mercoledì 4 agosto 2021

Geekoni Film Festival 2021: Piramide di Paura, il primo caso del giovane Sherlock Holmes

Nel giorno del Geekoni Film Festival 2021 (nonché mia prima partecipazione come recensore insieme ad altri amici nerd), La Puteca di Pakos ne approfitta per parlare di un film che tutti noi abbiamo amato e che sicuramente ricorderemo: "Young Sherlock Holmes" del 1985, anche se in Italia è noto con il titolo "Piramide di Paura" e presto vedremo anche perché. Si tratta probabilmente di una pellicola dal grande potere nostalgico e che senza dubbio ha segnato la giovinezza di moltissime persone sia negli anni 80' sia negli anni '90.

Un film per ragazzi che si mostra adatto anche al periodo di Natale ma che oggi difficilmente si riesce a rivedere sui canali pubblici italiani. Un tempo sia la Rai sia Mediaset erano propense a trasmetterlo anche con una certa continuità nel tempo, ma purtroppo anche "Piramide di Paura" è diventato uno di quei "film dimenticati" dal piccolo schermo del Belpaese (com'è successo a Willow, Weekend con il morto e altri cult di generazioni ormai quasi andate). 


La trama in breve

Il lungometraggio fece il suo esordio nelle sale cinematografiche americane nel 1985, per la regia di Barry Levinson (Rain Man - L'uomo della pioggia) e la produzione esecutiva di Steven Spielberg, Frank Marshall e Kathleen Kennedy. La storia tratta l'incontro adolescenziale tra John Watson (la cui voce da adulto narra in prima persona i fatti accaduti) e Sherlock Holmes, i quali frequentano la stessa scuola di prestigio in una Londra avvolta dal massimo splendore dell'età vittoriana. I due condividono molte curiosità e molto presto sviluppano un profondo rapporto di stima e amicizia. 

Sherlock vive di passioni e amore: suona il violino, è abile schermitore ed è innamorato della bellissima Elizabeth che a sua ricambia il sentimento per il ragazzo. Elizabeth tra l'altro è la nipote del professor Waxflatter, amico e mentore del futuro investigatore le cui gesta saranno narrate nei romanzi di Sir Arthur Conan Doyle. L'intuizione e la deduzione sono il pane quotidiano del giovane che non si tira mai indietro davanti alle sfide proposte dall'acerrimo rivale Dudley. Tuttavia, la vita dei protagonisti sarà sconvolta da una serie di decessi: Sir Bentley Bobster e il reverendo Duncan Nesbitt muoiono suicidi dopo essere impazziti a causa di strane visioni. 


Tutto sembra non aver senso, fin a quando Holmes si rende conto che dietro a quelle morti c'è un'organizzazione segreta che usa degli aghi velenosi intrisi di erbe e piante particolari che provocano atroci allucinazioni. Le conferme arrivano quando tra le vittime si aggiunge anche Waxflatter, la cui fine getterà nello sconforto i tre studenti che però sono intenzionati ad arrivare fino in fondo a questa storia.

Dopo attente indagini, ignorate e derise da Scotland Yard, emerge che le tre morti sono collegate dato che le vittime si sono laureate nella stessa università all'inizio dell'ottocento. All'appello manca un solo nome e cioè quello di Cragwitch che rivelerà la verità ai protagonisti: la setta del Rame Tep è devota al dio della morte egiziano Osiride ed è conosciuta nel mondo come un cumulo di esaltati privi di scrupoli e soliti a esercitare riti crudeli e violenti. Dietro a questa banda ci sarebbe un certo Ethar che insieme alla sorella ha giurato vendetta alla società britannica: proprio Bobster, Nesbitt, Waxflatter, Cragwitch e altri due amici si recarono da giovani in Egitto per creare un grande albergo ma tuttavia in quel villaggio egiziano trovarono degli scavi dai quali portarono via di tutto. Scoppiò una vera e propria guerra tra inglesi ed egiziani per la paternità di quei ritrovamenti e tra i morti si contavano anche i genitori di Ethar.

Una volta tornati a Londra, i quattro amici sopravvissuti cominciarono a ricevere delle lettere dal misterioso nemico, capo della setta del Rame Tep. Le scoperte che poi Holmes e i suoi amici faranno saranno a dir poco spiacevoli, sconvolgenti e porteranno a un finale triste ma riflessivo. 


Uno sguardo ai particolari

Il film è un mix di generi che conducono al poliziesco, al noir, al giallo, alle detective stories, thiller ma con connotati a tratti ironici (è pur sempre un film per ragazzi) e a tratti molto drammatici. In "Piramide di Paura" emerge la totale noncuranza che i ragazzini sono spesso costretti a subire dagli adulti perché ritenuti cantastorie, fanciulli mossi dalla fantasia e raccoglitori di storie fasulle. Qui va ad annullarsi decisamente ciò di cui la scrittrice Elsa Morante, ad esempio, riportò nella sua raccolta di poesie "Il Mondo Salvato dai Ragazzini". In effetti non dovremmo mai mettere in discussione il sesto senso dei giovani, i quali spesso riescono a vedere cose che la ragione dell'età adulta non riesce a percepire perché a volte troppe cose diamo per scontate, come se tutto ciò che appare semplice e stupido non possa essere un indizio. 

Invece i nostri eroi di indizi ne hanno ma c'è solo un problema: sono studentelli curiosi, forse anche un po' arroganti e quindi facilmente fraintendibili. Eppure l'arroganza non c'entra nulla quando un piccoletto ci dice che qualcosa là fuori non va come dovrebbe. Si sa che la percezione umana cambia nelle varie fasce di età ma Sherlock Holmes è maturo, forse anche troppo, per non parlare della sua stratosferica intelligenza il cui sviluppo appare illimitato già in tenera età. Una sola cosa lo mette in difficoltà: l'emozione, una cosa che il suo maestro di scherma più volte gli rimprovera.


Le emozioni poi sono l'elemento principale della maturità forzata a cui saranno sottoposti Holmes e Watson: non solo vedranno morire delle persone, non solo saranno anche loro vittime delle allucinazioni dovute dai dardi drogati ma saranno costretti a dire addio alle persone a cui tengono. "Piramide di Paura" è il film che distrugge l'innocenza del giovane detective, purtroppo costretto a dire addio al suo mentore, scoprire gravi tradimenti ma soprattutto vedere qualcuno che ama morirgli tra le braccia. Sono questi i fattori che condurranno la creatura di Doyle a maturare prima del tempo e a mostrare un temperamento diverso rispetto ai suoi simili. 

Inoltre, la pellicola mostra effettivamente i problemi tipici dell'essere adolescenti: le tentazioni di gola, la paura dei propri demoni, del proprio passato e il fatto di essere spesso inascoltati. Ad esempio, le allucinazioni vissute da Watson sotto gli effetti della droga sono la manifestazione dei suoi più grandi desideri diventati incubi: i dolci, di cui è ghiotto, si vendicano per la caduta dei loro "avi" e costringono John a ingozzarsi fino ad esplodere. Elizabeth invece ha paura della morte e nutre una sorta di colpa per la triste fine dello zio, scienziato pazzo ma brillante. Alla fine però nulla è vero, tranne i minuti di angoscia vissuti e il rischio di morire senza nemmeno rendersene conto.


Holmes invece è succube dell'odio del padre e della sofferenze della madre. La sceneggiatura scritta da Chris Columbus punta il dito contro di lui per aver scoperto e rivelato al mondo la relazione extraconiugale che il genitore ha avuto con un'altra donna. La scena e delle più toccanti per il cuore di Sherlock, eppure lui e i suoi amici sono gli unici a trovare un modo per resistere a quegli incubi. In sintesi, dietro a quel viso sicuro di sé e calmo c'è qualcosa che lo scuote fino all'osso del collo.

Watson prende maggiore consapevolezza dei suoi mezzi: da ragazzo timido e impacciato si trasforma in un piccolo eroe che cerca di tenere a galla la situazione, specie quando l'amico detective va in crisi nel momento più complicato della storia. La sua forza di volontà è talmente forte che l'incubo vissuto con "i dolci alla crema viventi" non l'hanno minimamente traumatizzato, anzi continua a rivolgere parole d'amore a una pastarella. 

Elizabeth è probabilmente il personaggio più completo dei tre: forte, coraggiosa, decisa e incurante delle difficoltà. È lei a dare forza al ragazzo che ama per proseguire nelle sue indagini e risalire alla verità dietro agli orrori del film. Forse sarà proprio questo suo temperamento (mischiato a un grande sentimento d'amore) a indurla verso un finale che nessuno si sarebbe mai aspettato.


Passiamo al titolo italiano. Perché proprio Piramide di Paura? Beh, innanzitutto il mondo britannico si mischia con quello egiziano e infatti notiamo tantissime cose della terra dei faraoni. Al nascondiglio della setta ad esempio si arriva entrando in una piramide che conduce in uno stanzone dove alcune ragazze vengono sacrificate a Osiride. Eh sì, non bastavano le morti sospette, adesso ci si mettono anche quattro fanciulle sparite: la tomba profanata dagli inglesi nel villaggio sopracitato, infatti, apparteneva a cinque principesse egizie. La vendetta dei cattivi quindi è ben avviata e manca poco alla sua conclusione e questo spiega la scelta degli adattatori per questo titolo riferito alla piramide e alla paura. 

Curiosità

La scena del sacrificio prende ispirazione dal film "Indiana Jones e il tempio maledetto". Indovinate chi era uno dei produttori? Ovviamente Steven Spielberg. La cosa è davvero interessante se si tiene conto che quel capitolo di Indiana Jones fu rilasciato nei cinema quasi un anno prima. 

Tra l'altro, "Young Sherlock Holmes" ha anche un ruolo quasi rivoluzionario nella storia del cinema dato che è stato tra i primi lungometraggi a inserire un personaggio con grafica computerizzata (parlo del cavaliere di vetro che compare in occasione della morte del prete). La scena viene accreditata nei titoli di coda alla "Pixar Computer Animation Group a Division of Lucasfilm Ltd.". Il resto degli effetti sono realizzati dalla Industrial Light & Magic, storico marchio della Lucasfilm


Il successo

"Piramide di Paura" ebbe un successo importante e infatti non fu un caso che nel 1986 ottenne una nomination agli Oscar per i migliori effetti speciali. 

LEGGI ANCHE:

5 commenti:

  1. Eh si, questo è un gran bel film e da bambino mi piacque moltissimo.
    Non ho molto altro da dire, perchè hai già illustrato molto bene tutto tu, ma una almeno mi resta: hai notato la chicca alla fine dei titoli di coda? Credo che sia sfuggita a molti (più che altro perchè non esisteva ancora quella fastidiosa abitudine delle scene post-credits) però la ritengo magistrale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il rischio, in TV, era più che altro che potessero tagliare i titoli di coda :(

      Elimina
  2. Lo ricordo sì ma forse non ho visto, ero indeciso su quale vedere quest'anno e questo era in lista, ma Geekoni o meno devo ;)

    RispondiElimina
  3. Lo ricordo come un film avvincente, credo avrei apprezzato un sequel sempre su Holmes giovane.

    RispondiElimina
  4. È un film che adoro e come dissi anche in privato, dà una pista a tanti film moderni, e non solo per ragazzi: l'atmosfera e gli ambienti sono molto belli, i trip allucinogeni divertenti oppure di grande impatto e la storia ha una logica - cosa da non dare per scontata solo per la presenza di Sherlock.
    I personaggi mi piacevano molto pure loro e scoprire certi loro retroscena, da bambino, mi lasciò a bocca aperta più dei tradimenti che ne seguirono o del complotto del bigliettino ai danni di Holmes.
    Un buon apocrifo holmesiano. ;)

    RispondiElimina