Sapete chi si trova in vetta a questa speciale top 10? La risposta non è così scontata, anche se in molti sarebbero portati a pensare a Pablo Escobar, capo del cartello di Medellin e reputato come uno degli uomini in assoluto più potenti della sua epoca. Vediamo allora chi sono i dieci criminali più pericolosi della storia e chi occupa la prima posizione.
10. Xie Caiping
Si tratta della potente madrina a capo della mafia cinese. A 46 anni era la padrona indiscussa di ben 80 bische clandestine e ancora oggi è considerata la regina del gioco d’azzardo in tutta la Cina. Traffico di droga, corruzione e sequestri di persona l’hanno portata dietro le sbarre dal 2009.
Dawood Ibrahim, all’anagrafe Sheikh Kaskar Dawood Ibrahim, anche noto con gli pseudonimi di Dawood Ebrahim e Sheikh Hassan Dawood, è un criminale indiano a capo dell’organizzazione criminale D-Company, nella città di Mumbai.
Attualmente è nella lista dei ricercati dell’Interpol per crimine organizzato e contraffazione. È stato posizionato come quarto al mondo nella Top 10 dei più temuti criminali del 2008 secondo Forbes. Si è classificato al numero 57 nella lista delle persone più potenti del mondo (sempre secondo Forbes).
Dawood Ibrahim è accusato di essere a capo di un vasto impero illegale in espansione. Dopo gli attentati di Bombay del 1993, organizzati e finanziati da Ibrahim, è diventato l’uomo più ricercato dell’India. Secondo gli Stati Uniti, Ibrahim ha mantenuto stretti legami con Al-Qaeda e Osama Bin Laden.
Di conseguenza, gli Stati Uniti dichiararono Dawood Ibrahim, un “terrorista di pericolo globale” nel 2003 e portato avanti la questione dinanzi alla Nazioni Unite, nel tentativo di congelare i suoi beni in tutto il mondo e reprimere le sue operazioni. L’amministrazione Bush ha da allora imposto numerose sanzioni per Ibrahim ed i suoi collaboratori.
Agenzie di intelligence Russe ed Indiane hanno sottolineato il possibile coinvolgimento di Ibrahim in diversi altri attacchi terroristici, tra cui gli attacchi di Mumbai avvenuti nel novembre 2008.
Il Pakistan nega qualsiasi conoscenza della sua esistenza. Secondo l’Interpol, Ibrahim è protetto dall’agenzia di intelligence pakistana, l’Inter Services Intelligence. Assieme all’occupazione indiana del Kashmir, la questione dell’estradizione di Dawood Ibrahim è uno dei principali ostacoli nel gelido rapporto tra India e Pakistan.
8. Totò Riina
Ebbene c’è molto dell’Italia in questa speciale classifica e ovviamente non poteva mancare il nome di Salvatore Riina, detto Totò. Capo indiscusso della mafia siciliana targata Cosa Nostra, Riina è stato il responsabile degli omicidi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, senza dimenticare il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e tante altre vittime della sua sanguinaria smania di potere. Famoso per la sua ferocia, i suoi interessi erano il traffico di droga, i sequestri di persona e gli attentati. È morto a Parma il novembre 2017.
7. Tony Accardo
Antonino Accardo, soprannominato Joe Batters, è stato un mafioso statunitense, uno dei boss più potenti, rispettati, temuti ed influenti di Cosa Nostra statunitense e autorevole membro della Commissione.
Sotto il suo comando, la Famiglia di Chicago ha incrementato il suo potere e la sua ricchezza, espandendosi in nuovi territori e diversificando le diverse attività. In possesso di una mente agile e di un innato istinto per la sopravvivenza, Accardo è considerato uno dei più astuti Boss della sua epoca.
Proprio durante il proibizionismo Accardo venne soprannominato dallo stesso Capone Joe Batters (Joe il Battitore). L’episodio risale all’8 maggio 1929, quando Joseph Giunta, Albert Anselmi, e John Scalise furono uccisi a colpi di mazza da baseball da Capone e dallo stesso Accardo. I tre Siciliani erano sospettati di voler uccidere Capone e prendere il suo posto. Invitati con la scusa di una grande cena all’Hotel Lexington, furono massacrati a colpi di mazza.
Accardo nel corso degli anni fu sospettato di aver commesso decine di omicidi, tra cui quello di Frankie Yale, avvenuto a New York nel 1928, e la strage di San Valentino del 1929, anche se gli storici sostengono che del massacro abbia fornito solo appoggio logistico, mentre è accertato che l’11 ottobre 1926 sia stato uno dei killer di Hymie Weiss, rivale di Capone e capo della banda del North Side.
Nel 1929, mentre si trovava a Miami assieme a Jack M’gurn, ospite nella villa di Al Capone, venne condotto alla centrale di polizia per degli accertamenti e rilasciato poche ore dopo. Nel 1931 Capone fu condannato a 11 anni per evasione fiscale. Frank Nitti, divenuto il nuovo capo dell’organizzazione, promosse Accardo da soldato a Capodecina, facendolo diventare in questo modo a soli 26 anni uno degli uomini più potenti della cosca e principale uomo di fiducia di Nitti stesso. Sempre nel 1931 la commissione di controllo sul crimine organizzato di Chicago lo pose al primo posto della lista come nemico pubblico della città.
Accardo organizzò una serie di redditizi traffici come: gioco d’azzardo, estorsioni, usura, scommesse illegali, appalti truccati, controllo dei sindacati, prostituzione e contrabbando di alcol e sigarette, versando il 10% dei guadagni del suo gruppo al Capo della Famiglia. Uno dei suoi soldati di fiducia era il braccio destro, coetaneo ed amico d’infanzia Joseph Aiuppa. Altri soldati importanti del suo gruppo erano suo fratello Joseph Accardo, William Daddano, John Manzella, Charles Nicoletti, Charles Inglese, Anthony Pitello, Frank Buccierie suo fratello Fiore Buccieri, Louis Briatta, Albert Fabrotta, Joseph Gagliano, Leonard Giannola, James Mirro, Joseph Fusco, Dominick Blasi, i fratelli Sam DeStefano e Mario DeStefano, Sam Ariola, e Dominick Volpe.
6. Hisayuki Machii
Machii era coreano ma fu tra i fondatori della gang di Tosei Kai e dominò la mafia giapponese per circa 50 anni. Tutt’ora è ricordato dalla sua gang, che lo venera ancora come se fosse un Dio. Morì nel 2002 senza essere mai stato toccato dalla legge e senza aver trascorso neanche un giorno in carcere.
5. John Gotti
John Joseph Gotti Jr. è stato un mafioso statunitense, di origini italiane. Era noto anche con i soprannomi di “The Dapper Don” e “The Teflon Don”: il primo per il modo di vestire fin troppo ricercato, il secondo per la facilità con cui riusciva a far decadere tutte le accuse a lui rivolte. Fu proprio quest’ultima caratteristica a spingere il suo uomo di fiducia Sammy Gravano a tradirlo, per paura di vedersi addossate tutte le responsabilità ed essere condannato al suo posto.
Dopo aver fatto assassinare il suo primo capo, Paul Castellano, diventò il boss della famiglia Gambino, una delle più potenti famiglie criminalidi New York City; la sua personalità esuberante e lo stile sgargiante, che ne causarono poi la caduta, lo portarono tuttavia ad un’inaspettata fama sui mass media. Nel 1992 fu arrestato con le accuse di ricatto, omicidio (gliene furono imputati ben tredici), intralcio alla giustizia, furto, istigazione all’omicidio, gioco d’azzardo illegale, estorsione, evasione fiscale, usura e altri crimini per i quali fu condannato alla prigione a vita, dove morì dieci anni dopo per un cancro alla gola.
Il nipote John Gotti III, atleta di arti marziali miste, ha esordito in maniera vittoriosa il 27 ottobre 2017 in quello che sarebbe stato il giorno del settantasettesimo compleanno del nonno.
4. Pablo Emilio Escobar Gaviria
Dispiace deludere i lettori e fan accaniti della serie tv “Narcos“, ma Pablo Emilio Escobar Gaviria non si trova nemmeno sul podio dei 10 criminali più pericolosi della storia della malavita mondiale. A breve vedrete perché.
Escobar è stato un criminale colombiano, uno dei più noti e ricchi trafficanti di cocaina e marijuana della storia. Conosciuto come Il Re della cocaina, è considerato come il criminale più ricco in assoluto, con un patrimonio stimato di oltre 40 miliardi di dollari nei primi anni novanta. Nel 1983 ha inoltre avuto una breve carriera politica, venendo eletto alla Camera dei rappresentanti.
È stato anche il più sanguinario dei boss malavitosi: assassinò 3 candidati alla presidenza della Colombia, 2 ministri, più di 200 giudici, 1 migliaio di poliziotti, soldati, cittadini. Ha avuto uno dei patrimoni più grandi della storia. Spendeva all’anno più di 500.000 mila dollari solo per le molle per tenere insieme i soldi. Fu ucciso dalla polizia colombiana nel 1993 mentre tentava di fuggire dai tetti della città all’età di 44 anni.
3. Lucky Luciano
Piazzarlo a terzo posto non è proprio esatto (e poi vedremo perché) dato che Salvatore Lucania, noto ai più come Lucky Luciano, è stato il fondatore del sistema mafioso italoamericano di Cosa Nostra, basato sull’egemonia di cinque famiglia malavitose che ancora oggi si muovono negli Stati Uniti d’America. La differenza tra lui e Al Capone è molto simile a quella tra Riina e Provenzano: uno aveva il grilletto della pistola facile mentre l’altro era puro genio criminale, capace di mettere tutti d’accordo.
In effetti è ciò che fece Luciano ai tempi del Proibizionismo, dove riuscì a salire in cima al mercato illegale dell’alcol insieme ai gangster dei borghi ebraici. Oppure quando l’Fbi si rivolse a lui per permettere all’esercito americano di accedere in Italia, tramite la Sicilia, durante la seconda guerra mondiale.
Lucky Luciano, all’anagrafe Charles Luciano, nato Salvatore Lucania, è stato un mafioso italiano naturalizzato statunitense, legato alla cosiddetta “Cosa nostra statunitense”
Salvatore Lucania Nenna assunse legalmente, negli Stati Uniti d’America, il nome di Charles Luciano, e successivamente il soprannome “Lucky”, cioè “fortunato”. Tale soprannome gli venne attribuito in seguito ad una vicenda accaduta il 16 ottobre 1929: alcuni uomini non identificati lo accoltellarono più volte e lo lasciarono in una spiaggia di Staten Island con la gola squarciata, credendolo morto, ma Luciano si salvò, e da allora venne chiamato «Lucky», il fortunato.
È considerato il padre del moderno crimine organizzato nonché uno dei protagonisti della massiccia espansione del commercio di eroina nel secondo dopoguerra. È stato un potente boss dell’attuale Famiglia Genovese. Il Time Magazine ha inserito Luciano tra i 20 uomini più influenti del XX secolo.
2. Alphonse Gabriel “Al” Capone
Alphonse Gabriel “Al” Capone, detto Scarface, è stato un mafioso statunitense di origine italiana, considerato un simbolo del gangsterismo americano e della crisi della legalità che gli Stati Uniti ebbero da affrontare durante il proibizionismo. Sua la paternità della nota strage di San Valentino.
1. Semion Mogilevich
Semen Judkovyč Mohylevyč è un mafioso ucraino, noto anche come Don Semyon, The Brainy Don (per denotare il suo acume per gli affari) e “Million Dollar Don“. Le agenzie di sicurezza americane ed europee lo ritengono il “capo dei capi” di gran parte delle articolazioni della mafia russa nel mondo, nonché “il più pericoloso mafioso a livello internazionale”.
Si sospetta che abbia forti legami con la Gazprom, la società energetica russa, oltre a controllare la compagnia RosUkrEnergo, responsabile del trasporto di gas naturale dal Turkmenistan ai paesi dell’Est europeo e attivamente coinvolta in alcune dispute circa il controllo del prezzo di vendita della materia prima nelle negoziazioni tra Russia e Ucraina.
Il 22 ottobre 2009 fu inserito dalla FBI nella lista dei dieci criminali più ricercati, con una taglia pendente di oltre 100,000 di dollari sulla testa per falsificazione, riciclaggio di denaro e frode multimilionaria attraverso una public company con sedi a Newtown, nella Contea di Bucks, in Pennsylvania, tra il 1993 e il 1998. Ha la sua residenza principale a Mosca. È inoltre noto che ha strette alleanze con Yury Luzhkov, l’ex sindaco di Mosca, Dmytro Firtash, e Leonid Derkach, ex capo dei Servizi di Sicurezza Ucraini, e pare che Oleksandr Turchynov, ex Primo Ministro Ucraino, abbia distrutto dei documenti a proposito di Mohylevyč.
Gente tranquilla! Certi non li conoscevo, ottimo articolo.
RispondiEliminaÈ un mio pezzo recuperato da un quotidiano online per il quale lavoravo. Lo scrissi per fare qualcosa di nuovo e rimasi stupito da alcuni nomi. Luciano e Al Capone poi li conoscevo già visto che li trattai in una mia tesi di laurea
EliminaNe conosco giusto un paio, quindi ho letto le vicende che riguardano gli altri con molto interesse, seppur con un certo senso di "rabbia".
RispondiEliminaUn post enciclopedico che potrà tornare utile a chi fa ricerche di settore, ottima idea per arricchire le pagine di approfondimento di un giornale che, come al solito, non meritava il tuo impegno.
grazie Clà. Che vuoi farci? Ho rinunciato a fare questo mestiere per gli altri, ma non per me. Adesso farò il giornalista e blogger solo e unicamente per me.
EliminaPraticamente hai fatto la mia stessa scelta... 😅
Eliminapraticamente sì
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