Taito di essere coinvolta nei progetti legati a MK.

Le operazioni migliori però avvennero in favore delle console e quindi del mercato domestico. In occasione dell'uscita di MK su piattaforme Snes, Genesis, Game Boy e Game Gear furono realizzati numerosi spot pubblicitari. Non contento, Tobias decise di rincarare le operazioni di marketing sul prodotto realizzando anche un fumetto che spiegava tutti i retroscena del videogioco. Il fumetto è stato pubblicizzato durante la modalità di attrazione del gioco e in seguito sarebbe stato venduto normalmente in tutto il paese, anche se era abbastanza difficile ottenere una copia al di fuori degli Stati Uniti. Il fumetto è stato successivamente incluso anche come una serie di bonus sbloccabili in Mortal Kombat: Deadly Alliance.

Nel 1994 "The Immortals" pubblicarono un album di musica techno intitolato "Mortal Kombat: The Album", caratterizzato soprattutto da due temi come "Techno Syndrome" e "Hypnotic House", oltre ai vari temi dedicati ai diversi personaggi. "Techno Syndrome" è stato adattato per la colonna sonora del film del 1995 e ha incorporato il familiare "Mortal Kombat!" urlato dalla pubblicità di Mortal Monday. Jeff Rovin ha anche scritto un romanzo del primo Mortal Kombat , che è stato pubblicato nel giugno 1995 in concomitanza con l'uscita del primo film. C'erano anche linee di action figure basate sui personaggi del gioco.


La struttura del gioco

Passiamo adesso alla struttura di Mortal Kombat. Come ogni picchiaduro che si rispetti, anche questo fu creato con un torneo basato su due round ad ogni incontro/livello.  Tuttavia, la difficoltà di Mortal Kombat risiede nel progredire con i combattimenti: una volta scelto il personaggio bisogno affrontare gli altri partecipanti in ordine casuale, dopodiché si passa al combattimento contro il proprio guerriero e successivamente si arriva agli Endurance Match, cioè tre incontri in cui il videogiocatore è costretto a combattere due avversari alla volta. Gli Endurance Match sono particolarmente infami perché appena sconfitto il primo avversario arriva subito il secondo, senza permettere inoltre all'utente di recuperare energia. 

Conclusa questa parte si arriva a Goro che a differenza degli altri personaggi di MK non è in grado di usare le combo però possiede grande velocità e immensa potenza negli attacchi. Una volta battuto Goro si passa finalmente allo scontro finale contro Shang Tsung che è in grado di assumere le sembianze di tutti (ma proprio tutti) i combattenti. Proprio per questo è doveroso sottolineare che Shang Tsung dispone di pochissimi sprite rispetto agli altri personaggi, poiché tranne che per lanciare le palle di fuoco e spostarsi velocemente all'indietro, qualsiasi altro attacco base richiede che egli sia trasformato in un altro personaggio.

Come Street Fighter II, anche MK prevede dei bonus stage durante il gioco. Ogni tre livelli, il giocatore si trova a rompere un blocco di materiale resistente: per ottenere il massimo risultato è necessario premere ripetutamente i tasti di attacco basso per la crescere una barra di energia e sferrare il colpo con il tasto block quando la barra supera il limite necessario richiesto. Giocando semplicemente contro la CPU è impossibile riuscire a partecipare a più di tre bonus stage, ma utilizzando anche un secondo giocatore è possibile visionare tutti gli stage bonus, dove si arriva a dover rompere materiali sempre più duri, fino ad arrivare addirittura al rubino e al diamante.


Grafica, audio e controlli

Mortal Kombat è stato amato anche per sua grafica composta da veri e propri attori. Daniel Pesina usò il proprio profilo per interpretare Johnny Cage, Sub Zero, Scorpion e Reptile. Anche Liu Kang e Shang Tsung sono stati interpretati dallo stesso attore (naturalmente dotato di tratti asiatici).

La decisione di digitalizzare la grafica spaventò non poco gli autori, i quali furono comunque abilissimi  nel mettere in piedi un gioco graficamente pulito, veloce, concitato e con sprite resistenti a rallentamenti, flickering e sfarfallii. In poche parole, MK arrivò laddove fallì, ad esempio, Pit-Fighter che nonostante ebbe un certo successo ricevé numerose critiche per l'esecuzione di gioco. 

Anche le voci sono state digitalizzate e l'audio risulta anch'esso come una delle cose meglio riuscite del videogioco. La colonna sonora è presente solo nell'introduzione di MK, mentre nei livelli le uniche cose che si ascoltano sono i colpi e le grida dei personaggi impegnati a massacrarsi di botte. 


Come altri picchiaduro, persino MK era dotato di cinque pulsati. Tuttavia, è ormai risaputo che questo picchiaduro fosse ed è ancora oggi completamente diverso dagli altri per tecniche e giocabilità. Due tasti corrispondono ai calci e altri due ai pugni (entrambi possono essere colpi alti o bassi). Un altro tasto invece è dedicato alla posizione di difesa, una vera e propria innovazione che prima non si era mai vista dato che in altri giochi del genere basta indietreggiare per parare i colpi. Quest'ultimo particolare induce il giocatore a pianificare le proprie mosse durante i combattimenti, anche perché durante la parata il personaggio resta completamente immobile. Naturalmente, difendersi non basta perché se la guardia è alta allora si rischia di essere feriti con un colpo basso (e viceversa). Inoltre, ogni colpo parato comportava comunque una minima percentuale di energia persa (in altri picchiaduro questo non avveniva).

Non dobbiamo dimenticare che i colpi (calci e pugni) cambiano di intensità in base ai movimenti del personaggio e l'esposizione ai contraccolpi avversari resta alto in qualsiasi momento del gioco. Prendiamo come esempio i pugni che possono essere eseguiti anche con una certa velocità ma che nel contempo provocano danni non proprio elevati, infatti, può succedere che l'avversario riesca a reagire e a ribaltare la situazione partendo da una parata e poi da un contraccolpo. Bastardissimi però sono i danni provocati dal montante o dallo sgambetto perché non solo mettono al tappetto l'avversario ma lo pongono anche in condizione di essere indifeso per alcuni istanti prima di rialzarsi.


Tutte queste particolarità fanno sì che sia piuttosto difficile vincere, anche chiudendo un personaggio nell'angolo, essendo sempre possibile difendersi in qualche modo dalle raffiche di pugni e contrattaccare. Il gioco non era tuttavia esente da alcune tecniche che garantivano che il colpo andasse sempre a segno. Giocando contro la CPU, ad esempio, era possibile colpire sempre l'avversario utilizzando calci volanti da debita distanza, in modo da colpirlo solo con la punta del piede; in quei casi l'avversario non utilizzava mai la parata e veniva sempre mandato al tappeto, se non in rarissimi casi. Questo era il modo più utilizzato da chi tentava di eseguire una flawless victory (ovvero un perfect), ad esempio per poter incontrare Reptile.


Accoglienza

Inutile dire che Mortal Kombat ebbe un successo della Madonna. Dal momento della sua pubblicazione in poi divenne un dei giochi più gettonati nel periodo compreso tra il 1992 e il 1995: proprio in quest'ultimo anno registrò un fatturato pari a 300 milioni di dollari se si vanno a calcolare tutte le unità venduta per il mercato domestico.

MK scalò numerose classifiche di svariate riviste ma nel contempo fu sottoposto anche a diverse censure per via della sua violenza decisamente estrema. Lo scorrere del sangue e le fatality costrinsero molte console a utilizzare dei cheat code per reinserire in un secondo momento i contenuti originali del gioco. È cosa risaputa che a fare la differenza furono soprattutto le fatality: una volta battuto l'avversario alla fine del secondo round è infatti (ancora oggi) possibile uccidere l'avversario con una mossa speciale o facendolo precipitare ad esempio da un ponte. Questo elemento è sempre stato del tutto inutile ai fini del gioco ma consisteva in un tocco di classe atto a rendere MK diverso e unico nel suo genere.


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1 commento:

  1. Bellissimo post. Io ero più un fan di Street Fighter che di Motal Kombat, ma gli riconosco il merito di essere riuscito a creare qualcosa di nuovo e non di derivato.

    Il film era molto carino, anche se per ovviare alla mancanza di sangue venne usato un umorismo non molto riuscito.

    Se non ricordo male MK fu assieme a Night Trap il titolo che fece nascere una regolazione stretta per i videogiochi.

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