domenica 25 dicembre 2022

[Cinema] The Blues Brothers: non un film ma una "missione per conto di Dio"


[Cinema] The Blues Brothers: non un film ma una "missione per conto di Dio". Diamo uno sguardo a un altro cult del regista John Landis.

The Blues Brothers: il mito intramontabile di John Belushi e Dan Aykroyd

"The Blues Brothers" è uno dei film più ricorrenti di Natale per noi italiani, infatti, da anni viene tramesso in seconda serata, subito dopo altri cult come ad esempio "Una poltrona per due". Dalle mie memorie posso confermare di aver sempre riscontrato questa pellicola di John Landis soprattutto a cavallo tra il 24 e il 25 dicembre, durante notti infinite passate a seguire le meravigliose sequenze di questa commedia musicale intrisa anche di tanta azione.

"The Blues Brothers" è un film intramontabile, immortale e spettacolare. I protagonisti interpretati da John Belushi e Dan Aykroyd sono entrati nell'immaginario collettivo con una potenza assurda, nonostante l'opera risalga ad un ormai lontano 1980: in effetti la forza dei fratelli Blues sta nel fatto che sono invecchiati bene, specialmente se si pensa che all'inizio il lungometraggio di Landis non ebbe immediate critiche positive. Andiamo comunque con ordine e ripercorriamo la storia di "The Blues Brothers", un classico del cinema che seppe imporsi grazie a un cast straordinario composto da musicisti e cantanti, a una trama ben strutturata e a recitazioni convincenti. 


Le origini

Le origini di "The Blues Brothers" sono riconducibili al periodo in cui Belushi e Aykroyd si esibivano durante lo show Saturday Night Live: è proprio qui che i due comici statunitensi crearono i personaggi di Jake ed Elwood Blues, il cui nome però fu coniato da Howard Shore. Per il loro sviluppo fu coinvolto anche Ron Gwynne, il quale in seguito fu anche accreditato come consulente della storia. In sintesi, i Blues Brothers nacquero come un gruppo musicale che dal 1978 riuscì ad imporsi negli USA, diventando così parte integrante del SNL. Belushi e Aykroyd studiarono anche la loro storia nei minimi particolari: i fratelli crebbero nell'orfanotrofio del comune di Rock Island in Illinois, dove impararono il blues da un inserviente di nome Curtis e dove suggellarono il legame di sangue con il taglio del dito medio eseguito con la corda della chitarra che Jake diceva essere di Elmore James. Questo racconto è presente nel primo album della band, Briefcase Full of Blues.


Il successo del duo fu incredibile e per questo motivo si pensò di realizzare un film sui Blues Brothers. In effetti, le richieste da parte dei vari studios di Hollywood caddero dal cielo come grandine e alla fine la Universal riuscì ad aggiudicarsi la produzione a discapito di altri colossi come la Paramount. Il regista ovviamente non poteva essere che quel simpaticone di John Landis, il quale con film di questo calibro sapeva sicuramente farci, anche perché aveva già diretto John Belushi in un altro lungometraggio di successo come "Animal House". A proposito di Belushi: questi riuscì a ritagliarsi un record molto particolare, cioè in un solo anno riuscì nella triplice impresa di diventare la star del film campione di incassi della settimana, dello show televisivo più votato e di cantare nell'album numero uno nella classifica delle vendite. Del resto, la buon'anima di John era già diventata una star affermata e di tutto rispetto a partire dal 1978. 

La Universal in principio stimò un bilancio di 12 milioni di dollari per la realizzazione del film, mentre i filmaker pensarono a una cifra pari a 20 milioni. A quanto pare però le cose non andarono così perché è ormai cosa certa e nota che le cifre si aggirarono intorno ai 30 milioni (basti pure pensare che The Blues Brothers vanta il record per la scena con il maggior numero di auto incidentate). Per Dan Aykroyd fu la prima sceneggiatura della vita, infatti, ebbe così tante difficoltà ed idee che alla fine preferì riportare tutto utilizzando dei paragrafi, concetti, idee e passaggi descrittivi per un totale di 324 pagine comprendenti anche le origini dei personaggi e il reclutamento di tutti i membri della band. La cosa divertì così tanto l'attore che decise di inviare lo scritto al produttore Weiss utilizzando la copertina di un elenco telefonico, con tanto di titolo "Il ritorno dei Blues Brothers" e con tanto di firma "Scriptatron GL-9000" (uno scrittore automatizzato come Aykroyd amava definirsi).


In tutto quel caos di fogli, Landis ci mise la mano per trasformare il copione in qualcosa di utilizzabile: dopo tre settimane la sceneggiatura era finalmente pronta. Questa riduzione portò a un piccolo dibattito con Aykroyd che criticò l'eliminazione di alcune scene, come ad esempio quella in cui veniva svelata l'origine delle qualità magiche della Bluesmobile. Pur non essendo d'accordo sulla loro reintroduzione, Landis le filmò ugualmente tagliandole poi al montaggio. La trama fu considerata all'inizio non molto credibile per via del fatto che trattasse il destino di un orfanotrofio a rischio chiusura per il mancato pagamento delle tasse. Tuttavia, questi particolari furono mantenuti perché proprio durante la realizzazione della sceneggiatura gli States avanzarono una proposta di legge consistente nella tassazione anche delle proprietà della Chiesa (e l'orfanotrofio in questione lo è). 


Le riprese

Luglio 1979: ciak, azione! Ebbero finalmente inizio le riprese del film "The Blues Brothers" nonostante il budget non fosse ancora stato definito. Durante il primo mese, i lavori andarono spediti e veloci ma dopo i primi sessanta giorni gli eccessi di John Belushi cominciarono ad incidere. L'attore infatti amava bazzicare tra feste e locali, senza dimenticare che Chicago (dove è stata girata gran parte del lungometraggio) era la sua città natale, quindi fu capace di passare intere notti a basa di alcol e a quanto pare anche di droga. La sua vita spericolata fece registrare gravi ritardi alle riprese della pellicola a causa di numerose chiamate di inizio riprese perse o stati di incoscienza nella sua roulotte. Una notte Aykroyd lo trovò addormentato sul divano di una casa vicina al luogo in cui stavano girando, dopo averne saccheggiato il cibo contenuto nel frigorifero.


Non so se questa cosa sia vero o meno, ma stando alle fonti sembra che una parte del bilancio fu spesa per gli acquisti delle sostanze stupefacenti: ad ammettere questa cosa sarebbe stato addirittura proprio Dan Aykroyd. Un'altra curiosità consiste nel fatto che la cocaina sarebbe stata diffusa sul set così  da favorire al meglio le performance di John Belushi. Fatto sta che tale situazione mise in serie difficoltà la Universal che puntava inizialmente ad una spesa complessiva di 17,5 milioni di dollari. Non a caso, a suonare il campanello di allarme fu Lew Wasserman che chiede un immediato intervento sulla lievitazione del budget. Dal canto sui, il presidente Ned Tanen cercò in qualche modo di trovare una soluzione ma quando venne a sapere che la produzione aveva istituito una infrastruttura speciale per le 70 automobili utilizzate nelle sequenze di inseguimento, il mondo finì per crollargli addosso. Come se non bastasse le riprese a Chicago terminarono a ottobre e non a settembre, quindi fecero registrare anche un mese di ritardo.

Il problema restava però la dipendenza dalle droghe di Belushi. John continuava con i suoi eccessi e John Landis si vide quindi costretto a farlo pedinare da Carrie Fisher e da Smokey Wendell per farlo tenere sotto controllo e lontano dalle tentazioni. Tuttavia, le cose non migliorarono perché Belushi e Landis arrivarono addirittura allo scontro fisico quando il regista buttò nel water la cocaina dell'attore trovata un giorno sul tavolo della sua roulotte. Terminate le prime riprese a Chicago, lo staff e la produzione si spostarono a Los Angeles, dove sarebbe stata girata la sequenza finale al teatro Palladium di Hollywood. Qui Belushi ne combinò un'altra delle sue ma questa volta la droga non c'entrò nulla: si fece infatti male a un ginocchio dopo essere caduto dallo skateboard prestatogli da un ragazzino. Wasserman scese in campo per sottoporlo immediatamente ai dovuti controlli e interventi, infatti, gli fece applicare delle fasciature e degli anestetizzanti utili per girare la scena più importante. 


Esterni

"The Blues Brothers" è stato girato in gran parte a Chicago e dintorni tra luglio e ottobre 1979. Per la città che diede i natali a Belushi fu una grande occasione per diventare location cinematografica e crescere a livello di immagine. Da "The Blues Brothers" in poi Chicago ha ospitato altre 200 produzioni filmiche, diventando così un punto di riferimento importante per le major di Hollywood.

Il primo blocco del traffico fu a Park Ridge, Illinois. L'inseguimento in auto nel centro commerciale fu girato nel Dixie Square Mall, un centro commerciale abbandonato in Harvey, Illinois. La sequenza in cui la Bluesmobile salta il ponte levatoio è stata girata sul fiume Calumet, sul lato sud-est di Chicago. L'ingresso principale dello stadio Wrigley Field fa una breve apparizione quando i "nazisti dell'Illinois" scoprono che la residenza riportata sulla patente di Elwood era stata falsificata in 1060 West Addison, indirizzo appunto dello stadio. L'incontro di Jake con la sua ragazza venne girato in una riproduzione della tratta dell'abbandonato sistema sotterraneo di trasporto merci di Chicago. Le altre scene di inseguimento furono girate lungo la Wacker Drive, la Lake Street e nel Richard J. Daley Center il grattacielo che è il centro civico della città.


Restando alla scena dell'inseguimento finale, vediamo una Ford Pinto (l'auto dei nazisti dell'Illinois) precipitare da un elicottero da un'altezza di un miglio. Per questa sequenza fu necessario ottenere la dovuta certificazione della Federal Aviation Administrarion (agenzia federale statunitense per l'aviazione civile). Il timore era quello di vedere il veicolo precipitare come un'ala, rischiando quindi di coinvolgere gli edifici intorno ai luoghi delle riprese.

Come già anticipato, inoltre, il concerto della band nella sala grande del Palace Hotel venne tenuto presso il teatro Palladium di Hollywood. Tornando a Chicago, le riprese nel centro cittadino furono eseguite tutte durante le domeniche dell'estate 1979, con costi che si aggirarono intorno ai 3,5 milioni di dollari. L'autorizzazione partì proprio dai due protagonisti della pellicola che alla fine decisero di donare 50mila dollari in beneficenza al termine delle riprese. Tra le varie cose, la produzione tenne in conto anche i danni provocati dalla Bluesmobile nei confronti dei ciottoli di granito della pavimentazione stradale e a una presa d'aria di bronzo del Daley Center: danni stimati 7.650 dollari. 


La Bluesmobile

Per un grande film ci voleva ovviamente anche una grande auto. La Bluesmobile consisteva in una Dodge Monaco 440, con motore V8 da 7200 cm³ (440in³) erogante 375 cv (280 kW). La targa dell'Illinois, serie 1979, è spesso ripresa in primo piano e ha la sigla BDR 529, ossia "Black Diamond Riders 529".

Le caratteristiche principali del veicolo consistevano in esibizioni spettacolari. Ad esempio, c'è una scena tagliata nella quale si vede Elwood parcheggiarla in una cabina di trasformazione del "L train" (sarebbe la metropolitana elevata di Chicago) e in sottofondo è possibile sentire il ronzio dei trasformatori.

La "Monaco 440" si distinse per le sue eccezionali prestazioni e ben pochi trucchi vennero utilizzati (nella scena del volo all'indietro venne usata una copia in fibra di vetro). Nella scena dell'inseguimento sotto alla sopraelevata di Chicago, ad esempio, si vede per un attimo il tachimetro segnare quasi 120 miglia orarie (poco più di 190 km/h) e quella era la velocità reale alla quale l'azione si svolse e venne filmata.


Vediamo adesso la leggenda che si nasconde dietro la Bluesmobile, restando nell'universo dei Blues Brothers. Elwood l'avrebbe acquistata nel 1979 a un'asta della Polizia di Mount Prospect, Illinois, cittadina della contea di Cook. In realtà la produzione acquistò delle vetture usate, normali e anche della Polizia direttamente dalla California, cosa che si evince anche dal colore degli interni, un beige chiaro venduto nelle zone assolate di quello Stato per evitarne il surriscaldamento. Per la realizzazione del film furono utilizzate 12 vetture, secondo altre fonti 13, quasi tutte distrutte. L'unica "superstite" autentica, probabilmente la vettura di riserva mai utilizzata nel film, è di proprietà del cognato di Dan Aykroyd.

Un'altra storia interessante vede poi un attore finito in manette per avere guidato l'automobile per oltre 100 miglia, una cosa effettivamente inaccettabile se si tiene conto che il mezzo risultava irregolare e con targa finta. Dulcis in fundo, la disavventura si conclusa con la successiva requisizione della Bluesmobile che portò a una lunga procedura legale per la restituzione.


Il cast

Al cast di "The Blues Brothers" presero parte artisti di fama internazionale come James Brown, Cab Calloway, Ray Charles e Aretha Franklin. Il loro inserimento provocò un piccolo dibattito tra Landis e la Universal per via del fatto che le star in questione erano reduci da anni non proprio esaltanti e per questo motivo fu avanzata la richiesta di sostituirli con cantanti e gruppo emergenti come i Rose Royce,il cui brano del 1976 Car Wash, utilizzato nella colonna sonora del film omonimo, li trasformò in star della disco music. L'unica figura che riuscì a mettere tutti d'accordo fu quella di Ray Charles che in quegli anni, nonostante l'avanzare dell'età, continuava a viaggiare sulla cresta dell'onda. 

Oltre a quelli citati, nel film furono inseriti anche Big Walter Horton, Pinetop Perkins e John Lee Hooker (che esegue la sua celebre canzone Boom Boom durante la scena in Maxwell Street). I membri della band dei Blues Brothers erano già noti all'epoca per le loro realizzazioni musicali. Steve Cropper e Donald Dunn fondarono il gruppo Booker T. & the M.G.'s della Stax Records, che ottenne grande successo tra gli anni sessanta e settanta. I membri della sezione fiati della band (Lou Marini, Tom Malone e Alan Rubin) fecero parte del gruppo rock Blood, Sweat & Tears oltre a suonare nella band negli spettacoli del Saturday Night Live. Il batterista Willie Hall suonò nel gruppo dei Bar-Kays. Matt Murphy, il chitarrista del gruppo, iniziò molto giovane la sua esperienza nel 1948 nel gruppo di Howlin' Wolf. Paul Shaffer, pianista e arrangiatore dell'orchestra del Saturday Night Live, aiutò Belushi e Aykroyd a formare la band dei Blues Brothers, di cui inizialmente era un componente, ma a causa di obblighi contrattuali con il Saturday Night Live non fu in grado di partecipare al film venendo sostituito dall'attore-musicista Murphy Dunne.


In seguito, Carrie Fisher, Kathleen Freeman, Henry Gibson e John Candy entrarono a far parte del cast per ruoli secondari e non inerenti al piano musicale della commedia. Numerosi sono anche i camei da parte di celebrità affermati e personaggi dell'industria dello spettacolo come Steve Lawrence, Twiggy,  Steven Spielberg, John Landis, Paul Reubens, Joe Walsh, Chaka Khan e Frank Oz. Il personaggio interpretato da Cab Calloway è chiamato Curtis in omaggio a Curtis Salgado, un musicista blues che ispirò Belushi nella creazione dei personaggi dei Blues Brothers, durante le riprese di Animal House.

Oltre 500 comparse furono utilizzate nelle scene dell'assedio al Daley Center, con 200 uomini della Guardia Nazionale, 100 agenti della polizia statale e cittadina su 50 volanti e 15 a cavallo e il supporto di 3 carri armati, 3 elicotteri e 3 autopompe.


Dopo la realizzazione del film

John Landis ebbe molti grattacapi anche dopo la conclusione delle riprese. Alla fine del primo montaggio venne fuori un film di due ore e mezzo (intervallo incluso) che per la produzione fu davvero troppo. Per questo motivo il regista eliminò altri 20 minuti. Alla fine, i soldi spesi per "Blues Brothers" arrivarono a 27,5 milioni di dollari, andando quindi ben oltre il budget stimato all'inizio. Come se non bastasse, le previsioni di successo ai botteghini non lasciarono spazio a grandi speranze e nel frattempo la coppia Belushi/Aykroyd perse notorietà in seguito all'abbandono del Saturday Night Live. Lo stesso John finì nel vortice della critica per "1941 - Attacco a Hollywood", uscito nelle sale alla fine dell'anno 1979. 


Oltre a questo, Landis fu chiamato da Ted Mann, proprietario dell'omonima catena di cinema presenti anche a Los Angeles, per riferirgli che il film non sarebbe stato proiettato per due motivi: uno, evitare di attirare spettatori di colore nei ricchi quartieri prevalentemente bianchi come Westwood; due, c'era la consapevolezza che gli spettatori di quelle aree non sarebbero andati a vedere film con vecchie stelle musicali di colore. Il risultato finale? The Blues Brothers registrò poche prenotazioni e questo rischiò di inficiare negativamente sugli incassi al botteghino. 


Incassi e critica

Diamo adesso uno sguardo agli incassi. The Blues Brothers riuscì a piazzarsi solo al decimo posto tra i film più visti al cinema nel 1980, finendo per essere surclassato soprattutto da "L'Impero colpisce ancora". Negli Usa The Blues Brothers ottenne 57 milioni di dollari, mentre all'estero sbancò ai botteghini con un incasso di 115 milioni di dollari, diventando così il film statunitense più visto. Il circuito home video rese ulteriori 32 milioni di dollari.

La critica Usa non fu generosa con l'opera di Landis, mentre quella europea esaltò "The Blues Brothers" con riscontri più che positivi. Solo con il passare degli i più scettici riuscirono a rettificare le proprie considerazioni e a considerare la pellicola come una delle migliori di sempre partorire dal genio di Hollywood


Colonna sonora

A rendere grande "The Blues Brothers" è stata anche la colonna sonora, considerata dagli esperti come una delle più belle della storia del cinema. Non a caso, per le musiche parteciparono colossi come Ray Charles, Aretha Franklin, James Brown, Cab Calloway e John Lee Hooker.

Il successo della colonna sonora fu tale da portare a numerose pubblicazioni di diversi album. Il più famoso è sicuramente The Blues Brothers: Original Soundtrack Recording, rimasterizzato nel 1995 col titolo The Blues Brothers: Music from the Soundtrack (tra l'altro è considerato il lavoro discografico ufficiale dei BB).

Tra le altre produzioni musicali si possono notare anche:

  • Somebody Loan Me a Dime - eseguita da Fenton Robinson. Sottofondo di chitarra elettrica udibile nelle primissime scene del film, quando "Joliet" Jake esce di cella e cammina nel corridoio della prigione accompagnato dai poliziotti.
  • She Caught the Katy - eseguita dai Blues Brothers. Jake ed Elwood si incontrano all'uscita del carcere; di fatto è la sigla iniziale del film.
  • Shake Your Moneymaker - eseguita da Elmore James. Sottofondo durante l'incontro all'orfanotrofio tra Jake ed Elwood e il vecchio Curtis.
  • The Old Landmark - eseguita da James Brown, Chaka Khan e dalla James Cleveland's Southern California Community Choir. Vibrante gospel cantato dal reverendo Cleophus James nella chiesa battista di Triple Rock. Questa musica risveglierà nei due fratelli la "sacra" necessità di rimettere insieme la "banda".
  • God Music - composta da Elmer Bernstein. Coro angelico che segna il momento in cui Jake "vede la luce" nel mezzo dell'esecuzione del suddetto brano gospel.
  • Soothe Me - eseguita da Sam and Dave. Jake ed Elwood stanno ascoltando "The best of Sam & Dave" con l'autoradio della loro bluesmobile. John Landis inquadra anche il dettaglio della musicassetta Stereo 8.
  • Hold on, I'm Comin - eseguita da Sam and Dave. In continuazione con l'ascolto precedente, questa canzone accompagna l'inizio del primo inseguimento con la polizia nel parcheggio di un centro commerciale.
  • I Can't Turn You Loose - eseguita dalla Blues Brothers Band. Colonna sonora del devastante inseguimento d'auto all'interno del centro commerciale.
  • Peter Gunn Theme - eseguita dalla Blues Brothers Band. Si tratta di un classico di Henry Mancini, composto negli anni cinquanta per la serie televisiva poliziesca americana Peter Gunn. Lo si può ascoltare in vari momenti del film; la prima volta è quando Elwood accompagna Jake a casa.
  • Let the Good Times Roll - eseguita da Louis Jordan. Giunti nel suo appartamento, Elwood accende il giradischi e fa partire questa canzone. L'etichetta del 33 giri è inquadrata da Landis.
  • Anema e core - eseguita da Ezio Pinza. Sottofondo durante la visita a casa della signora Tarantino.
  • Quando quando quando - eseguita da Murph and the Magic Tones. Il pianista Murphy Dunne, assieme ad alcuni membri della disciolta band, canta questo classico di Tony Renis per intrattenere lo svogliato pubblico dell'Holiday Inn.
  • Just the Way You Are - versione strumentale, esecutore sconosciuto. Sottofondo all'incontro tra i Blues Brothers e i membri della band all'Holiday Inn.
  • Die romantiker (Op. 167) - composta da Josef Lanner. Raffinato sottofondo musicale che accompagna la cena "poco ortodossa" al ristorante Chez Paul, dove i due fratelli convincono il maître Alan Rubin (loro ex trombettista) a tornare nella band.
  • Boom Boom - eseguita da John Lee Hooker. Hooker, assieme ad alcune vecchie glorie del blues, canta questa famosa canzone, un classico del suo repertorio, nella scena in Maxwell Street, nei pressi del Soul Food Cafe gestito da Matt Murphy e sua moglie.
  • Think - eseguita da Aretha Franklin assieme alla Blues Brothers Band. La moglie di Matt Murphy cerca di convincerlo, invano, a non tornare con la sua vecchia band.
  • Shake a Tail Feather - eseguita da Ray Charles assieme alla Blues Brothers Band. Ray canta questo brano per dimostrare che gli strumenti musicali venduti nel suo negozio non hanno niente che non va.
  • Boogie Chillun - eseguita da John Lee Hooker. Sottofondo del peregrinaggio notturno della band, oramai ricomposta, in cerca di ingaggi e che li accompagna fino al Bob's Country Bunker.
  • Horst Wessel Lied - inno nazista, che si sente nell'ufficio del capo dei nazisti dell'Illinois mentre questi è intento a dipingere una scultura raffigurante un'aquila.
  • Your Cheatin' Heart - eseguita da Kitty Wells. Musica diffusa all'ingresso del Bob's Country Bunker.
  • Gimme Some Lovin' - eseguita dai Blues Brothers. La band "osa" iniziare l'esibizione con questo aggressivo rhythm'n'blues. Il pubblico, avvezzo ad ascoltare solo country and western, protesta con selvaggia veemenza.
  • Theme from Rawhide - eseguita dai Blues Brothers. Stavolta il pubblico del Bob's Country Bunker apprezza questo classico pezzo country di Frankie Laine nella versione "baritonale" di Elwood.
  • Stand by Your Man - eseguita dai Blues Brothers. Nonostante il testo di questa canzone sia stato scritto per essere cantato da una donna, la versione di Jake ed Elwood riesce, addirittura, a commuovere il rude pubblico del locale di Bob.
  • I'm Walkin - eseguita da Fats Domino. Il ritmo incalzante di questo brano sottolinea la campagna pubblicitaria con cui si annuncia l'imminente concerto della band nella sala da ballo del Palace Hotel.
  • Minnie the Moocher - eseguita da Cab Calloway assieme alla Blues Brothers Band. La sala è gremita e Jake & Elwood sono in ritardo. La folla inizia a scalpitare gridando "Vogliamo lo show!". Per placare gli animi, Curtis intona questo suo vecchio classico, scatenando l'entusiasmo del pubblico impegnato a cantare assieme a lui.
  • Medley: Time Is Tight / I Can't Turn You Loose - eseguita dalla Blues Brothers Band. Curtis annuncia, finalmente, l'entrata in scena di Jake ed Elwood Blues.
  • Everybody Needs Somebody to Love - eseguita dai Blues Brothers. Primo dei due brani che i fratelli eseguiranno al concerto. È la canzone dei Blues Brothers più famosa, il cui successo è rimasto invariato negli anni.
  • Sweet Home Chicago - eseguita dai Blues Brothers. Trascinante blues con cui Jake ed Elwood si congedano dal pubblico e dai numerosi poliziotti che danno loro la caccia. Il brano contiene una lunga parte strumentale nella quale i vari componenti della band si alternano in modo da esprimere il proprio virtuosismo.
  • La Cavalcata delle Valchirie - scritta da Richard Wagner, eseguita dalla Pittsburgh Symphony Orchestra. Sottolinea l'inseguimento e la rovinosa caduta nel vuoto dell'auto con a bordo i nazisti dell'Illinois che stavano dando la caccia ai Blues Brothers.
  • Garota de Ipanema - versione strumentale, esecutore sconosciuto. È la musica che accompagna Jake & Elwood durante la salita in ascensore per raggiungere l'ufficio delle imposte.
  • Jailhouse Rock - eseguita dai Blues Brothers. La band, finita tutta in prigione, esegue questo classico di Elvis Presley per la gioia dei carcerati. È anche la sigla finale del film. Durante lo scorrere dei titoli, alla voce di Jake si alternano incisi, sia cantati che strumentali, eseguiti dalla maggior parte degli artisti presenti nel film.

Il sequel

Nel 1998, John Landis e Dan Aykroyd scesero in campo con un sequel dei Blues Brothers, a distanza di anni dalla morte di John Belushi (avvenuta nel 1982). Nonostante l'evento fece molto rumore alla fine non ottenne i risultati sperati. Il secondo capitolo delle avventure dei fratelli in Blue non andò proprio bene e per gran parte della critica fu da considerarsi come una delusione. 

LEGGI ANCHE: 

1 commento: