sabato 1 gennaio 2022

Diabolik Inedito Anno LXI n.1 - Il marchio dell'assassino. La recensione


Con il 2022, Diabolik torna in edicola per esordire con una nuova annata: è infatti possibile acquistare  "Il Marchio dell'Assassino", primo numero dell'Anno LXI, nonché ultima opera disegnata dal compianto maestro Enzo Facciolo e conclusa dal bravo Stefano Santoro. La sceneggiatura è scritta da Tito Faraci, mentre Matteo Buffagni lascia ancora una volta la firma sotto a una copertina molto bella che vede Ginko alle prese con un cadavere segnato da una "V". 

In retrocopertina c'è un volto a noi noto, cioè quello del commissario Walié della città di Barlin, il quale è apparso sulle pagine del fumetto nel lontano 1963 in "Il Treno della Morte" (n.9). Gli autori quindi hanno preferito creare una trama facendo un tuffo nel passato e riproporre personaggi vecchi. 

Immagini prese dal sito Diabolik.it

La trama in breve (no spoiler)

Il commissario Ginko vuole godere di un periodo di ferie, mentre Diabolik lamenta che qualcuno sia arrivato prima di lui su un bottino prezioso. Nel frattempo, un misterioso killer sta mietendo vittime, lasciando sulla fronte di ognuna di esse il simbolo di una spuntina fatta con un coltello. È il suo marchio di fabbrica, la sua firma, la prova della sua terribile esistenza al mondo. Qualcuno deve fermarlo!

Recensione

Si torna così a parlare veramente di giallo a fumetti nel senso più stretto della parola! Questa volta si torna un po' alla riscoperta della vecchia scuola, con una storia intrisa di noir, poliziesco e appunto giallo. Molti sono i personaggi che si muovono all'interno di atmosfere cupe, dove la notte è il posto migliore per esporre i punti salienti di una trama a tratti prevedibile ma su certi aspetti difficile da anticipare. 


I vestiti, le espressioni e i luoghi ripercorrono la letteratura e il cinema di genere degli anni '50 e '60, con lo scopo di mantenere i legami con quell'epoca anche per via del ritorno di Walié a distanza di tanti anni. Scegliere questa strategia è servita per non creare troppi sbalzi tra vecchi e nuovi personaggi, alcuni dei quali sono andati avanti mentre altri sono stati ripescati dal cassetto dei ricordi. 

Tutto sembra essere scontato anche quando dietro a una serie di omicidi c'è sempre lo stesso serial killer, eppure le indagini metteranno in risalto qualcosa dove l'apparenza rischia di restare tale e di incollare un velo di mistero perenne sul volto della realtà. Ginko appare in tutto l'albo mentre Diabolik torna agli albori, come quando appunto si vedeva poco (e nulla) ma la sua presenza veniva avvertita tavola dopo tavola con una certa suspense, con un'infinita tensione. 


Il finale è tra i più semplici anche se devo ammettere che "Il marchio dell'assassino" ha messo in risalto una lettura piacevole e attenta, per nulla veloce e con dialoghi ricchi di argomenti. A fare la differenza sono stati anche i disegni inconfondibili di Facciolo e di Santoro, i cui tratti sono riconoscibili, specialmente quelli del maestro che con il passare dei decenni era riuscito a cambiare il proprio stile fino a potenziare sempre di più lo sguardo del re del terrore. 


Facciolo manca a tutti e forse la cosa traspare in maniera evidente a pagina 99 dell'albo, quando compare sul muro di Barlom un gigantesco cartello che sembra ricordare proprio il fumettista scomparso lo scorso 13 agosto. Sarà un'impressione mia ma saranno i più esperti a darmi conferma o a smentirmi.

Diabolik Anno LXI torna in edicola l'1 febbraio con il numero 2 "Novecento minuti di furore".

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2 commenti:

  1. Yes, è proprio l'autoritratto del maestro, messo come omaggio! :)

    Moz-

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    1. Sìììì ho appena letto la tua recensione (aspettavo oggi per farlo) e sono rimasto contento nell'aver notato questa cosa. Beeeellooooooo!

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