Manga - I tre Adolf di Osamu Tezuka. Un thriller mozzafiato del "dio dei manga" che ripercorre gli orrori del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale.
I tre Adolf di Osamu Tezuka: continua la ristampa de "La Repubblica" con J-Pop
La storia de "I Tre Adolf" è senza dubbio una delle migliori partorite dalla mente del geniale mangaka Osamu Tezuka. Questo manga è uno degli ultimi realizzati dal maestro prima di morire nel 1989, infatti, I Tre Adolf è stato pubblicato per la prima volta in Giappone tra il 1983 e il 1985 sulla rivista Shukan Bunshun. Successivamente l'intero manga è stato raccolto in cinque volumi, senza mai essere sottoposto a una vera trasposizione animata negli anni a seguire.
Conosciuto in terra nipponica con il titolo Adorufu ni tsugu (Messaggio ad Adolf), in Italia fece il suo esordio nel 2010 grazie a tre volumi stampati da Hazard Edizioni (dopo i numeri sono passati a cinque), poi in seguito i diritti sono passati a J-Pop che ha curato una nuova edizione che dal 2018 è nota con il titolo "I Tre Adolf". La storia affronta quasi tutto il periodo dell'insediamento nazista, a partire dalle Olimpiadi del tedesche del 1936 fino alla caduta del Terzo Reeich con conseguente morte del Fuhrer e fine della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, Tezuka affrontò la "questione ebraica" allungando il destino dei protagonisti fino all'inizio della guerra tra Palestina e Israele, per giungere naturalmente agli anni '80 e porre fine alla faida tra due dei principali protagonisti del manga.
La trama vede al centro dell'attenzione il giornalista Sohei Toge, che durante il giochi olimpici vede il fratello Isao morire per via della sua appartenenza alle spie nemiche. Nonostante i gravi accadimenti, Sohei si ritroverà tra le mani dei pericolosi documenti che rischieranno di mettere seriamente in pericolo l'integrità politica e morale di Adolf Hitler: per questo motivo, dopo mille peripezie, Sohei fa ritorno il Giappone perseguitato senza sosta da Acetylene Lampe, temibile membro del partito nazista e capo dell'intelligence tedesca per l'Estremo Oriente. Nel frattempo, proprio nella terra del Sol Levante, nasce una speciale amicizia tra due bambini che portano lo stesso nome del nuovo capo di stato teutonico: il primo è Adolf Kaufmann, un bambino metà tedesco e metà giapponese, figlio di un gerarca fedele al regime di Hitler e che nutre grandi speranza per il futuro dell'unico genito; il secondo è Adolf Kamil, un ragazzino ebreo che vive in Giappone con la famiglia che appartiene a un'organizzazione segreta anti-nazismo.
I due giovani un giorno saranno costretti a separarsi perché Kaufmann dovrà partire per la Germania e formarsi presso le accademie naziste, dove abbraccerà le ideologie razziali atte a salvaguardare la supremazia della razza ariana e distruggere l'esistenza di quella ebrea. Il percorso militare di Kaufmann sarà tale da arrivare a distruggere la sua innocenza infantile, un tempo fatta di amore verso ogni forma di vita, per nutrire profondo odio e disprezzo verso gli ebrei. Non a caso, una volta cresciuto il ragazzo entrerà nella Gestapo, per un periodo ricoprirà il ruolo di vice segretario del Fuhr e sarà protagonista delle deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento. Nel frattempo, Kamil porta avanti la panetteria di famiglia e poco alla volta verrà anche lui coinvolto nella storia dei compromettenti documenti legati alle vere origini di Hitler: per un quarto, l'ex pittore austriaco naturalizzato tedesco, vanta proprio origini ebraiche (argomento tra l'altro ancora fortemente dibattuto ancora oggi).
Ecco che per il destino dei Tre Adolf sarà segnato dall'incontro con Sohei Toge, per una lotta all'ultimo sangue per il destino del mondo e del Terzo Reich. Tra tradimenti, violenze, omicidi, suicidi, segreti, colpi di scena, bombardamenti e stermini Tezuka mette in piedi una thriller meraviglioso che si pone a metà strada tra fiction e fatti storici. Come andrà a finire questa storia lo si può tranquillamente immaginare ma a tenere il lettore incollato alle pagine sono gli sviluppi di una sceneggiatura meravigliosa che inserisce tra le sue tavole anche alcuni elementi di cronistoria.
"Questa è la storia di tre uomini di nome Adolf". Così inizia una narrazione avviata da Sohei Toge, il quale è riuscito a sopravvivere ai bombardamenti in Giappone nonostante qualche bell'acciacco fisico. Toge viene designato dal suo creatore come testimone dei fatti proprio per la sua qualità di superstite. Tezuka decise di scrivere e disegnare questo soggetto dopo aver accolto la richiesta del magazine culturale "Bungei Shunju": all'inizio il progetto avrebbe dovuto raccogliere una serie di racconti, qualcosa di antologico ma poco dopo fu invitato a creare un racconto lungo e maturo, capace di lasciare il segno nei cuori dei lettori della rivista. Per questo motivo, il dio dei manga decise di partire da Kobe, città del Kansai (regione natale di Tezuka) che nelle battute finali del secondo conflitto mondiale fu ridotta a un colabrodo dai bombardamenti. In poche parole, Tezuka preferì puntare a qualcosa che facesse riferimento alle sue memorie di guerra ma con l'aggiunta di un fattore che avrebbe reso il progetto interessante, cioè Adolf Hitler.
Partendo da questi punti fermi, Tezuka inserì nella storia generi come lo spionaggio e le teorie della cospirazione (nello specifico il caso del dottor Sorge, spia sovietica in Giappone in quegli orribili anni) per riprodurre complotti e colpi di scena utili a modificare il corso degli eventi. Per dare maggior potenza al manga, il maestro puntò tutto su personaggi adulti, così da lasciar intendere ai lettori che "I Tre Adolf" non sarebbe stato adatto ai bambini. Effettivamente, pur presentandoci Kaufmann e Kamil piccoli, è evidente che anche loro non siano stati esclusi da momenti violenti tali da renderli adulti forgiati dai loro predecessori in maniera decisamente severa, come gli eventi circostanti. Su di loro pesa già un nome pesante come quello di Adolf Hitler, un particolare non da poco.
Sohei Toge è l'eroe principale de "I Tre Adolf" ma la sua posizione appare complicata fin dall'inizio, infatti, Tezuka non gli ha reso la vita facile e ha fatto in modo che attraversasse un percorso fatto di torture, fughe e immani sofferenze. Non si tratta del classico action hero anni '80 perché Sohei resta comunque un uomo solo fino alla fine, specie se deve fronteggiare anche le conseguenze di una guerra su vasta scala. Tezuka risalta in particolar modo le follie del Fuhrer, pone così tanto l'accento sulla sua potenza comunicativa da far capire che niente rischia di spegnere la sua influenza sulle masse. Partendo da questo punto, verso la fine del manga l'autore sposta la storia da un conflitto a un altro, cioè quello che ancora oggi vede Israele e Palestina opporsi in un'interminabile scontro. In questo nuovo scenario vediamo alcuni protagonisti incontrarsi, ancora una volta, con la possibilità di fare scelte nuove e in grado di chiudere la spirale di violenza in cui sono sommersi.
L'argomento della Guerra di Palestina fu usata da Tezuka come una lezione importate da tramandare a tutti i lettori futuri, lasciando ampio respiro alla sua tipica onestà che ha pervaso tutte le sue opere, sia quelle adatte ai più piccoli sia quelle destinate a un pubblico adulto. Non a caso, già in Kimba (risalente trentatré anni prima) fu un esempio lampante di come gli uomini a volte scelgano di essere crudeli per un target più giovane. Alla fine, si sa che veniamo ricordati per ciò che scegliamo di fare e questo tema è sempre stato il più caro per il padre di Astro Boy.
"I Tre Adolf" è composto da una storia spietata a partire, come detto in precedenza, dal dualismo tra i due amici/nemici Kaufmann/Kamil i cui destini si intrecciano parallelamente a un ritmo stupefacente, così da creare psicologie simili a quelle di persone vere, con le loro complessità e le loro verosomiglianza. Tezuka lancia i due Adolf nella vita di Sohei Toge con una casualità molto reale, degna dei migliori thriller che vedremo, ad esempio, in autori più recenti come Naoki Urasawa. Sohei è il simbolo dell'orgoglio giapponese, di quella parte del Sol Levante che mai avrebbe voluto un'alleanza con la Germania nazista ed è disposto a tutto pur di far emergere la verità, anche a costo della propria vita. Kamil condivide lo stesso destino di Sohei e senza volerlo si ritroverà in un vortice di violenza inevitabile, specie se dovrà condividere con il giornalista il segreto delle vere origini di Hitler. Kaufamann è paradossalmente una vittima del sistema, visto soprattutto il suo inevitabile indottrinamento verso l'ignorante cultura del Reich, proprio lui che da piccolo disprezzava il razzismo e avrebbe voluto essere amico di tutti gli ebrei residenti a Kobe e nell'intero Giappone. Il nazismo spazza via l'innocenza di quest'ultimo, la infrange e la tramuta in un'immotivata sete di sangue, un automatico senso di fascinazione della violenza che a un certo punto diventa incontrollabile, isterica, claustrofobica. La situazione di Adolf Kaufmann è la chiara manifestazione del tema portante di questo capolavoro: la stupidità e l'insensata violenza profondamente radicate negli umani (in questo caso il nazismo) distruggono la pace e l'amore tra uomini. Ed ecco che scatta inevitabilmente una sentenza che sa quasi di condanna al lato oscuro degli esseri umani, a coloro che si affidano a un sentimento di odio come il razzismo per giustificare violenze e soprusi. Tuttavia, è doveroso precisare che Tezuka non limitò il suo pensiero guardando al razzismo con superficialità, come qualcosa di "esterno", anzi nell'ultimo volume del manga Kaufmann porta avanti le sue ostilità verso gli ebrei prendendo parte agli scontri militari in Palestina, dove nessuno viene risparmiato. La morale del maestro che emerge dai capitoli conclusivi è che nessuno è immune all'odio verso altri uomini.
I disegni de "I Tre Adolf" sono meravigliosi e pur usando uno stile artistico più reale e maturo, Tezuka all'epoca non rinunciò a creare scenette comiche, spesso caricaturali, all'interno di alcuni spezzoni della storia. Ogni tanto Sohei, un uomo di grossa stazza e con un fisico atletico, assume le sembianze delle prime vignette umoristiche del maestro, a dimostrazione che quest'ultimo non volle per nulla rinunciare alle sue origini come fumettista (senza esagerare ovviamente vista la serietà dell'opera).
Il discorso legato alle origini di Hitler (che lo vogliono per un quarto ebreo da lato paterno) come ben sapete non fu una fantasia del mangaka, il quale si limitò a riprendere una teoria già lanciata durante il processo di Norimberga da Hans Frank, un tempo avvocato di Adolf Hitler. Nel 2011 questo argomento tornò in auge, riportando che sua nonna paterna, Maria Schicklgruber, avesse avuto Alois Hitler (padre del futuro dittatore) con l'ebreo Leopold Frankenberger e che quindi vantasse per un quarto sangue ebraico. Secondo tale formulazione, un nipote di Alois, William Patrick Hitler, dopo aver lasciato la Germania negli anni trenta, avrebbe minacciato di ricattare lo zio Adolf riferendo alla stampa che il padre di Alois era Leopold Frankenberger.
In conclusione, reputo "I Tre Adolf" un'esperienza di lettura davvero bella. Nonostante la molte di contenuti è un manga che si lascia leggere con una certa facilità, essendo molto fluido sia nei dialoghi sia nelle azioni. A mani basse lo reputo tra i migliori manga di sempre, uno scritto di storia che potrebbe davvero aiutare la generazioni più giovani a capire, con occhi diversi, l'importanza di certi argomenti che non vanno mai sottovalutati.
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