venerdì 28 settembre 2018

Tombi: una straordinaria avventura tra mondi fantastici, maiali cattivi e quest


Chi è nato negli anni ottanta e (come me) ha vissuto gran parte della propria preadolescenza negli anni 90' non può essere che un nostalgico, uno di quelli che vive per ricordare i momenti belli di un periodo storico che mai più tornerà. Quando la voglia di rivivere il passato prende il sopravvento, allora non puoi fare altro che ripescare la tua vecchia Play Station e recuperare uno dei giochi più originali che abbia mai visto in tutta la tua vita. 

Nel mio caso, qualche giorno fa mi è capitato di rivivere la folle avventura di Tombi, un ragazzino selvaggio dai capelli rosa la cui missione è liberare le terre in cui è nato e cresciuto dall'invasione di un esercito di maiali cattivi

sabato 22 settembre 2018

Tekken 4: il ritorno di Kazuya e la guerra per la conquista del gene del diavolo


Scusate l'attesa ma finalmente, dopo un periodo di impegni improrogabili, ecco che riprende la nostra rubrica dedicata alla ricostruzione della saga di Tekken e della famiglia Mishima, protagonista di una lotta all'ultimo sangue che ancora lascia molti punti interrogativi sull'esito finale.

Oggi dedicheremo spazio al quarto capitolo della saga che rimetterà il giovane Jin (vincitore del terzo torneo) faccia a faccia non solo con suo nonno Heihachi ma anche con il suo passato e le sue origini sia umane sia demoniache. Inutile girarci intorno: dopo 22 anni lontano dalle scene, Kazuya Mishima sconvolge i fans di Tekken tornando più cattivo e spietato che mai, mosso dall'obiettivo di assorbire il lato oscuro del figlio Jin ed eliminare l'odiato padre una volta per tutte. 

venerdì 21 settembre 2018

Death In Music 1972-1973: dallo sfortunato Rory Storm alla "strage" dei Byrds




Torna la rubrica Death In Music, alla scoperta delle anime più tormentate e sfortunate della storia della musica mondiale. La scorsa volta abbiamo parlato della maledizione del soul e del Club27, toccando argomenti delicati come i decessi di Janis Joplin, Jimi Hendrix e Jim Morrison. 

In questo nuovo articolo ci soffermeremo sul molti artisti che ai più possono sembrare sconosciuti, ma in realtà hanno avuto un ruolo importante negli anni 70', specialmente per i cambiamenti in vista che avrebbero visto un totale distacco dalla vecchia tradizione anni '60. Gli eccessi e l'ironia della sorte fanno da padroni a coloro che hanno dovuto dire addio troppo preso ai loro cari e ai loro fans tra il 1972 e il 1973.


1972: Linda Jones, Leslie Harvey, Clyde McPhatter, Brian Cole, Rory Storm, Billy Murcia, Raymond Jackson, Berry Oakley, Danny Whitten

La prima artista, vittima di una morte tanto prematura quanto tragica, è la cantante soul Linda Jones che il 14 marzo 1972 entrò a far parte del Club27 in seguito al suo decesso dovuto da complicazioni legate ai suoi problemi di diabete. La Jones nacque il 14 dicembre 1944 a Newark, da una famiglia di cantanti gospel che formarono i Jonas Singer

Il primo successo di questa brava interprete della musica anni 60' è sicuramente la ballad Hypnotized, da cui trasse anche il nome per il suo primo album datato 1967. Fu un successo straordinario che la rese celebre in tutto il mondo, occupando la posizione numero 4 della classifica R&B Billboard. Tra gli altri brani che hanno fortificato nel tempo la sua fama e il suo talento si ricordano anche What've I Done, Give My Love A Try, I'll Be Sweeter Tomorrow, That's When I'll Stop Loving You, Stay With Me Forever, Not On The Outside, Your Precious Love. Morì a 27 anni mentre dormiva, probabilmente per motivi legati a problemi di diabete che non le diedero mai tregua. 




Morire sul palco è sicuramente la fine che ogni musicista desidererebbe fare, tranne nel caso in cui si passa a miglior vita dopo essere stati folgorati dalle scariche rilasciate da un microfono bagnato. E' successo al giovane Leslie Harvey, chitarrista degli Stone The Crows deceduto il 3 maggio 1972. Indovinate un po' l'età? 27 anni!

Nato a Glasgow, in Scozia, il 13 settembre 1944 e fratello di Alex Harvery, Leslie legò la sua vita soprattutto alla rock band degli Stone The Crows, ma prima di questo passaggio passò molto tempo tra un gruppo e l'altro: si ricordano la Alex Harvey Soul Band, i Blues Council (sciolti nel 1965 in seguito alla morte di due componenti a causa di un incidente) e i Cartoone. Tra un'esperienza e l'altra, Leslie Harvey prese dunque parte a singoli come Baby Do Not Look Down (Blues Council), Railroad (Cartoone). 

Ebbe addirittura l'occasione di poter a entrar a far parte degli Animals, ma rifiutò. Il 13 settembre 1944, durante una giornata piovosa mentre era impegnato a fare delle prove per un concerto, il giovane chitarrista rimase fulminato dopo aver raccolto ingenuamente un microfono da una pozzanghera accumulatasi sulla base legnosa. Leslie riportò diverse ferite e nonostante svariati tentativi da parte dei medici non riuscì a scampare alla morte. 




Per quanto faccia male ammetterlo, morire per un attacco di cuore a soli 39 anni è una cosa più che possibile e comune: questo è successo al povero Clyde McPhatter, abile cantante specializzato nei generi Rhythm and Blues, Soul e Rock And Roll, nonché membro del famoso quintetto Billy Wards & The Dominoes e cofondatore dei Drifters. Proprio con quest'ultimo gruppo ha raggiunto l'apice della sua carriera grazie a lavori come Money Honey e Such A Night

Per questo motivo, nel 1956, decise di avviare la carriera da solista con la Atlantic Records, la quale, contribuì alla realizzazioni di canzoni come Trasure Of Love, Without Love e Come What May. Dal 1964 cominciò ad aver seri problemi con l'alcol che probabilmente contribuì alla sua morte avvenuta il 13 giugno 1972 per un attacco di cuore che lo stroncò sul nascere. 




Brian Cole, bassista degli Association, morì il 2 agosto 1972 per overdose di eroina a 29 anni, lasciando così tre figli. Il secondogenito Chandler fa attualmente parte dell'ex band del padre occupando il ruolo di chitarrista e vocalist, mentre il più giovane Brant è il batterista dei Blackout Trust




Rory Storm è stato certamente uno dei talenti più sfortunati della musica inglese a cavallo tra gli anni 50' e gli anni 60'. E' stato fondatore e leader della rock band Rory Storm and The Hurricanes che si è esibita a Liverpool proprio negli anni in cui i Beatles avviarono la loro scalata verso il successo mondiale. Ringo Starr, prima di passare dalla parte di John Lennon e Paul McCartney, fu il primo batterista a esibirsi con il gruppo di Rory

Gli Hurricanes tuttavia non riuscirono mai ad avviare una vera e propria carriera discografica, particolare piuttosto grave se si tiene presente che all'epoca erano tra le realtà più promettenti del rock britannico. Purtroppo incisero pochissimi pezzi e nessuno di questi venne pubblicato, se non dopo la morte del loro leader, avvenuta il 28 settembre 1972 per suicidio o presunto tale. 

Dopo la morte di suo padre, infatti, Rory Storm decise di tornare a vivere con sua madre ma nei mesi successivi contrasse un'infezione al torace che lo costrinse a prendere dei sonniferi per poter dormire: il giorno dopo venne ritrovato morto insieme a sua madre, probabilmente deceduta dopo aver scoperto la tragica fine del figlio. 

Stando all'autopsia, Storm non avrebbe ingerito un numero di sonniferi tale da ucciderlo ma alla fine fu stabilito che la causa del decesso fosse riconducibile al suicidio. Aveva 34 anni. Vi propongo uno dei pochi pezzi venuti a nostra conoscenza: Somethin' Else.




La droga e l'alcol, ma soprattutto la follia umana, possono essere bestie letali specialmente per chi brucia le tappe troppo in fretta. E' il caso di Billy Murcia, classe 1951, batterista dei New York Dolls scomparso il 6 novembre 1972 a soli 21 anni per un mix fatale di droga e alcol durante una festa.




Raymond Jackson è stato uno dei più importante interpreti e produttori del Rhythm and Blues degli anni '60 e morì a 31 anni. Ha passato gran parte della sua vita a esibirsi come solista oppure insieme ad artisti del calibro di Homer Banks, Crutcher e Carl Hampton. E' ricordato per successi come Who's Making Love (scritta da lui ma cantata da Johnyy Taylor), (If Lonving You Is Wrong) I Don't Want To Be Right e If You're Ready. Passò a miglior vita il 10 novembre 1972 in un incendio. 



La storia di Berry Oakley è una delle più commoventi e tristi. Fu tra i fondatori del gruppo americano The Allman Brothers Band, svolgendo il ruolo di bassista e voce. Oakley, oltre ad essere un grande amico dei fratelli Duane e Gregg Allman, dimostro di essere uno degli elementi più preziosi specialmente nella realizzazione di hit come In Memory Of Elizabeth Reed e Whipping Post.

Oakley dimostrò in numerose occasioni che la band era tutto per lui, a tal punto che fece sempre di tutto per far sì che essa restasse sempre unita. Tuttavia, la morte dell'amico Duane, avvenuta il 29 ottobre 1971 per un incidente stradale, sconvolsero non poco il giovane Berry, il quale decise di riversare la propria frustrazione sull'alcol. 

Manco a farlo apposta, morì l'11 novembre 1972 in seguito a un incidente in moto a Macon, proprio nelle zone in cui l'amico Duane perse la vita un anno prima. Dopo essersi schiantato contro un bus, il bassista si alzò dal suolo dichiarando di non essersi fatto nulla ma tre ore dopo si vide costretto a correre in ospedale, dove morì per emorragia cerebrale: stando ai medici, se Oakley si fosse presentato molto prima al pronto soccorso, non avrebbe comunque avuto modo di salvarsi vista la grave ferita riportata alla scatola cranica. 




Il 18 novembre 1972, il gruppo musicale Crazy Horse e Neil Young dissero addio a un grande amico e collega: Danny Whitten. Whitten fu uno dei fondatori della banda e dimostrò di essere uno dei chitarristi più talentuosi della sua generazione, a tal punto la lasciare una grande eredità come I Don't Want To Talk About It che venne ripresa in più occasioni da cantanti del calibro di Rod Stewart e Rita Coolidge. Morì per un'overdose di alcol e valium a 29 anni esatti, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore e nella mente di chi aveva avuto modo di lavorare con lui e di essere suo grande amico.






1973: Charlie "Redman" Freeman, Ron "PigPen" McKernan, Clarence White, Jimmy Radcliffe, Paul Williams, Gram Parsons, Jim Croce, Maury Muehleisen, John Rostill, Bobby Darin

Il 1973 è stato sicuramente uno degli anni più neri e sfortunati del nuovo decennio. Molte figure importanti sono morte, indipendentemente dal ruolo che avevano avuto all'interno di un gruppo. Chuck Berry, infatti, subì un vero e proprio colpo al cuore quando il suo amico e chitarrista in sessionman Charlie Freeman, detto Redman, morì il 31 gennaio dopo essere affogato nel suo stesso vomito provocato da un mix devastante di droghe.

Ron "PigPen" McKernan, cantante e musicista americano legato ai Grateful Dead, morì alla maledetta età di 27 anni l'8 marzo del 1973 per un'emorragia gastrointestinale, a quanto pare legata alle conseguenze nefaste che l'alcol ebbe sul suo corpo. 

Classe 1945, McKernan era un appassionato di blues e la sua musica fu influenzata da diversi stili e generi. Nella sua carriera, PigPen e i Grateful Dead pubblicarono circa 9 album, poi vennero realizzati molti altri lavori e raccolte postume.




L'estate del 1973 fu particolarmente calda soprattutto per il gruppo inglese dei Byrds che videro morire prima il loro chitarrista 29enne Clarence White (deceduto il 14 luglio a Palmdale dopo essere stato investito da un camionista ubriaco poco dopo un concerto tenuto in California dal gruppo) e dall'ex pianista e chitarrista Gram Parsons (scomparso a 26 anni per overdose).




In mezzo alla scomparsa di White e Parsons troviamo la dipartita di Jimmy Radcliffe e Paul WIlliams. Radcliffe è stato uno dei personaggi più completi del panorama musicale americano degli anni 50' e 60'. Nato New York City il il 28 novembre 1936, è passato agli annali per titoli come My Ship Is Coming In e Long After Tonight Is All Over. Proprio quest'ultima, venne considerata un cult soltanto molti anni dopo la sua morte, avvenuta il 27 luglio 1973 per via dei problemi di peso che prima lo costrinsero alla rimozione di un rene, poi ne complicarono le condizioni cliniche portandolo in breve tempo ad abbandonare amici e parenti.

Paul Williams, invece, era il cantante e il coreografo del complesso soul e pop The Temptations, con il quale ottenne le maggiori soddisfazioni della sua vita. Tuttavia, per colpa di numerosi problemi personali e complicazioni legate alla sua salute, nel 1973 fu costretto a lasciare il gruppo. Nessuno però avrebbe mai immaginato che il 17 agosto potesse verificarsi qualcosa di terrificante: Williams fu ritrovato morto suicida a bordo della sua auto, a quanto pare aveva deciso di farla finita sparandosi.







A 30 anni invece ci lasciò Jim Croce, uno dei massimi esponenti della musica folk rock di quegli anni. Croce conquistò le classifiche di tutto il mondo grazie a singoli come Bad, Bad Leroy Brown e Time in a Bottle, ma non vanno dimenticati anche Operator e Photographs and Memories contenute nell'album You Don't Mess Around With Jim. Morì il 20 settembre in un incidente aereo.




Maury Muehleisen morì proprio sullo stesso volo di Jim Croce, infatti, i due collaboravano da un po' di tempo in occasione dei concerti dello stesso Croce. Muehleisem aveva 24 anni e nella sua discografia troviamo l'album Gingerbreadd.



John Rostill è stato il bassista e uno dei compositori degli Shadows. Giocò un ruolo importante nella realizzazione di successi come "The Rise and Fall of Flingel Bunt", “Genie with the Light Brown Lamp", "I Could Easily Fall (In Love with You)""Time Drags By". Ha scritto anche numerosi testi in favore di Elvis Presley. Morì il 26 novembre 1973 all'età di 31 anni per un'overdose di barbiturici.




Chiudiamo con Bobby Darin, attore e cantante statunitense abituato a muoversi tra le note del jazz, dello swing e del pop. Il successo mondiale arrivò con l'interpretazione di varie canzone, come ad esempio Beyond The Sea e Mack The Knife. Morì 37enne dopo una lunga malattia al cuore che lo indusse a sottoporsi a numerosi interventi, fino a spegnersi il 20 dicembre 1973 a Los Angeles.





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