martedì 31 agosto 2021

[Rat-Man] Il Buono, il brutto e Matana! (6/6): il capitolo conclusivo del western di Ortolani


Il momento tanto atteso è finalmente giunto: Matana di Leo Ortolani torna in edicola con il sesto e ultimo capitolo della parodia western di Rat-Man. "Il buono, il brutto e Matana!" pone la parola fine allo scontro tra i nostri eroi (in particolare Speranza) contro la banda del perfido Muerto (colui che non muore mai). 

In copertina lo spazio è dedicato proprio ai nostri cattivi, accompagnati da Matana in groppa al suo cavallo e alla donna che lega il Muerto e Speranza a un passato pieno di dolori e ferite. L'albo si apre con la solita e irresistibile ironia di Ortolani, il quale però non fa mancare il maggior numero possibile di omaggi agli spaghetti western. 

Trama in breve (no spoiler)

Matana, Speranza, Djanga e Isaia sono giunti nella città dei morti, luogo in cui dimora El Muerto insieme ai suoi uomini. Per i protagonisti è arrivata la resa dei conti ma il risultato non è così scontato visto che l'odore della morte sovrasta l'intero scenario e gioca a sfavore di tutti.

Recensione

Se nei numeri precedenti abbiamo potuto ammirare le straordinarie capacità di Ortolani nel prendere in giro gli stereotipi del cinema western americano, qui invece primeggia l'omaggio ai grandi protagonisti del genere. Il titolo ad esempio è un rimando inequivocabile a "Il buono, il brutto e il cattivo" di Sergio Leone, proprio come il luogo dello scontro finale che si ispira alla scena finale del medesimo film

Oltre a questi aspetti è evidente anche un tributo al maestro Ennio Morricone, uno dei compositori più attivi da questo punto di vista. Infatti il compianto premio Oscar italiano appare in almeno tre occasioni in una versione tutta alla Ortolani, mantenendo quella serietà e quella eleganza che l'hanno sempre contraddistinto nonostante la comicità di alcune scene. Verso le battute finali, c'è poi una foto di un omone che non può non ricordare un'altra leggenda, cioè quella di Bud Spencer. 


Tornando però al fumetto, Ortolani mette l'accento finale sulla caratterizzazione dei personaggi. Su tutti spunta El Muerto, un individuo sadico, spietato, inquietante e figlio di cultura horror che va a immergersi negli scenari del vecchio e selvaggio west. El Muerto parla coi morti, gioca con essi, addirittura riposa e dorme in mezzo a loro confondendosi nel loro pallore, nella loro decomposizione e nel loro fetore.

I suoi uomini mantengono l'aspetto dei grandi divi di Hollywood e dovranno fare i conti con Speranza e Matana che toccano l'apice della loro forza: il primo è freddo e riflessivo, il secondo sorride sempre anche dinanzi alla morte e a una bara che porta già il suo nome. Speranza e Matana sono i due volti della stessa medaglia perché sete di vendetta e fame di giustizia si uniscono creando un perfetto connubio di potenza distruttiva, mentre Isaia e Djanga passano ai margini della trama (pur giocando ruoli comunque importanti). 


Importante come sempre il ruolo della musica, a cui l'autore dona immagini e parole perché un western senza le note di accompagnamento non può considerarsi tale. Speranza è la copia sputata di Clint Eastwood come non mai in questa saga. Djanga gioca sempre sui doppi sensi, così come Matana, mentre le freddure di Isaia vengono ignorate: in quest'ultimo caso Ortolani ha voluto evidenziare per l'ultima volta la condizione delle persone afroamericane in quel periodo. 


Matana è senza dubbio una delle opere migliori e più dissacranti create dal fumettista di Pisa. Forse, a differenza di altre parodie, questa è una di quelle che lascio maggiormente qualcosa al lettore. Emozioni, nostalgia, sensazioni, vendetta, odio, razzismo: Ortolani oltre a far ridere il lettore ha voluto lasciare anche un messaggio di insegnamento (come del resto è accaduto anche nelle strisce classiche di Rat-Man e in altri lavori). La forza di Matana però è diversa. Abbiamo a che fare con qualcosa di filosofico, qualcosa che anche nell'ironia insegna a essere persone migliori, nonostante alcuni momenti politicamente scorretti. Ortolani però sa essere "politicamente scorretto" con un'eleganza e una facilità da renderlo accettabile anche ai meno tolleranti. Questo è il bello di essere l'autore di Rat-Man.

LEGGI ANCHE:

Nessun commento:

Posta un commento