giovedì 20 febbraio 2025

Cassandra: una curiosa serie tv Netflix che fa pensare ma lascia perplessi

Cassandra: una curiosa serie tv Netflix che fa pensare ma lascia perplessi. Oggi parliamo di questa opera tedesca con Lavinia Wilson.

Serie tv: Cassandra è disponibile su Netflix

Non saprei da dove cominciare ma di certo oggi voglio parlare di Cassandra, una serie tv tedesca divisa in sei episodi e disponibile sulla piattaforma streaming di Netflix. Si tratta di una delle miniserie più seguite e discusse di questi primi mesi del 2025, basata su un thriller fantascientifico (ma non troppo) con qualche piccola connotazione horror che non guasterebbe, se non per il fatto che Cassandra si pone come un telefilm molto curioso. Il soggetto è senza dubbio buono ma sembra essere stato sviluppato in favore di determinati filoni narrativi, tralasciando le logiche su altri dettagli utili ai fini del senso della trama generale. 

Attenzione: dato che ci saranno molto cose da dire, vi anticipo che durante la lettura dell'articolo potreste andare incontro a qualche spoiler necessario per comprendere pienamente il senso di tutto il discorso. 


La trama racconta la storia della famiglia Prill, composta dai genitori Samira (detta Sam) e David (sosia di Ruud Gullit a 50 anni), insieme al figlio adolescente Fynn e alla piccola Juno. La vita di questi personaggi è stata sconvolta da un evento tragico (il suicidio della sorella di Samira, Kathleen), quindi decidono di trasferirsi altrove con la speranza di dare una svolta alle loro esistenze. I Prill decidono di prendere una nuova casa, per la precisione una Smart Home degli anni '70, scoprendo ben presto di non essere soli: dal nulla, il vecchio sistema riattiva Cassandra, un'assistente virtuale presente in ogni singolo punto della struttura. Cassandra si muove infatti attraverso un robot ma può controllare nel contempo tutte le stanze grazie alla presenza di numerosi televisori e a un impianto software installato nei vari elettrodomestici. Nel giro di poco tempo Samira sviluppa una forte rivalità con la tata artificiale, dando vita a uno scontro pericoloso e a una serie di rivelazioni sconvolgenti, come ad esempio il fatto che un tempo Cassandra fosse una persona in carne ed ossa, abitante della casa cinquanta anni prima e con un passato oscuro. 

Come detto in precedenza, la sceneggiatura è basata su un soggetto davvero interessante e molto più profondo rispetto ad altre opere viste in precedenza con gli stessi temi. Cassandra infatti mette insieme il progresso delle tecnologie associate all'unione della mente e dell'animo umani, ponendo in secondo piano le distanze tra i due piani e creando qualcosa di nuovo (seppur apparentemente). Il problema di questa miniserie è che i dettagli sono curati non proprio con meticolosità, anzi sembra una parodia di quei thriller horror dove i personaggi decidono di restare in un luogo pur avvertendo il pericolo. Inoltre, i continui viaggi nel tempo tra il racconto presente e i flashback di Cassandra mostrano disparità scenografiche e narrative evidenti.


Prendi una casa "vivente", un robot psicopatico con tendenze assassine e dalle origini inquietanti, una famiglia distrutta dal dolore e avvenimenti inverosimili, poi vai a inserirli in un contesto quotidiano fatto di scene quasi demenziali, verità un po' troppo nascoste ma prevedibili e apparenze disturbanti. No, non abbiamo a che fare con un demone o con una qualsiasi entità soprannaturale, bensì con un software anche un po' troppo avanzato per il periodo a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80. Tuttavia, parliamo di un telefilm e va bene così, le licenze devono esserci. 

Dalla prima puntata è evidente che la famiglia Prill ha qualcosa da raccontare e si presenta come una famiglia molto inclusiva e di mentalità aperta. Al di là del dramma personale, Samira è una donna bianca sposata con David, un uomo di colore che insieme alla moglie ha generato due figli: Fynn (un adolescente la cui omosessualità è ben accetta dalla famiglia) e Juno (una bambina delle elementari profondamente segnata dalla morte della zia, infatti è stata lei a trovarla impiccata nella cucina della loro vecchia abitazione). Cassandra un tempo era una donna normale, una classica signora d'epoca con un marito, un figlio e una bella casa. La vera protagonista di questo dramma viene raccontata dagli autori come una signora per bene, devota al marito Horst (che la tradisce) e profondamente legata al figlio Peter, un ragazzo insicuro e vittima di un rapporto a dir poco inesistente con il padre. I vari avvenimenti che hanno sconvolto la vita di Cassandra la portano a perdere una figlia durante la gravidanza e ad ammalarsi gravemente: per salvarla, il marito Horst (che è uno scienziato) riesce a trasferire la sua coscienza in una macchina e all'interno della mura domestica, incurante delle conseguenze. 


Cassandra robot appare come un essere inquietante, calcolatore, possessivo e segnato dalla triste fine dei suoi giorni. Rimasta ormai senza più alcun affetto, Cassandra cerca prepotentemente di impossessarsi di David, Fynn e Juno, magari sperando di spazzare via Sam più psicologicamente che mentalmente. La presenza della ragione umana sta nel fatto che Cassandra tenti a tutti i costi di non commettere omicidi ma di usare il suo potere per farsi una nuova famiglia: si prende cura di Juno, protegge Fynn e cerca di "sedurre" David. I rimedi estremi non mancano ma c'è qualcosa che la tiene a bada, cioè le memorie nostalgiche di lei come moglie e madre. 

Partendo da questi punti ecco che scorgiamo un bel po' di problemi. Innanzitutto, Sam e i suoi cari potrebbero porre fine all'esistenza del robot in qualsiasi momento, dato che l'impianto generale che potrebbe disattivare tutto si trova nel seminterrato. I nostri "eroi" però pur partendo dalla soluzione preferiscono andare dal problema è complicarsi la vita come nessun altro personaggio farebbe (peggio degli horror americani). Un altro aspetto sconcertante è il fatto che Cassandra non sia particolarmente veloce, quindi potrebbe essere abbattuta con una certa semplicità, ma questo non va bene per gli ideatori della serie: con movimenti assolutamente fin troppo prevedibili da parte di uno strumento decisamente vintage, Cassandra sfrutta le sue mani prima per tranciare un dito a David poi per stritolargli i genitali con un movimento di polso a 360 gradi (meno male che almeno il pene gli è rimasto attaccato). A proposito di questo, devo menzionare anche la scena in cui Cassandra riesce addirittura a provare stimoli sessuali guardando lo stesso David completamente nudo durante la prima parte del telefilm. Quando nelle ultime due puntate si arriva alla resa dei conti, David usa una sedia per cercare di distruggere Cassandra ma quest'ultima resiste manco fosse dotata di una lega simile all'adamantio di Wolverine. Lo stesso David inoltre si mostra al pubblico come il vero nemico di sua moglie: non crede a Sam in merito all'instabilità di Cassandra e la convince ad andare in un centro di igiene mentale per farsi curare. Inutile dirvi (ma ve lo dico lo stesso) che Sam ci va per davvero a farsi curare. Il finale però renderà giustizia a questa povera Crista, la quale per fortuna capisce quanto il marito sia stato e sia ancora un perfetto uomo di merda.


Eh sì! Samira è la personificazione femminile di Pasqualino Passaguai perché si ritrova ad affrontare di tutto e di più. Per colpa di Cassandra rischia di impazzire per davvero, di ammazzare (non per sua volontà naturalmente) una bambina della città e di trovarsi mezza cornificata dal marito con un robot che, in teoria, dovrebbe aver mantenuto la classica mentalità conservatoria del XX secolo. Poi c'è la piccola Juno, poverina! Questa graziosa e tenera bambina che già porta con sé un'ultima immagine della zia non proprio bella, viene completamente influenzata da Cassandra, la quale sfrutta la sua ingenuità per corromperla fino al midollo: in una scena Juno rischia di commettere una strage. Infine c'è Fynn. L'idea che una coppia omosessuale possa combattere contro un mostro mi piace, del resto perché non dovrebbe accadere? Il problema è che in questo telefilm non si verifica una delle cose più scontate di sempre: coinvolgere la persona che ti piace o che ami nel tunnel degli orrori insieme a te. In quante opere abbiamo visto adolescenti trascinare compagni di scuola o fidanzatine nei loro guai? Sarebbe stato uno dei fattori più interessanti ma il regista e sceneggiatore Benjamin Gutsche ha preferito rendere Cassandra un dramma familiare (non prima però di aver fatto fare qualche brutta figura ai Prill in pubblico). 


Nel racconto della vita quotidiana appaiono molte situazioni deboli da un punto di vista della sceneggiatura, per non parlare di alcuni avvenimenti che sono forti ma potrebbero essere a maggior ragione potenti. Tuttavia, Cassandra si salva su una cosa in particolare ed è il racconto della vita passata di questa stravagante donna, una serie di flashback ben curati che però portano a snaturare la storia orizzontale della serie. L'attrice Lavinia Wilson è in assoluto la cosa migliore di Cassandra, anzi probabilmente è l'unica parte dei questi sei episodi a salvarsi. L'attrice che interpreta la Cassandra umana degli anni '70 è mostruosamente brava, credibile, dolce, delicata, brillante e riesce a trasmettere con eleganza tutto il dramma vissuto dal suo personaggio (non a caso la Wilson è molto nota a Hollywood). Non è da escludere che l'ottimo lavoro dell'attrice sia dipeso anche dal fatto che la serie riesca a dare il meglio di sé più nei flashback che nel presente, infatti, sarei un folle a dire che la sceneggiatura abbia qualche buco e sarei un ipocrita a non ammettere che il finale (specie nell'ultima mostruosa rivelazione della vecchia Cassandra) mi abbia fatto salire il cuore in gola però, lo ripeto, c'è troppa discrepanza tra i due tempi narrativi. 


Cassandra viene raccontata meravigliosamente nella versione umana e penso che la sua "demenzialità" come macchina sia stata voluta proprio per porre l'accento sulla sua trasformazione sia fisica sia mentale. Innegabile è la questione che in ambo le vite Cassandra sia stata prigioniera di qualcuno e qualcosa, riuscendo comunque alla fine a essere libera di scegliere come concludere le sue esistenze. Il finale è sconvolgente nella sua estensione, deludente nell'epilogo. La famiglia Prill si salverà ma ne uscirà lo stesso sconfitta perché Cassandra è stata in grado di abbattere la loro struttura già fragile, rivelando allo spettatore che il vero nemico di Sam è proprio suo marito David, un uomo debole e incapace di fare la cosa giusta al momento giusto. In fondo, le due donne sono tanto diverse quanto simili e se ne renderanno conto pagando scotto: Cassandra dovrà fare i conti con l'ultima ferita spirituale, mentre a Sam spetterà un futuro incerto.

Cassandra non è un "cattivo" molto credibile se la osserviamo attentamente. È debole su molti aspetti se si pensa che dovrebbe essere un sistema anomalo e propenso alla violenza. La sua immagine tridimensionale riportata sugli schermi è disturbante ma non nel senso che ci si aspetta, piuttosto dà proprio fastidio ascoltarla e osservarla. La sua più grande capacità però sta nel creare disagio e a trasmettere negli altri le stesse violenze psicologiche che lei per prima ha subito in passato, con una forza tra l'altro maggiore. A peggiorare le cose ci si mettono anche indizi e scoperte che fanno esclamare allo spettatore "perché non è successo prima?". La mia perplessità ricade anche sul capitolo della trasformazione di Cassandra da umana a robot: trattandosi di un prodotto audiovisivo fantascientifico risulta impossibile la percezione di una componente tecnica della storia, come quando lo scienziato di turno ruba il palcoscenico ad altri personaggi per spiegare più nei dettagli le caratteristiche peculiari di invenzioni e innovazioni. Non è da escludere dunque che l'autore sia alquanto impreparato in materia o che magari abbia voluto lasciare maggior spazio al lato thriller di una serie innegabilmente composta da sole sei puntate. 

Vorrei dire altro ancora ma credetemi è stata davvero una visione sconvolgente che alla fine mi ha fatto esclamare "ma che diavolo ho visto in sei ore?". La serie Netflix Cassandra divide per commozione e scetticismo, poesia e banalità, umorismo e demenza ma forse riesce a lasciare qualcosa al pubblico: il bisogno di dare e ricevere amore da parte di una donna distrutta dalla vita.

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