domenica 27 dicembre 2020

Il 2020 è andato male? Impariamo da Lino Banfi in "Spaghetti a Mezzanotte"


 

"Voglio morire! Voglio morire mangiando!"

Ovviamente non è un'istigazione al suicidio né da parte di Lino Banfi né da parte mia ma è una riflessione. In un anno andato male su tutti i punti di vista, come il 2020 che ormai sta per giungere al termine, il film "Spaghetti a Mezzanotte" ci insegna forse qualcosa: trovare un senso alla vita e perseguire le strade della felicità concedendoci uno dei massimi piaceri della vita, cioè il cibo (ma anche altre cose, come il blogging nel mio caso).

Certo, questo non farà dimenticare a tutti noi quanto il covid (altre malattie) abbia agito negativamente sulle nostre vite, specialmente per quelle povere persone che sono state vittime di questo maledetto virus sia nel bene (sopravvivendo) sia nel male (purtroppo morendo). Eppure questo Natale, fatto ancor più di speranze rispetto a quelli precedenti, unisce tutta l'Italia anche tenendo separati tutti per ovvie ragioni: a tavola si sta meglio e davanti ai piatti tipici di questo periodo, arrivando fino all'Epifania, si possono riassaporare i bei momenti degli anni andati, mettendo per un attimo da parte (per qualche ora) il dispiacere di aver perso il lavoro o cose ancora più preziose.

È vero, niente e nessuno potrà rimettere a posto un cuore infranto o restituire cose o persone perdute in questi mesi, ma la forza di noi esseri umani sta nel trovare ancora un senso laddove un senso sembra non esserci più. Prima o poi questa pandemia finirà. Forse ne usciremo con le ossa rotte o magari, chi lo sa, saremo più forti di prima. La cosa più importante però è riuscire a individuare una lezione nuova da imparare, da assimilare e dalla quale tratte esperienza. 


L'importanza della nostra esistenza sta nel reagire e trovare un'alternativa (pur se campata) al dispiacere, alla rabbia, al dolore. Lino Banfi, nel film "Spaghetti a Mezzanotte" del 1981 ci mostra il lato più italiano di ognuno di noi: distrutto dall'abbandono della moglie fuggita con l'amante, il personaggio di Savino Lagesta decide di farla finita mangiando cibi a lui proibiti per una questione di salute. L'amata compagna però ritorna da lui e il nostro protagonista decide di continuare non solo perché ancora deluso dal tradimento ma anche per il fatto che quel cenone gli piace, semplicemente!

Inconsapevolmente, abbiamo fatto questo durante le festività che ancora devono finire visto l'arrivo imminente di Capodanno e della Befana. Dai social si vedono video e foto di tavolate stracolme di cibo, bevande alcoliche e analcoliche, dolci e noci. Spaghetti con le vongole, fritture di pesce, insalata di polpo, mozzarella, formaggio, carne, uova, vino, brachetto, Coca Cola, acqua, spumante, dolci di ogni genere e chi più ne ha più ne metta: questo Natale e i prossimi eventi in un modo o nell'altro hanno tirato e tireranno su noi italiani. Il nostro merito è stato quello di non abbatterci e di portare avanti le vecchie tradizioni perché chi non c'è più avrebbe voluto così.


Lino Banfi mangia perché gli piace mangiare, desidera abbuffarsi e vuole darsi alla pazza gioia. È proprio in questo singolare tentativo di suicidio (che mai potrebbe concretizzarsi in una sola notte) che lui punta sulla scelta più gustosa, quella più giusta. Se avesse voluto farla davvero finita si sarebbe ammazzato in un altro modo, ma lui usa la tavola imbandita per fuggire da dolore e in questa meravigliosa fuga da dispiacere trova la giusta consolazione, resa ancora più sublime dal ritorno della moglie che decide di "suicidarsi" con lui. Veniamo a conoscenza di questa convinzione quando la bellissima Barbara Bouchet gli chiede cosa possa fare per farsi perdonare e lui gli risponde, con sguardo quasi compiaciuto e complice, "passami gli spaghetti che si freddano, né!". 

Pace è fatta tra marito e moglie, come dimostrato dai titoli di coda che si concludono con la frase scritta in corsivo "e vissero tutti... grassi e contenti".

Il coronavirus ci sta facendo molto male, così come la crisi economica, la disoccupazione, la fuga dei cervelli, l'analfabetismo funzionale, la politica e il complottismo. Eppure, niente potrà spazzarci via come polvere quando siamo ancora in grado di ricordare i doni che la vita ci ha lasciato. La fine di questo terrificante 2020 si sta avvicinando: buona fine e felice inizio a tutti. 

10 commenti:

  1. Beh, non solo il mangiare (hai fatto giustamente riferimento al blogging, tanto per dirne una).
    Anche negli anni peggiori come questo 2020 bisogna saper trovare gli stimoli giusti per non cedere allo sconforto, anche se ovviamente il grande numero di lutti comporta tanto dolore per le famiglie segnate...
    Nel 2021 comunque avremo ancora a che fare col malefico (con questi ritmi di vaccinazione poi per me gli anziani saranno vaccinati tutti entro la fine dell'estate, io speravo entro l'inizio dell'estate) e non solo, ci saranno ancora tanti morti, tanto dolore...
    La buona tavola può essere motivo di conforto, senza ovviamente esagerare :D

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    1. Il mio era solo un messaggio per far capire che nelle festività si può trovare un momento ipotetico di pace, per cercare di allontanare un po' la mente dal problema covid che sta distruggendo la gente anche dal punto di vista psicologico. Il cibo, nel periodo di Natale, era uno dei motivi per cui tirare un po' su il morale. Una speranza per un 2021 un po' migliore rispetto al 2020

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  2. Anche noi stiamo effettuando diversi "strappi alla regola" con i nostri pasti delle feste...poi però dopo la Befana si torna a regime! A proposito, buone feste!

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  3. Beh sì, il cibo aiuta sempre, ti fa stare pieno ma bene ;)

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    1. qui poi c'è tutta una filosofia italiana dietro a "Spaghetti a Mezzanotte"

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  4. Questo film mifa pensare ad una mia compagna delle elementari che si ventava continuamente che suo padre avesse fatto la comparsa in due o tre scene della pellicola.

    Venendo, ora, al tuo post, da sempre ol cibo è considerato un palliativo per il mal d'amore e mille altri guai.
    Io non amo abbuffarmi, ma ironicamente dico spesso che preferisco morire grassa ma felice, che triste, depressa e a dieta. 😅

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  5. ahahahahah. Vabbe, il cibo mette d'accordo tutti, anche i meno mangioni

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  6. Di recente ho utilizzato anche io l'epilogo di "Spaghetti a mezzanotte" (una delle mie commedie all'italiana preferite) in risposta a un post da qualche parte (non ricordo se social o blog). Rifugiarsi nel cibo può essere una consolazione, più o meno salutare, ma di sicuro la tavola imbandita del film e una splendida moglie come la Bouchet che vuole "suicidarsi" assieme, è un modo glorioso per esorcizzare ogni negatività, o almeno per smettere di pensarci un po'.

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    1. Esatto, il senso era proprio quello. Per me questo finale ha un significato straordinario, a parte la vena comica

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