lunedì 15 febbraio 2021

Art of Fighting: azione, botte da orbi, barre di spirito, super mosse e... Street Fighter II


Pochi giorni fa abbiamo tutti quanti festeggiato i 30 anni di Street Fighter II, il picchiaduro a incontri che ha cambiato le regole grazie alla sua grafica e alla sua modalità di gioco. Dopo questo straordinario prodotto che porta il marchio della Capcom e datato 1991, abbiamo vissuto una vera e propria epopea dei videogiochi di combattimento, un periodo d'oro in cui anche la Snk e la Namco si sono date alla pazza gioia creando storie più o meno semplici con grafiche mozzafiato, magari inserendo qualcosa di nuovo che in precedenza non si era visto. Tuttavia, è doveroso però far notare che gli scopiazzamenti da Street Fighter II sono evidentissimi.

Uno dei videogames più belli del settore è sicuramente "Art of Fighting" del 1992. La Snk diede alla luce la storia di Ryo Sakazaki e Robert Garcia in favore dei cabinati e della consolle Neo Geo, inventandosi un ottimo strumento di intrattenimento sia nella sua versione arcade nelle sale giochi sia per il mercato videloudico domestico. Eppure, le somiglianze con il mondo di Street Fighter non mancano e vediamo il perché. 

e inseriamolo sto gettone!

"Art of Fighting" è il primo di una trilogia di picchiaduro ed è stato pubblicato 24 settembre del 1992. Il suo creatore è Takeshi Nishiyama, lo stesso del primo Street Fighter datato 1987 il quale ben pensó di prendere molti spunti non solo dalla sua precedente creatura, ma anche dal capitolo successivo che fu realizzato dagli sviluppatore di Final Fight della Capcom. In un certo senso, Nishiyama se era riuscito a differenziare per bene Fatal Fury, in questo caso invece ha proposto alla Snk un prodotto molto simile a Street Fighter: perché sia chiaro che aver lo stesso creatore non significa che puoi fare la stessa roba per due aziende DIFFERENTI! 

Ciò che l'ha reso molto interessante è innanzitutto la grafica, decisamente ben fatta, coloratissima e con atmosfere che ripercorrono un po' il mito del cinema d'azione tra fine anni '80 e inizio anni '90. L'aspetto che lo differenza dai suoi predecessori (ricordiamo che un anno prima la Snk aveva diffuso il primo capitolo di Fatal Fury) è l'inserimento della barra di spirito: grazie a una composizione di tasti è possibile far caricare un personaggio e consentirgli di accumulare tanta energia per sprigionare una supermossa (ravvicinata o a distanza). Al contrario invece è consentito all'utente di provocare l'avversario, inducendolo a perdere forza nella barra spirituale. Presenti anche dei bonus stage: si può scegliere tra rompere i blocchi di ghiaccio, spaccare le bottiglie o esercitarsi con le palle di fuoco. 


Anche la camera presenta delle inquadrature molto cinematografiche e durante i combattimenti il giocatore può notare che i personaggi appaiono provati dal combattimento: più diminuisce l'energia, più colpi si subiscono e più evidente appaiono gonfiori e lividi sui loro volti. Inoltre, Art of Fighting è stato probabilmente il primo gioco del genere a introdurre lo zoom sui lottatori durante i combattimenti. 

Per la verità è possibile addirittura spogliare King!

In questa versione di Art of Fighting vediamo già un primo rimando a Street Fighter I (non ancora il 2) che riguarda la selezione del personaggio: su 10 combattenti è possibile sceglierne solo uno tra Ryo e Robert. La trama tra l'altro prevede che i due amici debbano salvare Yuri, la sorella del protagonista giapponese, la quale è stata rapita dal cattivo di turno per motivi da chiarire. Una volta giunti all'ultimo livello bisogna battere il boss Mr. Karate: quest'ultimo si rivelerà una persona nota ai nostri amici, cioè Takuma Sakazaki, padre di Ryo e Yuri. I motivi di tale imbarazzante situazione verranno poi svelati nel secondo gioco della saga. Ad ogni modo, solo in una versione rivisitata e postuma diventa possibile giocare anche con gli altri guerrieri e sbloccare l'antagonista principale. 


Art of Fighting ottenne un un successo molto buono, nonostante si presentasse come un marchio di fabbrica Snk molto difficile da giocare. Ai tempi bisognava capire ogni avversario e individuare le tecniche giuste per vincere e poter proseguire in ogni picchiaduro che si rispettasse. Il successo (non paragonabile a quello di Street Fighter II ma nemmeno del successivo Mortal Kombat) convinse la Snk a inserire alcuni dei guerrieri di questo gioco nella fortuna e longeva serie di "The King Of Fighters". 

C'è da dire però che per quanto la storia di Ryo e Robert sia semplice nella trama ed efficace nel divertimento, ha qualcosa che ha fatto sorridere i cultori del genere. Nella loro caratterizzazione fisica e atletica ricordano molto il capolavoro della Capcom ma anche i divi dei film d'azione hollywoodiani. Partiamo innanzitutto dall'aspetto dei protagonisti. 


Robert Garcia (italiano e non messicano!) è probabilmente un tributo al grande Steven Seagal, nonostante quest'ultimo non sia un maestro di karate bensì di Aikido. Attenzione però perché se andiamo a pescare la copertina della versione domestica (in questo caso prendiamo quella per Sega) ecco apparire una faccia a noi nota:


Non ci ricorda qualcuno? Per me è Jean-Claude Van Damme. Inoltre, egli assume una posizione di guardia durante gli scontri che assomiglia a quella di Ryu e Ken (con il quale condivide il lusso e le passioni per le belle auto). 

Ryo invece è un giapponese dai capelli biondi. Non so la Snk a chi si sia ispirata per il suo aspetto ma a me fa tornare alla mente Michael Dudikoff, famoso per il cult movie "Guerriero Americano". Nel comportamento è diverso dall'amico, infatti si muove a bordo della sua moto e cammina rigorosamente con i tipici zoccoli nipponici. 


Abbiamo uno spazio da dedicare anche a John Crawley che in Art of Fighting lo vediamo relegato a un livello di gioco che è uguale a quello di Guile in Street Fighter II (cambiano solo gli aerei sostituiti dagli elicotteri).



Ed è proprio da qui che voglio introdurre le similarità tra questo gioco e Street Fighter II. Due protagonisti, uno orientale e uno occidentale: stesso copione visto tra Ryu e Ken (giapponese e americano). Stili di combattimento molto simili, per non parlare delle tecniche. Robert e Ryo infatti sono in grado di lanciare palle di fuoco simili all'hadouken, con la differenza che in modalità "super mossa" esse possono raggiungere dimensioni ancora più grandi, impossibili da evitare con un salto. 

Inoltre, quando i due eroi di Art of Fighting scatenato le altre super mosse, cioè una lunga sequenza di colpi, li vediamo concludere tale azione con un pugno volante simile allo shoryuken di Ryu e Ken. Altro riferimento ai combattenti Capcom riguarda Chun-Li e Honda: la prima sferra una sequenza veloce di calci, mentre il secondo molla le sue mille manate se si preme uno dei tasti "pugno" a ripetizione. Con un particolare movimento della manopola e uno dei tasti "pugno" Ryo può stendere il nemico con una carrellata di pugni che fa davvero male, mentre a Robert è stato affidato il potere del calcio moltiplicato. Anche Mr. Karate rivela caratteristiche simili ma questo è dipeso dal fatto che è il padre e maestro di Ryo


Ovviamente con questa analisi comparativa non starò di certo a dirvi che Art of Fighting abbia plagiato Street Fighter II (assolutamente no!) . Del resto qui non è stata fatta alcuna scoperta dell'acqua calda, dato che sono numerosi i videogames che hanno tratto ispirazione o abbiano preso alcune parti dei guerrieri Capcom simulando una specie di copia e incolla. Questo è solo un articolo dimostrativo sulle influenze che Street Fighter II abbia esercitato sulle altre aziende: non per nulla parliamo del padre fondatore di tutti i picchiaduro a incontri. 

Art of Fighting, nonostante le somiglianze, si è presentato in quel lontano 1992 con elementi nuovi e originali almeno nella grafica e nel gioco, diventando uno dei classici della nostra operazione nostalgia. Un cult senza dubbio che i veri amanti non potranno mai dimenticare. 

Per ora è tutto. Vi aspetto la prossima settimana per proporvi un altro videogioco a incontri della Snk: Fatal Fury!

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20 commenti:

  1. Fantastico! Quindi Ryo è Ken, mentre Robert è la fusione tra Segal e Van Damme... ahhaha..gli zoccoli nipponici, tremendi!

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    1. Ryo e Robert sono un po' tutti. E c'è chi dice che Aof non abbia scopiazzato da SFII. È evidentissimo!

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    2. Sembra che il game designer di Street Fighter e Art of fighting sia lo stesso, e che inserire nel gioco un personaggio che si chiamava Ryo, rappresentava una sorta di sfida, si tentava di sfruciluliare la software house rivale...

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  2. Denis: l'ho ricordo in sala per le zoomate, un ragazzo che conoscevo diceva che era difficile fare la supermossa per stendere l'ultimo boss era proprio il marchio della SNK meno accomodante della Capcom.

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    1. Ciao. Beh sì, era molto difficile come gioco. Bisognava individuare una certa tecnica per potere andare avanti

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    2. Era abbastanza tostarello, caratteristica comune ai picchiaduro snk di inizio anni 90, ma c'erano diversi "pattern" che ti facevano arrivare alla fine , o almeno al "rognoso" boss Mr.Big!

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  3. Lo ricordo di vista ai tempi della scuola: me lo ricordo perchè mi sembrava una copia.
    Comunque ora che ci penso, credo ci abbia fatto anche un breve film animato, piuttosto scialbo: ora sono sicuro che era dedicato a questo, perchè i personaggi sono quelli che descrivi.

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    1. Esatto! C'è una trasposizione animata che però non mi è piaciuta per nulla perché stravolge parecchio i personaggi!

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    2. Pure stravolti? Insomma, una vera tragedia animata. Povero Art of Fighting

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    3. Denis: C'è l'ho pure il film animato viene dato in coppia con il film di Samurai Shodown,proprio un'obbrorio dura forse 40 minuti andando a memoria, meglio quello di Samurai ( ho pure la collection su Wii).
      Tra l'altro Art of Fighting c'è presente nella SNK collection uscita su Ps2 e Psp la saga si ferma al terzo episodio.
      Ricordo i Sazaki in King of Fighter '98 per Ps1 (caricamenti lunghi e mancavano frame d'animazione).

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  4. Ricordo male o è stato il primo picchiaduro a introdurre lo "zoom", avvicinando la cinepresa quando i personaggi si avvicinano e viceversa?🤔

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    1. Sì, è stato il primo a introdurre lo zoom. Nell'articolo c'è, forse ti è sfuggito. Nel suo piccolo, Art of Fighting era comunque molto bello e anche innovativo su certi aspetti

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    2. Puntava molto sulla spettacolarità grafica e sugli effetti sonori potentissimi, seppur pagava un gameplay legnoso e meno tecnico rispetto al rivale capcom!

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  5. Roberto Garcia italiano??? Ahaha XD
    Comunque, deve molto a SF e non ci piove, ma ricordo che comunque provò a fare qualcosa di nuovo come stile (lo zoom che citi) e come grafica più corposa.

    Moz-

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    1. ma la cosa bizzarra è che nel King Of Fighters diviso per nazioni (credo il 94) il trio di AoF viene piazzato sotto la bandiera del Messico perché in Italia ci vanno i tre protagonisti di Fatal Fury. Ti chiederai perché? Perché Andy Morgan ha vissuto per anni in Italia ma non è italiano. Comunque sul fatto che Robert sia italiano devo vedere meglio perché non sono convinto proprio di questa cosa

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    2. Robert Garcia è italiano secondo SNK, si vede che i giapponesi facevano confusione tra italiani e spagnoli!
      Da alcune mie notizie tratte da forum e gruppi di appassionati neogeo, sembra che in KOF 94 le nazionalità erano state scelte tra i paesi dove i giochi SNK avevano più successo! Un altro omaggio lo troviamo proprio in Fatal Fury 2 /special nel quale troviamo lo stage di Andy ambientato in Italia, in un mix tra Venezia, torre di pisa e colosseo!

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    3. esatto. Ieri sera ho verificato le fonti ufficiali: Robert Garcia è italiano!

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  6. Grandissimo titolo!Ai tempi quanti gettoni ci avrò speso...mamma mia!
    AOF rappresentava un'ottima alternativa a Street Fighter 2, e dopo il grande successo del capolavoro capcom, c'era tanta "fame" di nuovi picchiaduro, nuovi personaggi, nuove mosse, nuove ambientazioni...e questo titolo SNK riuscì a creare estimatori ed incassare tanto...
    Tecnicamente era inferiore a Street Fighter 2, appariva un po legnoso e leggermente confusionario con tutti quegli effetti zoom, ma con personaggi ben fatti, di personalità, effetti sonori spaventosi, ed anche trovate originali come la barra di spirito, e soprattutto la Desperation Move, eseguibile quando la barra d'energia era agli sgoccioli! Un titolo mitico e che ha saputo imporsi in ogni caso!

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  7. "Robert Garcia (italiano e non messicano!)" Musica patriottica in sottofondo a palla.

    Verissimo il successo strepitoso di Street Fighter II spinse i rivali di Capcom a tentare in tutti i modi di carpirne la formula e rinnovarla verso nuove forme. SNK in questo fu bravissima, anche se bisogna dire che una buona fetta del suo parco titoli erano picchiaduro.

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    1. Io ero straconvinto che Robert Garcia fosse americano o di origini latine. In King Of Fighters 94, se ricordo, il trio Robert/Ryo/Takuma era stato piazzato sotto la bandiera del Messico. Invece è italiano. In Fatal Fury la bandiera dell'Italia pure torna a sventolare dato che Andy Bogard è cresciuto in Italia

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