lunedì 29 ottobre 2018

Death In Music 1974-1979: la fine di Elvis e Moon, la strage Lynyrd Skynyrd e l'addio di Vicious


Si conclude la Death In Music anni '70 dedicata alle morti più tragiche, tristi, maledette e inaspettate del panorama musicale di quel periodo. Fino ad ora abbiamo parlato delle premature scomparse di numerosi artisti legati soprattutto al mondo del rock e del soul come i leggendari Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Rory Storm e alcuni membri dei Byrds

In questa mia personale rubrica vediamo gli anni 70' volgere al termine con una lunga serie di eventi nefasti che cambiarono per sempre la storia della musica, facendo quasi da preludio a una sorta di maledizione che vedrà sempre più volti noti della musica passare a miglior vita. Il decennio in questione, riprendendo la storia dal 1974 fino al 1979, vedrà l'addio del re del rock Elvis Presley, la tragica scomparsa di alcuni membri dei Lynyrd Skynyrd e l'addio precoce di un talento sterminato come quello di Sid Vicious

Tutte figure iconiche che hanno segnato profondamente almeno due generazioni e che oggi rientrano di diritto nella leggenda. Oltre a loro, vanno menzionate anche le dipartite di Cass Elliot, Dave Alexander, Tim Buckley, Keith Relf, Tommy Bolin e Keith Moon. 

1974: Cass Elliot dei Mamas&Papas

I Mamas&Papas sono stati tra i complessi musicali che hanno dato vita alla grande era della musica moderna a partire dagli anni '60, dimostrando di essere tra i maggiori interpreti del folk rock. Tutti gli esperti del settore sanno quanto siano stati fondamentali e amati dal pubblico. Cass Elliot, una delle cantanti del quartetto statunitense, perse la vita 19 luglio 1974 a Londra a causa di un arresto cardiaco. 

Nata a Baltimora il 19 settembre 1941, Ellen Naomi Cohen, in arte Cass Elliot ma nota ai più come Mama Cass, passò gran parte della sua giovinezza a esibirsi in numerosi musical e locali di New York, senza mai abbandonare gli studi all'American University. Nel 1965 fu tra i fondatori dei Mamas&Papas formando un quartetto con John Philipps, sua moglie Michelle e Denny Doherty

Il successo arrivò nel giro di poco tempo grazie agli album If You Can Believe Your Eyes and Ears (1966), The Mamas & the Papas (1966), Deliver (1967), The Papas & the Mamas (1968) e People Like Us (1971, quindi postumo in seguito a una loro reunion). Purtroppo, a causa dei problemi sorti tra i coniugi Philipps, la band si sciolse e Mama Elliot intraprese una ricca carriera da solista durata fino al 1973. 

Un anno dopo, il 19 luglio 1974, Cass Elliot venne ritrovata morta nel suo appartamento londinese: a quanto pare morì nel sonno per un attacco di cuore legato a una malformazione cardiaca dovuta dai problemi di obesità che soffriva ormai da tempo. Aveva solo 32 anni.




1975: Dave Alexander degli Stooges e Tim Buckley

Nell'ultimo lustro degli anni '70 non furono pochi gli artisti 27enni a perdere la vita ma ce ne fu uno in particolare che stravolse non poco il mondo del rock: Dave Alexander, bassista degli Stooges guidati dal carismatico Iggy Pop

Alexander fece parte della band dal 1967 fino al 1970 dando un contributo importante ai compagni grazie alle composizioni di We Will Fall e Little Doll, poi abbandonò le scene e passò gli ultimi cinque anni come alcolista, fino a trovare la morte il 10 febbraio 1975 ad Anna Arbor



Tim Buckley è il padre di Jeff Buckely. Entrambi sono morti molto presto, dimostrando al mondo intero quanto siano stati legati non solo nella musica ma anche nella sorte. Tim Buckley nacque a Washington il 14 febbraio 1947 e passò molto tempo a esibirsi in numerosi locali di Los Angeles, dove fu notato da Jac Holzman della Elektra Blues che nel giro di poco tempo lo mise sotto contratto e pubblicò il suo primo LP omonimo. 

Buckely si affermò come uno dei maggiori interpreti della musica folk a cavallo tra gli anni '60 e gli anni '70, mostrando forti influenze legate alla musica di Bob Dylan e al rock psichedelico. Tra le sue canzoni si ricordano I Never Asked to Be Your Mountain, Once I Was e Morning Glory, nonché ben nove album in studio. 

Purtroppo, nonostante il successo e le tante amicizie create in quegli anni, Tim Buckley morì per overdose di eroina e alcol a soli 28 anni. Alcuni anni più tardi, suo figlio Jeff seguì le orme del padre in tutti i sensi...





1976: Keith Relf degli Yardbirds e Tommy Bolin

Keith Relf è stato la voce degli Yardbirds, nonchè anche loro chitarrista e armonicista. Ha guidato la rock band inglese dalla loro fondazione, avvenuta nel 1962, fino al loro scioglimento nel 1968. Relf morì per quella che si potrebbe definire ironia o crudeltà del destino: mentre suonava la chitarra nella sua abitazione, lo stesso strumento provocò una corto circuito che folgorò il povero Relf uccidendolo a soli 33 anni. Quando si dice che un musicista nasce con la chitarra e muore sempre con essa.




Tommy Bolin, invece, è stato legato a tre gruppi: i Zephyr, James Gang e i Deep Purple. Reputato come uno dei migliori talenti emergenti dei suoi anni, Bolin si fece conoscere per le sue straordinarie qualità di chitarrista che lo portarono ad essere considerato già una leggenda. 

Purtroppo, il suo carattere e la dipendenza da droghe non resero semplici i rapporti soprattutto con i Deep Purple, così la sua militanza durò un solo anno e decise che era meglio avviare la carriera da solista. 

Morì il 4 dicembre 1976 per eccesso di droga e alcol, anche se i suoi agenti e la sua ragazza non fecero nulla per evitare il peggio: in seguito a un devastante party post concerto e dopo aver accusato il malore, Bolin fu messo a letto con la speranza che si riprendesse ma alla al mattino seguente non diede segni di vita. Aveva solo 25 anni e in molti sono convinti, ancora oggi, che aveva tutti i mezzi necessari per diventare uno dei migliori chitarristi di sempre.





1977: Elvis Presley, Cassie Gaines, Steve Gaines e Ronnie Van Zant

Il 16 agosto 1977 il mondo non sarebbe stato più lo stesso: Elvis Presley, il re del rock, morì per un attacco di cuore a 44 anni. E' inutile ricordare tutti i dettagli della sua straordinaria carriera perché rischieremmo di allungare troppo l'articolo, anche se risulta doveroso ricordare che è stato l'autore di ben 22 album in studio (pubblicati dal 1956 fino al 1977) e attore in 32 film. 

Elvis è ancora oggi il simbolo della musica rock degli anni 50' e 60', nonché uno personaggi che ha avuto maggiore impatto visivo e mediatico sull'opinione pubblica, a tal punto da essere ripreso nel tempo con imitazioni, tributi e parodie. Purtroppo, gli ultimi anni della sua vita e della sua carriera non sono stati entusiasmanti come quelli precedenti, infatti, Elvis ingrassò fino a raggiungere i 158 kg e si isolò in diverse occasioni sperando di ritrovare lo splendore di un tempo. 

La sua dipartita fu un fulmine a ciel sereno, qualcosa di inaspettato se si tiene conto che la sua compagna, Ginger Alden, lo trovò agonizzante alle ore 13:30 nella vasca da bagno. A nulla servì il trasporto in ospedale perché i medici, alle ore 15 in punto, furono costretti a dichiarare ufficialmente la morte del cantante americano per arresto cardiaco. 

Sulla sua scomparsa sono state create numerose ipotesi. Stando a una prima ricostruzione, Elvis avrebbe passato tutta la notte sveglio nonostante avesse assunto una dose considerevole di barbiturici, poi avrebbe provato canzoni e organizzato alcune cose fino a quando non decise di fare un bagno alle 9:30 del mattino seguente. Qualcun altro avanzò invece l'ipotesi che Elvis fosse stato prima colpito da infarto e che poi avesse vomito mentre era seduto sul water. 

L'autopsia dimostrò, ad ogni modo, che nel suo corpo erano presenti la bellezza di 14 diversi medicinali legali. Poi c'è chi scaricò le responsabilità del decesso alla vita di eccessi dello steso Elvis, il quale, oltre a consumare antidepressivi, barbiturici, anfetamine e stimolanti, prese a mangiare così tanto da avere seri problemi di obesità. Infine, il suo ultimo medico legale, George Nick Nichopoulos, dichiarò molti anni dopo che Elvis morì per colpa di costipazione cronica, cioè una malattia che provoca numerosi problemi all'intestino e che comporta serie problemi di defecazione. 




Il 20 ottobre 1977 invece fu una data che i Lynyrd Skynyrd non dimenticheranno mai, infatti, metà band perse la vita in seguito all'incidente aereo Convair CV-300. La rock band era in viaggio per recarsi in Louisiana per una data del loro tour ma all'improvviso l'aereo ebbe problemi tecnici e perse quota finendo per schiantarsi violentemente in una palude di Gillsburg nel Missisipi

Purtroppo Steve Gaines (cantante e chitarrista), Cassie Gaines (corista e sorella di Steve) e Ronnie Van Zant (cantante) morirono sul colpo insieme al pilota, al co-pilota e all'assistente all'organizzazione del tour Dean Kilpatrick. Tutti gli altri componenti del gruppo sopravvissero per miracolo, pur riportando gravi ferite. 

Dopo questa tragedia, i Lynyrd Skynyrd decisero di fermare il progetto e sciogliere la band, nonostante in quel periodo avessero raggiunto il successo mondiale grazie all'album Street Survivors. Soltanto alcuni anni dopo, i sopravvissuti decisero di riunire la band coinvolgendo il fratello di Ronnie Van Zant, cioè Johnny. Sono tutt'ora in attività.



1978: Keith Moon degli Who

Keith Moon degli Who è considerato come uno dei migliori batteristi in assoluto della storia del rock, per alcuni secondo solo a John Bonham dei Led Zeppelin. Moon è stato uno dei personaggi più irriverenti della sua epoca per via dei suoi mille travestimenti, l'abitudine di distruggere gli strumenti come faceva Jimi Hendrix, la dipendenza da medicine e alcol, la propensione a distruggere alberghi e soprattutto il suo estro musicale raffinato e altamente tecnico. 

Fece parlare tanto di sé come musicista ma attirò molto l'attenzione dell'opinione pubblica anche per i guai che spesso era solito combinare e che spesso lo coinvolsero in serie beghe giudiziarie come nel caso della morte della sua guardia del corpo (investita involontariamente da lui stesso durante una rissa da bar), il collasso per un mix di tranquillanti e whisky durante il concerto alla Cow Palace Arena di Daly City in California oppure per essere entrato con la propria Cadillac nella piscina di un albergo. Trovò la morte il 7 settembre 1978, all'età di 32 anni, mentre stava dormendo. Il decesso sarebbe da collegarsi all'abuso di clometiazolo che gli serviva per combattere la tossicodipendenza. 



1979: Sid Vicious dei Sex Pistols

Il club 27 è famoso per la sua lunga schiera di artisti morti all'età di 27 anni. Tuttavia, c'è anche chi è morto molto prima, come successo al 21enne Sid Vicious, bassista del leggendario gruppo punk dei Sex Pistols. Nato in una famiglia turbolenta e con una madre tossicodipendente, Sid mosse i primi passi suonando la batteria poi imparò a suonare il basso per diventare elemento di punta dei Sex Pistols guidati dal cantante John Lydon

Tuttavia, la vita del giovane prese una piega strana quando conobbe la sua storica compagna Nancy Spungen, considerata da molti come la causa primaria dei problemi di tossicodipendenza di Viscious. Infatti, Sid cominciò a fare uno di eroina e la sua vita venne sconvolta quando il 12 ottobre 1978 trovò la sua Nancy morta accoltellata. 

Non si è mai saputo chi sia stata l'assassino della ragazza, l'unica cosa certa è che quel giorno Sid Vicious (che nel frattempo aveva intrapreso la carriera da solista) non fu in grado di capire cosa stesse succedendo dato che era sotto gli effetti della droga. 

Inizialmente, fu accusato per l'omicidio della fidanzata ma alla fine passò i suoi ultimi giorni a consumare sempre più eroina, fino a morire il 2 febbraio 1979 per overdose. La sua scomparsa gettò nel panico il mondo del punk ma la sua vita rimase così impressa nella mente di tutti che alla fine fu più volte ripresa in alcune pellicole cinematografiche



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10 commenti:

  1. Mica sapevo del padre di Jeff... incredibile!
    Tipo maledizione.

    Moz-

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    1. E dicono che il padre fosse anche più bravo di lui. Gli anni '70 comunque sono stati devastanti: Jimi Hendrix, Janice Joplin, Jim Morrison e poi questi appena elencati. Gli anni '80 saranno anche peggio

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  2. Ma di Syd Barret dei Pink Floyd hai parlato? Lo compiango ancora.
    Oppure altre due: Amy Winehouse e Dolores O'riodan
    ...
    Anche loro due... che triste epilogo.

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    1. Ciao Anna, non ancora. Come puoi notare questa parte della rubrica è dedicata agli anni 70', mentre Sid Barrett è morto molto dopo. Stai comunque certa che arriverò a parlare anche di lui. Sto andando gradualmente :)

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  3. Confesso che quando ho letto "un talento sterminato come quello di Sid Vicious" volevo smettere la lettura...
    Di molti di quelli citati conoscevo la storia. Bolin per me rimane il caso più tragico. Tra l'altro è sempre stato il sostituto di qualcuno: prima negli Zepphyr, poi nei Moxy, poi nella James Gang al posto di Joe Wlash, infine nei Deep Purple al posto di Ritchie Blackmore. Tra l'altro oltre ad aver pubblicato parecchi album con tutti questi gruppi e come solisti aveva collaborato come session man per il celebre Stratus di Billy Cobham e per un alboum di Alphonse Mouzon, entrambi artisti fusion, per cui era davvero un eclettico della chitarra.

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    1. "Talento sterminato" per il semplice fatto che in molti rimpiangono Vicious. Io non sono un amante del punk ma, in un lavoro come il nostro, è sempre meglio compiacere un po' tutti. Bolin era qualcosa di straordinario ma per motivi di spazio ho preferito essere quanto più sintetico possibile.
      Grazie per il commento e piacere di conoscerti

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    2. Scusa, perdonami, ma vorrei capirci un attimo...
      Io sono già passato di qui qualche tempo fa, ho commentato un post su questo blog a cui mi ha risposto Pasquale de Prisco. Sei tu? Siete un blog collettivo? Era un guest-blogger?
      Tra l'altro sono anche nel blog-roll...

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    3. Ah OK! Infatti non trovavo più il tuo blog, perchè lo cercavo con l'altro nome! 😉

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  4. mi devi perdonare allora. Ho recuperato il mio vecchio soprannome e non avevo badato a questo inconveniente!

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